Banca Mps (BMPS)

- Modificato il 25/10/2017 14:25
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
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281 di 726 - 30/1/2018 18:35
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, analisti vedono 2017 in profondo rosso

Anche Banca Akros dopo il Credit Suisse taglia il target price: previsto anche un peggioramento della qualità del credito, giù ricavi e commissioni.

di Stefano Neri

Arrivano nuove indicazioni negative da parte degli analisti in vista dei conti di Banca Mps in approvazione nel cda del prossimo 9 febbraio. Anche banca Akros, come aveva fatto ieri il Credit Suisse , si associa a prevedere per il 2017 una perdita più marcata rispetto a quella accusata nel 2016.

Ciò, va detto, in virtù delle conseguenze della ricapitalizzazione precauzionale. Akros prevede per Mps un rosso di 3,33 miliardi di euro contro la perdita di 3,241 miliardi di euro nel 2016. Ieri gli analisti del Credit Suisse avevano da parte loro pronosticato per Mps una perdita di 3,66 miliardi, tagliando il target price sul Monte dei Paschi da 4,28 a 3,5 euro con raccomandazione Underperform.

Da parte sua Akros riduce il target price da 4,6 a 4,2 euro e conferma il giudizio Neutral.

L'esame di Banca Akros mette in luce comunque diverse altre criticità. Il broker del gruppo Banco Bpm, stimando per il solo quarto trimestre una perdita di 330 milioni, accenna al deterioramento marginale della qualità del credito, con il passaggio di crediti unlikely to pay (cosiddetti incagli) a crediti inesigibili. Di conseguenza, dal punto di vista patrimoniale, il parametro Cet1 dovrebbe tornare a scendere sotto la soglia del 14%.

Complessivamente, il broker si aspetta 5,2 miliardi di euro di svalutazioni dei prestiti nel bilancio 2017, tenuto conto ovviamente della maxi cartolarizzazione da 26 miliardi che ha comportato una differenza tra il prezzo di cessione (5,5 miliardi di euro) e il net book value (9,4 miliardi di euro), pari a circa 3,9 miliardi di euro.

E ancora, i ricavi totali sono visti in calo del 4,6% a 4,083 miliardi di euro. Il margine d'interesse è visto in calo di circa il 10% a 1,8 miliardi di euro e le commissioni nette del 13% a 1,6 miliardi di euro, con ricavi da trading stimati a 590 milioni.

Le spese operative sono viste in calo del 4% anno su anno a 2,516 miliardi per effetto dei tagli di personale. L'utile operativo lordo secondo Akros dovrebbe così segnare 1,567 miliardi (-5,7%) con un rapporto cost/income del 61,6%.

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282 di 726 - 31/1/2018 14:38
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Banche, stress test al via per 4 italiane

L'Autorità bancaria europea comunica lo scenario avverso che dovranno affrontare gli istituti.

di Stefano Neri

L'Eba alzerà il velo oggi sugli stress test in programma quest'anno per le banche europee. L'authority comunicherà cioè i dettagli sulla metodologia e gli scenari (di base e avversi) che saranno utilizzati nell'esame europeo, i cui risultati saranno comunicati il 2 novembre 2018. In base alle anticipazioni, la prova potrebbe risultare più "dura" delle precedenti.

In realtà è bene ricordare che gli stress test sono un esercizio ben poco considerato dal mercato, visto che in passato hanno superato l'esame istituti poi rivelatisi sotto capitalizzati (Deutsche Bank, uno dei casi più eclatanti, mentre nel 2016 Banca Mps fu bocciata quando la situazione di crisi era ormai più che acclarata). Ciononostante, vi attribuisce importanza il regolatore europeo. Dunque la suspense non mancherà di certo, anche se poi la reazione del mercato si esaurirà nel corso di una seduta e forse anche meno.

La prova è giunta alla sua quinta edizione e coinvolge 49 istituti europei, di cui 4 italiani: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Ubi Banca.

Lo scopo è misurare la capacità di resistenza del capitale di vigilanza - sotto forma di Cet1 - a uno scenario di shock.

L'esercizio 2018 ricalca essenzialmente l'impostazione dello stress test precedente (luglio 2016), ma con uno scenario avverso ritenuto più severo: ipotizza infatti un forte shock sui prezzi immobiliari, con il conseguente depauperamento del valore delle garanzie ipotecarie concesse a fronte dei mutui.

Anche quest'anno la prova sarà compiuta su bilanci statici, al 31 dicembre 2017: cioè una fotografia istantanea a quel giorno senza considerare variazioni già note come per esempio l'incasso da una vendita di Npl. Alcune assunzioni dello scenario avverso sono simili a quello precedente che prevedeva per l'Italia una riduzione del Pil reale nel triennio di quasi sei punti percentuali rispetto alle previsioni dello scenario base. Lo scenario avverso potrebbe inoltre fondarsi su una crescita nei tre anni del rendimento dei titoli di stato italiani a lungo termine di circa 100 punti base, che comporterebbe una svalutazione del 12% dei Btp.

Fatta eccezione per Mps, nel 2016 tutte le banche italiane superarono la prova, che in realtà non prevedeva alcuna soglia per ottenere la "sufficienza" ma un semplice riferimento al 5,5% (era quella indicata negli stress test precedenti, del 2014). Intesa Sanpaolo in particolare rimediò un Cet 1 transitional al 10,24% nello scenario avverso, superiore anche al 9,5% all'epoca in vigore come requisito Srep. per il Banco Popolare e Ubi il "traguardo" fu intorno a un Cet 1 del 9%, Unicredit si fermò al 7% (di lì a pochi mesi affrontò un maxi aumento di capitale da 13 miliardi), mentre nel caso di Monte Paschi si arrivò a un dato negativo, con un coefficiente patrimoniale di -2,23%.

