Intesa San Paolo (ISP)

- Modificato il 03/8/2019 14:02
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
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INTESA SAN PAOLO CON GRAFICI AFTER HOURS





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81 di 5461 - 27/1/2018 09:10
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
Intesa Sanpaolo verso "scorporo" degli Npl

Uno spin off della divisione Capital Light, il 51% andrebbe agli svedesi di Intrum Iustitia. Ma i sindacati finora si sono opposti.

di Stefano Neri

Riprende quota secondo fonti di stampa la cessione della piattaforma degli Npl da parte intesa Sanpaolo, come parte del piano industriale in presentazione il prossimo 6 febbraio di cui si sono avute ampie anticipazioni nelle ultime settimane.

Questa vendita in realtà sembrava essersi arenata dopo la netta contrarietà espressa dai sindacati e in particolare dalla Uilca, mentre le parole del Ceo carlo Messina nei giorni scorsi non avevano contribuito a fare chiarezza sull'argomento.

Le voci quindi vanno prese con le molle, anche perché sinora Intesa Sanpaolo ha ammesso di "valutare opzioni strategiche" ma nulla più, mentre il gruppo svedese Intrum Iustitia ha spiegato di essersi fatta avanti per il dossier. Intesa attualmente ha un rapporto del 12,8% tra crediti deteriorati lordi e totale crediti, e ha da tempo detto di voler abbassare la percentuale al 10,5% entro il 2019. Ma non ciò non significa che debba "svendere". Ad ogni modo il quotidiano Il Messaggero parla stamani in un articolo di un potenziale spin off della divisione Capital Light, con la creazione di un veicolo societario contenente la piattaforma delle attività delle sofferenze, compreso 750-800 dipendenti e uno stock di 10-12 miliardi lordi: il 51% del veicolo verrebbe acquistato appunto da Intrum Iustitia.

Intrum Iustitia è una società quotata in Borsa ed è leader nella gestione e recupero crediti: opera con 19 filiali nel mondo ed articolata in quattro macro-aree. Nel negoziato fra le parti, sempre secondo le ultime indiscrezioni, si stanno definendo i dettagli. Intrum (che sarebbe assistita da Goldman Sachs e Mediobanca) dovrebbe acquistare i crediti di Intesa Sanpaolo a un valore di circa il 25-30%, accollandosi la gestione del veicolo. Il trasferimento dei dipendenti comporterà l'apertura di un tavolo negoziale con i sindacati, che nel frattempo sono scesi sul piede di guerra.

6ggq0
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82 di 5461 - 27/1/2018 14:12
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Notizie buone magari un bel raddoppio in questo 2018 se lo merita
83 di 5461 - 28/1/2018 12:15
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
Ntv, con l’Ipo di Italo Intesa Sanpaolo e Generali passano all’incasso
Le azioni di Italo Spa saranno totalmente cedute dagli azionisti esistenti.

di Luca Spoldi e Andrea Deugeni

Italo Spa (il nuovo nome assunto da Ntv - Nuovo trasporti viaggiatori) punta dritta a Piazza Affari: ricevuto il via libera dell’assemblea al bilancio 2017, chiusosi con un utile d’esercizio di oltre 33,75 milioni di euro, destinati per circa 3,75 milioni a riserva e per i restanti 30 milioni da distribuire come dividendo, con pagamento nel prossimo mese di luglio, la società di trasporto ferroviario ad alta velocità ha presentato domanda di ammissione a quotazione sul Mta (Mercato telematico azionario), dopo aver depositato presso Consob la nota informativa sugli strumenti finanziari oggetto della quotazione e la nota di sintesi.

A Piazza Affari arriverà tra il 35% e il 40% del capitale di Italo, con la possibilità di un ulteriore ampliamento del flottante in caso di esercizio dell’opzione di “greenshoe” (che riguarderà un numero di azioni non superiore al 15% dei titoli oggetto dell’offerta pubblica di vendita).

