Banca Popolare Emilia Romagna (BPE)

- Modificato il 06/3/2024 09:20
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Grafico Intraday: Bper Banca SPAGrafico Storico: Bper Banca SPA
Grafico IntradayGrafico Storico

 

http://www.bper.it

 






Lista Commenti
439 Commenti
 ...   15   ... 
282 di 439 - 04/1/2018 10:23
lascar74 N° messaggi: 94 - Iscritto da: 25/10/2014
Quotando: tog2 - Post #281 - 04/Jan/2018 08:59Fogna

Ancora non ho capito il perche' di questo andamento; fondamentali buoni, tp oltre I 5 euro ... bah
283 di 439 - 04/1/2018 11:11
ENZOMASSIMI N° messaggi: 774 - Iscritto da: 28/2/2012
Su Astaldi in atto Breakout di 30 minuti Praticamente sta esplodendo
284 di 439 - 05/1/2018 14:05
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
IN H4 è buona , vediamo se la notizia ad orologeria funziona.
Bper, Mediobanca assicura: non ha necessità di raccogliere capitale
285 di 439 - 07/1/2018 08:15
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Bper, Mediobanca assicura: non ha necessità di raccogliere capitale

La banca aggiornerà la Bce sulla gestione dei non performing loans entro marzo, come anticipato da MF. Il broker è convinto che il coefficiente Cet1 fully loaded possa raggiungere il 14% a fine 2017 dal 13,8% del terzo trimestre grazie alla convalida dei modelli IRB a Carife, migliorando la riserva disponibile per la vendita e la generazione di capitale organico. Rating outperform

di Francesca Gerosa

Bper Banca aggiornerà la Bce sulla gestione dei non performing loans entro marzo. Come anticipato da MF, Bper ha dichiarato nei documenti depositati presso la Consob che tutte le misure, che mirano ad adempiere alle raccomandazioni qualitative della Banca centrale europea sugli Npl, saranno pronte entro marzo di quest'anno. Tali misure sono già state definite dal piano di azione presentato alla Bce il 28 aprile 2017.

Inoltre Bper ha dichiarato che intende ridurre lo stock di Npl attraverso processi di gestione e di vendita migliori che potrebbero implicare la necessità di aumentare la copertura e di segnalare le perdite sui crediti. Di recente il ceo, Alessandro Vandelli, ha annunciato l'implementazione di una manovra di de-risking da 4 miliardi di euro per ridurre l'esposizione dell'istituto verso i crediti deteriorati, di cui 3 miliardi saranno oggetto di cessione tramite cartolarizzazioni e 1 miliardo verrà gestito internamente.

Inoltre, all'inizio di quest'anno verrà effettuato un accantonamento straordinario da 1 miliardo per aumentare i livelli di copertura. L'obiettivo del management è quello di ridurre lo stock di Npe del 35% e il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e crediti totali al 13,5% dall'attuale 20,4% entro il 2020. "Il focus del management di Bper è quindi sull'esecuzione delle cessioni pianificate. Stimiamo che il coefficiente Cet1 fully loaded possa raggiungere il 14% a fine 2017 dal 13,8% del terzo trimestre dello scorso anno grazie alla prevista convalida dei modelli IRB a Carife, migliorando la riserva AFS (disponibile per la vendita, ndr) e la generazione di capitale organico", valutano gli analisti di Mediobanca Securities.

L'aumento della copertura sugli Npl insieme con l'IFRS9 FTA consumerà circa 200bps di Cet1 e porterà il ratio Cet1 fully loaded al 12% (compreso l'effetto dell'IFRS9). "Crediamo che la generazione interna di capitale, incluso l'uso delle imposte anticipate, la riclassificazione degli asset HTM a AFS, ovvero 110 milioni di euro +35 punti base, l'azionista di minoranza che sostiene una parte del costo del de-risking: il 50% delle perdite generate dalla vendita di 1 miliardi di euro di Npl al Banco di Sardegna sarà a carico degli azionisti di minoranza, +25bps, compenseranno l'aumento di 2,8 miliardi di euro degli asset ponderati per il rischio dovuto al peggioramento della loss given default (misura del rischio di recupero dei crediti da parte di una banca, ndr): -100 punti base di Cet1, secondo i nostri calcoli", precisano gli analisti della banca d'affari.