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283 di 726 - 31/1/2018 14:50
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, ipotesi maxi fusione con Carige e Banco Bpm

Gli analisti di Equita non escludono un polo con ben cinque istituti: anche Bper e Creval sotto il cappello di una holding sul modello Iccrea. Scenario suggestivo ma...

di Rosario Murgida

Gli analisti continuano a delineare scenari di aggregazione di vario genere e grado per il comparto bancario italiano. Pochi giorni fa ha fatto scalpore uno studio di Mediobanca su una fusione transfrontaliera tra Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole e si è parlato anche di una fusione tra lo stesso Crédit Agricole e Carige, oggi tocca a Equita proporre un'ipotesi clamorosa con il coinvolgimento di alcune delle banche maggiormente sotto osservazione negli ultimi mesi per le diverse difficoltà affrontate.

La Sim arriva a offrire agli investitori e alla Borsa italiana un'ipotesi senz'altro suggestiva, pur di difficile realizzazione soprattutto per il numero delle banche interessate: ben cinque da mettere insieme. Si tratta di Mps, Banco Bpm, Bper, Carige e Creval. Si creerebbe così un maxi-polo del credito che unirebbe i punti di forza dei diversi istituti e risolverebbe in un colpo solo le difficoltà che ognuno degli istituti sta affrontando in un modo o in un altro.

Ma vediamo più in dettaglio. Lo studio si concentra evidentemente sulla fascia media del settore bancario italiano. Ovviamente bisogna fare delle distinzioni tra i diversi istituti in questione. Le due più solide sono evidentemente Banco Bpm e Bper anche se la prima si trova ad affrontare la necessità di accelerare il programma di smaltimento dei crediti deteriorati.

Per le altre tre la faccenda è molto più delicata. Mps è stata salvata dallo Stato e si trova ad affrontare un difficile percorso di rilancio. Carige ha da poco concluso un controverso aumento di capitale e deve portate avanti un piano di rafforzamento senza dimenticare il problema della continua vigilanza della Bce e delle critiche sollevate dal primo azionista Malacalza. Infine il Credito Valtellinese è ormai prossima a lanciare una ricapitalizzazione iperdiluitiva con tutti i rischi legati all'incertezza elettorale.

Il broker vede la necessità di disboscare la foresta di istituti di medie dimensioni grazie al ruolo che potrebbe avere lo Stato attraverso la controllata Mps. Equita cita in particolare gli oltre 3 miliardi di euro di crediti fiscali della banca senese e il miliardo di Carige e Creval. La somma di 4 miliardi potrebbe essere utilizzata come "cuscinetto di capitale" per le attività di riduzione dei rischi di Banco Bpm e Bper. L'esempio da seguire sarebbe quello di Iccrea per l'aggregazione delle banche di credito cooperativo sotto il cappello di un'unica holding.

Probabilmente Equita ha voluto delineare un caso di scuola, una sorta di esercizio di stile partendo però da una dato di fatto incontrovertibile: le banche presenti sul mercato italiano sono troppe ed è necessario procedere ad aggregazioni anche perchè i costi sono ancora elevati, i margini bassi e la concorrenza sempre più forte. Qualcosa si è fatto negli ultimi anni sul fronte del taglio delle spese operative con la chiusura di filiali e il taglio della forza lavoro senza dimenticare le numerose operazioni di acquisizioni effettuate per esempio da Intesa Sanpaolo o da Cariparma, ma evidentemente per Equita non è ancora sufficiente per risolvere per esempio il grande problema dello smaltimento di sofferenze e incagli o l'esposizione ai titoli di Stato.

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284 di 726 - 31/1/2018 15:29
zilart2 N° messaggi: 9069 - Iscritto da: 01/4/2012
Bper e bpm si fonderanno prossimo anno Sikulosikulo
285 di 726 - 31/1/2018 15:31
zilart2 N° messaggi: 9069 - Iscritto da: 01/4/2012
Ammucchiata in 5 é improbabile, a meno che vogliono fare una orgia da masochisti
286 di 726 - 01/2/2018 17:50
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Stress test Eba severo sulle banche

Il prossimo stress test dell’Eba sarà in assoluto il più severo sulle banche europee in termini di deviazione del pil ipotizzata rispetto alle attese. La differenza cumulata al 2020 per il prodotto interno lordo Ue è dell’8,3%, «lo scenario più severo finora» negli stress test, ha scritto l’autorità bancaria europea che ieri ha presentato gli scenari macroeconomici definiti dall’Esrb.
Immaginati shock su occupazione, inflazione e mercato immobiliare.

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287 di 726 - 08/2/2018 17:42
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, riparte il processo a Milano

Sotto accusa per il caso dei derivati anche Profumo e Viola, che intanto è stato nominato oggi consulente senior di Boston Consulting. Nello stesso giorno i risultati finanziari della banca

di Mirko Molteni

C'è attesa per l'udienza di domani mattina al Tribunale di Milano del processo Mps che vedrà comparire a partire dalle 9,30 davanti al giudice Alessandra Del Corvo gli ex-vertici della banca Monte dei Paschi di Siena in relazione alle operazioni effettuate fra 2012 e 2015 coi derivati Santorini ed Alexandria. Si tratta come noto degli allora ex-presidente, ex-amministratore delegato ed ex-presidente del collegio sindacale di Mps, rispettivamente Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori, accusati di falso in bilancio e aggiotaggio.

Il caso risalta particolarmente soprattutto nel caso di Profumo e Viola, essendo il primo tuttora amministratore delegato del grande gruppo Leonardo di industria strategica, che attraversa giorni difficili, mentre il secondo, oltre a essere stato anche ad di Banca Popolare di Vicenza e fino a pochi giorni fa commissario delle banche venete in liquidazione, è stato nominato giusto oggi senior advisor di The Boston Consulting.

Nella precedente udienza, quella del 5 dicembre, era emersa la richiesta d'archiviazione per un ulteriore capo d'accusa, ovvero quello di aver ostacolato gli organi di vigilanza. Parimenti, si era deciso di rimandare tutto al 9 febbraio perché la giudice Del Corvo aveva dichiarato nulla la richiesta di rinvio a giudizio per Salvadori a causa di un ritardo nell'iscrizione della sua accusa di aggiotaggio.

