I segnali incoraggianti sulla copertura dell'aumento di capitale da 560 milioni di Banca Carige - a un giorno dalla chiusura dell'operazione - sono proseguiti con nuove sottoscrizioni provenienti dal retail e dagli investitori istituzionali ritenute "soddisfacenti". Il mix tra istituzionali italiani ed esteri sarebbe ben bilanciato.

E' quanto hanno riferito fonti a MF-Dowjones.

Anche la tranche da 60 milioni riservata ai bondholder che hanno aderito all'operazione di Lme (per ora, in base alle informazioni ufficiali, coperta per 45 milioni da Intesa Sanpaolo Vita, Generali Ass. e Unipol) è ben avviata con altri obbligazionisti che - secondo quanto ricostruito da questa agenzia - sarebbero disponibili per la parte di competenza, coprendo così lo scarto di 15 milioni.

Ufficialmente, 130 milioni sono stati garantiti pro-quota dagli azionisti storici (tra cui figurano Vittorio Malacalza, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli). Altri 130 milioni messi a disposizione complessivamente dal Credito Fondiario, dalla Sga e da Chenavari Investment Managers (che si è aggiudicato ieri la società di credito al consumo Creditis e partecipa all'aumento dell'istituto della Lanterna per un importo fino a 40 milioni). La cifra include anche i 20 milioni di Volpi che ha partecipato all'aumento pro-quota (6% circa) e salirà al 9,9% (come confermato ieri da Compania Financiera Lonestar, la società ad esso riconducibile).

Altri 35 milioni pro-rata sono stati messi sul piatto dal Fondo Algebris (10 milioni) e da Banca Ifis. 45 milioni arrivano invece dai tre bondholder - Intesa Sanpaolo Vita, Generali Ass. e UnipolSai - che intendono aderire all'aumento per la parte di loro competenza.

A questa somma (340 milioni complessivi) vanno aggiunti i 100 milioni che l'azionariato retail avrebbe già sottoscritto, come riportato oggi da indiscrezioni stampa.

Ancora non è noto se e quanto altri potenziali investitori (sono circolati i nomi del gruppo internazionale Pimko e del fondo pensione degli insegnanti dell'Ontario) hanno versato nell'operazione. In ultimo si rimane in attesa del via libera delle autorità di Vigilanza alla richiesta avanzata da Malacalza Investimenti, primo socio di Banca Carige. Quest'ultimo ha infatti presentato istanza alla Vigilanza per salire al 28,8% dall'attuale 17,6%. Se riceverà il via libera dovrà o comprare sul mercato, oppure sottoscrivere l'inoptato; ma fonti segnalano che non è scontato che ci sia dell'inoptato da sottoscrivere.

Aumento a parte, altre "due palle sono andate in buca", per usare una metafora cara all'a.d. Paolo Fiorentino. Il Cda dell'istituto della Lanterna ieri sera ha deliberato sulla cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza del valore lordo di 1,2 miliardi e della piattaforma di servicing a Credito Fondiario. Allo stesso modo il Cda ha scelto Chenavari Investment Managers come controparte per la cessione della società di credito al consumo Creditis.

Queste sue cessioni rappresentano parte integrante del rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo di euro previsto dalla cura Fiorentino. Chenavari per aggiudicarsi la società di credito al consumo avrebbe messo sul piatto una cifra superiore ai 100 milioni (e vicina ai 110 mln) oltre a garantire un impegno in sede di aumento di capitale di prima allocazione con Equita Sim, pari a 40 milioni.

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

 

(END) Dow Jones Newswires

December 05, 2017 13:04 ET (18:04 GMT)

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