La buona partenza delle borse di questo inizio anno ha contagiato anche i grandi money manager internazionali che, in base all'ultimo sondaggio dell'investment bank, hanno posizioni lunghe e non protette, convinti che la fase toro durerà almeno fino al prossimo anno. I rischi? L'abbinata inflazione e forte correzione dei bond
di Paola Valentini
La buona partenza di questo inizio anno ha contagiato anche i grandi gestori internazionali che, in base all'ultimo sondaggio mensile condotto da Bofa Merrill Lynch, hanno attualmente posizioni lunghe (in acquisto) non protette, convinti che la fase toro in atto durerà almeno fino al 2019. Gli intervistati (in totale 213 money manager interpellati tra il 5 e l'11 gennaio) non vedono un picco nell'azionario nel 2018, sei mesi (o più) in avanti rispetto al precedente sondaggio di dicembre quando il massimo era previsto nel corso del secondo trimestre di quest'anno.
Intanto il livello di investitori che si coprono è il più basso dal gennaio 2014, e il livello di cash in portafoglio è sceso dal 4,7% di dicembre al 4,4%, il livello minimo degli ultimi quattro anni. E la quota di coloro che sovrappesano le azioni rispetto ai titoli di Stato è ai massimi dall'agosto 2014, mentre salgono le preoccupazioni per una possibile forte correzione dei bond.
In dettaglio dalla survey emerge che l'esposizione alle azioni è salita ai massimi da due anni, con un 55% netto che dà un sovrappeso all'equity, mentre l'allocazione ai bond è ai minimi da 4 anni con il 67% che li sottopesa. Nel frattempo è scesa al livello più basso dal 2013 la quota (50%) di investitori che indica di stare assumendo protezioni contro i rischio di ribasso di breve termine di mercati.
Interpellati circa il momento atteso in cui i mercati azionari raggiungeranno il picco, la fetta maggiore (30%) afferma di aspettarselo nel 2019 o più avanti. Un ottimismo giusitificato dalle buone prospettive dei conti societari. E' infatti del 15% la fetta di gestori che prevede una crescita degli utili societari del 10% o più nel corso del prossimo anno. Si tratta del valore più alto dal 2011, inoltre il 57% prevede che le società aumenteranno gli investimenti in conto capitale.
Il rischio dei mercati che preoccupa di più è l'abbinata inflazione e una forte correzione nell'obbligazionario (36%), seguita da errori nella politica monetaria da parte della Fed o della Bce.
Le aree geopgrafiche preferite sono la zona euro, i mercati emergenti e il Giappone, mentre il Regno Unito continua a essere snobbato. A livello di settori, in linea con la crescita economica glovale sincronizzata in atto, dal sondaggio risulta che i money manager puntano su temi ciclici ed escono da quelli difensivi. In testa c'è il comparto tecnologico, che registra il maggior aumento dei cosensi dal 2014, poi gli industriali.
rampani
N° messaggi: 72895 -
Iscritto da: 03/9/2007
...
https://youtu.be/GbXSZBnBOQ4
2956 di 12528-19/1/2018 10:180
20attilio
N° messaggi: 2742 -
Iscritto da: 23/4/2013
Valenza?
2957 di 12528-19/1/2018 10:180
20attilio
N° messaggi: 2742 -
Iscritto da: 23/4/2013
Lascia ben ster
2958 di 12528-19/1/2018 10:290
ken0782
N° messaggi: 1503 -
Iscritto da: 26/10/2017
23800 in arrivo subito hahahaha
2959 di 12528-19/1/2018 11:330
20attilio
N° messaggi: 2742 -
Iscritto da: 23/4/2013
Hahaha
2960 di 12528-20/1/2018 11:460
GIOLA
N° messaggi: 29893 -
Iscritto da: 03/9/2014
Il Ftse Mib chiude poco sotto 23.800, fari puntati sulla Bce
Ora gli occhi sono puntati alla riunione dell'Istituto centrale di settimana prossima per capire quali saranno le prossime mosse in termini di politica monetaria. Cambio euro/dollaro a ridosso di 1,22. In luce Fca, Poste Italiane, Ferragamo e Luxottica
di Marco Sasso
Piazza Affari ha chiuso in bellezza la settimana, con il Ftse Mib che ha segnato un +0,5% a 23.749 punti allineato alle altre borse europee. Il Dax di Francoforte ha infatti terminato la seduta in rialzo dell'1,15%, mentre Parigi e Londra hanno guadagnato, rispettivamente, lo 0,58% e lo 0,39%.