Un Cet1 intorno al 14% rafforza la convinzione degli analisti di Mediobanca che Bper dovrebbe essere in grado di soddisfare un rapporto Npe/prestiti lordi del 10% e di mantenere un rapporto Cet1 oltre il 12% senza necessità di raccogliere capitale. "Manteniamo, quindi, il rating outperform e il target price a 5,60 euro sul titolo".

69ulj
https://www.milanofinanza.it
288 di 439 - 10/1/2018 15:36
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Borsa: i titoli da monitorare nel 2018

Quali saranno le storie di Borsa da seguire nell'anno nuovo? Ecco una breve rassegna partendo dai protagonisti assoluti del 2017: i titoli finanziari...

di Rosario Murgida

Il 2018 si prospetta come un anno impegnativo per la Borsa di Milano tra nuove quotazioni, elevate incertezze di natura politica e grandi problemi ancora da risolvere per alcuni dei principali protagonisti delle cronache finanziarie. Quali saranno i titoli da osservare con attenzione l'anno prossimo? Finanza Report ha cercato di rispondere a questa domanda anche sulla base di quanto avvenuto durante il 2017. Si parte con i titoli finanziari e in particolare con quelli del settore bancario, già grandi protagonisti, nel bene e nel male, di Piazza Affari negli ultimi mesi.

Bper - Il gruppo guidato da Alessandro Vandelli affronterà un anno impegnativo con l'obiettivo di imprimere un colpo di acceleratore alle strategie di riduzione delle esposizioni ai crediti deteriorati. Performance da inizio anno:-14,6%. Prezzo (28 dicembre): 4,32 euro. Target price medio: 5,34 euro.

Banco Bpm - La banca guidata da Giuseppe Castagna rimarrà sotto i riflettori soprattutto per la questione degli Npl. Il programma di cessione delle sofferenze, come ammesso recentemente dal top-manager, potrebbe superare il target concordato con la Bce di 3 miliardi, con ulteriori dismissioni quindi rispetto agli 8 miliardi già programmati. E' stato escluso un aumento di capitale, ma gli ultimi mesi hanno dimostrato che le autorità di vigilanza possono sempre chiedere ricapitalizzazione anche non volute. Performance da inizio anno: +16,1%. Prezzo (28 dicembre): 2,66 euro. Target price medio: 3,54 euro.

Creval - Uno dei titoli che attiverà da subito grandi attenzioni sarà il Credito Valtellinese. Il suo mega aumento di capitale da 700 milioni di euro ha già generato conseguenze negative sull'andamento dei titoli bancari durante lo scorso autunno e ora sarà interessante verificarne l'andamento anche per capire la propensione degli investitori verso un settore che, forse più di altri, sentirà gli effetti dell'incertezza politica dei prossimi mesi. Performance da inizio anno: -66,9%. Prezzo (28 dicembre): 1,23 euro. Target price medio: 1,79 euro.

Carige - Concluso con un sostanziale successo il proprio aumento di capitale, la banca ligure si trova ancora sotto i radar delle autorità di vigilanza per questioni legate alla governance. Non solo. I prossimi mesi saranno cruciali per quel piano di rafforzamento patrimoniale da oltre un miliardo di euro partito appunto con la ricapitalizzazione. Performance da inizio anno: -69,3%. Prezzo (28 dicembre): 0,0083 euro. Target price medio: 0,01 euro.

Mps - Gli occhi degli investitori non potranno non essere ancora puntati sul titolo della banca senese. Portata a termine l'operazione di salvataggio, Mps è di nuovo una banca a controllo pubblico e ora si trova alle prese con un piano di rilancio ambizioso caratterizzato soprattutto da una continua pulizia di bilancio. Performance da inizio anno: -73,9%. Prezzo (28 dicembre): 3,93 euro. Target price medio: 4,3 euro.

Ubi Banca - Il 2018 sarà l'anno del ritorno a una governance tradizionale. E' infatti partito l'iter per l'adozione del sistema monistico con l'abbandono dell'attuale duale rappresentato dalla presenza di un consiglio di gestione e di uno di sorveglianza. Performance da inizio anno: +50%. Prezzo (28 dicembre): 3,72 euro. Target price medio: 4,29 euro.

Intesa Sanpaolo - Per quanto solida e apparentemente senza problemi di nessun tipo, anche la banca lombardo-piemontese sarà una delle protagoniste del 2018. A febbraio sarà presentato il nuovo piano di impresa che dovrebbe rafforzare le strategie di espansione in aree di mercato come il risparmio gestito, le assicurazioni e il private banking. Performance da inizio anno:+15,2%. Prezzo (28 dicembre): 2,79 euro. Target price medio: 3,15 euro.

