Bami - Banco Bpm (BAMI)

- Modificato il 02/1/2017 10:01
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
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14141 di 15730 - 22/10/2019 08:23
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Pnc su BAMI

Al 16-10
ABACO ASSET MANAGEMENT LLP 0,52
AHL Partners LLP 0,57
AQR Capital Management, LLC 1,29
BlackRock Institutional Trust 0,5
Citadel Europe LLP 0,83
Lansdowne Partners (UK) LLP 0,76
Marshall Wace LLP 0,85
Merian Global Investors (UK) Limited 0,94
PDT Partners, LLC 1,08

Al 21-10
ABACO ASSET MANAGEMENT LLP 0,52
AQR Capital Management, LLC 1,17 -0,12%
BlackRock Institutional Trust 0,5
Capital Fund Management SA 0,53 NUOVO
Citadel Europe LLP 0,63 -0,2
Lansdowne Partners (UK) LLP 0,68 -0,08
Marshall Wace LLP 0,79 -0,06
Merian Global Investors (UK) Limited 0,89 -0,05
PDT Partners, LLC 1,08

Soprattutto è ritornato sotto lo 0,50% AHL Partners che aveva uno 0,57%
Sostituito da Capital Fund Management con 0,53%

NON HANNO SMOBILIZZATO dopo un +21% in 3 settimane.

14146 di 15730 - 23/10/2019 12:08
sandocan1 N° messaggi: 5864 - Iscritto da: 19/11/2016
Sembra che ubi vada con bper.....meglio così, niente adc....
14148 di 15730 - 24/10/2019 12:06
sandocan1 N° messaggi: 5864 - Iscritto da: 19/11/2016
No dai impossibile......
14149 di 15730 - 24/10/2019 14:38
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
Gli short ci sono e approfittano da bastardi del momento di calma
14150 di 15730 - 24/10/2019 14:58
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
La settimana scorsa ho alleggerito la mia wsposizione su BAMI.
Dopo una salita del 20% in tre settimane, con le pnc tra quelle in chiero e quelle sotto la linea di galleggiamento attorno al 10%, qualche dubbio sulla tenuta dei prezzi a cui si era aggrappata mi è giunto.
Il 6 ci sarà la pubblicazione della trimestrale Luglio-Agosto-Settembre, che sarà quasi irrilevante. Lo scenario politico è instabile, dentro e fuori l'Italia, l'economia non sta andando bene, tutti questi fattori mi inducono a pensare a nuovi violenti acquazzoni in borsa senza motivo.
Fresco è ancora il ricordo del 19 luglio, in piena era del capitone ubriaco che con le sue sparate provocò un crollo in borsa di oltre 2 punti percentuali, con BAMI che perse il 6% passando da 1,88 a 1,77€.
Ho tirato su un po' di liquidità, in perdita, ma potrei rientrare più in basso con lo stesso quantitativo e un duplice vantaggio:
Avrei mediato il prezzo.
Mi resterebbero sul conto delle liquidità che se non avessi agito non avrei avuto a disposizione.
Ma è un mio personale modus operandi frutto di un ragionamento basato sui trascorsi di questo titolo. Quindi con nessuna certezza di riuscita dell'operazione fino in fondo, anche se la realtà mi sta dando ragione.
“C’era bisogno di Morgan Stanley per sapere che BancoBpm-Ubi avrebbe senso industriale”, ha dichiarato martedì 6 ottobre Giuseppe Castagna, ad di BancoBpm, al Corriere della Sera. In realtà, al momento, sembra che sia solo Castagna a spingere per questa operazione che non sembra aver senso nè per gli azionisti, che sarebbero chiamati a un nuovo aumento di capitale, nè per i dipendenti visto che il matrimonio comporterebbe forti esuberi di personale da sacrificare sull’altare delle sinergie da costi che verrebbero messe in campo. Ma potrebbe mantenere lo stesso Castagna sulla poltrona di amministratore delegato.