Le prime stime parlano di una valutazione per il 100% della società tra i 2 e i 2,3 miliardi, il che significa che per gli azionisti si prospetta una “exit” molto interessante. I titoli, infatti, “saranno messe a disposizione, nelle proporzioni che saranno definite in tempo utile prima dell’avvio dell’offerta, da alcuni tra i principali azionisti della società”, come precisa una nota di Italo. E chi sono i principali azionisti?

Intesa Sanpaolo (socia al 19,2%), Diego della Valle (17,4%), Generali (14,6%), il fondo di private equity Peninsula Capital (12,8%), Luca Cordero di Montezemolo (12,4%), Gianni Punzo (8%), Isabella Seragnoli (5,8%), Flavio Cattaneo (5%) e Alberto Bombassei (4,8%). Ipotizzando che tutti i soci siano interessati a monetizzare in parte l’investimento nella stessa misura, Intesa Sanpaolo potrebbe cedere tra il 6,7% e il 7,7% (per un incasso tra i 135 e i 175 milioni circa), “Mr Tod’s” potrebbe ridurre la quota tra il 6% e il 7% (incasso tra 120 e 160 milioni), Generali venderebbe tra il 5% e il 5,8% (incassando tra 100 e 130 milioni), mentre Peninsula Capital ridurrebbe la quota tra 4,5 e 5 punti percentuali (con un incasso tra 90 e 60 milioni).

Da parte sua l’ex presidente di Confindustria e della Ferrari tra il 4,3% e il 4,9% (intascando tra 85 e 115 milioni), il creatore del Cis di Nola tra il 2,8% e il 3,2% (potendo incassare tra 70 e 75 milioni), Isabella Seragnoli tra il 2% e il 2,3% (incasso tra 40 e 53 milioni), l’ex numero uno di Telecom Italia tra l’1,75% e il 2% (incasso tra 35 e 45 milioni) e il patron di Brembo tra l’1,7% e l’1,9% (incasso tra 34 e 44 milioni). E se ad avviarsi all’uscita fossero solo i soci finanziari, come si vocifera negli ambienti finanziari?

Intesa Sanpaolo, Generali e Peninsula Capital insieme detengono il 46,6% del capitale di Italo, quindi potrebbero cedere tra il 75% e l’85% della propria partecipazione, rimanendo nel capitale con le quote residue. Per la banca guidata da Carlo Messina significherebbe un incasso tra 290 e 375 milioni, per l’assicuratore triestino tra 220 e 285 milioni, mentre al fondo di private equity andrebbero tra 192 e 250 milioni.

Per conoscere i dettagli dell’offerta e in particolare il numero complessivo di azioni oggetto dell’offerta e le altre condizioni rilevanti della stessa si dovrà attendere fino a poco prima del lancio della stessa, previsto a febbraio, prima del pagamento del dividendo appena stabilito dall’assemblea dei soci e che potrebbe rappresentare un “biscottino” per invogliare gli investitori.

Con uno sbarco a Piazza Affari entro febbraio, Italo “brucerebbe” il concorrente diretto, le Ferrovie dello Stato, la cui quotazione era attesa fino a poco tempo fa per l’anno prossimo (ma pare che la dirigenza non sia più così sicura sull'Ipo), mercati permettendo.

http://www.affaritaliani.it/


6gmsg
84 di 5461 - 28/1/2018 19:14
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Sganciano azzioni è ovviamente compreranno a piene mani vedremo domani :)
86 di 5461 - 29/1/2018 12:08
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
E vaiiiiii mangiateli tutti hahaha
87 di 5461 - 29/1/2018 15:35
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
Credit Suisse: Intesa al top, merita di viaggiare a premio

E' il maggior titolo scambiato a Piazza Affari, in rialzo a 3,17 euro e a premio sulle banche Ue grazie a conti solidi, manager capaci e, per Credit Suisse, ad attese sul piano che prevedono un Npe ratio al 9,5% (oltre le richieste Bce) e un dividend yield alto. Akros: saranno le banche in liquidazione a dover ripagare gli azionisti delle venete e non Intesa

di Elena Dal Maso

Dopo un avvio di mattinata incerto, Intesa Sanpaolo ha pigiato sull'acceleratore e alle ore 12:00 guadagna lo 0,57% a 3,178 euro per azione contro un Ftse Mib fermo a +0,01%. E' il titolo più trattato oggi a Piazza Affari, con 38 milioni di pezzi passati di mani in tre ore di scambi aperti.

