CARRARO ATTIVA NELLA MECCANICA X L'AGRO-INDUSTRIA.INIZIA CON LA PRODUZIONE DI TRATTORI AGRICOLI ,SI TRASFORMA IN PRODUTTORE DI
COMPONENTI X I MAGGIORI COSTRUTTORI MONDIALI DI MACCHINE AGRICOLE E MOVIMENTO TERRA( CNH, SAME-DEUTZ-FAHR, AGCO,JHONEE DEERR) HA UN SITO DI PRODUZIONE IN INDIA
ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS: SHORT DA 4,65 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK.
MI RACCOMANDO, VISTI I FALLIMENTI DEI PRECEDENTI SEGNALI 1-2-3 HIGH SHORT, DI STILARE UN PIANO DI TRADING PER ORIENTARE LE VELE IN CASO DI CONTINUAZIONE DEL TREND AL RIALZO.
RICORDIAMOCI SEMPRE CHE: "Non esiste una direzione rialzista o ribassista del mercato, esiste solo una direzione. Non è il mercato che ci fa perdere ma è la NOSTRA visione sbagliata di esso. Se esso decide di prendere una direzione, quella sarà la direzione giusta e noi non dobbiamo contraddirlo. DOBBIAMO ASSECONDARLO!!!"
484 di 535-17/2/2018 15:370
GIOLA
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LONG DI BREVE DA 3,35 €...TARGET 3,8 € CIRCA.
485 di 535-25/2/2018 12:060
GIOLA
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LONG DI BREVE DA 3,35 €...TARGET 3,8 € CIRCA.
CI HANNO FATTO "CAGARE ADDOSSO", COME SI SUOL DIRE, ALLA ROTTURA AL RIBASSO DI 3,536 €...ADESSO VEDIAMO SE LUNEDI' SI RIPRENDE LA SALITA VERSO IL TARGET 3,8 €.
486 di 535-01/3/2018 17:460
GIOLA
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LONG DI BREVE DA 3,35 €...TARGET 3,8 € CIRCA.
CI HANNO FATTO "CAGARE ADDOSSO", COME SI SUOL DIRE, ALLA ROTTURA AL RIBASSO DI 3,536 €...ADESSO VEDIAMO SE LUNEDI' SI RIPRENDE LA SALITA VERSO IL TARGET 3,8 €.
LONG CHIUSO...
487 di 535-03/3/2018 14:120
GIOLA
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LONG DI BREVE DA 3,35 €...TARGET 3,8 € CIRCA.
CI HANNO FATTO "CAGARE ADDOSSO", COME SI SUOL DIRE, ALLA ROTTURA AL RIBASSO DI 3,536 €...ADESSO VEDIAMO SE LUNEDI' SI RIPRENDE LA SALITA VERSO IL TARGET 3,8 €.
LONG CHIUSO...STOP AND REVERSE
488 di 535-05/3/2018 15:140
GIOLA
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LONG DI BREVE DA 3,35 €...TARGET 3,8 € CIRCA.
CI HANNO FATTO "CAGARE ADDOSSO", COME SI SUOL DIRE, ALLA ROTTURA AL RIBASSO DI 3,536 €...ADESSO VEDIAMO SE LUNEDI' SI RIPRENDE LA SALITA VERSO IL TARGET 3,8 €.
LONG CHIUSO...
489 di 535-18/3/2018 15:230
GIOLA
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LONG DI BREVE DA 3,35 €...TARGET 3,8 € CIRCA.
CI HANNO FATTO "CAGARE ADDOSSO", COME SI SUOL DIRE, ALLA ROTTURA AL RIBASSO DI 3,536 €...ADESSO VEDIAMO SE LUNEDI' SI RIPRENDE LA SALITA VERSO IL TARGET 3,8 €.
LONG CHIUSO...
490 di 535-29/3/2018 15:050
dibbo1
N° messaggi: 2827 -
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Carraro ha chiuso il 2017 con ricavi per 606,02 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto ai 593,75 milioni ottenuti nell’esercizio precedente. Il management ha precisato che il giro d’affari è stato influenzato da una diversa area di consolidamento; a parità di perimetro fatturato sarebbe cresciuto dell’8,6%. In forte aumento il margine operativo lordo, che è balzato da 39,18 milioni a 55,04 milioni di euro; di conseguenza, la marginalità è salita dal 6,6% al 9,1%. Lo scorso anno si è chiuso con un utile netto di 13,67 milioni di euro, risultato che si confronta con il rosso di 9,09 milioni del 2016.