A promuovere le accuse sono molti soci di Mps, costituitisi parte civile, tramite un memoriale firmato dall'avvocato Paolo Emilio Falaschi, secondo il quale ci sarebbe stata da parte della banca toscana una "rappresentazione ingannevole" dei derivati Santorini ed Alexandria per ottenere aiuti di Stato. I soci accusatori stimano in circa 10 miliardi di euro i danni causati da questa condotta.

Per ironia della sorte, l'udienza di domani giunge nel medesimo giorno in cui Monte dei Paschi divulgherà i risultati relativi al quarto trimestre 2017 e all'esercizio 2017/2018. La conferenza è attesa per le 18.00 di domani, a mercati ormai chiusi, e gli analisti prevedono ancora conti in profondo rosso. Dato l'orario, ci si attende evidentemente che eventuali reazioni sul mercato azionario si conosceranno solo lunedì mattina. Intanto oggi il titolo Mps cede nel finale il 2% a 3,67 euro.
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288 di 726 - Modificato il 10/2/2018 12:01
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Morelli (Mps): raggiunti i quattro target

Patrimonio più forte, cessione di npe, recupero della raccolta e risparmio dei costi. L'ad della banca elenca gli obiettivi centrati. Nel 2017 perdita ancora di 3,5 miliardi. Copertura degli npl al 67%, Cet1 al 14,8%

di Claudia Cervini (MF-DowJones)

Mps aveva quattro obiettivi principali: il rafforzamento patrimoniale, la cessione degli Npe, il recupero della raccolta diretta e un significativo risparmio di costi. Questo e’ quello che il management della banca ha fatto e ora ci concentreremo sull’attività ordinaria e» sulla macchina commerciale. È quanto ha rimarcato il ceo di Mps , Marco Morelli, in conference call in occasione della presentazione dei dati di bilancio. «Ora faremo un intenso lavoro con e sulla rete». A questo proposito il cfo, Francesco Mele, ha aggiunto che la macchina commerciale di B.Mps nell’ultima parte dell’anno ha preso velocita’ e la quota del credito e’ rimasta stabile. I conti correnti e i depositi sono aumentati di 11 miliardi da fine 2016: un obiettivo fissato per la fine del 2019, quindi raggiunto in anticipo.

Venendo ai dati di bilancio, Mps chiude il 2017 con un aumento della perdita a 3,5 miliardi (rispetto a quella di 3,24 miliardi realizzata a fine 2016). Nel solo quarto trimestre il rosso è di 502 milioni. La raccolta complessiva è pari a 193,6 miliardi in calo del 4,5%. Il gruppo ha realizzato ricavi complessivi pari a 4.026 milioni, con un calo del 6% per la flessione del margine di interesse e delle commissioni nette, solo parzialmente compensata dalla crescita del risultato netto della negoziazione e delle attività/passività finanziarie Il margine di interesse del 2017 e’ risultato pari a 1.788 milioni, in flessione del 11,5% rispetto al 2016, ascrivibile principalmente alla dinamica negativa degli attivi fruttiferi, in particolare degli impieghi commerciali e del portafoglio titoli (contrazione dei volumi medi e calo dei relativi rendimenti). Le commissioni nette risultano pari a 1.577 milioni, in riduzione del 14,3%. Al 31/12 la copertura dei crediti deteriorati è al 67,2% e l’esposizione dei crediti deteriorati lordi è di 45,1 miliardi (stabile rispetto al 30/9/17). Venendo agli indicatori patrimoniali al 31/12 il Cet1 è al 14,8%, il Total Capital Ratio al 15%. Il lavoro sugli npl proseguirà e accelererà nel 2018.
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289 di 726 - 10/2/2018 15:13
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps chiude in rosso un anno... nero

La perdita peggiora come previsto, i ricavi diminuiscono di trimestre in trimestre. La principale spina nel fianco restano gli Npl

di Carmelo Catalano

Mps ha chiuso i conti del 2017 con una perdita annuale di 3,5 miliardi, mentre la perdita trimestrale è di 500 milioni, influenzata da 170 milioni di recupero connessi all'accordo di servicing pluriennale relativo alla cessione della piattaforma per la gestione dei crediti in sofferenza e 166 milioni di euro di accantonamenti principalmente legati a rischi legali.

Nel 2016 si era registrata una perdita di 3,2 miliardi. Alcuni broker nei giorni scorsi avevano pronosticato un peggioramento del "rosso" registrato nel 2016 e avevano tagliato il target price sul titolo citando le diverse sfide che attendono l'istituto senese. Secondo alcuni calcoli di Mediobanca inoltre Mps sarebbe uno degli istituti maggiormente colpiti dal giro di vite previsto dall'addendum della Bce sugli Npl, anche se meno di altre banche italiane.

Sul fronte patrimoniale, il Common equit tier si attesta al 14,8%, in cifre circa 9 miliardi.

Nel quarto trimestre 2017 i ricavi operativi sono stati 802,4 milioni a fronte di costi operativi 650,5. Conseguentemente il ROL (Reddito operativo lordo) si è attestato ad appena 151,9 milioni in riduzione rispetto ai trimestri precedenti (si era attestato a 305,2 nel primo, a 280,4 nel secondo e a 225 circa nel terzo al netto dei proventi straordinari).

La riduzione del ROL è imputabile in larga parte alla riduzione dei ricavi che sono in costante diminuzione trimestre per trimestre (933,2 nel primo trimestre, 802,4 nel quarto). In particolare i ricavi 2017 ammontano a 4 miliardi circa e risultano in contrazione rispetto ai 4,3 contabilizzati del 2016, con una contrazione in termini percentuali del 6%. Sono in riduzione sia il margine di interesse che le commissioni nette. La riduzione del margine di interesse, pari all'11,5% (da 2 a 1,8 miliardi) può essere considerata fisiologica essendo legata al deconsolidamento del portafoglio di sofferenze, mentre desta qualche preoccupazione la riduzione delle commissioni, che risultano in contrazione del 14,3% (1,576 miliardi nel 2017 a fronte dei 1,839 miliardi del 2016.