Per Credit Suisse Intesa Sanpaolo resta top pick, la migliore fra le banche italiane, tanto che gli analisti svizzeri hanno alzato il prezzo obiettivo da 3,2 a 3,4 euro per azione con rating outperform confermato. Gli esperti hanno alzato l’eps atteso per il 2018-2019 rispettivamente del 3,1% e del 7,4% dopo il consolidamento delle due banche venete salvate dal fallimento.

Gli analisti si aspettano, dal piano industriale 2018-2021 che sarà presentato giovedì 6 febbraio, un focus maggiore sull’asset management (oltre 90 miliardi di euro in più), altri tagli e un nuovo obiettivo di Npe ratio. Credit Suisse ritiene che il ritorno sul capitale resti la priorità fondamentale dei manager, la stima degli esperti come target per l'utile al 2021 dovrebbe aggirarsi attorno a 5-5,5 miliardi di euro con un payout ratio fra il 68 e il 62% (cedola di 3,4 miliardi di euro confermata).

Credit Suisse ricorda che il titolo viaggia a 1,2 volte il price to book value atteso per il 2018 contro una media dei concorrenti europei di 1,11 volte. Gli analisti prevedono un Rote 2018-2020 medio del 10,5% contro l’attuale 10,1%. Questo perché il premio pagato sul titolo resta maggiore data la robustezza di capitale del gruppo bancario italiano, il team di manager con una notevole esperienza e un modello di business con focus sull’asset management e un alto dividend yield.

Credit Suisse, quindi, si aspetta dal nuovo piano industriale un utile netto di 3,84 miliardi nel 2018 e 4,41 per il 2019, un utile netto adjusted di 4,059 miliardi nel 2018 e di 4,605 miliardi nel 2019.

Quanto alla voce total income (risultato complessivo), Credit Suisse si aspetta 17,042 miliardi nel 2017 (da 16,929 del 2016), 18,088 miliardi nel 2018, 18,559 nel 2019, 19,164 nel 2010, per una crescita annua composta (Cagr) del 3,1%. Quanto al net interest income, le attese sono per 7,59 miliardi nel 2018 e per 7,732 miliardi nel 2019 contro i 7,13 miliardi attesi per il 2017 e i 7,293 miliardi del 2016.

Le attese per l’Npe ratio sono del 13,2% per il 2017, dell’11,8% per il 2018, del 10,5% per il 2019 e del 9,7% per il 2020, in linea preventiva con quanto ha richiesto la Bce nell’Addendum.

Nel weekend, poi, è emersa una questione controversa. Venerdì scorso il gup di Roma, Lorenzo Ferri, ha chiamato in causa Intesa Sanpaolo per il ristoro delle somme perse dagli azionisti di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Intesa , che ha salvato i due istituti veneti dal fallimento solo a certe condizioni concordate prima col governo, ha subito messo in chiaro la sua posizione nero su bianco.

Il gruppo guidato da Carlo Messina ha ricordato di aver "acquisito soltanto determinati attivi, passivi e rapporti giuridici di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza dando risposta urgente e concreta alla necessità di evitare effetti dirompenti per l’economia del Paese… Il coinvolgimento in vicende del passato che riguardano altri soggetti è contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica". Chiaro che la banca ora "non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale".

Questa mattina a entrare nella vicenda sono gli analisti di Akros, che confermano il rating neutral e il target price di 3 euro sul titolo. Akros ricorda che il decreto legge emanato sul salvataggio delle due banche ha fornito garanzie pubbliche pari a 1,5 miliardi di euro al netto delle imposte allo scopo di sterilizzare rischi, obblighi e richieste nei confronti di Intesa Sanpaolo . In ogni caso, ricordano gli analisti, "le banche in liquidazione amministrativa obbligatoria saranno responsabili per danni che potrebbero derivare da controversie passate".

