Lasciate che i grillini vengano a me. E si convertano alle istituzioni. Non lo dice proprio con queste parole. Ma la strategia di Pietro Grasso, presidente del Senato e leader di Liberi e uguali, la sinistra alternativa al Pd, sembra proprio questa: convincere ad andare alle urne chi negli ultimi anni si è astenuto. E "riportare a casa" i voti di quei settori dell'opinione pubblica che, per rabbia o per protesta, hanno gonfiato le percentuali del M5S.

"Loro gridano onestà tre volte? Be', io lo posso dire anche cinque", rivendica Grasso in un'intervista al "Corriere della Sera", nella quale spiega perché ha deciso di fare politica mantenendo la seconda carica dello Stato. "Il Senato è stato esposto da una legge elettorale votata senza permetterci di discuterla dopo il sì della Camera e dopo cinque voti di fiducia. A quel punto - spiega - ho sentitp l'esigenza di dare un segno di discontinuità politica uscendo dal Pd. Prima ho fatto quello che dovevo, garantendo che andasse in porto per dovere istituzionale. Poi ho preso carta e penna, senza consultare nessuno, e ho comunicato che lasciavo il Pd. La tempistica non è stata una mia scelta. Non ho pensato al seguito, e invece si è innescato un meccanismo che mi ha portato a impegnarmi direttamente in politica. E la prima volta, ma lo faccio con convinzione e vero entusiasmo".

Bersani e D'Alema dietro a "Liberi e uguali"? "Tecnica antica, quella di demonizzare qualcuno per inficiare il ruolo di altri - replica Grasso -. Non sono mai stato strumento di nessuno, né da magistrato né adesso. L'etichetta di "Cosa rossa" era stata confezionata dagli avversari prima ancora che l'operazione partisse. Il progetto è diverso". "Ci rivolgiamo a settori del mondo cattolico, dei sindacati, di associazioni, in una parola dei corpi intermedi. Parliamo a una realtà potenziale molto più larga da coinvolgere", conclude Grasso.

gug

 

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December 20, 2017 03:44 ET (08:44 GMT)

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