Una veloce carrellata sulla performance ottenuta negli ultimi tre anni da BancoBpm può chiarire meglio i contorni della vicenda. Quando nel marzo 2016 la fusione tra Banca popolare di Milano e Banco popolare divenne operativa, con la conferma al vertice di Castagna che proveniva dalla banca milanese, le promesse di crescita al mercato e agli investitori erano state roboanti. I due istituti insieme avrebbero dovuto raggiungere nell’esercizio 2019, cioé oggi, un miliardo di utile netto di cui 400 milioni sarebbero finiti nelle tasche degli investitori sotto forma di dividendo (30 centesimi per azione). Anche per questo motivo diversi grossi investitori istituzionali nel corso del triennio hanno costruito una posizione sul titolo: Blackrock, Invesco, Norges, Capital Research, Dimensional, Davide Leone Investment, oggi controllano circa il 35% del capitale di BpmBanco ma sono piuttosto delusi. Forse invidiano quei 7 hedge fund che più recentemente si sono posizionati corti sul titolo con il 7% del capitale.

La realtà, infatti, si sta dimostrando molto diversa dalle promesse. Nella trimestrale in arrivo la proiezione sull’utile netto del 2019 dovrebbe attestarsi intorno a 450 milioni mentre sul dividendo l’ad e il cda non si sono ancora espressi, dopo quattro anni di astinenza (l’ultimo è del 2015). E c’è da considerare che a rafforzare il bilancio andranno almeno una parte delle plusvalenze, pari a 1,5 miliardi, ottenute negli ultimi tre mesi sui Btp in portafoglio, grazie all’abbassamento dello spread con il Bund tedesco.