Unicredit - L'istituto milanese ha attratto tutte le attenzioni del mercato nei primi mesi dell'anno per il suo aumento di capitale da ben 13 miliardi di euro. Pochi giorni fa è stato presentato l'aggiornamento del piano strategico e ora Unicredit si trova ad affrontare un 2018 che non dovrebbe discostarsi da quanto visto nel 2017. La strategia di dismissioni e di continua pulizia di bilancio non dovrebbe essere abbandonata. Sempre che l'a.d. Jean Pierre Mustier non voglia fare qualche sorpresa puntando a partecipare all'auspicato consolidamento del settore europeo. Performance da inizio anno:+15,6%. Prezzo (28 dicembre): 15,85 euro. Target price medio: 19,52 euro.

Mediobanca - L'anno nuovo vedrà probabilmente imprimere un'accelerazione alla trasformazione di Piazzetta Cuccia, sia sul fronte della governance con il superamento del patto e una presenza sempre più massiccia dei fondi, sia per gli obiettivi di crescita nel wealth management. Performance da inizio anno:+23,3%. Prezzo (28 dicembre): 9,56 euro. Target price medio: 10,24 euro.

Generali - Anche le assicurazioni saranno interessanti da seguire l'anno prossimo e quando in Italia si parla di polizze non si può non parlare di Generali. Il 2018 sarà un anno impegnativo per i vertici del Leone di Trieste? Di sicuro proseguiranno le attività di cessione di business ormai marginali e sarà rafforzato l'impegno nel campo degli Npl ma il titolo sarà monitorato probabilmente più per fattori endogeni legati alla partecipazione di Mediobanca. Performance da inizio anno:+9%. Prezzo (28 dicembre): 15,39 euro. Target price medio: 16,53 euro.

Cattolica - Il 2017 delle assicurazioni ha visto un protagonista assoluto nella compagnia veronese. Al di là della campagna di espansione con gli accordi di joint venture sottoscritti con Banco Bpm, il titolo è salito agli altari delle cronache finanziarie per l'ingresso nel capitale di Warren Buffett e il mercato ha iniziato a delineare scenari e ipotesi di grande espansione grazie al possibile sostegno del finanziere più famoso al mondo. Saranno ora i prossimi mesi a rispondere alle aspettative degli investitori. Performance da inizio anno:+61,4%. Prezzo (28 dicembre): 8,99 euro. Target price medio: 10,45 euro.

Unipol - La compagnia bolognese dovrà una volta per tutte risolvere il suo grande problema: Unipol Banca. Sarà valorizzata, magari tramite un'operazione straordinaria? La risposta arriverà nei prossimi mesi. Rimane il fatto che l'istituto di credito controllato da Unipol deve assolutamente procedere con iniziative di riduzione delle sofferenze, arrivate ormai su livelli eccessivi. Performance da inizio anno:+14,9%. Prezzo (28 dicembre): 3,93 euro. Target price medio: 4,55 euro.

Fca - Sarà un anno estremamente importante per il gruppo automobilistico italo-statunitense. Tra pochi mesi sarà presentato il nuovo piano industriale che dovrà fornire risposte chiare a molte domande, in particolare sul destino di molti stabilimenti italiani, sulle alleanze e sugli investimenti nella mobilità del futuro. Con il 2018 si apre anche la corsa alla successione dell'a.d. Sergio Marchionne. Sul tavolo rimangono aperti diversi dossier su operazioni straordinarie, in primis lo scorporo di Magneti Marelli. Performance 2017: +72,79%. Prezzo (29 dicembre): 14,91 euro. Target price medio: 15,23 euro.

Ferrari - Le azioni del Cavallino Rampante sono state tra le grandi protagoniste degli ultimi due anni anche grazie ai continui record commerciali e finanziari. Dopo mesi e mesi di crescita, tra breve si avrà qualche dettaglio sulle strategie per il futuro, a partire dallo sbarco in segmenti finora inesplorati. Performance 2017: +52,67%. Prezzo (29 dicembre): 87,45 euro. Target price medio: 99,71 euro.