Nei comunicati ufficiali della banca datati giugno 2017 è scritto che il gruppo ha accettato di acquistare "certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, purché a condizioni e termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell’operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del gruppo. La disponibilità di Intesa Sanpaolo all’operazione esclude pertanto aumenti di capitale".

La disponibilità riguarda l'acquisizione "di un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), i crediti in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all'acquisizione".

La nota finale mette in evidenza che "il contratto include una clausola risolutiva, che prevede l’inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l’operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge”. E’ possibile quindi che l’operazione di salvataggio possa essere messa in dubbio nel caso in cui le cause collettive degli azionisti di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca possano alla fine rivalersi contro il gruppo guidato dal ceo Messina. Che fin da subito la messo in chiaro le condizioni per rilevarle due popolari sulla via del fallimento.
6gxtm
https://www.milanofinanza.it/
88 di 5461 - 29/1/2018 16:06
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
Intesa Sanpaolo tra attesa piano e guai ex venete

L'istituto replica duramente all'ipotesi di un coinvolgimento nei processi di Veneto Banca e Popolare Vicenza. Intanto per il Credit Suisse resta una "top pick".

Manca ormai una settimana all'atteso nuovo piano d'impresa di Intesa Sanpaolo, con il cda in programma lunedì 5 febbraio per l'approvazione da parte del Consiglio, e la presentazione al mercato fissata per il giorno seguente. Inutile dire che si sprecano i rumors, quasi tutti concentrati in realtà sulla cessione della piattaforma degli Npl a un gruppo svedese poco noto, ma recentemente sbarcato in Italia, Intrum iustitia.

Oggi fra l'altro l'istituto ha incassato la conferma della raccomandazione Outperform da parte di Credit Suisse, con un target price leggermente ritoccato a 3,4 euro da 3,2 euro precedenti. Sulla base del consolidamento delle banche venete, infatti, il broker ha alzato le stime sull'Eps rispettivamente del +3.1% e +7.4% nel 2018 e 2019 e ha indicato ancora Intesa come la "top pick" fra le banche italiane.

Quanto al piano, le ultime indiscrezioni parlano di un'esclusiva concessa dal gruppo guidato da Carlo Messina a Intrum Iustitia, fino a marzo, entro cui trattare l'operazione, per cui viene confermato lo scorporo della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati che fa capo alla Capital Light bank. In questo modo si darebbe vita a un veicolo societario contenente la piattaforma delle attività delle sofferenze, compreso 750-800 dipendenti e uno stock di 10-12 miliardi lordi. E il 51% del veicolo verrebbe acquistato appunto da Intrum Iustitia. Il gruppo svedese, che sarebbe assistito da Goldman Sachs e Mediobanca dovrebbe acquistare i crediti di Intesa Sanpaolo a un valore di circa il 25-30%, accollandosi la gestione del veicolo.

Gli altri possibili dettagli del piano, secondo quanto ha reso noto la stessa banca nelle ultime settimane, anche se in modo frammentato, riguardano il riassetto di assicurazioni e wealth management, e anche un ruolo crescente dei mercati esteri fra cui la Cina, dove Intesa ha puntato molto. Inoltre vi è il tema dei tagli dei costi del personale.

Intesa Sanpaolo nelle ultime ore è finita però sotto i riflettori anche per un altro argomento. La banca è stata tirata in ballo suo malgrado nelle vicende giudiziarie degli istituti veneti di cui ha rilevato una selezione di attivi nello scorso giugno. Il gup di Roma infatti, nel processo su Veneto Banca, ha disposto la citazione in giudizio di Intesa come responsabile civile per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Montebelluna. La replica della Cà de Sass è stata affidata a una dichiarazione in cui si sottolinea come il provvedimento sia "contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica", annunciando che la banca "non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale".
6gyap
http://www.finanzareport.it
89 di 5461 - 30/1/2018 10:17
caccamo1 N° messaggi: 515 - Iscritto da: 29/3/2017
Quotando: giola - Post #88 - 29/Gen/2018 15:06Intesa Sanpaolo tra attesa piano e guai ex venete

L'istituto replica duramente all'ipotesi di un coinvolgimento nei processi di Veneto Banca e Popolare Vicenza. Intanto per il Credit Suisse resta una "top pick".

