Intesa San Paolo (ISP)

- Modificato il 03/8/2019 14:02
GIOLA N° messaggi: 29777 - Iscritto da: 03/9/2014
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INTESA SAN PAOLO CON GRAFICI AFTER HOURS





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101 di 5443 - 01/2/2018 18:46
GIOLA N° messaggi: 29777 - Iscritto da: 03/9/2014
Intesa Sanpaolo, su Npl tensione con sindacati

Mentre si avvicina il piano, le organizzazione sindacali temono "esternalizzazione selvagge". La Uilca chiede garanzie sul rispetto del contratto di settore

di Rosario Murgida

I sindacati del credito esprimono preoccupazione e perplessità sul possibile progetto di Intesa Sanpaolo di esternalizzazione dei servizi di gestione delle sofferenze e della relativa forza lavoro.

"Parliamo per ora solo di indiscrezioni di stampa, ma noi abbiamo molte, molte perplessità", ha affermato a Finanza Report Massimo Masi, segretario generale della Uilca, in merito alla voci sulla cessione del 51% di una piattaforma di servicing e di un pacchetto di non performing loans al gruppo svedese Intrum Justitia.

"Prima vogliamo vedere il piano di impresa e comunque abbiamo già fatto accordi in tal senso con altre banche come Carige o Popolare di Bari, ma si tratta di società interne con applicazione del contratto del credito e di un numero limitato di dipendenti coinvolti. Nel caso di Intesa Sanpaolo si tratta invece di 600/700 lavoratori", ha proseguito Masi. "La nostra preoccupazione è che molte banche gestiscono internamente le sofferenze, mentre Intesa Sanpaolo vorrebbe venderle a un gruppo svedese. Siamo contrari alla dismissione di centinaia di miliardi di Npl a società estere e chiediamo invece un piano industriale onnicomprensivo".

Masi, nel temere la possibilità che Intesa Sanpaolo, per la sua dimensione e importanza, diventi un esempio per altre banche, ha infine ricordato come il suo sindacato abbia già firmato accordi con gli istituti di credito sulla questione della gestione delle sofferenze ma solo dopo aver ottenuto garanzie bene precise.

I sindacati attendono dunque maggiori dettagli sul nuovo piano di impresa che sarà presentato il 6 febbraio prossimo ma temono un effetto domino sull'intero settore anche perchè sono molte le banche che stanno valutando la possibilità di imprimere un colpo di acceleratore ai programmi di smaltimento delle sofferenze. E' il caso di Banco Bpm o di Ubi. Del resto il famoso e temuto addendum della Bce punta a efficientare e industrializzare le attività di recupero crediti e gli istituti non vogliono dover subire nuove strette sul fronte delle svalutazioni dei crediti deteriorati con il rischio di dover reperire nuovi capitali sul mercato. I sindacati ne sono consapevoli ma chiedono espressamente di evitare "esternalizzazioni selvagge" che non tengano conto del contratto collettivo del settore del credito.