Atlantia - Il 2017 è stato un anno effervescente per la holding italiana delle concessioni autostradali, diventata grande protagonista delle cronache finanziarie da maggio in poi grazie al lancio dell'offerta pubblica d'acquisto sulla spagnola Abertis. La controfferta avanzata dalla Acs di Florentino Perez, per il tramite della controllata tedesca Hochtief, ha sparigliato le carte in tavola ma gli italiani sono pronti ormai da mesi alla battaglia. Performance 2017: +18,24%. Prezzo (29 dicembre): 26,32 euro. Target price medio: 27,93 euro.

Leonardo - Non sarà solo Fca, tra i grandi titoli dell'industria italiana, a presentare il nuovo piano industriale. Lo farà anche la ex Finmeccanica. L'a.d. Alessandro Profumo ha scelto Vergiate per presentare a fine gennaio il nuovo corso della holding della Difesa. La scelta è emblematica: nella cittadina in provincia di Varese ha sede AgustaWestland, il cuore delle attività in quel campo degli elicotteri che tanti problemi hanno causato l'anno scorso. Performance 2017: -25,64%. Prezzo (29 dicembre): 9,92 euro. Target price medio: 13,57 euro.

Luxottica - Il 2018 dell'azienda di occhialeria avrà un unico grande catalizzatore: la fusione con i francesi di Essilor. I prossimi mesi saranno cruciali per capire le intenzioni delle autorità antitrust europee, che, a dispetto delle iniziali previsioni, hanno deciso di mettere sotto osservazione in maniera approfondita l'operazione. Performance 2017: +0,1%. Prezzo (29 dicembre): 51,15 euro. Target price medio: 53,21 euro.

Mediaset - A breve si conosceranno i dettagli dell'accordo di pace con Vivendi, mentre i prossimi mesi dovranno confermare i segnali di rinascita del gruppo televisivo. La vittoria sulla Rai per i Mondiali di Calcio e l'accordo con Telecom sui contenuti sono stati solo i primi passi di un rilancio da tempo auspicato dal mercato ma ora tocca al management mettere a frutto il lavoro del 2017. Performance 2017: -21,41%. Prezzo (29 dicembre): 3,23 euro. Target price medio: 3,35 euro.

Telecom - La società di telecomunicazioni dovrà affrontare nel 2018 diversi dossier rimasti ancora irrisolti. Oltre all'accordo con Mediaset i vertici dovranno risolvere i problemi sorti in seno al Cda per l'accordo di joint venture con la Canal Plus della controllante Vivendi e quantomeno iniziare a dare un senso alla continua battaglia sul fronte della rete. Performance 2017: -13,25%. Prezzo (29 dicembre): 0.596 euro. Target price medio: 1 euro.

Fincantieri - Il 2017 è stato l'anno del grande accordo per l'acquisto dei cantieri francesi di Stx. Il 2018, invece, sarà sempre caratterizzato dai colori della bandiera transalpina: il mercato attende sviluppi nelle trattative per creare con Naval Group una nuova realtà specializzata nella cantieristica navale militare. Performance 2017: +161,88%. Prezzo (29 dicembre): 1,25 euro. Target price medio: 1,23 euro.

Enel - I prossimi mesi diranno quanto valida sia la nuova strategia del colosso elettrico nel campo dei nuovi servizi. La società romana si è lanciata nel business promettente delle colonnine di ricarica per le auto elettriche nonché nella controversa battaglia per le reti di telecomunicazione. Sul tavolo del management non mancano dossier di crescita, in particolare nelle rinnovabili e in Sud America. Performance 2017: +21,62%. Prezzo (29 dicembre): 5,13 euro. Target price medio: 5,68 euro.

Eni - Il 2018 sarà l'anno della definitiva ripresa dei prezzi del petrolio? Molti sono i dubbi che leggano nelle analisi di esperti e analisti, ma il gruppo petrolifero dovrà comunque proseguire sulla strada imboccata negli ultimi anni con il crescente focus sulle attività di produzione ed esplorazione che hanno portato al record produttivo poche settimane fa. Performance 2017: -11,64%. Prezzo (29 dicembre): 13,8 euro. Target price medio: 15,51 euro.