In un contesto di mercato in cui il sentiment resta positivo, gli investitori ora guardano all'appuntamento con la Bce della prossima settimana. Gli analisti di JP Morgan da un lato si aspettano che il quantitative easing termini alla fine del 2018, con un aumento dei tassi a marzo 2019, mentre dall'altro pensano comunque che il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, enfatizzerà il fatto "che non è stata ancora presa nessuna decisione" per evitare speculazioni. Lo spread Btp/Bund ha chiuso la giornata sotto i 140 punti base a quota 139,202 rispetto ai 140,711 della chiusura di ieri, mentre il cambio euro/dollaro staziona sempre oltre quota 1,22 a 1,2237.
A Piazza Affari seduta particolarmente positiva per Fca (+2,04% a 19,55 euro). Exane Bnp Paribas ha alzato la raccomandazione sul titolo da underperform a neutral, con prezzo obiettivo rivisto da 12,4 a 19,8 euro. Gli esperti hanno affermato di essere stati troppo cauti sulla durata del ciclo del settore auto, dichiarandosi maggiormente positivi sul 2018-2020. In media le stime di Eps sul comparto sono aumentate di circa il 10%.
Sugli scudi anche Poste Italiane (+2,20% a 6,725 euro) su cui Banca Akros e Mediobanca hanno confermato il proprio giudizio positivo, rispettivamente buy con target price a 7,1 euro e outperform con target a 8 euro, dopo gli accordi con Anima e Cassa Depositi e Prestiti. Gli analisti, però, attendono ancora i dettagli del nuovo piano industriale per capire meglio chi sarà il vero vincitore delle nuove alleanze.
Contrastato il comparto bancario con Intesa (-0,19%), Mediobanca (+0,4%), Unicredit (-0,63%), Bper (+1,32%), Ubi (+0,50%), Banco Bpm (-0,98%). Per Banca Mediolanum (+0,52% a 7,77 euro), secondo Banca Imi, il potenziale impatto della Mifid II sulle commissioni si può stimare per il 2019 come una riduzione di 16 punti base sul margine lordo sugli asset in gestione, che potrà essere compensato con una crescita dei volumi e una diversificazione dei ricavi.
Mentre Snam (+0,74% a 4,074 euro) prosegue il programma di acquisto di azioni proprie, sulla base di quanto deliberato dall'assemblea degli azionisti dell'11 aprile scorso. Nel periodo compreso tra il 12 e il 18 gennaio, il gruppo ha acquistato più di 5 milioni di azioni proprie al prezzo medio unitario di 4,0767 euro, per un controvalore complessivo di oltre 21 milioni di euro.
Nel settore del lusso ha brillato S.Ferragamo (+3,83% a 22,76 euro), ma ha ben figurato anche Luxottica (+2% a 51,05 euro), che ha pubblicato oggi il calendario finanziario del 2018. Il cda sui sui conti 2017 è previsto per il 26 febbraio. Gli analisti di Equita sim si aspettano un quarto trimestre in crescita sia nel business retail sia nel wholesale a cambi costanti e nel frattempo hanno alzato la stima sull'utile per azione 2017 del 2% a 199,2 centesimi di euro e dell'1% per il 2018 a 209,3 centesimi.
Atlantia (+2,18% a 27,22 euro) è pronta al contrattacco su Abertis. Secondo il quotidiano economico tedesco Boersen Zeitung, la società aumenterà la sua offerta da 16 miliardi di euro per la società spagnola quando l'offerta rivale di Acs/Hochtief da 17 miliardi di euro riceverà il via libera dalla Consob spagnola.