Ugualmente segnali non rassicuranti arrivano dai dati relativi alla qualità dell'attivo. Il costo del rischio (rapporto tra rettifiche su crediti e crediti verso clienti) si attesta nel 2017 a 177 punti base (5858 considerando anche gli accantonamenti straordinari legati allo spin off delle sofferenze). Ma, ed è questo l'aspetto che desta maggiore preoccupazione, risultano in drastico peggioramento sia i flussi da crediti in bonis a crediti deteriorati raddoppiano rispetto ai trimestri precedenti (800 milioni nel quarto trimestre a fronte dei 300 nel terzo trimestre), che i flussi da incagli a sofferenze (1,1 miliardi nel trimestre a fronte dei 0,7 nel quarto trimestre).

Rispetto ai risultati previsti dal piano di ristrutturazione e riferiti al 2019 Banca Mps dovrà recuperare in un breve lasso di tempo circa 400 milioni tra maggiori ricavi (180 milioni circa) e minori costi (220 milioni circa di cui 120 dalla riduzione dei costi del personale). Sono obiettivi ambiziosi, soprattutto perché l'incremento dei ricavi dovrebbe arrivare quasi totalmente dalle commissioni. Infatti il margine di interessa sarà penalizzato dalla riduzione prevista dei volumi intermediati e degli impieghi più rischiosi.

L'obiettivo più difficile da centrare, però, vista la dinamica degli aggregati resta quello della qualità dell'attivo. Infatti la banca è molto lontana dal target previsto al 2019 di un costo del credito di 79 punti base (dato 2017 normalizzato pari a 172 punti base). Quella del miglioramento della qualità dell'attivo di fatto è la vera sfida che attende la BANCA. Infatti 100 punti base di costo del rischio equivalgono a circa 1 miliardo di maggiori costi rispetto a quelli previsti dal piano industriale, cioè di una cifra che alla fine farà la differenza.

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290 di 726 - 12/2/2018 14:33
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mediobanca: non esiste una scorciatoia per ripristinare la redditività di Mps

Il titolo flette dopo che la banca ha chiuso il quarto trimestre 2017 con una perdita superiore alle attese a causa delle maggiori rettifiche su crediti. Per il broker il deleverage della banca deve finire in quanto può minare gli sforzi per ridurre i costi e rallentare il calo del ratio Npe. Comunque il Cet1 fully loaded al 14,2% è sufficientemente robusto per resistere al de-risking e all'inasprimento della regolamentazione

di Francesca Gerosa

Il titolo Mps stona nel settore bancario italiano con un calo del 2,41% a 3,68 euro dopo che l'istituto ha chiuso il 2017 con una perdita consolidata pari a 3,5 miliardi rispetto ai -3,2 miliardi dell'anno precedente. Anche nel quarto trimestre la perdita è risultata sopra le attese degli analisti (-502 milioni contro -238 milioni previsti dal consenso FactSet) a causa delle maggiori rettifiche su crediti.

"Le maggiori rettifiche su crediti, 361 milioni di euro, sono derivate da alcuni elementi one-off fra cui l'anticipo del costo di outsourcing del servicing degli Npl, 170 milioni, e le richieste della Bce, 95 milioni, di accantonamenti extra post ispezione", spiegano gli analisti di Equita . Al netto degli elementi non ricorrenti, gli analisti di Banca Imi hanno calcolato accantonamenti per perdite su crediti normalizzati per 381 milioni di euro nel solo quarto trimestre corrispondenti a un costo del rischio normalizzato di 172 punti base.

"Consideriamo questo un livello ancora elevato rispetto agli obiettivi della banca, ovvero un costo del rischio pari a 80 punti base nel 2019. Inoltre, il tasso di default, 2,5%, e il danger rate, 23,6%, sono peggiorati sia trimestre su trimestre sia anno su anno", precisano a Banca Imi. Al contempo, "il ratio Npe lordo si è attestato al 45,1% o al 19,3% pro-forma, inclusa la cartolarizzazione e le cessioni di asset pianificate per quest'anno". Come se non bastasse "la banca ha contabilizzato oneri finanziari per 166 milioni di euro, non previsti".

Gli analisti di Equita e di Banca Imi sono rimasti delusi anche dai ricavi core inferiori alle attese nel trimestre (809 milioni -2% trimestre su trimestre) e dal calo del margine di interesse trimestre su trimestre (-12%) per il one-off del quarto trimestre legato allo storno degli interessi sui Tier2. A questo gli esperti di Banca Akros hanno aggiunto le commissioni, in calo del 14% a 1,6 miliardi di euro nell'intero 2017. Mentre i costi operativi sono calati del 3% a 2,5 miliardi di euro come previsto, ma l'utile operativo lordo è risultato l'11% in meno anno su anno a 1,5 miliardi di euro e il 5% in meno di quanto previsto, con un ratio cost/income del 63,2%.

Quanto al coefficiente patrimoniale, Cet1, è sceso di -30bps trimestre su trimestre al 14,2%, in linea con le previsioni di Banca Imi, e nei prossimi mesi è visto calare ancora intorno al 12,5%. Il Cfo di Mps ha anche previsto un impatto di 1,2 miliardi dalla prima applicazione del nuovo criterio contabile Ifrs9 dal primo gennaio 2018, mentre l'impatto sul Cet1 è spalmato su cinque anni.

"Nonostante il punto di partenza piuttosto elevato, crediamo che la situazione del capitale di Mps abbia bisogno di essere strettamente monitorata visto che il margine per eventuali errori è molto limitato, considerando i significativi venti contrari del regolatore previsti per quest'anno", avvertono gli analisti di Banca Imi per i quali i risultati del quarto trimestre di Mps sono stato piuttosto deludenti, soprattutto dal lato degli accantonamenti e del deterioramento dei tassi di default e danger, che ha arrestato il trend di miglioramento visto negli ultimi trimestri.