6ia0v
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102 di 5443 - 02/2/2018 08:41
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Intesa Sanpaolo: per dossier Npl spunta cinese Cefc (Sole) Fonte: MF Dow Jones (Italiano) Non c'è solamente Intrum Justitia, in lizza per l'acquisizione di una quota della Capital Light Bank e degli Npl di Intesa Sanpaolo, perché in pista, a quanto risulta al Sole 24Ore, è sceso anche il gruppo privato cinese China Cefc. Il conglomerato cinese negli ultimi anni ha allargato il suo raggio d'azione dall'energia, suo settore originario, alle attività bancarie, in un percorso che da Oriente è giunto fino in Europa. Italia compresa, tanto che lo scorso dicembre la società ha acquistato Farbanca dalla Banca Popolare di Vicenza finita in liquidazione. Sul tavolo ci sarebbe la cessione di circa 10-12 miliardi di euro di Npl lordi del gruppo bancario italiano, una taglia che potrebbe richiedere la costruzione di un pool di investitori a supporto di Intrum nella cartolarizzazione. Certo che, oltre all'aspetto gestionale, l'altro elemento di riflessione per Intesa Sanpaolo sarà quello della "giusta" valutazione degli Npl, nell'ottica di una massimizzazione della valorizzazione, stimata intorno al 25-30%. E in questo senso i cinesi potrebbero giocare le loro carte. Assieme al portafoglio di Npl, la banca guidata da Messina sta valutando di cedere anche il 51% della piattaforma di servicing Capital Light Bank, che verrebbe così scorporata per essere valorizzata Per un prezzo che, secondo alcune stime raccolte sul mercato, si aggirerebbe attorno al mezzo miliardo di euro. Lo scorso novembre il ceo Messina aveva ipotizzato di aprire la Capital light bank, oggi guidata da Giovanni Gilli, per farla diventare piattaforma di servicing per altri soggetti. Da lì l'interessamento dei due soggetti oggi in campo. Per capire gli eventuali sviluppi occorrerà attendere qualche tempo. Non è escluso che qualche novità sullo stato di avanzamento del progetto emerga in occasione della presentazione al mercato del nuovo piano industriale, previsto per martedì prossimo. Tuttavia è improbabile che prima di qualche mese si arrivi a un'offerta vincolante. pev (END) Dow Jones Newswires February 02, 2018 02:20 ET (07:20 GMT) Copyright (c) 2018 MF-Dow Jones News Srl.
103 di 5443 - 05/2/2018 16:28
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Intesa Sanpaolo Vita: aum 2017 a 143.735 mln (+5,3% a/a) Fonte: MF Dow Jones (Italiano) Gli asset under management di Intesa Sanpaolo Vita crescono del 5,3%, da 143.735,3 milioni di euro del dicembre 2016 a 151.343,5 milioni di dicembre 2017. Il risultato netto consolidato, informa una nota, si attesta a 639,3 milioni al 31 dicembre 2017 rispetto ai 691,1 mln al 31 dicembre 2016, con una diminuzione del 7,5%. La nuova produzione vita è pari a 22.268,6 miln al 31 dicembre 2017 rispetto a 23.650,6 mln di dicembre 2016, con una diminuzione del 5,8%. La produzione lorda vita si attesta a 22.528 mln rispetto a 23.933,0 mln al 31 dicembre 2016 evidenziando una variazione negativa del -5,9%. La produzione lorda danni si attesta a 431,6 mln rispetto a 393,8 mln al 31 dicembre 2016 evidenziando un aumento del 9,6%. Il patrimonio netto si attesta a 5.541,3 mln in aumento di 298,5 mln (+5,7%) rispetto alla chiusura dell'esercizio 2016 che aveva evidenziato un patrimonio netto pari a 5.242,8 mln. com/cce (END) Dow Jones Newswires February 05, 2018 09:13 ET (14:13 GMT) Copyright (c) 2018 MF-Dow Jones News Srl.
104 di 5443 - 05/2/2018 17:14
GIOLA N° messaggi: 29777 - Iscritto da: 03/9/2014
IntesaSanpaolo, come dovrebbe essere andato il 2017

Nelle prossime ore saranno diffusi, insieme al piano industriale al 2021, i conti relativi al 2017 di IntesaSanpaolo. Ma cosa aspettarsi dall'anno appena concluso? Qual è il consensus sui conti 2017 di IntesaSanpaolo? Secondo il parere degli analisti l'istituto guidato da Carlo Messina dovrebbe aver chiuso l'anno con ricavi pari a 17,15 miliardi di euro, in rialzo dai 16,93 miliardi del 2016 ma sotto le attese della stessa banca pari a 19,2 miliardi di euro.

I costi operativi dovrebbero essere stati pari a 9,06 miliardi, dagli 8,67 miliardi dell'anno precedente. Il cost/income ratio (ossia il rapporto tra costi e ricavi) sarebbe quindi cresciuto al 52,9% dal 51,2% dei 12 mesi precedenti.