Manca ormai una settimana all'atteso nuovo piano d'impresa di Intesa Sanpaolo, con il cda in programma lunedì 5 febbraio per l'approvazione da parte del Consiglio, e la presentazione al mercato fissata per il giorno seguente. Inutile dire che si sprecano i rumors, quasi tutti concentrati in realtà sulla cessione della piattaforma degli Npl a un gruppo svedese poco noto, ma recentemente sbarcato in Italia, Intrum iustitia.

Oggi fra l'altro l'istituto ha incassato la conferma della raccomandazione Outperform da parte di Credit Suisse, con un target price leggermente ritoccato a 3,4 euro da 3,2 euro precedenti. Sulla base del consolidamento delle banche venete, infatti, il broker ha alzato le stime sull'Eps rispettivamente del +3.1% e +7.4% nel 2018 e 2019 e ha indicato ancora Intesa come la "top pick" fra le banche italiane.

Quanto al piano, le ultime indiscrezioni parlano di un'esclusiva concessa dal gruppo guidato da Carlo Messina a Intrum Iustitia, fino a marzo, entro cui trattare l'operazione, per cui viene confermato lo scorporo della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati che fa capo alla Capital Light bank. In questo modo si darebbe vita a un veicolo societario contenente la piattaforma delle attività delle sofferenze, compreso 750-800 dipendenti e uno stock di 10-12 miliardi lordi. E il 51% del veicolo verrebbe acquistato appunto da Intrum Iustitia. Il gruppo svedese, che sarebbe assistito da Goldman Sachs e Mediobanca dovrebbe acquistare i crediti di Intesa Sanpaolo a un valore di circa il 25-30%, accollandosi la gestione del veicolo.

Gli altri possibili dettagli del piano, secondo quanto ha reso noto la stessa banca nelle ultime settimane, anche se in modo frammentato, riguardano il riassetto di assicurazioni e wealth management, e anche un ruolo crescente dei mercati esteri fra cui la Cina, dove Intesa ha puntato molto. Inoltre vi è il tema dei tagli dei costi del personale.

Intesa Sanpaolo nelle ultime ore è finita però sotto i riflettori anche per un altro argomento. La banca è stata tirata in ballo suo malgrado nelle vicende giudiziarie degli istituti veneti di cui ha rilevato una selezione di attivi nello scorso giugno. Il gup di Roma infatti, nel processo su Veneto Banca, ha disposto la citazione in giudizio di Intesa come responsabile civile per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Montebelluna. La replica della Cà de Sass è stata affidata a una dichiarazione in cui si sottolinea come il provvedimento sia "contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica", annunciando che la banca "non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale". 6gyaphttp://www.finanzareport.it


90 di 5461 - 30/1/2018 10:17
caccamo1 N° messaggi: 515 - Iscritto da: 29/3/2017
Quotando: caccamo1 - Post #89 - 30/Gen/2018 09:17
Quotando: giola - Post #88 - 29/Gen/2018 15:06Intesa Sanpaolo tra attesa piano e guai ex venete

L'istituto replica duramente all'ipotesi di un coinvolgimento nei processi di Veneto Banca e Popolare Vicenza. Intanto per il Credit Suisse resta una "top pick".

Manca ormai una settimana all'atteso nuovo piano d'impresa di Intesa Sanpaolo, con il cda in programma lunedì 5 febbraio per l'approvazione da parte del Consiglio, e la presentazione al mercato fissata per il giorno seguente. Inutile dire che si sprecano i rumors, quasi tutti concentrati in realtà sulla cessione della piattaforma degli Npl a un gruppo svedese poco noto, ma recentemente sbarcato in Italia, Intrum iustitia.

