Wall Street tratta poco sopra la parità, con i volumi di trading che dovrebbero restare bassi in attesa delle riunioni della Federal Reserve, della Bank of England e della Banca centrale europea.

Il Dow Jones sale frazionalmente dello 0,09%, l'S&P 500 dello 0,16% e il Nasdaq Composite dello 0,2%. Il luce i prezzi del petrolio che avanzano dello 0,9% circa.

Nel frattempo "non c'è stata una grande reazione dei mercati all'esplosione alla stazione centrale di Manhattan", commentano gli analisti di Ig, sottolineando che si è registrata "solo una leggera flessione" temporanea dei future sugli indici.

Tornando alla Fed, per gli investitori il rialzo dei tassi di interesse da parte del Fomc è ormai scontato e quindi l'attenzione si focalizzerá sulle stime macroeconomiche e sulle proiezioni dei prossimi aumenti del costo del denaro. Gli strategist di Mufg ritengono che la Fed confermerá la sua intenzione di procedere con rialzi graduali dei tassi, con 3 azioni nel corso del 2018, ma sia l'inflazione che l'appiattimento della curva dei rendimenti stanno suggerendo una maggiore cautela all'Istituto statunitense, avvertono gli esperti.

La riunione del Fomc di questa settimana dovrebbe concludersi con un rialzo dei tassi di interesse e una valutazione positiva dello scenario economico, con previsioni di ulteriore miglioramento del mercato del lavoro e graduale risalita dell'inflazione verso il 2%, aggiunge Giovanna Mossetti, economista di Intesa Sanpaolo, puntualizzando che per il 2018 la Fed avrá di fronte rischi bilanciati: da un lato, un possibile surriscaldamento generato dalla riforma tributaria ora in discussione in Congresso, dall'altro il proseguimento della debolezza dell'inflazione.

La comunicazione post-riunione, con l'ultima conferenza stampa di Janet Yellen e il grafico a punti, dovrebbe segnalare consenso per ulteriore rimozione graduale dello stimolo monetario. Per il bilancio, ci dovrebbe essere unanimitá a favore della gestione automatica attuale, almeno per altri due anni; sui tassi, invece, dietro la probabile previsione mediana di tre rialzi, persisterá un'ampia dispersione di opinioni. Il consenso sul ritmo dei rialzi si costruirá con l'evoluzione delle informazioni su crescita e inflazione.

Un elemento di incertezza, conclude l'esperta, è la ricostituzione del board, in una fase molto matura del ciclo, che richiederá flessibilitá e coesione nella calibrazione della strategia. Jerome Powell guiderá la Fed all'insegna della continuitá, ma dovrá adattare l'ereditá di Yellen a condizioni nuove e a un board probabilmente piú falco rispetto a quello del periodo post-crisi.

Il focus della settimana sará quindi sul meeting della Fed che dovrebbe alzare i tassi di interesse di 25 punti base all'1,5%. Lo stesso giorno, negli Usa, sará pubblicata l'inflazione Usa di novembre, che potrebbe essere stata spinta al rialzo dai maggiori costi dell'energia. "Se il dato sulla componente core dovesse essere molto forte, il mercato potrebbe iniziare giá a focalizzarsi sulle mosse della Fed per il 2018 e ciò potrebbe sostenere l'apprezzamento del dollaro", afferma Alberto Biolzi, Responsabile Direzione Wealth Management di Cassa Lombarda.

Nel frattempo, sul fronte politico, il prossimo passo per arrivare all'approvazione della riforma tributaria negli Stati Uniti è la riconciliazione fra i disegni di legge approvati alla Camera e al Senato. "L'obiettivo della leadership repubblicana è avere un testo entro metá dicembre, da votare in aula e presentare alla firma del Presidente prima di fine anno. La volontá comune di avere la riforma approvata entro fine 2017, a nostro avviso, è tale da rendere probabile la riconciliazione delle due versioni in tempi rapidi. Questo può avvenire piú facilmente se la Camera accetta gran parte delle caratteristiche del testo del Senato, ma è probabile che la stesura finale sia diversa da entrambe le versioni originarie, anche se probabilmente piú simile a quello del Senato", affermano gli economisti di Intesa Sanpaolo.

Per valutare l'impatto macroeconomico di un'eventuale riforma poi, per gli esperti "è rilevante notare che la versione del Senato sposta al 2019 l'entrata in vigore del taglio dell'aliquota sugli utili delle spa, e include maggiori detrazioni per le famiglie, ma fa scadere i tagli per le persone fisiche nel 2025. Pertanto lo stimolo alle imprese sarebbe ritardato, e la transitorietá e regressivitá di quello per le famiglie potrebbe ridurre gli effetti sulla crescita. Per ora in via del tutto preliminare, sulla base delle informazioni disponibili stimiamo che la riforma possa avere effetti espansivi in media pari a circa 0,3 punti percentuali per anno nel 2018-19".

Intanto il Congresso americano ha approvato un'estensione della legge di spesa valida fino al 22 dicembre, in attesa che venga concordato fra il presidente e i capigruppo di Camera e Senato il livello di spesa discrezionale per il prossimo anno, probabilmente al di sopra di quanto indicato dai limiti fissati nel 2013, sia per la difesa che per il resto della spesa discrezionale. "Se non ci sará un accordo entro il 22 dicembre, secondo i leader dei partiti, si voterá un'altra estensione fino a gennaio, per poi approvare un appropriation bill valido fino al 2019, scavalcando il periodo elettorale di fine 2018", commentano gli economisti di Intesa Sanpaolo.

Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,18, con minimo intraday a 1,1766 e massimo a 1,1812. Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale è poco mosso all'1,803% e quello del decennale al 2,365%.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

 

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December 11, 2017 10:58 ET (15:58 GMT)

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