Saipem - Il 2017 è stato un altro anno impegnativo per la società di servizi petroliferi. Il mercato dovrebbe puntare tutta l'attenzione sulla capacità di Saipem di raccogliere nuovi ordini grazie alla ripresa degli investimenti da parte delle grandi major petrolifere e alla nuova strategia di diversificazione in settore finora non presidiati. Performance 2017: -31,02%. Prezzo (29 dicembre): 3,8 euro. Target price medio: 4,01 euro.

http://www.finanzareport.it/


6a-cq
289 di 439 - 13/1/2018 13:33
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Bonomi (Investindustrial): alle banche servono aumenti capitale per 10 mld

Per il finanziere "tutti lo sanno ma non lo dicono. E reperire mezzi freschi non sarà facile"

Alle banche italiane servono subito aumenti di capitale fino a 10 miliardi. "Tutti lo sanno, ma non lo dicono". Parola di Andrea Bonomi, fondatore di Investindustrial, che in un'intervista al quotidiano La Stampa si è pronunciato su diversi temi, senza tralasciare le banche che evidentemente secondo lui rappresentano ancora un tallone d'Achille. Tanto più che per il resto il suo "outlook" è positivo.

"Questo è un buon momento per l'Italia. Il Paese è in crescita" mentre "i nostri competitori diretti hanno situazioni delicate da gestire: l'Inghilterra con la Brexit, la Spagna alle prese con la Catalogna, la Germania che stenta a creare un governo. Noi sembriamo un Paese potenzialmente tranquillo, anche se arriviamo all'ultimo momento a prendere la coda di una crescita di cui gli altri hanno goduto negli ultimi anni. Presumibilmente ci restano 2-3 anni buoni, non sprechiamoli. L'aver perso la prima parte di crescita è già un danno gravissimo".

Bonomi non crede "che un imprenditore investa o non investa aspettando le elezioni. Sono importanti, ma non rappresentano una questione decisiva. Non danneggeranno l'appetito a investire in Italia nel breve termine. Gia' oggi 1,9 miliardi, pressappoco il 40%, degli oltre 5 miliardi di investimenti che abbiamo, sono in Italia. Nel solo dicembre scorso abbiamo realizzato tre investimenti in Europa: la prima è stata l'italiana Ceme, leader mondiale nella produzione di pompe e valvole".

Alla domanda su quali settori punterete, Bonomi risponde: "Abbiamo una liquidità di 1,7 miliardi e intendiamo rimanere liquidi perché crediamo che gli anni buoni per gli investimenti debbano ancora arrivare. Verranno fuori occasioni anche inaspettate. Sono tanti i settori che necessitano di ristrutturazione. In Italia c'è una frammentazione eccessiva delle imprese. Il design ci interessa molto e poi l'industria".

Poi l'affondo sulle banche. Bonomi ritiene che le banche italiane abbiano "bisogno di un altro giro di aumenti di capitale. Lo sanno tutti, anche se non lo dicono. Escluse Unicredit e Intesa che per dimensione non ho analizzato, al sistema servono tra i 7 e i 10 miliardi. Nessun rischio di sistema, ma non credo che sarà facile raccoglierli, con il mondo che evolve dal punto di vista tecnologico e di governance".

http://www.finanzareport.it

NEWS_44035.jpg
290 di 439 - 21/1/2018 08:43
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Consob, per i clienti delle 4 banche possibili i ricorsi verso Ubi e Bper


Le decisioni dell'Arbitro per le controversie finanziarie, i clienti delle vecchie banche legittimati a rivalersi su nuovi proprietari. Ubi chiamata a risarcire per gli ex clienti di Banca Marche

I risparmiatori clienti di Banca Marche, Etruria, Chieti e Ferrara potranno rivalersi sugli istituti che hanno inglobato le banche salvate, vale a dire Ubi Banca òer Marche, Etruria e Chieti e Bper per Cariferrara. È l'indicazione che arriva da una delle decisioni prese dall'Arbitro per le controversie finanziarie della Consob.

In sostanza secondo l'autorità la legge che nel 2015 ha portato alla risoluzione delle quattro banche dell'Italia centrale non è uno scudo totale per le banche acquirenti che possono essere chiamate quindi a risarcire i clienti di quelle banche che lamentano danni derivanti dai servizi di investimento ricevuti ante risoluzione.

L'orientamento emerge da una serie di decisioni dell'arbitro pubblicate oggi e che riguardano i ricorsi presentati da ex clienti di Banca Marche. Secondo il collegio Abf, guidato da Gianpaolo Barbuzi, il decreto 180 del 2015 ha azzerato azionisti e obbligazionisti attraverso la risoluzione "ma non si possono ritenere inglobate in essa anche pretese (risarcitorie o altro) relative a rapporti contrattuali tra cliente ed intermediario per la prestazione di servizi d'investimento".