Non c'è da stupirsi, quindi, se l'opinione di Mediobanca Securities è rimasta invariata: "i risultati del quarto trimestre mostrano che non esiste una scorciatoia per ripristinare la redditività di Mps e che è necessario del tempo per mostrare i frutti della ristrutturazione in corso", si legge nella nota della banca d'affari. "Questa non è una sorpresa per noi, poiché la generazione di capitale organico sembra improbabile fino al 2020. Comunque da quest'anno in poi, i benefici derivanti dai minori costi di finanziamento e dal taglio dei costi dovrebbero diventare sempre più visibili e le prospettive di un miglioramento dell'economia italiana dovrebbero tradursi in tassi di default e danger più bassi".

Nel frattempo, "il deleverage della banca deve finire in quanto può minare gli sforzi per ridurre i costi e rallentare il calo del ratio Npe. Rimaniamo in ogni caso dell'opinione che il ratio Cet1 fully loaded al 14,2% sia sufficientemente robusto per resistere al de-risking e all'inasprimento della regolamentazione", assicurano gli analisti di Mediobanca .

Non fanno così presa, per ora, le indiscrezioni di stampa del fine settimana secondo cui l'ad, Marco Morelli, ha iniziato a fare qualche valutazione su possibili aggregazioni, in particolare con Ubi che permetterebbe alla banca senese di uscire dall'orbita pubblica prima del previsto. Banco Bpm , invece, avrebbe rimandato qualunque ipotesi di aggregazione al termine del suo piano, quindi a fine 2019.

Di riflesso ai conti 2017, stamani Equita ha confermato il rating hold e il target price a 4,3 euro sul titolo Mps , lo stesso giudizio di Banca Imi che ha però un target price a 3,7 euro. Anche Banca Akros e Mediobanca hanno ribadito un rating cauto: neutral con un prezzo obiettivo a 4,20 euro la prima, neutral con un target price a 4,80 euro la seconda.

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291 di 726 - 13/2/2018 14:21
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps sotto stress, il consenso Bloomberg non aiuta

E neppure le due righe che ieri, a mercati chiusi, ha pubblicato Ubi: niente aggregazioni con Siena. Il titolo è statio sospeso questa mattina e cede oltre 4 punti a Piazza Affari

di Elena Dal Maso

Mps è stata sospesa dagli scambi a metà mattinata con un -3,9% teorico per poi rientrare in contrattazione e alle ore 12,22 cedere il 4,12% a 3,442 euro contro un Ftse Mib in calo dello 0,96%. E' vero che il settore bancario è tornato sotto pressione, secondo alcuni trader a casa del nervosismo pre-elettorale, oltre al fatto che lo spread fra Btp decennale e Bund è in allargamento a 132 punti base, ma di fatto ai minimi nell'ultimo anno.

Pesa molto sul titolo il bilancio 2017 e i dati sull'ultimo trimestre, come hanno messo in rilievo gli analisti nei giorni scorsi. Tanto che il consenso Bloomberg degli esperti interazionali vede oggi 0 Buy, 9 Hold e 4 Sell. Si aggiunga a ciò il comunicato di due righe di Ubi inviato ieri sera dopo la chiusura dei mercati a Borsa Italiana. L'istituto lombardo nega qualunque tipo di interesse a inglobale o a fondersi con Mps .

Gli esperti di Bloomberg Intelligence scrivono sul Monte che i ricavi del quarto trimestre fanno temere che la banca riesca a raggiungere il target di un Cet 1 Fully Loaded del 12% a fine 2019. Anche perché nei prossimi mesi e poi anni entreranno in vigore nuove regole di cui non si trova traccia nei report di mps quanto a futuri impatti contabili.

Per esempio l'effetto di Basilea 4 potrebbe aggiungere da 2 a 4 miliardi di euro di asset ponderati per il rischio (Rwa) e la revisione del Trading Book (Fundamental Review of the Trading Book) potrebbe a sua volta infierire con un altro miliardi di Rwa. Entrambi i fattori aggiuntiuvi si tradurrebbero in 108 punti base di impatto sul capitale, lasciando così il target ci Cet 1 per il 2019 troppo vicino alle richieste minime Srep (2018) per un Cet 1 Fully Loaded del 10,3%.

Inoltre Bloomberg calcola che gli accantonamenti derivanti dalle nuove regole della Bce sui crediti dubbi (Addendum) potrebbero togliere altri 70 punti base dal capitale della banca toscana. E un piccolo aumento degli Npl registrato nel quarto trimestre, assieme ad un ulteriore calo dei prestiti, potrebbe rappresentare una fase transitoria ma aggiungere nel contempo più preoccupazioni sullo stato del capitale.
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292 di 726 - 13/2/2018 15:22
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, chi se la prende?

Ubi esclude aggregazioni con la banca senese e si riduce l'elenco dei possibili interessati. Al momento, però, le condizioni della banca escludono un coinvolgimento nel prossimo consolidamento del settore

di Rosario Murgida

Mps rischia di non partecipare al prossimo ballo del consolidamento bancario nonostante le continue ipotesi, suggestioni e indiscrezioni su un suo possibile partner.

Ieri si è sfilata da qualsiasi scenario di matrimonio una delle banche più volte indicate negli anni scorsi tra le possibili pretendenti. "Con riferimento a rumors di mercato e a lanci di agenzia comparsi in data odierna, Ubi Banca smentisce categoricamente l'esistenza di dossier e di qualsiasi tipo di negoziazione con Mps", ha affermato l'istituto lombardo in una nota diffusa dopo le ipotesi avanzate dal quotidiano Il Messaggero su una possibile aggregazione e riprese anche da alcuni broker e analisti. Il titolo di Ubi nel corso della seduta aveva perso terreno fino a chiudere in ribasso del 2,6%, peggiore del Ftse Mib.

Non è la prima volta e non sarà l'ultima che la banca senese viene inserita in ipotetici scenari matrimoniali. Di recente Equita ha proposto un progetto di fusione tra Mps, Banco Bpm, Bper, Carige e Creval di difficilissima realizzazione.

Resta il fatto, come scritto da Finanza Report, che tra la fine del 2018 e il prossimo anno il settore bancario italiano sarà sottoposto giocoforza a continue spinte per il consolidamento, in particolare tra gli operatori di fascia media. Tra questi figura ovviamente anche Mps, ma, a ben vedere, con un piano di rilancio ancora lungi dal raggiungere risultati soddisfacenti, la banca senese rischia di non avere quella solidità e affidabilità cercata da eventuali partner.

