Pandemia (FTSEMIB)

MODERATO aalberto1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 8345 - Iscritto da: 16/1/2020
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41 di 45 - 19/5/2021 19:05
Gianni Barba N° messaggi: 33191 - Iscritto da: 26/4/2020

Chi te l'ha detto ?

MODERATO FrancoCecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 13603 - Iscritto da: 13/3/2020
MODERATO FrancoCecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 13603 - Iscritto da: 13/3/2020
44 di 45 - Modificato il 21/5/2021 18:06
Gianni Barba N° messaggi: 33191 - Iscritto da: 26/4/2020

Draghi: "Crisi globale da Covid non è finita, dobbiamo agire in fretta"

"La crisi globale non è finita, dobbiamo agire in fretta", lo dice Mario Draghi al Global Health Summit di Roma, parlando della pandemia. "Noi, in Europa, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Ma in altri Paesi non è così. Dobbiamo assicurare la disponibilità dei vaccini ai Paesi più poveri", dice ancora Mario Draghi, parlando delle "enormi diseguaglianze nel mondo" che sta creando la differente disponibilità di vaccini.

Draghi:© Ansa Draghi: "Crisi globale da Covid non è finita, dobbiamo agire in fretta"

"Italia favorevole a sospensione temporanea brevetti" "Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale - spiega ancora il premier -. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19. L'Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l'incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche. Ma questa proposta non garantisce che i Paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini. Dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate".

" Export Ue 200 milioni di vaccini, tutti tolgano i blocchi" Draghi spiega quindi che "l'Ue ha esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini Covid-19 in 90 Paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli Stati devono fare lo stesso. Dobbiamo revocare i divieti generali di esportazione soprattutto verso i Paesi più poveri".

"L'Italia - prosegue il primo ministro - accoglie con favore l'iniziativa della Commissione Europea volta a produrre vaccini e prodotti sanitari nei Paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa. E lo faremo insieme ad altri paesi partner, tra cui Francia e Germania. Finora l'Italia ha donato 86 milioni di euro a Covax e altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati. Oggi sono molto lieto di annunciare che questa settimana intendiamo aumentare in modo significativo questo contributo e incrementarlo almeno di 300 milioni di euro".

Von der Leyen: "Impegno Ue per sviluppare la produzione dei vaccini in Africa" L'iniziativa dell'Italia rientra nella strategia Ue di lanciare un'iniziativa per "la produzione di vaccini in Africa tramite lo sviluppi di diversi hub regionali distribuiti nel continente e un miliardo di investimenti". Lo annuncia il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

"Questa deve essere l'ultima pandemia" "Bisogna agire adesso per mettere sotto controllo la pandemia in tutto il mondo. Ormai abbiamo vaccini sicuri ed efficaci e il primo obiettivo è incentivare la campagna vaccinale nei Paesi a medio e basso reddito" con l'export delle dosi e le filiere aperte, "lottando contro i nazionalismi - dice la von der Leyen al Global Health Summit - . Questa deve essere l'ultima pandemia".

L'Ue si impegna a continuare la fornitura di dosi "nello spirito di solidarietà e sicurezza per tutti" e il presidente annuncia che "i nostri partner industriali si sono impegnati per donare 1,3 miliardi di dosi di vaccino entro fine 2021, verso Paesi a basso reddito e un altro 1,3 miliardi di dosi nel 2022. Molte saranno distribuite tramite Covax".

Da Cina altri 3 miliardi di dollari ai Paesi in via di sviluppo Sulla scia dell'Ue anche Pechino darà il suo contributo alla pandemia. "La Cina fornirà altri 3 miliardi di dollari in aiuti per i prossimi 3 anni per sostenere la risposta al Covid e la ripresa economica nei Paesi in via di sviluppo, annuncia il presidente cinese Xi Jinping, in collegamento con il Global Health Summit. "Abbiamo già fornito 300 milioni di dosi di vaccino al mondo e la Cina continuerà a farlo, al meglio delle sue capacità".

Bozza dichiarazione, "licenze volontarie contro Covid" I sottoscrittori della dichiarazione di Roma si impegnano a "sfruttare le sinergie e mettere a frutto le competenze delle organizzazioni e delle piattaforme pertinenti per facilitare la condivisione dei dati, lo sviluppo di capacità, gli accordi di licenza e il trasferimento volontario di tecnologia e 'know-how' a condizioni concordate", si legge poi nella bozza della dichiarazione, visionata dall'agenzia Ansa.