Rapporti che, in quanto tali, risultano unitariamente trasferiti dalla vecchia (Banca Marche, ndr) alla nuova banca (Ubi, ndr) e ciò proprio coerentemente con l'esigenza di preservare la continuità operativa dell'azienda bancaria".

6efhh
http://www.repubblica.it
291 di 439 - 23/1/2018 20:35
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
H4
6f84p
292 di 439 - 24/1/2018 12:06
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
Quotando: micio79 - Post #291 - 23/Gen/2018 19:35H46f84p




YESSSSSSSSSSS
6ffde
293 di 439 - 24/1/2018 19:21
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Banche, addendum Bce su Npl potrebbe slittare

Il documento sarà comunque finalizzato entro il primo trimestre. Per il capo della vigilanza Nouy gli istituti "si devono preparare"

Resta sotto i riflettori il tema della vigilanza dell'Unione Europea sui crediti deteriorati delle banche italiane, dopo che nelle ultime ore una delle maggiori funzionarie della Banca centrale europea, Danièle Nouy, presidente del supervisory board dell'ente, ha fatto capire che potrebbe essere rimandata di qualche mese l'applicazione del cosiddetto "addendum" alle linee guida comunitarie sugli Npl, alias Non Performing Loans.

Parlando a Francoforte, presso la sede della Bce, la Nouy ha dichiarato: "L'addendum è stato sottoposto a pubblica consultazione che si è chiusa a dicembre. Abbiamo esaminato tutti i commenti e le opinioni legali che abbiamo ricevuto ed emenderemo di conseguenza l'addendum. Tra le altre cose, potremmo cambiare la data di applicazione e chiariremo il contesto di Pillar 2 in cui si inserisce della Bce. Ci stiamo coordinando con la commissione europea sulla sua proposta per un livello minimo di accantonamento prudenziale in base al Pillar 1. L'addendum sarà finalizzato nel primo trimestre di quest'anno".

Si ricorderà che il cosiddetto "addendum" è, riassumendo, una integrazione alle linee guida sugli Npl già emesse dalla BCE nel marzo 2017, una sorta di "aggiunta" che l'Europa ha pubblicato in autunno e che prevede di spingere le banche a coprire integralmente i deteriorati dopo sette anni, oppure due anni, a seconda siano crediti garantiti o non garantiti, decorrendo dal momento della loro iscrizione a credito deteriorato.

La Nouy ha invitato gli istituti a non sprecare la possibile dilazione e a impegnarsi comunque per raggiungere l'obbiettivo senza perdere tempo: "Il mio primo messaggio alle banche è questo: fare troppo poco e tardi non è un'opzione percorribile. Porterà sicuramente a maggiori problemi nel futuro. Il mio secondo messaggio alle banche è questo: preparatevi per l'addendum".

il capo della vigilanza Bce ha ricordato il nuovo stress test per capire quali banche sono sottocapitalizzate, spronandole a rimediare ai rischi di mercato, sotto la stretta supervisione dell'Europa. Lo scopo, come spiega lei stessa, è anche arrivare al ventilato sistema europeo di assicurazione dei depositi, o Edis. Secondo la Nouy, la creazione dell'Edis potrebbe comportare "un'altra revisione della qualità degli asset e ciò dovrebbe rappresentare per le banche un ulteriore incentivo a ripulire i loro bilanci".

Il tema dell'addendum è molto sentito dalle banche italiane, che detengono il 25% degli Npl di tutta la galassia bancaria della Ue. I criteri europei di valutazione vengono ritenuti troppo rigidi dall'Italia, e un incontro fra la Nouy e la Banca d'Italia svoltosi a Roma lo scorso 17 gennaio non è valso a far ammorbidire le posizioni europee. La prospettata dilazione di alcuni mesi, però, sembra offrire almeno l'occasione per guadagnare tempo.

NEWS_44200.jpg

Danièle Nouy, responsabile del comitato unico europeo di vigilanza bancaria
294 di 439 - 31/1/2018 14:51
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, ipotesi maxi fusione con Carige e Banco Bpm

Gli analisti di Equita non escludono un polo con ben cinque istituti: anche Bper e Creval sotto il cappello di una holding sul modello Iccrea. Scenario suggestivo ma...

di Rosario Murgida

Gli analisti continuano a delineare scenari di aggregazione di vario genere e grado per il comparto bancario italiano. Pochi giorni fa ha fatto scalpore uno studio di Mediobanca su una fusione transfrontaliera tra Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole e si è parlato anche di una fusione tra lo stesso Crédit Agricole e Carige, oggi tocca a Equita proporre un'ipotesi clamorosa con il coinvolgimento di alcune delle banche maggiormente sotto osservazione negli ultimi mesi per le diverse difficoltà affrontate.