Al momento è difficile prevedere quali possano essere i migliori candidati per un possibile matrimonio. Da anni sembra comunque aleggiare una sorta di maledizione su Mps quando si parla di aggregazioni. Spesso sono circolate ipotesi di vario genere per risolvere le difficoltà dell'istituto.

Si è parlato perfino delle Poste, di un presunto fondo cinese interessato a partecipare al fallito aumento di capitale di un anno fa, ma senza alcun seguito.

Così come rimase senza seguito, nel 2014, l'interesse di una società di Hong Kong, la Nit Holdings, dichiaratasi pronta a investire ben 10 miliardi di euro per la ristrutturazione della banca senese, ma sparita senza colpo ferire anche per gli sviluppi negativi della vicenda. I suoi manager sono stati accusati di manipolazione del mercato e perfino di calunnia.

Oltre a Ubi, un altro nome spesso apparso tra le varie ipotesi è stato quello del Banco Santander. L'istituto spagnolo, capace di vendere a caro prezzo Antonveneta alla stessa Mps, ha però sempre smentito qualsiasi indiscrezione sul presunto interesse a rientrare sul mercato del retail banking italiano acquisendo una banca che nella mega-acquisizione dell'istituto veneto ha trovato la fonte di tutti i suoi guai.

Dunque Mps non ha al momento pretendenti, sempre che l'amministratore delegato Marco Morelli non riesca a completare con successo e in breve tempo la "mission impossible" del rilancio e quindi a cucire un miglior vestito per nozze oggi quantomeno improbabili. E ancor più improbabili rischiano di esserlo se le banche già oggi desiderose di partecipare al prossimo ballo del consolidamento, da Banco Bpm a Carige per arrivare al Creval, trovino nel breve termine un partner adeguato. In tal caso Mps rischia veramente di rimanere da sola o comunque con ben poco da scegliere in un mazzo di carte fortemente ristretto.
6mkcx
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293 di 726 - 14/2/2018 15:01
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, per il Tesoro un bagno di sangue

Lo Stato sta perdendo in teoria quasi 3 miliardi con l'investimento nella banca senese. E' stato evitato il contagio sistemico ma mese dopo mese aumento il rischio di non recuperare i soldi dei contribuenti

di Rosario Murgia

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, continua a esprimere ottimismo su Banca del Monte dei Paschi di Siena ma finora il salvataggio si sta rivelando un bagno di sangue per lo Stato e quindi per i contribuenti.

Negli ultimi due giorni il titolo della banca senese ha perso più del 10% scendendo ieri a 3,4 euro e segnando così una capitalizzazione di 3,88 miliardi. Il Tesoro, che con la complessa operazione di salvataggio dello scorso anno ha investito 5,6 miliardi di euro, deve quindi registrare sulla carta una perdita di 2,98 miliardi di euro. Nei momenti caldi del salvataggio Padoan ha spesso manifestato la sua fiducia sulla possibilità di recuperare in pieno quanto versato ma al momento i segnali non sono certo quelli del rilancio da mesi auspicato dai vertici aziendali.

Anzi, gli ultimi risultati di bilancio mostrano uno scenario preoccupante e il mercato ha manifestato tutta la sua perplessità bocciando in pieno conti e prospettive. Il Tesoro potrà anche accontentarsi del risultato raggiunto con l'eliminazione del rischio di un contagio sistemico dalle conseguenze imprevedibili ma dovrà evidentemente prendere atto della difficoltà di recuperare l'investimento, quantomeno al 100%, entro il termine del 2021 imposto dalle autorità europee.

In soccorso dello Stato potrebbe anche arrivare un cavaliere bianco nella veste di una banca interessata a rilevare l'istituto guidato da Marco Morelli, ma con quali condizioni è tutto da verificare. Il rischio è che un qualsiasi operatore interessato accetti di rilevare la banca per un "tozzo di pane" lasciando ai contribuenti il conto di un salvataggio necessario sì ma doloroso per casse statali già in difficoltà per l'enorme mole del debito pubblico e costantemente sotto l'attento monitoraggio della Ue.

Del resto il rilancio di Mps non solo è lento, come ha ammesso lo stesso Morelli, ma procede anche sui binari strettissimi imposti dalla Bce, che limita fortemente l'operatività della banca e quindi ne mette a rischio la capacità di raggiungere gli stessi target imposti paradossalmente al momento del salvataggio dai funzionari dell'Eurotower. E' un cane che si morde evidentemente la coda, una situazione che, dopo i conti del 2017, rischia di rendere del tutto inutile quanto orchestrato l'anno scorso tra mille polemiche e diatribe politiche.

Oggi, comunque, dalla Borsa arriva un minimo segnale di fiducia con il titolo in rialzo dello 0,9% circa a 3,43 euro, ma si tratta sempre di un livello decisamente lontano dai 6,5 euro per azione sborsati a giugno dallo Stato per evitare il crac definitivo.

6m-mv
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294 di 726 - 15/2/2018 15:00
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, fondo denuncia manovre oscure in Borsa

Alla Consob arriva un esposto per denunciare strane strategie ribassiste sul titolo della banca senese. Sotto accusa il flash trading condotto in determinati momenti della seduta di Borsa

di Rosario Murgida

Da Londra arriva una dura accusa sull'andamento del titolo di Banca del Monte dei Paschi di Siena a Piazza Affari. ByBrook Capital, titolare di una partecipazione inferiore al 3% nel capitale della banca senese, ha presentato un esposto alla Consob per denunciare "operazioni sospette" tese a deprimere le azioni secondo una strategia ribassista condotta ad arte sin dal ritorno in Borsa di Mps lo scorso novembre.

Il fondo londinese, nell'informare anche il socio di maggioranza, il Ministero del Tesoro, messo duramente alla prova dalle recenti perdite in Borsa del Monte, parla di condotte anomale attuate con il solo fine di "ridurre la generale fiducia del mercato" e di scoraggiare "l'inserimento di nuovi ordini di acquisto" e pertanto chiede alla commissione di verificare un'eventuale "manipolazione" del mercato.