L'anno, secondo il consensus, si sarebbe così chiuso con un utile di 7,17 miliardi di euro (o 41 centesimi per azione), dai 3,11 miliardi del 2016 e contro attese della stessa IntesaSanpaolo di 4,5 miliardi di euro.

L'utile depurato dalle componenti non ordinarie dovrebbe essere stato pari a poco meno di 3,2 miliardi (19 centesimi di euro), dai 2,34 miliardi del 2016. Sempre secondo il consensus il CET1 Ratio è visto al 13,1% dal 12,8% di fine 2016. Il ROTE (ritorno degli asset tangibili) dovrebbe aver raggiunto secondo le stime del consensus il 13,1% dal 5,7% dell'anno precedente.
6ji4l
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105 di 5443 - 06/2/2018 09:06
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Attenzione comprateee
106 di 5443 - 06/2/2018 09:33
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Intesa Sanpaolo: propone conversione titoli risp. in ordinari Fonte: MF Dow Jones (Italiano) Il Cda di Intesa Sanpaolo ha deliberato di sottoporre all'assemblea dei soci una proposta di conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in ordinarie, sulla base di un rapporto di conversione pari a 1,04 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio senza pagamento di alcun conguaglio in denaro e con contestuale eliminazione in statuto dell'indicazione del valore nominale delle azioni. Pertanto, informa una nota, il board ha convocato l'assemblea straordinaria in unica convocazione alle 10h00 del prossimo 27 aprile presso il Nuovo Centro Direzionale in Torino per deliberare in merito. Il Cda ha inoltre convocato l'assemblea speciale degli azionisti di risparmio per deliberare sulle deliberazioni dell'assemblea straordinaria. La conversione, se approvata dall'assemblea straordinaria, sarà efficace a condizione che sia altresì approvata dall'assemblea speciale degli azionisti di risparmio; che siano rilasciate le autorizzazioni da parte della Banca Centrale Europea per le modifiche dello Statuto, per l'inclusione nel Cet 1 delle azioni ordinarie emesse nell'ambito della conversione e per l'eventuale acquisto di azioni proprie della Società al termine della procedura di liquidazione dei soci recedenti; che l'importo da riconoscere a coloro che abbiano esercitato il diritto di recesso non ecceda l'ammontare di euro 400 milioni al termine del periodo previsto per l'offerta in opzione e prelazione ai soci di Intesa Sanpaolo delle azioni degli azionisti di risparmio recedenti. Il rapporto di conversione è stato determinato dal consiglio anche sulla base della relazione di un consulente indipendente e incorpora un premio implicito sul prezzo delle azioni di risparmio pari a: - 3,4% rispetto all'ultimo prezzo di chiusura di borsa al 5 febbraio 2018; - 3,3% rispetto al prezzo medio dell'ultimo mese; - 4,4% rispetto al prezzo medio degli ultimi 3 mesi. Poiché la delibera che approva la conversione comporta una modifica dello statuto della società in relazione ai diritti di voto e di partecipazione, gli azionisti di risparmio che non concorrano all'approvazione della relativa delibera dell'assemblea speciale degli azionisti di risparmio saranno legittimati a esercitare il diritto di recesso. Il valore di liquidazione di ciascuna azione di risparmio è stato stabilito dal Cda in 2,74 euro, pari alla media aritmetica dei prezzi di chiusura delle azioni di risparmio sul mercato nei sei mesi precedenti la data di pubblicazione dell'avviso di convocazione dell'assemblea speciale degli azionisti di risparmio (6 febbraio 2018). Qualora taluni fra gli azionisti di risparmio esercitino il diritto di recesso, sarà necessario liquidare le loro partecipazioni secondo la procedura prevista dalla legge. Nel contesto di tale procedura di liquidazione, la società potrebbe essere tenuta a riacquistare le azioni degli azionisti recedenti che non siano acquistate dagli altri soci o eventualmente collocate sul mercato al valore di liquidazione. Alla luce di ciò, il board porrà all'ordine del giorno dell'assemblea straordinaria anche l'autorizzazione alla vendita delle azioni eventualmente acquistate in virtù del suddetto procedimento, al fine di consentire alla banca di liquidare un investimento che sarebbe altrimenti pienamente dedotto dal patrimonio netto e dal Capitale Primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1) in qualità di azioni proprie. L'ammontare massimo di azioni oggetto di tale autorizzazione sarà pari al numero di azioni ordinarie rivenienti dalla conversione che saranno acquistate dalla società al termine dell'eventuale procedura di liquidazione