La Sim arriva a offrire agli investitori e alla Borsa italiana un'ipotesi senz'altro suggestiva, pur di difficile realizzazione soprattutto per il numero delle banche interessate: ben cinque da mettere insieme. Si tratta di Mps, Banco Bpm, Bper, Carige e Creval. Si creerebbe così un maxi-polo del credito che unirebbe i punti di forza dei diversi istituti e risolverebbe in un colpo solo le difficoltà che ognuno degli istituti sta affrontando in un modo o in un altro.

Ma vediamo più in dettaglio. Lo studio si concentra evidentemente sulla fascia media del settore bancario italiano. Ovviamente bisogna fare delle distinzioni tra i diversi istituti in questione. Le due più solide sono evidentemente Banco Bpm e Bper anche se la prima si trova ad affrontare la necessità di accelerare il programma di smaltimento dei crediti deteriorati.

Per le altre tre la faccenda è molto più delicata. Mps è stata salvata dallo Stato e si trova ad affrontare un difficile percorso di rilancio. Carige ha da poco concluso un controverso aumento di capitale e deve portate avanti un piano di rafforzamento senza dimenticare il problema della continua vigilanza della Bce e delle critiche sollevate dal primo azionista Malacalza. Infine il Credito Valtellinese è ormai prossima a lanciare una ricapitalizzazione iperdiluitiva con tutti i rischi legati all'incertezza elettorale.

Il broker vede la necessità di disboscare la foresta di istituti di medie dimensioni grazie al ruolo che potrebbe avere lo Stato attraverso la controllata Mps. Equita cita in particolare gli oltre 3 miliardi di euro di crediti fiscali della banca senese e il miliardo di Carige e Creval. La somma di 4 miliardi potrebbe essere utilizzata come "cuscinetto di capitale" per le attività di riduzione dei rischi di Banco Bpm e Bper. L'esempio da seguire sarebbe quello di Iccrea per l'aggregazione delle banche di credito cooperativo sotto il cappello di un'unica holding.

Probabilmente Equita ha voluto delineare un caso di scuola, una sorta di esercizio di stile partendo però da una dato di fatto incontrovertibile: le banche presenti sul mercato italiano sono troppe ed è necessario procedere ad aggregazioni anche perchè i costi sono ancora elevati, i margini bassi e la concorrenza sempre più forte. Qualcosa si è fatto negli ultimi anni sul fronte del taglio delle spese operative con la chiusura di filiali e il taglio della forza lavoro senza dimenticare le numerose operazioni di acquisizioni effettuate per esempio da Intesa Sanpaolo o da Cariparma, ma evidentemente per Equita non è ancora sufficiente per risolvere per esempio il grande problema dello smaltimento di sofferenze e incagli o l'esposizione ai titoli di Stato.

http://www.finanzareport.it


NEWS_44285.jpg
295 di 439 - 09/2/2018 11:31
lascar74 N° messaggi: 94 - Iscritto da: 25/10/2014
Dati ottimi, risultati oltre il consensus... e come se nulla fosse. Non oso immaginare se registrava perdite cosa sarebbe successo.
297 di 439 - 09/2/2018 16:15
lascar74 N° messaggi: 94 - Iscritto da: 25/10/2014
Quotando: tog2 - Post #296 - 09/Feb/2018 10:32Dati veramente buoni. Dovrebbe essere a 5

Già...dovrebbe...
298 di 439 - 10/2/2018 15:06
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Bper: conti ok, raddoppia dividendo

Utili sopra attese. L'Ad Vandelli preannuncia un aggiornamento del Piano Npe con obiettivi di riduzione dello stock ancora più ambiziosi

Riscontri positivi nel 2017 per Bper, con un utile netto di 176,4 milioni di euro, superiore alle aspettative, che si confronta con i 14,3 milioni del risultato 2016. Nel solo quarto trimestre la banca modenese ha riportato un un utile netto di 27,5 milioni, circa il doppio delle stime del consensus per 14 milioni, su un margine di intermediazione consolidato di 504 milioni, come da attese degli analisti.