Il mercato, con un calo del prezzo del titolo del 50% dall’annuncio della fusione, non sta dunque facendo altro che registrare queste ‘mancate’ promesse: cioé meno della metà dell’utile previsto e incertezza sul dividendo. Se si guarda poi la performance del titolo BancoBpm rispetto all’indice Eurostoxx banche e rispetto ai concorrenti, il giudizio è ancora più impietoso: meno 51% rispetto all’indice delle banche, peggiore della sua categoria visto che Ubi ha perso il 12%, Unicredit il 35% (con in mezzo un aumento di capitale da 12 miliardi), la Bper il 14% mentre Intesa Sanpaolo ha guadagnato il 19%.
Come si spiega questa cattiva performance della banca guidata da Castagna negli ultimi tre anni? In parte con il fardello di non performing loans (npl) che Bpm si è dovuta accollare attraverso il matrimonio con il Banco popolare, andando a ‘sporcare’ il proprio bilancio. Un fardello da 26 miliardi che ha fatto balzare il rapporto degli npl con il totale attivo dal 10% al 26% e che è stato molto faticoso da smaltire. Anche se oggi si può dire che l’obbiettivo sia stato raggiunto, con soli 8 miliardi di npl, pari a circa l’8,8% del totale attivo che ammonta a circa 100 miliardi. Un duro lavoro condotto negli ultimi mesi dal direttore finanziario Edoardo Ginevra, promosso dopo l’uscita dell’ex direttore generale Maurizio Faroni in seguito allo scandalo diamanti che ha investito la banca.
Ciò che non si spiega è perché la capitalizzazione di mercato di Bpm Banco non si sia ripresa in seguito a quest’opera di pulizia e alla diminuzione dello spread che ha portato plusvalenze sull’ingente portafoglio titoli di stato. Forse la credibilità del management è stata intaccata anche dallo scandalo ‘Diamanti’ che ha visto diversi manager della banca, tra cui appunto il direttore generale, indagati dalla magistratura per aver venduto alla clientela nel corso degli anni partite di preziosi a multipli del loro reale valore. Uno scivolone che ha comportato per la banca svalutazioni nell’ordine di 300 milioni e che potrebbero non essere ancora terminate.
Il problema è che di fronte a questa performance assai deludente sotto il profilo borsistico e di bilancio ora Castagna sta dialogando per una ulteriore fusione, questa volta con Ubi, il gruppo nato a sua volta dalla fusione tra San Paolo di Brescia, Banco di Brescia e Credito Bergamasco. Peccato che si stia parlando di una fusione alla pari quando il BancoBpm può vantare il 30% dei depositi in più di Ubi e il 30% di attivi in più, elementi oggi non registrati dal valore di Borsa delle due banche che è quasi identico. Segno che il mercato crede che il BancoBpm nell’eventualità di una fusione avrà la peggio e che il gioiello del credito di Milano potrebbe essere svenduto ai bresciani in cambio di poltrone.
Agli azionisti di Ubi questa operazione può piacere e non piacere: piace perché che sulla base dei valori di Borsa non dovrebbero pagare un premio per una banca più grande almeno del 30%; non piace perché per farla dovrebbero far fronte a un ingente aumento di capitale. Decisamente penalizzati sarebbero invece gli azionisti di BancoBpm, a cui non verrebbe pagato un premio e che dovrebbero sorbirsi un altro esborso di capitale a fronte di una gestione altamente deficitaria.
Ma anche la forza lavoro delle due banche potrebbe subire un forte scossone. In base a uno studio della fusione preparato da Morgan Stanley, (probabilmente studiato per cercare di assicurarsi il mandato per seguire l’operazione), il nuovo matrimonio comporterebbe un taglio delle filiali del 26% con conseguente esubero dei dipendenti nell’ordine di circa 5 mila unità su un totale di 45 mila. Tagli che comunque comporterebbero un costo importante a cui si aggiungerebbe il fatto che la nuova banca sarebbe più grande e per questo motivo è prevedibile che il regolatore chieda di aumentare il buffer patrimoniale. Secondo Morgan Stanley questo combinato disposto comporterebbe il varo di un aumento di capitale nell’ordine di 1,5-2 miliardi, un vero salasso per gli azionisti dopo le sofferenze fin qui patite, e grandi sofferenze per i dipendenti delle due banche.
Se le cose stanno così è facile prevedere che gli investitori istituzionali, nel caso di convocazione di un’assemblea straordinaria per il varo di un aumento di capitale, si metterebbero di traverso. E comunque il redde rationem arriverà con la prossima assemblea di bilancio che dovrà anche nominare un nuovo consiglio di amministrazione non più sulla base del voto capitario, visto che nel frattempo la banca si è trasformata in spa. Tuttavia i fondi con il 35% del capitale non possono proporre e votare liste di maggioranza cosicché si potrebbe ripresentare la situazione, già vista proprio in Ubi, che la lista che ottiene la maggioranza dei voti sia quella di minoranza presentata da Assogestioni. Una stortura del sistema di governance italiano che prima poi dovrà essere eliminata.
14151 di 15730 - 24/10/2019 21:59
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
ok_hand
14152 di 15730 - 25/10/2019 17:05
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Fondazione Crt ha aumentato la propria quota di partecipazione dall'1% all'1,5% e potrebbe essere disposta ad incrementarla ulteriormente. Secondo il presidente Giovanni Quaglia non esclude ulteriori arrotondamenti in funzione dell’andamento del titolo e dello sviluppo strategico della banca. Quaglia apprezza la gestione della banca e si dichiara d'accordo con le mosse strategiche fino ad ora messe in atto.
14153 di 15730 - 30/10/2019 04:23
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
Marshall Wace LLP ha incrementato la propria posizione short su Banco BPM da 0,79% a 0,80%, come si evince dagli ultimi dati Consob.
14154 di 15730 - 30/10/2019 12:33
sandocan1 N° messaggi: 5864 - Iscritto da: 19/11/2016
Che è sto schifo.....
14155 di 15730 - 30/10/2019 12:36
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Fino al 6/11, giorno di comunicazione della trimestrale e di eventuali novità, sarà un continuo ballare fra 2,05 e 2,10.
Poi assumerà una decisione precisa, in su o in giù.
14157 di 15730 - 30/10/2019 17:31
cesarefranceschi2 N° messaggi: 33 - Iscritto da: 16/6/2016
oggi conveniva vendere un po di questa merda e comprare Fca...
14159 di 15730 - 01/11/2019 14:24
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Non ci credo!!! PNC = 4.7%
14160 di 15730 - 01/11/2019 14:34
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
E' ininfluente, si tengono coperti sotto lo 0,50% per poi riemergere e far danni.
Mercoledì sera alle 18:00 si capirà dalla trimestrale come vorranno agire.
Kepler Cheuvreux by UC permettendo.
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