in relazione alle azioni rimanenti al termine dell'offerta in opzione/prelazione. La banca fa presente inoltre che le azioni ordinarie che verranno emesse a servizio della Conversione avranno godimento regolare e che è previsto che l'esecuzione della conversione si perfezioni - ove si siano verificate le predette condizioni sospensive - successivamente allo stacco del dividendo relativo all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2017 (fissato per il 21 maggio 2018); dividendo che pertanto verrà distribuito agli azionisti di risparmio e ordinari nel rispetto dello Statuto sociale anteriore alla Conversione; inoltre, la procedura di recesso si avvierà e concluderà successivamente rispetto allo stacco del dividendo riferibile al bilancio di esercizio al 31 dicembre 2017, gli azionisti di risparmio che dovessero esercitare il Diritto di Recesso - così come gli azionisti di risparmio che non esercitino il Diritto di Recesso - riceveranno tale dividendo privilegiato. La conversione sarà rivolta a tutti i titolari di azioni di risparmio. La data di efficacia della conversione sarà concordata con Borsa Italiana e resa nota tramite pubblicazione sul sito internet della società e su almeno un quotidiano nazionale, insieme ai dettagli sulle modalità di assegnazione delle azioni ordinarie in conseguenza del rapporto di conversione e sulla gestione dei resti che risultassero in conseguenza del rapporto di conversione. In pari data, le azioni di risparmio saranno revocate dalle quotazioni sul Mta e saranno invece ammesse le azioni ordinarie rinvenienti dalla conversione. La Conversione è finalizzata a razionalizzare e semplificare la struttura del capitale e a semplificare la governance della Società, allineando i diritti di tutti gli azionisti. Inoltre, per quanto riguarda i requisiti patrimoniali fissati dalla normativa di vigilanza, si evidenzia che il valore nominale delle azioni di risparmio - diversamente da quello delle azioni ordinarie - non viene computato nel Capitale Primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1), ma viene incluso nel Capitale Aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1); pertanto, assumendo l'integrale conversione delle azioni di risparmio, il Common Equity Tier 1 ratio del Gruppo Intesa Sanpaolo registrerebbe - sulla base dei dati al 31 dicembre 2017 e a parità di altre condizioni - un beneficio pari a 18 centesimi di punto. Il beneficio sarebbe pari a 3 centesimi di punto nel caso in cui l'eventuale esercizio del diritto di recesso comportasse l'esborso massimo a carico della Società previsto tra le condizioni cui è subordinata l'efficacia della Conversione e le azioni ordinarie rivenienti dalla Conversione conseguentemente riacquistate dalla Società non venissero vendute. La conversione si tradurrebbe in una diluizione dei diritti di voto degli azionisti ordinari pari a circa 5,8% nel caso di integrale conversione delle azioni di risparmio. Nel caso di esborso massimo a carico della società a seguito dell'eventuale esercizio del diritto di recesso (senza vendita sul mercato delle azioni acquistate in virtù del suddetto procedimento di liquidazione), la diluizione sarebbe di circa il 4,9%. La conversione si tradurrebbe in una diluizione economica, conseguente all'aumento del numero complessivo di azioni determinato dal rapporto di conversione pari a 1,04 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio, pari a circa lo 0,2% nel caso di integrale conversione delle azioni di risparmio, mentre sarebbe accrescitiva per circa lo 0,7% nel caso di esborso massimo a carico della Società a seguito dell'eventuale esercizio del diritto di recesso senza vendita sul mercato delle azioni acquistate. Morgan Stanley agisce in qualità di financial advisor di Intesa Sanpaolo in relazione alla Conversione, mentre White & Case agisce in qualità di advisor legale. fch (END) Dow Jones Newswires February 06, 2018 03:14 ET (08:14 GMT) Copyright (c) 2018 MF-Dow Jones News Srl.
107 di 5443 - 06/2/2018 09:38
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Isp risparmio +7 .... , Comprano le risparmio!!
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
109 di 5443 - 06/2/2018 15:54
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Sempre verde hehe
110 di 5443 - 06/2/2018 15:56
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Targhet 3,50 circa nel breve ... Con spolverata di Shorter
111 di 5443 - 06/2/2018 17:25
GIOLA N° messaggi: 29777 - Iscritto da: 03/9/2014
Intesa Sanpaolo, nel piano al 2021 utile netto visto a 6 mld