Oggi fra l'altro l'istituto ha incassato la conferma della raccomandazione Outperform da parte di Credit Suisse, con un target price leggermente ritoccato a 3,4 euro da 3,2 euro precedenti. Sulla base del consolidamento delle banche venete, infatti, il broker ha alzato le stime sull'Eps rispettivamente del +3.1% e +7.4% nel 2018 e 2019 e ha indicato ancora Intesa come la "top pick" fra le banche italiane.

Quanto al piano, le ultime indiscrezioni parlano di un'esclusiva concessa dal gruppo guidato da Carlo Messina a Intrum Iustitia, fino a marzo, entro cui trattare l'operazione, per cui viene confermato lo scorporo della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati che fa capo alla Capital Light bank. In questo modo si darebbe vita a un veicolo societario contenente la piattaforma delle attività delle sofferenze, compreso 750-800 dipendenti e uno stock di 10-12 miliardi lordi. E il 51% del veicolo verrebbe acquistato appunto da Intrum Iustitia. Il gruppo svedese, che sarebbe assistito da Goldman Sachs e Mediobanca dovrebbe acquistare i crediti di Intesa Sanpaolo a un valore di circa il 25-30%, accollandosi la gestione del veicolo.

Gli altri possibili dettagli del piano, secondo quanto ha reso noto la stessa banca nelle ultime settimane, anche se in modo frammentato, riguardano il riassetto di assicurazioni e wealth management, e anche un ruolo crescente dei mercati esteri fra cui la Cina, dove Intesa ha puntato molto. Inoltre vi è il tema dei tagli dei costi del personale.

Intesa Sanpaolo nelle ultime ore è finita però sotto i riflettori anche per un altro argomento. La banca è stata tirata in ballo suo malgrado nelle vicende giudiziarie degli istituti veneti di cui ha rilevato una selezione di attivi nello scorso giugno. Il gup di Roma infatti, nel processo su Veneto Banca, ha disposto la citazione in giudizio di Intesa come responsabile civile per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Montebelluna. La replica della Cà de Sass è stata affidata a una dichiarazione in cui si sottolinea come il provvedimento sia "contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica", annunciando che la banca "non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale". 6gyaphttp://www.finanzareport.it



91 di 5461 - 30/1/2018 10:17
caccamo1 N° messaggi: 515 - Iscritto da: 29/3/2017
Quotando: caccamo1 - Post #90 - 30/Gen/2018 09:17
Quotando: caccamo1 - Post #89 - 30/Gen/2018 09:17
Quotando: giola - Post #88 - 29/Gen/2018 15:06Intesa Sanpaolo tra attesa piano e guai ex venete

L'istituto replica duramente all'ipotesi di un coinvolgimento nei processi di Veneto Banca e Popolare Vicenza. Intanto per il Credit Suisse resta una "top pick".

Manca ormai una settimana all'atteso nuovo piano d'impresa di Intesa Sanpaolo, con il cda in programma lunedì 5 febbraio per l'approvazione da parte del Consiglio, e la presentazione al mercato fissata per il giorno seguente. Inutile dire che si sprecano i rumors, quasi tutti concentrati in realtà sulla cessione della piattaforma degli Npl a un gruppo svedese poco noto, ma recentemente sbarcato in Italia, Intrum iustitia.

Oggi fra l'altro l'istituto ha incassato la conferma della raccomandazione Outperform da parte di Credit Suisse, con un target price leggermente ritoccato a 3,4 euro da 3,2 euro precedenti. Sulla base del consolidamento delle banche venete, infatti, il broker ha alzato le stime sull'Eps rispettivamente del +3.1% e +7.4% nel 2018 e 2019 e ha indicato ancora Intesa come la "top pick" fra le banche italiane.