A fine 2017 l’indebitamento netto ammontava a 145,9 milioni di euro, in contrazione rispetto ai 183,2 milioni di inizio anno. Nel 2017 sono stati effettuati investimenti per 15,6 milioni di euro, in linea con il Business Plan 2017-2021.
Per l’esercizio 2018 Carraro prevede volumi di vendita in miglioramento rispetto allo scorso anno. Al contrario, un generalizzato incremento dei prezzi delle materie prime (acciaio, ghisa) potrà parzialmente influenzare nel primo trimestre la marginalità nell’ambito dei sistemi di trasmissione, effetto che comunque sarà riassorbito entro il primo semestre.
Il management di Carraro ha proposto la distribuzione di un dividendo 2018, relativo all’esercizio 2017, per un ammontare di 0,17 euro per azione; la cedola sarà staccata il 21 maggio e messa in pagamento il 23 maggio.
491 di 535-29/3/2018 15:060
dibbo1
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492 di 535-29/3/2018 16:200
GIOLA
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IL NUOVO CORSO DEL GRUPPO CARRARO
Dopo i duri anni della crisi, l’azienda manifatturiera padovana è pronta a una nuova fase di sviluppo grazie anche a un ambizioso ma concreto piano industriale. E a una Academy per la formazione di nuovi professionisti
Gli anni della crisi hanno picchiato duro. Ma ora quel periodo è alle spalle per il Gruppo Carraro, azienda leader nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e trattori specializzati, fondata nel 1932 a Campodarsego, in provincia di Padova. Uscire dal “tunnel” (la crisi è iniziata una decina d’anni fa) non è stato però semplice e ha comportato anche alcune scelte drastiche, che nel tempo però hanno dato i frutti sperati. Oggi il Gruppo, quotato alla Borsa di Milano fin dal 1995, è in salute e punta a superare quota 600 milioni di fatturato, come racconta in questa intervista a Italian Factory il presidente Enrico Carraro.
Dopo i duri anni della crisi, l’azienda manifatturiera padovana è pronta a una nuova fase di sviluppo grazie anche a un ambizioso ma concreto piano industriale. E a una Academy per la formazione di nuovi professionisti
Gli anni della crisi hanno picchiato duro. Ma ora quel periodo è alle spalle per il Gruppo Carraro, azienda leader nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e trattori specializzati, fondata nel 1932 a Campodarsego, in provincia di Padova. Uscire dal “tunnel” (la crisi è iniziata una decina d’anni fa) non è stato però semplice e ha comportato anche alcune scelte drastiche, che nel tempo però hanno dato i frutti sperati. Oggi il Gruppo, quotato alla Borsa di Milano fin dal 1995, è in salute e punta a superare quota 600 milioni di fatturato, come racconta in questa intervista a Italian Factory il presidente Enrico Carraro.
Dottor Carraro, come siete riusciti ad affrontare la crisi degli anni scorsi?
«Dieci anni fa il nostro Gruppo era arrivato alla soglia del miliardo di euro di fatturato, ma in un solo anno, il 2009, il giro d’affari si è dimezzato a causa della crisi. Alcune grandi multinazionali nel giro di pochi mesi ridussero drasticamente gli ordini e questo provocò uno scossone al nostro interno, tanto più in un settore in cui gli investimenti tecnici hanno un grosso peso sul bilancio. Quando ci siamo resi conto che non si trattava di una crisi passeggera, ma di un vero e proprio mutamento di paradigma, abbiamo intrapreso un percorso di “cura” molto invasivo, che ha visto la riduzione del numero di stabilimenti e la cessione di attività non attinenti al nostro core business. Ci sono stati anche importanti tagli al personale: da quasi 4mila addetti siamo passati a poco meno di 3mila. È stato un passaggio molto difficile e complicato anche dal punto di vista personale».
Quel periodo è ormai superato e l’azienda si appresta ad affrontare un percorso di crescita virtuoso.