Il business plan quadriennale punta sullo sviluppo del wealth management e delle attività assicurative e su una significativa riduzione dei crediti deteriorati (previsti dimezzare da 52,1 mld del 2017 a 26,4 mld) con l'obiettivo di mantenere solida e sostenibile la creazione di valore per gli azionisti.

di Paola Valentini

Il piano di impresa 2018-2021 di Intesa Sanpaolo punta sullo sviluppo del wealth management e del business assicurativo e su una significativa riduzione dei crediti deteriorati con l'obiettivo di mantenere solida e sostenibile la creazione di valore per gli azionisti.

Il business plan, approvato stamani insieme ai conti 2017 dal cda della banca guidata dal ceo Carlo Messina, indica di raggiungere a fine periodo un utile netto di 6 miliardi di euro rispetto ai 3,8 miliardi del 2017. Previsto dimezzare l'importo dei crediti deteriorati al lordo delle rettifiche, da 52,1 miliardi nel 2017 a 26,4 miliardi di euro, e a 12,1 miliardi al netto. L'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti alla clientela totali scenderà al lordo di rettifiche dall'11,9% al 6% e al 2,9% al netto. Le rettifiche nette su crediti passeranno a 1,8 miliardi nel 2021 da 3,3 miliardi nel 2017.

Si conferma generosa la politica di dividendi: previste cedole cash con payout ratio dell'85% per il 2018, dell'80% per il 2019, del 75% per il 2020 e del 70% per il 2021. Nel 2021 il rote è visto al 14,6%, dal 9,3% del 2017, il Roe al 12,4% dal 7,9% del 2017, con un common equity tier 1 pari al 13,1% includendo gli impatti regolamentari anche di Basilea IV.

Gli altri dati di sintesi del piano al 2021, oltre all'utile netto di 6 miliardi, indicano proventi operativi netti a 20,8 miliardi (17,8 nel 2017), un risultato della gestione operativa di 11,4 miliardi (da 8 miliardi), un risultato corrente lordo di 9,5 miliardi, in crescita del 13,5% medio annuo sui 9,5 miliardi del 2017. Nel dettaglio gli interessi netti saliranno a 8,3 miliardi dai 7,4 miliardi dello scorso anno e le commissioni nette sono destinate a salire a 10 miliardi dagli 8,1 miliardi del 2017.

L'istituto guidato da Messina intende contenere ulteriormente i costi. Su questo fronte, nell'arco di piano vengono indicati risparmi per circa 1,5 miliardi, con i costi operativi che dovrebbero scendere a 9,5 miliardi dai 9,8 miliardu di fine 2017. Il che si tradurrà in un miglioramento del cost/income al 45,4% a fine piano, dal 55,1% del 2017.

Tra i fattori chiave che determineranno il sostanziale miglioramento degli economics dell'istituto, Intesa Sanpaolo indica persone e digitale. Il sentiero di crescita della banca nei prossimi anni prevede investimenti per 5,8 miliardi, di cui 2,8 miliardi per completare la trasformazione digitale e 1 miliardo per l'aggiornamento del personale (verranno erogate circa 11,9 milioni di ore di formazione entro il 2021). Intesa assumerà 1.650 persone e lancerà un'iniziativa per la riconversione di almeno 5.000 dipendenti verso ruoli a elevato valore aggiunto; prevista anche l'introduzione di un contratto misto, sia come dipendente bancario che come consulente finanziario, per la stessa persona.