Quanto al piano, le ultime indiscrezioni parlano di un'esclusiva concessa dal gruppo guidato da Carlo Messina a Intrum Iustitia, fino a marzo, entro cui trattare l'operazione, per cui viene confermato lo scorporo della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati che fa capo alla Capital Light bank. In questo modo si darebbe vita a un veicolo societario contenente la piattaforma delle attività delle sofferenze, compreso 750-800 dipendenti e uno stock di 10-12 miliardi lordi. E il 51% del veicolo verrebbe acquistato appunto da Intrum Iustitia. Il gruppo svedese, che sarebbe assistito da Goldman Sachs e Mediobanca dovrebbe acquistare i crediti di Intesa Sanpaolo a un valore di circa il 25-30%, accollandosi la gestione del veicolo.

Gli altri possibili dettagli del piano, secondo quanto ha reso noto la stessa banca nelle ultime settimane, anche se in modo frammentato, riguardano il riassetto di assicurazioni e wealth management, e anche un ruolo crescente dei mercati esteri fra cui la Cina, dove Intesa ha puntato molto. Inoltre vi è il tema dei tagli dei costi del personale.

Intesa Sanpaolo nelle ultime ore è finita però sotto i riflettori anche per un altro argomento. La banca è stata tirata in ballo suo malgrado nelle vicende giudiziarie degli istituti veneti di cui ha rilevato una selezione di attivi nello scorso giugno. Il gup di Roma infatti, nel processo su Veneto Banca, ha disposto la citazione in giudizio di Intesa come responsabile civile per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Montebelluna. La replica della Cà de Sass è stata affidata a una dichiarazione in cui si sottolinea come il provvedimento sia "contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica", annunciando che la banca "non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale". 6gyaphttp://www.finanzareport.it




92 di 5461 - 30/1/2018 10:18
caccamo1 N° messaggi: 515 - Iscritto da: 29/3/2017
Quotando: silvio burlesconi - Post #85 - 28/Gen/2018 18:44

MARUBOZU WHITE...CRIBBIO evvaaaaiii

IntesaSanpaoloRisultato immagine per https://giphy gif mussolini/Risultato immagine per https://giphy gif mussolini/



93 di 5461 - 30/1/2018 10:52
2nove N° messaggi: 10618 - Iscritto da: 12/9/2011

Risultato immagine per https://giphy gif mussolini/

94 di 5461 - 30/1/2018 13:47
2nove N° messaggi: 10618 - Iscritto da: 12/9/2011
🤠
MODERATO Giuseppe Cavaletta (Utente disabilitato) N° messaggi: 1796 - Iscritto da: 29/1/2018
96 di 5461 - 30/1/2018 16:34
2nove N° messaggi: 10618 - Iscritto da: 12/9/2011

Quotando: 2nove - Post #93 - 30/Gen/2018 09:52

Risultato immagine per https://giphy gif mussolini/


titolo al bacio

97 di 5461 - 30/1/2018 16:35
2nove N° messaggi: 10618 - Iscritto da: 12/9/2011

Risultato immagine per https://giphy gif mussolini/

98 di 5461 - 30/1/2018 18:47
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
Compagnia San Paolo, tempi più lunghi per ridurre quota Intesa

Accordo con il Mef: approccio graduale per ridurre il peso della partecipazione, altri 2-3 anni

Si allungano i termini entro cui la Compagnia di San Paolo dovrà ridurre l'esposizione a Intesa Sanpaolo, di cui è il principale azionista con l'8,252% del capitale.

A riferirlo è stato lo stesso segretario generale della Compagnia, Pietro Gastaldo, a margine della presentazione delle linee programmatiche 2018 della Fondazione. "Abbiamo definito con il Mef un approccio graduale per ridurre il peso della partecipazione della Compagnia in Intesa Sanpaolo a un terzo del patrimonio. La nuova scadenza è più lunga di quella fissata che era aprile 2018, ora abbiamo un orizzonte pluriennale di due tre anni", ha detto Gastaldo.