«Oggi il Gruppo è presente nei nostri principali mercati di riferimento grazie a tre stabilimenti produttivi in Italia, a cui si aggiunge un polo logistico, e altri in India, Cina, Brasile e Argentina. Il nostro obiettivo principale è quello di riportare in utile l’azienda e per fare questo abbiamo da poco varato un nuovo piano industriale: entro il 2021 puntiamo a raggiungere quota 670 milioni di euro di fatturato, con Ebitda a 75 milioni. Inoltre, miriamo a ridurre drasticamente la posizione finanziaria netta che nel corso degli anni era arrivata anche a superare i 300 milioni di euro: il target è arrivare a 91 milioni nei prossimi tre anni. Lo scorso anno abbiamo inoltre varato un aumento di capitale per 54 milioni di euro».
Per ottenere questi risultati su cosa punterete?
«Anche durante il periodo di crisi l’unico settore che non ha visto ridurre gli investimenti è stato quello della ricerca e sviluppo: negli ultimi anni, infatti, abbiamo stanziato circa 140 milioni di euro, che ci hanno permesso di sviluppare nuovi prodotti facendo leva sulla tecnologia. Nei prossimi cinque anni investiremo altri 90 milioni di euro, che ci consentiranno di sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto soprattutto per quanto riguarda componenti quali la trasmissione e gli assali per trattori e macchine movimento terra, settori che dovrebbero mantenersi stabili nel lungo periodo».
Se l’azienda è riuscita a tenere saldo il timone anche durante i periodi di tempesta è stato anche grazie all’aiuto dei mercati finanziari. In che modo hanno contribuito a questi risultati?
«La quotazione in Borsa, che risale a oltre vent’anni fa, ci ha innanzitutto permesso di presentarci agli occhi dei grandi colossi mondiali nostri clienti con un bagaglio di trasparenza e solidità nei confronti dei nostri clienti. Inoltre, ci ha aiutato anche nei rapporti con le banche, senza dimenticare il supporto fornito in un momento particolare come quello che ha portato all’aumento di capitale dello scorso anno».
Ci sono quindi tutte le premesse per tornare a crescere a pieno ritmo, ma per farlo è necessario anche saper attrarre i migliori talenti sul mercato.
«È proprio per questo che a settembre dello scorso anno abbiamo lanciato una Academy ad hoc. Si tratta di tre diversi percorsi educativi gratuiti di alto livello, della durata di 240 ore ciascuno, che hanno lo scopo di formare figure professionali altamente specializzate come progettisti meccanici ed elettrici e softwaristi. I ragazzi che frequentano la nostra Academy, che ha sede presso lo stabilimento di Rovigo, sono brillanti giovani in possesso di un diploma tecnico (perito meccanico, elettronico o elettrico, ndr) e neolaureati in informatica, ingegneria meccanica, informatica, elettrica o elettronica. Al termine del percorso per loro si apriranno le porte della nostra azienda».
Dopo i duri anni della crisi, l’azienda manifatturiera padovana è pronta a una nuova fase di sviluppo grazie anche a un ambizioso ma concreto piano industriale. E a una Academy per la formazione di nuovi professionisti
Gli anni della crisi hanno picchiato duro. Ma ora quel periodo è alle spalle per il Gruppo Carraro, azienda leader nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e trattori specializzati, fondata nel 1932 a Campodarsego, in provincia di Padova. Uscire dal “tunnel” (la crisi è iniziata una decina d’anni fa) non è stato però semplice e ha comportato anche alcune scelte drastiche, che nel tempo però hanno dato i frutti sperati. Oggi il Gruppo, quotato alla Borsa di Milano fin dal 1995, è in salute e punta a superare quota 600 milioni di fatturato, come racconta in questa intervista a Italian Factory il presidente Enrico Carraro.
Dopo i duri anni della crisi, l’azienda manifatturiera padovana è pronta a una nuova fase di sviluppo grazie anche a un ambizioso ma concreto piano industriale. E a una Academy per la formazione di nuovi professionisti
Gli anni della crisi hanno picchiato duro. Ma ora quel periodo è alle spalle per il Gruppo Carraro, azienda leader nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e trattori specializzati, fondata nel 1932 a Campodarsego, in provincia di Padova. Uscire dal “tunnel” (la crisi è iniziata una decina d’anni fa) non è stato però semplice e ha comportato anche alcune scelte drastiche, che nel tempo però hanno dato i frutti sperati. Oggi il Gruppo, quotato alla Borsa di Milano fin dal 1995, è in salute e punta a superare quota 600 milioni di fatturato, come racconta in questa intervista a Italian Factory il presidente Enrico Carraro.