In programma anche la chiusura di 1.100 filiali della rete e l'uscita volontaria di 9 mila unità entro il 30 giugno 2020, per cui era stato raggiunto l'accordo sindacale a fine 2017 (relativo anche alle due banche venete). L'esodo comporterà un risparmio di spese di 675 milioni annui a regime dal 2021.

Intesa Sanpaolo indica poi nel wealth management un possibile fronte di espansione e rafforzamento del proprio business e la riqualificazione del personale è funzionale proprio a cogliere le potenzialità di crescita in quest'ambito. In particolare, spiega ancora la nota, Ca' de Sass valuterà una possibile partnership con un primario operatore industriale cinese come acceleratore strategico in questo ambito.

La banca punterà inoltre a diventare una delle prime cinque private bank in Europa e la seconda nell'Eurozona per masse gestite, con un flusso di raccolta netta gestita di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking pari a 55 miliardi di euro nell'arco di piano. Per quanto riguarda il risparmio gestito, le masse gestite di Eurizon sono viste in aumento a circa 400 miliardi di euro a fine 2021, dai 314 miliardi riportati al termine dello scorso anno.

Nelle aree in cui l'istituto intende cogliere nuove opportunità viene infine indicata l'assicurazione danni. In particolare, è atteso il rafforzamento della capacità distributiva e dell'efficacia commerciale nelle filiali di banca dei Territori con l'inserimento di 220 specialisti della tutela assicurativa, oltre a in programma di formazione dedicato per circa 30 mila persone. L'obiettivo dichiarato è di riuscire a diventare una delle prime quattro compagnie assicurative nel ramo danni in Italia e la prima per i prodotti diversi dal comparto veicoli dedicati al retail, con premi lordi nel ramo danni in crescita a circa 2,5 miliardi di euro nel 2021 (400 milioni in 2017).

E' stata anche pianificata la la fusione di 12 società bancarie controllate nella capogruppo, mantenendo i relativi marchi: si tratta di Cr Firenze, Carisbo, Cariromagna, Banco di Napoli, Cr Pistoia e Lucchesia, Cr Veneto, Cr Friuli Venezia Giulia, Banca Nuova, Banca Apulia, Banca Prossima, Banca Imi, Mediocredito Italiano. Infine sarà creata una società ad hoc, Isp City, per la gestione del portafoglio immobiliare.

6j-78
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MODERATO Giuseppe Cavaletta (Utente disabilitato) N° messaggi: 1796 - Iscritto da: 29/1/2018
113 di 5443 - 07/2/2018 13:25
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Spaccati i 3,19 si va ancora long
114 di 5443 - 07/2/2018 13:27
DALLAFRANC N° messaggi: 144 - Iscritto da: 07/2/2012
Appena vendute a 3.2
115 di 5443 - 07/2/2018 13:27
DALLAFRANC N° messaggi: 144 - Iscritto da: 07/2/2012
Mi prendo una pausa
MODERATO Miss Monny Penny (Utente disabilitato) N° messaggi: 1275 - Iscritto da: 19/10/2017
117 di 5443 - 07/2/2018 13:39
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
È inutile sale è basta che vendele e peccato
118 di 5443 - 07/2/2018 13:41
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Prossimamente vedere + 10 hahaha
119 di 5443 - 07/2/2018 14:05
DALLAFRANC N° messaggi: 144 - Iscritto da: 07/2/2012
Quotando: ken0782 - Post #117 - 07/Feb/2018 12:39È inutile sale è basta che vendele e peccato

Probabile ma le avevo a 2.85
120 di 5443 - 08/2/2018 17:18
GIOLA N° messaggi: 29777 - Iscritto da: 03/9/2014
Italo al fondo Usa, Intesa Sanpaolo all'incasso

Dopo un rilancio la compagine guidata dalla banca preferisce vendere. Salta la quotazione in Borsa

di Stefano Neri

I treni di Italo corrono verso l'America. Certo resteranno saldi su binari italiani, ma la proprietà si trasferisce al 100%. I soci di Italo - Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv) sono infatti riusciti ad alzare leggermente la posta e hanno spuntato un'offerta di circa 2 miliardi (1,98 oltre al debito di circa 450 milioni) da parte del fondo Global Infrastructure Partners (Gip).