Nello specifico, secondo l'investitore inglese, grazie a tecniche di flash trading, sono state cedute azioni sul mercato nello stesso istante in cui le azioni raggiungevano un determinato prezzo. In pratica, in caso di rialzo venivano immessi ordini di vendita tali da ribaltare la situazione. ByBrook Capital definisce il prezzo degli ordinativi "irragionevolmente basso" e "irrazionali" le "rapide cessioni" avvenute per esempio il 21 novembre, dopo le prime le contrattazioni e un avvio di seduta positivo per il titolo Mps.

Il fondo cita anche i momenti precisi in cui scattano le operazioni di vendita: in apertura oppure in chiusura degli scambi, quando una sorta di agguato ha luogo per "fissare sui livelli più bassi, ma artificiosi, il prezzo finale". A tutto ciò si aggiunge un'ulteriore tattica da guerriglia borsistica con ordini senza limiti di prezzo oppure con una determinata soglia di riferimento. In tal modo, per ByBrook Capital, si sarebbero creati "livelli artificiali" per le azioni e posto le basi per un andamento dei corsi azionari marcatamente ribassista anche in assenza di notizie negative.

Insomma, dietro Mps ci sarebbero manovre oscure per affossare il titolo. Ecco perchè l'esposto è stato inviato anche al Ministero dell'Economia. Dopo il salvataggio con 5,6 miliardi di euro di denaro pubblico versato per evitare il crac, lo Stato sta pagando le peggiori conseguenze con un perdita potenziale di quasi 3 miliardi di euro sulla base degli attuali valori di Borsa.
6ngnx
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295 di 726 - 15/2/2018 17:06
gfmarchi N° messaggi: 172 - Iscritto da: 01/6/2013

Gli specialisti ci hanno impiegato 3 mesi per accorgesene... Ma era evidente gia' dal primo giorno del rientro che la corruzzione italiana non ha limiti.

296 di 726 - 15/2/2018 18:12
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Equita, nel 2018 il coefficiente patrimoniale di Mps scenderà all'11,4%

Secondo gli analisti, sul Cet1 fully phased dell'istituto senese peserà l'effetto diluitivo dato dall'adozione dei principi contabili Ifrs9 Fta. In seguito al rilascio dei conti preliminari, che hanno mostrato un calo del margine d'interesse, la sim ha rivisto al ribasso il prezzo obiettivo a 3,9 euro

di Marco Sasso

Il Cet1 fully phased di Banca Mps scenderà all'11,4% nel 2018. Secondo gli analisti di Equita Sim, infatti, sul coefficiente patrimoniale peserà l'effetto della diluizione da 1,2 miliardi di euro fornito dai principi contabili Ifrs9 Fta. Venerdì scorso l'istituto senese ha reso noti i risultati preliminari relativi all'esercizio 2017, che hanno mostrato un Cet1 ratio in crescita di 6,6 punti percentuali rispetto al 2016 al 14,8%, oltre ad un Total capital ratio del 15%, in crescita di 4,6 punti sull'anno precedente.

E proprio in seguito al rilascio dei conti preliminari, gli analisti di Equita vedono una crescita ridotta per Mps rispetto alle precedenti stime. "Ipotizziamo ora un 2018 sostanzialmente a break-even, contro un utile di 102 milioni di euro precedentemente stimato", spiegano gli analisti. Si ricorda che il Monte ha chiuso il bilancio 2017 con na perdita netta di 3,5 miliardi di euro, in peggioramento rispetto ai 3,2 miliardi del 2016.

Gli analisti della stim allo stesso tempo tagliano le previsioni sul 2019-2020 del 5% in media per tener conto del minor livello del margine di interesse, che in base ai conti preliminari è sceso dell'11,5% a 1,78 miliardi di euro. Per questi motivi, gli analisti della sim tagliano il prezzo obiettivo sul titolo da 4,3 a 3,9 euro, confermando la raccomandazione hold, che tiene conto, inoltre, di una stima sull'utile per il 2019 a 245 milioni di euro e dell'effetto dell'Ifrs9 sulla fiscalità differita. Poco mosso il titolo Mps a piazza Affari, attualmente in rialzo dello 0,11% a 3,558 euro.

Ieri, intanto, in un'intervista all'agenzia Reuters il sindaco di Siena Bruno Valentini ha riferito di avere al suo fianco un alleato inatteso nel chiedere al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, socio di controllo dell'istituto senese, che lo Stato resti azionista della banca. "Claudio Borghi, che è il candidato leghista del centrodestra ha detto pubblicamente che su questo è d'accordo con me e mi ha chiesto un incontro", ha affermato Valentini. "Lo Stato deve restare nel capitale del Monte, con una quota di minoranza. Anche perché una società quotata la influenzi con il 15%. Padoan non mi ha risposto su questo", ha ribadito il primo cittadino di Siena, che vede il Monte come un aggregatore di altre banche, nonostante l'ultimo bilancio abbia evidenziato ancora molte fragilità.
6njy-
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297 di 726 - 17/2/2018 08:02
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, Cerved si accorda col Credito Fondiario per 14,5 mld di sofferenze

La controllata Cerved Credit Management ha sottoscritto un accordo col master servicer Credito Fondiario. Le attività di special servicing saranno gestite in seguito dalla società Juliet, che verrà ceduta alla partnership industriale tra Quaestio Holding e Cerved Group

di Marco Sasso

Cerved Credit Management, controllata indiretta di Cerved , ha sottoscritto con il master servicer Credito Fondiario gli accordi per lo special servicing di circa 14,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza originati dal gruppo Monte dei Paschi di Siena e oggetto di cartolarizzazione al veicolo Siena Npl 2018.