Dottor Carraro, come siete riusciti ad affrontare la crisi degli anni scorsi?
«Dieci anni fa il nostro Gruppo era arrivato alla soglia del miliardo di euro di fatturato, ma in un solo anno, il 2009, il giro d’affari si è dimezzato a causa della crisi. Alcune grandi multinazionali nel giro di pochi mesi ridussero drasticamente gli ordini e questo provocò uno scossone al nostro interno, tanto più in un settore in cui gli investimenti tecnici hanno un grosso peso sul bilancio. Quando ci siamo resi conto che non si trattava di una crisi passeggera, ma di un vero e proprio mutamento di paradigma, abbiamo intrapreso un percorso di “cura” molto invasivo, che ha visto la riduzione del numero di stabilimenti e la cessione di attività non attinenti al nostro core business. Ci sono stati anche importanti tagli al personale: da quasi 4mila addetti siamo passati a poco meno di 3mila. È stato un passaggio molto difficile e complicato anche dal punto di vista personale».
Quel periodo è ormai superato e l’azienda si appresta ad affrontare un percorso di crescita virtuoso.
«Oggi il Gruppo è presente nei nostri principali mercati di riferimento grazie a tre stabilimenti produttivi in Italia, a cui si aggiunge un polo logistico, e altri in India, Cina, Brasile e Argentina. Il nostro obiettivo principale è quello di riportare in utile l’azienda e per fare questo abbiamo da poco varato un nuovo piano industriale: entro il 2021 puntiamo a raggiungere quota 670 milioni di euro di fatturato, con Ebitda a 75 milioni. Inoltre, miriamo a ridurre drasticamente la posizione finanziaria netta che nel corso degli anni era arrivata anche a superare i 300 milioni di euro: il target è arrivare a 91 milioni nei prossimi tre anni. Lo scorso anno abbiamo inoltre varato un aumento di capitale per 54 milioni di euro».
Per ottenere questi risultati su cosa punterete?
«Anche durante il periodo di crisi l’unico settore che non ha visto ridurre gli investimenti è stato quello della ricerca e sviluppo: negli ultimi anni, infatti, abbiamo stanziato circa 140 milioni di euro, che ci hanno permesso di sviluppare nuovi prodotti facendo leva sulla tecnologia. Nei prossimi cinque anni investiremo altri 90 milioni di euro, che ci consentiranno di sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto soprattutto per quanto riguarda componenti quali la trasmissione e gli assali per trattori e macchine movimento terra, settori che dovrebbero mantenersi stabili nel lungo periodo».
Se l’azienda è riuscita a tenere saldo il timone anche durante i periodi di tempesta è stato anche grazie all’aiuto dei mercati finanziari. In che modo hanno contribuito a questi risultati?
«La quotazione in Borsa, che risale a oltre vent’anni fa, ci ha innanzitutto permesso di presentarci agli occhi dei grandi colossi mondiali nostri clienti con un bagaglio di trasparenza e solidità nei confronti dei nostri clienti. Inoltre, ci ha aiutato anche nei rapporti con le banche, senza dimenticare il supporto fornito in un momento particolare come quello che ha portato all’aumento di capitale dello scorso anno».
Ci sono quindi tutte le premesse per tornare a crescere a pieno ritmo, ma per farlo è necessario anche saper attrarre i migliori talenti sul mercato.
«È proprio per questo che a settembre dello scorso anno abbiamo lanciato una Academy ad hoc. Si tratta di tre diversi percorsi educativi gratuiti di alto livello, della durata di 240 ore ciascuno, che hanno lo scopo di formare figure professionali altamente specializzate come progettisti meccanici ed elettrici e softwaristi. I ragazzi che frequentano la nostra Academy, che ha sede presso lo stabilimento di Rovigo, sono brillanti giovani in possesso di un diploma tecnico (perito meccanico, elettronico o elettrico, ndr) e neolaureati in informatica, ingegneria meccanica, informatica, elettrica o elettronica. Al termine del percorso per loro si apriranno le porte della nostra azienda».
http://www.borsaitaliana.it
498 di 535-20/2/2019 12:460
peppedj
N° messaggi: 16107 -
Iscritto da: 27/9/2007
buona sera
bel discorso
ottimo
e molto interessante
e grazie