Sassoli: "Paesi del G20 eliminino restrizioni all'export dei vaccini" - "Credo sarebbe un passo molto concreto se tutti i Paesi membri del G20 decidessero di condividere una quantità ragionevole di vaccini con i Paesi in difficoltà, di eliminare le restrizioni all'esportazione e in particolare lo facessero per le dosi destinate allo strumento covax". Lo ha detto il presidente del parlamento europeo David Sassoli aggiungendo che "una questione di responsabilità e di convenienza, perché non vi è sicurezza per nessuno, se non mettiamo tutti in sicurezza". Secondo Sassoli, infine, "la pandemia si sconfigge insieme" perché "la salute è un bene comune da proteggere".

45 di 45 - 21/5/2021 18:09
Gianni Barba N° messaggi: 33191 - Iscritto da: 26/4/2020

Notizie.it

La cura australiana che distrugge il virus quasi definitivamente

Covid, dall’Australia arriva la cura con le nanoparticelle: distrugge il virus, quasi definitivamente, al 99,9%.

Cura Covid con nanoparticelle© Fornito da Notizie.it Cura Covid con nanoparticelle

Cura Covid con nanoparticelle dall’Australia

“Possiamo distruggere in modo specifico il virus che cresce nei polmoni di qualcuno”, spiegano i ricercatori del Menzies Health Institute Queensland, presso la Griffith University, Australia. Come? Con le nanoparticelle.

Questo sistema, progettato per le persone che sono già gravemente malate di Covid, è stato sviluppato da un team di esperti internazionali che lavorano al Griffith. Il professor Nigel McMillan di MHIQ, ricercatore co-responsabile, ha affermato che con questa tecnologia medica di trattamento si silenzia il gene del virus, impedendogli di replicarsi. In questo modo, si potrebbe porre fine alle morti correlate al Covid in tutto il mondo.

Il farmaco antivirale, sviluppato dal Griffith, ha dimostrato di uccidere il 99,9% delle particelle di Covid nei polmoni dei topi e dovrebbe essere efficace e sicuro per gli esseri umani.

Cura Covid con nanoparticelle: come funziona

Tramite un’iniezione, viene immesso un antivirale, e una nanoparticella lipidica, nel flusso sanguigno del malato. Questa nanoparticella funziona come un “missile a ricerca di calore”, per rilevare la carica virale e attaccarla.

Poi, “queste nanoparticelle arrivano ai polmoni e si fondono nelle cellule che forniscono l’RNA“, spiega McMillan. “L’RNA cerca il virus e ne distrugge il genoma, quindi il virus non può più replicarsi… questo legame fa sì che il genoma non funzioni più e le cellule lo distruggano”. In sostanza, saranno quindi le nostre cellule ad annientare il virus, tagliandolo.

“Queste nanoparticelle invisibili possono essere trasmesse a un’ampia gamma di cellule polmonari e silenziare i geni virali”, ha affermato McMillan.

Covid: differenze cura con nanoparticelle e vaccini

La terapia australiana con le nanoparticelle agisce solo sul virus specifico e non influenza le altre cellule sane del corpo. Se per i vaccini si è molto discusso sul pericolo di possibili e impreviste malattie autoimmuni che possono insorgere negli anni a seguire la somministrazione, con questo tipo di terapia non ci sarebbero effetti collaterali, per quanto sperimentato finora.

McMillan ha spiegato poi che con questa operazione si potrà curare anche altri virus, sia quelli conosciuti, come l’influenzale, sia quelli futuri, che potrebbero produrre pandemie simili a quella attuale.

Kevin Morris, professore e direttore associato del Center for Gene Therapy presso City of Hope e co-capo ricercatore sia della City of Hope che della Griffith University ha dichiarato: “Questo trattamento è progettato per funzionare su tutti i betacoronavirus come il virus SARS originale (SARS-CoV -1) così come SARS-CoV-2 e qualsiasi nuova variante che potrebbe sorgere in futuro perché prende di mira le regioni ultra-conservate nel genoma del virus”.

Infine, McMillan ha aggiunto: “Abbiamo anche dimostrato che queste nanoparticelle sono stabili a 4 ° C per 12 mesi e a temperatura ambiente per più di un mese, il che significa che questo agente potrebbe essere utilizzato in contesti con poche risorse per trattare i pazienti infetti”.

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