Lo scorso ottobre, nel solco di questo impegno, la Compagnia di San Paolo aveva ceduto tramite un collocamento accelerato (accelerated bookbuilding) 150 milioni di titoli della Cà de Sass>, pari allo 0,946% del capitale. Ai valori di Borsa di quel periodo il pacchetto corrispondeva a circa 436 milioni di euro.

"In Compagnia - ha sottolineato Gastaldo - abbiamo tutti apprezzato che il Mef abbia aperto questo orizzonte pluriennale perché questo rende il processo ordinato e graduale. Continuiamo a essere un azionista molto attento, siamo comunque il primo azionista". Il Mef, ha spiegato, "ci ha scritto all'inizio dell'anno per comunicarci questa proroga che noi avevamo chiesto e che è stata decisa applicando i criteri correttivi nell'ambito dei principi generali del protocollo Acri-Mef".
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99 di 5461 - 31/1/2018 14:36
GIOLA N° messaggi: 29898 - Iscritto da: 03/9/2014
Banche, stress test al via per 4 italiane

L'Autorità bancaria europea comunica lo scenario avverso che dovranno affrontare gli istituti.

di Stefano Neri

L'Eba alzerà il velo oggi sugli stress test in programma quest'anno per le banche europee. L'authority comunicherà cioè i dettagli sulla metodologia e gli scenari (di base e avversi) che saranno utilizzati nell'esame europeo, i cui risultati saranno comunicati il 2 novembre 2018. In base alle anticipazioni, la prova potrebbe risultare più "dura" delle precedenti.

In realtà è bene ricordare che gli stress test sono un esercizio ben poco considerato dal mercato, visto che in passato hanno superato l'esame istituti poi rivelatisi sotto capitalizzati (Deutsche Bank, uno dei casi più eclatanti, mentre nel 2016 Banca Mps fu bocciata quando la situazione di crisi era ormai più che acclarata). Ciononostante, vi attribuisce importanza il regolatore europeo. Dunque la suspense non mancherà di certo, anche se poi la reazione del mercato si esaurirà nel corso di una seduta e forse anche meno.

La prova è giunta alla sua quinta edizione e coinvolge 49 istituti europei, di cui 4 italiani: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Ubi Banca.

Lo scopo è misurare la capacità di resistenza del capitale di vigilanza - sotto forma di Cet1 - a uno scenario di shock.

L'esercizio 2018 ricalca essenzialmente l'impostazione dello stress test precedente (luglio 2016), ma con uno scenario avverso ritenuto più severo: ipotizza infatti un forte shock sui prezzi immobiliari, con il conseguente depauperamento del valore delle garanzie ipotecarie concesse a fronte dei mutui.

Anche quest'anno la prova sarà compiuta su bilanci statici, al 31 dicembre 2017: cioè una fotografia istantanea a quel giorno senza considerare variazioni già note come per esempio l'incasso da una vendita di Npl. Alcune assunzioni dello scenario avverso sono simili a quello precedente che prevedeva per l'Italia una riduzione del Pil reale nel triennio di quasi sei punti percentuali rispetto alle previsioni dello scenario base. Lo scenario avverso potrebbe inoltre fondarsi su una crescita nei tre anni del rendimento dei titoli di stato italiani a lungo termine di circa 100 punti base, che comporterebbe una svalutazione del 12% dei Btp.

Fatta eccezione per Mps, nel 2016 tutte le banche italiane superarono la prova, che in realtà non prevedeva alcuna soglia per ottenere la "sufficienza" ma un semplice riferimento al 5,5% (era quella indicata negli stress test precedenti, del 2014). Intesa Sanpaolo in particolare rimediò un Cet 1 transitional al 10,24% nello scenario avverso, superiore anche al 9,5% all'epoca in vigore come requisito Srep. per il Banco Popolare e Ubi il "traguardo" fu intorno a un Cet 1 del 9%, Unicredit si fermò al 7% (di lì a pochi mesi affrontò un maxi aumento di capitale da 13 miliardi), mentre nel caso di Monte Paschi si arrivò a un dato negativo, con un coefficiente patrimoniale di -2,23%.

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MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
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