Sul risultato del 2017 hanno influito negativamente la prevista perdita generata dall'ingresso nel perimetro di gruppo di Nuova Carife e poste non ricorrenti per 169,9 milioni di euro, sostanzialmente bilanciate dall'iscrizione del badwill per 190,9 milioni di euro. Il Cda proporrà un dividendo cash di 11 centesimi per azione, in crescita rispetto ai 6 centesimi del 2016.

Sul fronte patrimoniale, il Cet1 ratio Fully Phased di Bper è pari al 13,7% (era 13,81% a fine settembre).

L'Ad Alessandro Vandelli ha sottolineato il "miglioramento della qualità del credito superiore alle aspettative" in virtù del quale, assieme "all'ampia dotazione patrimoniale di gruppo, è allo studio un aggiornamento del Piano Npe con obiettivi di riduzione dello stock ancora più ambiziosi" di quelli comunicati in novembre. L'attuale piano, chiamato "Npe strategy 2018-2020", prevede un intervento straordinario di accantonamenti per 1 miliardo e un taglio di 4 miliardi circa dello stock deteriorati. L'aggiornamento del piano sarà inserito nel business plan atteso entro l'estate.

L'Npe ratio lordo è sceso per il sesto trimestre di fila attestandosi a fine anno al 19,8%. Ora l'obiettivo sarebbe raggiungere un Npe ratio sotto il 15% quest'anno e sotto la soglia del 10% al 2021.

Le rettifiche nette su crediti a fine 2017 sono pari a 536 milioni in calo dai 619 milioni del 2016, il costo del credito è in calo a 112 punti base da 136 punti base.

6loto
http://www.finanzareport.it/
300 di 439 - 11/2/2018 07:46
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Vandelli (Bper): nel 2018 deciso calo del Npl ratio

Entro il 2018 il ratio Npl di Bper scenderà dal 19,8% al 14-15%, afferma l'ad di Bper, a margine dell'Assiom Forex. Lo sforzo per ridurre le sofferenze proseguirà negli esercizi seguenti: "nei successivi tre anni scenderemo intorno al 10%

di Paola Longo - MF DowJones

"Entro il 2018" il ratio Npl di Bper "scenderà dal 19,8% al 14-15%". Lo ha detto Alessandro Vandelli, a.d. di Bper , a margine dell'Assiom Forex. Lo sforzo per ridurre le sofferenze proseguirà poi negli esercizi seguenti: "nei successivi tre anni scenderemo di altri 5 punti, intorno al
10%", ha aggiunto Vandelli.

A brevissimo, intanto, il top management della banca presenterà alla comunità finanziaria internazionale i risultati raggiunti finora. "Parte lunedì un roadshow che ci porterà a Parigi, Boston, New York e la settimana successiva a Francoforte e Londra", ha detto l'ad.

"Una bella occasione per avere un feedback" dopo i conti, che comunque, ha affermato Vandelli, hanno già accolto "un bell'apprezzamento sulla strategia sugli Npl e soprattutto sulla performance nel 2017 in termini di riduzione dell'Npl ratio. Questo ci consente di guardare al 2018 come a un anno di svolta", ha concluso Vandelli.

6lsy2
439 Commenti
 ...   15   ... 
Titoli Discussi
BIT:BPE 4.63 -0.8%
Bper Banca SPA
Bper Banca SPA
Bper Banca SPA
Indici Internazionali
Australia 0.1%
Brazil -0.3%
Canada -0.6%
France -0.2%
Germany -0.4%
Greece 0.2%
Holland -0.1%
Italy -0.3%
Portugal -1.0%
US (DowJones) -0.1%
US (NASDAQ) 0.1%
United Kingdom -0.1%
Rialzo (%)
BIT:WSAC25 0.09 40.4%
BIT:WIVN26 0.12 35.3%
BIT:1HAS 61.07 34.7%
BIT:WTFIN 1.80 28.6%
BIT:WSBCC 0.14 27.3%
BIT:WAGAIN 1.00 27.0%
BIT:SCF 26.00 17.6%
BIT:TALEA 6.02 13.6%
BIT:TMP 1.45 11.5%
BIT:1TSLA 151 11.0%

Accedendo ai servizi offerti da ADVFN, ne si accettano le condizioni generali Termini & Condizioni

ADVFN Network