Poco mossa Stm (+0,2% a 20,44 euro) che ha ricevuto il rialzo del prezzo obiettivo da parte di Goldman Sachs da 17,7 a 21 euro, con raccomandazione neutral. Gli analisti hanno migliorato le stime sui ricavi ed Ebit 2018-2021 e hanno rivisto il multiplo Ev/Ebitda da 9 a 10 volte.
Sul resto del listino si segnala Geox (-5,96% a 2,684 euro) dopo che ieri a mercati chiusi il gruppo ha pubblicato le vendite preliminari 2017 che sono state lievemente inferiori alle stime del consenso. Inoltre, a sorpresa, l'amministratore delegato Gregorio Borgo si è dimesso.
Cad It (-0,21% a 4,68 euro) ha comunicato che il cda, in sostituzione del presidente e amministratore delegato scomparso Giampietro Magnani, ha conferito al nuovo ad Paolo Dal Cortivo l'ulteriore carica di presidente della società. Inoltre, il board ha nominato per cooptazione Cecilia Rossignoli come consigliere non esecutivo.
Infine Alerion Clean Power (+0,90% a 3,37 euro), attiva nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare eolico, ha costituito una nuova struttura a Potenza dedicata al sud Italia nell'ambito del programma di crescita, sviluppo e coordinamento delle attività avviate dal gruppo Fri-El Green Power, che controlla la società.
La buona partenza delle borse di questo inizio anno ha contagiato anche i grandi money manager internazionali che, in base all'ultimo sondaggio dell'investment bank, hanno posizioni lunghe e non protette, convinti che la fase toro durerà almeno fino al prossimo anno. I rischi? L'abbinata inflazione e forte correzione dei bond
di Paola Valentini
La buona partenza di questo inizio anno ha contagiato anche i grandi gestori internazionali che, in base all'ultimo sondaggio mensile condotto da Bofa Merrill Lynch, hanno attualmente posizioni lunghe (in acquisto) non protette, convinti che la fase toro in atto durerà almeno fino al 2019. Gli intervistati (in totale 213 money manager interpellati tra il 5 e l'11 gennaio) non vedono un picco nell'azionario nel 2018, sei mesi (o più) in avanti rispetto al precedente sondaggio di dicembre quando il massimo era previsto nel corso del secondo trimestre di quest'anno.
Intanto il livello di investitori che si coprono è il più basso dal gennaio 2014, e il livello di cash in portafoglio è sceso dal 4,7% di dicembre al 4,4%, il livello minimo degli ultimi quattro anni. E la quota di coloro che sovrappesano le azioni rispetto ai titoli di Stato è ai massimi dall'agosto 2014, mentre salgono le preoccupazioni per una possibile forte correzione dei bond.
In dettaglio dalla survey emerge che l'esposizione alle azioni è salita ai massimi da due anni, con un 55% netto che dà un sovrappeso all'equity, mentre l'allocazione ai bond è ai minimi da 4 anni con il 67% che li sottopesa. Nel frattempo è scesa al livello più basso dal 2013 la quota (50%) di investitori che indica di stare assumendo protezioni contro i rischio di ribasso di breve termine di mercati.
Interpellati circa il momento atteso in cui i mercati azionari raggiungeranno il picco, la fetta maggiore (30%) afferma di aspettarselo nel 2019 o più avanti. Un ottimismo giusitificato dalle buone prospettive dei conti societari. E' infatti del 15% la fetta di gestori che prevede una crescita degli utili societari del 10% o più nel corso del prossimo anno. Si tratta del valore più alto dal 2011, inoltre il 57% prevede che le società aumenteranno gli investimenti in conto capitale.
Il rischio dei mercati che preoccupa di più è l'abbinata inflazione e una forte correzione nell'obbligazionario (36%), seguita da errori nella politica monetaria da parte della Fed o della Bce.
Le aree geopgrafiche preferite sono la zona euro, i mercati emergenti e il Giappone, mentre il Regno Unito continua a essere snobbato. A livello di settori, in linea con la crescita economica glovale sincronizzata in atto, dal sondaggio risulta che i money manager puntano su temi ciclici ed escono da quelli difensivi. In testa c'è il comparto tecnologico, che registra il maggior aumento dei cosensi dal 2014, poi gli industriali.
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