Non un grande rilancio, a ben vedere: si tratta infatti di soli 80 milioni in più rispetto all'offerta iniziale, che appunto era di 1,9 miliardi di euro.

La decisione è stata presa nella notte, per essere ratificata stamani dal Cda.

Sfuma invece per Italo la quotazione in Borsa, che pure si preannunciava gettonatissima, avendo suscitato forte interesse anche nel corso del roadshow negli Stati Uniti. Così forte che il fondo Gip ha deciso di venire a fare shopping direttamente qui in Italia.

I soci di Italo nei giorni scorsi avevano subito manifestato perplessità di fronte all'offerta di 1,9 miliardi messa sul piatto dal fondo americano, giudicandola insufficiente e mostrandosi interessati a proseguire la strada della quotazione in Borsa. Al tempo stesso il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva però messo in chiaro che la partecipazione non era considerata strategica dalla banca (primo socio con il 18,8%). Che infatti ora la venderà a tempo di record, così come gli altri soci: Diego Della Valle al 17,4%, Assicurazioni Generali al 14,6%, Peninsula (12,6%), lo stesso presidente Luca Cordero di Montezemolo (12,4%) e l'Ad Flavio Cattaneo (4,9%).

Per Intesa Sanpaolo in particolare, sulla base delle stime circolate nei giorni scorsi, si profila un incasso di oltre 360 milioni dalla vendita della partecipazione in Italo. Fra gli altri grandi soci, Della Valle, Montezemolo e Gianni Punzo il 7,85%, riuniti nella holding Mdp, incasserebbero almeno 720 milioni di euro, mentre 280 milioni andrebbero a Generali che detiene il 14,31% attraverso la società Allegro Sarl. Questi gli ordini di grandezza.

Nella giornata di ieri si erano fatti vivi in un comunicato congiunto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "È molto positivo che vi sia un grande interesse da parte di potenziali investitori su Ntv. Il merito va alla capacità degli imprenditori, del management e delle istituzioni finanziarie, a partire da Banca Intesa, che hanno costruito una grande azienda di servizi con investimenti molto significativi e che hanno saputo con coraggio superare anche momenti di difficoltà", dichiaravano i ministri. "Questa operazione dimostra tra l'altro il potenziale della concorrenza nella creazione di posti di lavoro e nel miglioramento dei servizi ai clienti. La quotazione in borsa della società rappresenterebbe il perfetto coronamento di una storia di successo". Quest'ultimo accenno alla quotazione avrebbe convinto gli americani ad alzare seppure leggermente la posta e a concludere.

L'offerta, si legge, riguarda il 100% del capitale sociale ad una valorizzazione di 1,94 miliardi. Inoltre è previsto che gli attuali azionisti incassino il dividendo di 30 milioni deliberato dall'assemblea lo scorso 19 gennaio e che la società sostenga spese relative all'interrotto processo di quotazione fino ad un massimo di 10 milioni, portando quindi il controvalore complessivo dell'operazione a 1,98 miliardi. La sottoscrizione del contratto di compravendita è prevista entro l'11 febbraio.

Confermata l'opzione dei destinatari dell'offerta di reinvestire fino ad un massimo del 25% dei proventi derivanti dalla vendita alle stesse condizioni di acquisto da parte di Gip. A tale opzione possono aderire uno o più destinatari dell'offerta, fermo restando il limite massimo del 25%. Rothschild è advisor di Italo nell'operazione. Il fondo Usa è stato assistito da Mediobanca.

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