Le attività di special servicing previste dal contratto saranno inizialmente assegnate a Cerved Credit Management e verranno gestite in seguito da Juliet, società che sarà ceduta da Banca Monte Paschi di Siena alla partnership industriale costituita da Quaestio Holding e Cerved Group, come già anticipato dalla società a inizio agosto e a metà ottobre, non appena sarà acquisita ed operativa. L'acquisizione, comunque, è soggetta all'approvazione dell'autorità di vigilanza.

Si ricorda che poco meno di un mese fa Cerved Credit Management è stata incaricata da Rev Gestione Crediti per lo special servicing di circa 2 miliardi di euro di crediti in sofferenza generati da Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti. IERI a Piazza Affari il titolo Cerved ha chiuso in rialzo dell'1,45% a 11,17 euro, mentre Mps ha spuntato un +0,35% a 3,462 euro.

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298 di 726 - 17/2/2018 08:03
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #297 - 17/Feb/2018 07:02Mps, Cerved si accorda col Credito Fondiario per 14,5 mld di sofferenze

La controllata Cerved Credit Management ha sottoscritto un accordo col master servicer Credito Fondiario. Le attività di special servicing saranno gestite in seguito dalla società Juliet, che verrà ceduta alla partnership industriale tra Quaestio Holding e Cerved Group

di Marco Sasso

Cerved Credit Management, controllata indiretta di Cerved , ha sottoscritto con il master servicer Credito Fondiario gli accordi per lo special servicing di circa 14,5 miliardi di euro di crediti in sofferenza originati dal gruppo Monte dei Paschi di Siena e oggetto di cartolarizzazione al veicolo Siena Npl 2018.

Le attività di special servicing previste dal contratto saranno inizialmente assegnate a Cerved Credit Management e verranno gestite in seguito da Juliet, società che sarà ceduta da Banca Monte Paschi di Siena alla partnership industriale costituita da Quaestio Holding e Cerved Group, come già anticipato dalla società a inizio agosto e a metà ottobre, non appena sarà acquisita ed operativa. L'acquisizione, comunque, è soggetta all'approvazione dell'autorità di vigilanza.

Si ricorda che poco meno di un mese fa Cerved Credit Management è stata incaricata da Rev Gestione Crediti per lo special servicing di circa 2 miliardi di euro di crediti in sofferenza generati da Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti. IERI a Piazza Affari il titolo Cerved ha chiuso in rialzo dell'1,45% a 11,17 euro, mentre Mps ha spuntato un +0,35% a 3,462 euro.

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299 di 726 - 17/2/2018 15:03
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Azioni MPS manipolate con trading algoritmo? Denuncia in Consob: comprare era impossibile

La quotazione Monte dei Paschi su Borsa Italiana ha registrato nelle ultime settimane un forte ribasso. Il prezzo delle azioni MPS oggi è pari a 3,55 euro contro i 4,55 di fine ottobre quando il titolo bancario tornò sui mercati. Stando ad un esposto denuncia presentato in Consob, l'andamento della quotazione MPS potrebbe essere stato monipolato. L'esposto è stato presentato dall'autorità di controllo sui mercati dal fondo londinese By-Brook Capital Llp e si base sulla rilevazione di una serie di movimenti anomani che il prezzo delle azioni Monte dei Paschi ha registrato nelle sedute comprese tra il 17 novembre e l'8 febbraio ossia pochi giorni fa. Se si considera che il titolo MPS è tornato su Borsa Italiana a fine ottobre, si può dedurre che oggetto di denuncia è diventata praticamente tutta la storia recente di borsa della banca toscana.

Ma come sarebbe avvenuta la manipolazione del prezzo delle azioni Monte dei Paschi? L'esposto presentato a Consob è molto circostanziato a parla di una serie di "operazioni che avrebbe depresso ad arte e volutamente le azioni del Monte dei Paschi di Siena".

La notizia dell'esposto-denuncia che è stato presentato a Consob è stata data dal quotidiano italiano La Repubblica che riferisce anche altre circostanze. Secondo il quotidiano il prezzo delle azioni MPS sarebbe stato manipolato al ribasso attraverso un sistematico scoraggiamento della fiducia degli investitori. Mediante le tecniche del trading algoritmico, la velocità delle vendite sulle azioni Monte dei Paschi, sarebbe stata tenuta volutamente alta al fine di limitare gli acquisti. La manipolazione della quotazione MPS sarebbe stata orientata quindi al deprezzamento del titolo rispetto a quelli che avrebbero potuto essere i valori reali delle quotazioni. In particolare, scrive La Repubblica, la strategia manipolatrice ha puntato a "ridurre la generale fiducia del mercato scoraggiando l’inserimento di nuovi ordini di acquisto delle azioni".

Il fatto che sia stato presentato un esposto non significa in automatico che i fatti citati nella denunia sia veri. Sarò ora compito della Consob verificare la sussistenza o meno dei requisiti per poter poi parlare di manipolazione del prezzo delle azioni Monte dei Paschi. Quello che è però certo è che una denuncia simile non fa certamente bene al titolo bancario. Al di là del fatto che mentre scriviamo il prezzo delle azioni Monte dei Paschi su Borsa Italiana segna un nuovo calo a 3,5 euro, quello che è davvero deprimente è la presenza di ulteriori fattori di potenziale tensione sulla società bancaria. Ultimamente infatti Monte dei Paschi ha dovito fare i conti con l'effetto negativo creato dai conti preliminari 2017 e con la secca smentica che tutte le indiscrezioni di stampa su possibili operazioni di M&A hanno incassato. Nei giorni scorsi Monte dei Paschi è crollata proprio dopo che UBI Banca ha smentito categoricamente che sia allo studio un'ipotesi di fusione MPS UBI Banca con apertura anche verso altri istituti.

6o7h6
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300 di 726 - 25/2/2018 12:11
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps,Padoan: Stato resterà anni in banca

Lo Stato resterà "alcuni anni in MpS" e "dare un numero sarebbe sbagliato e controproducente per i mercati". Lo dice il ministro dell'Economia Padoan, parlando a Siena ai sindacati. Lo Stato deve rimanere il tempo necessario "per mettere MpS in condizione di essere una banca che sta in piedi in modo profittevole per Siena e per l' Italia", spiega Padoan.
6q-bm
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