Pirelli (PIRC)

- Modificato il 07/10/2017 09:27
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
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1 di 134 - Modificato il 29/4/2017 14:30
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli brucia le tappe, in borsa già nel quarto trimestre

Il cda ha deciso di accelerare il processo di quotazione a Milano o su grande piazza internazionale al fine di poter cogliere opportunità di mercato. Marco Polo sottoscriverà un aumento capitale da 1,2 mld di euro e i cinesi di Cnrc sono disponibili a scendere sotto il 50%

di Francesca Gerosa


Pirelli brucia le tappe, vuole ritornare in borsa nel quarto trimestre di quest'anno. Il cda della società ha condiviso "la volontà di accelerare il preannunciato processo di quotazione al fine di poter cogliere opportunità di mercato già a partire dal quarto trimestre 2017". I tempi precedenti prevedevano un ritorno in borsa nel primo semestre del 2018 dopo l'addio a Piazza Affari il 6 novembre 2015. Una decisione presa alla luce dei positivi risultati conseguiti dal gruppo, dell'avvenuta focalizzazione sul business Consumer, che porta Pirelli a essere l'unico "pure consumer tyre player" del comparto, e delle attuali favorevoli dinamiche dei mercati.

Sulla base di questi presupposti, il cda di Pirelli e quello del suo unico azionista, Marco Polo International Italy, hanno approvato un'operazione, proposta da un pool di primarie banche composto da Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo ), JP Morgan e Morgan Stanley, che consente di accelerare il processo di Ipo grazie al miglioramento del profilo finanziario di Pirelli, con una riduzione del rapporto debito netto/ebitda a livelli inferiori a 3.

In particolare, è prevista la concessione da parte delle banche a Marco Polo di un finanziamento pari a 1,25 miliardi di euro che sarà interamente rimborsato con i proventi dell'Ipo; un aumento di capitale di Pirelli pari a 1,2 miliardi di euro che sarà sottoscritto interamente dall'azionista Marco Polo e sarà destinato a rimborsare per uguale ammontare parte dell'attuale debito di Pirelli; il rifinanziamento di linee bancarie della società per complessivi 4,2 miliardi di euro a condizioni migliorative rispetto alle attuali. L'operazione di rifinanziamento consentirà, quindi, a Pirelli di ridurre il costo e di allungare la vita media del proprio debito.

La quotazione è prevista alla borsa di Milano o comunque su una delle maggiori piazze azionarie a livello internazionale con un flottante che verrà definito prima dell'avvio dell'operazione. Nel contesto della quotazione, i cinesi di Cnrc (China National Tire & Rubber, società che fa capo a ChemChina) hanno confermato la propria disponibilità, per il miglior successo dell'Ipo, "a scendere al di sotto del 50% (dal 65% attuale, ndr), fermo restando il rispetto dei presupposti per consolidare Pirelli". Nell'ambito delle attività propedeutiche alla quotazione in borsa, il cda ha nominato Banca Imi, JP Morgan e Morgan Stanley Global Coordinator dell'operazione.
3 di 134 - 27/6/2017 14:46
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli torna in Borsa il 4 ottobre

Pirelli si prepara a tornare in Borsa e il rientro a Piazza Affari è atteso per il 4 ottobre. Lo apprende l'ANSA da fonti vicine al dossier. Al lavoro sull'operazione ci sono i principali gruppi internazionali e per l'Italia come capofila c'è Intesa Sanpaolo. ChemChina, come previsto, scenderà sotto il 50% del capitale e in Borsa dovrebbe arrivare un flottante del 30% del capitale di Pirelli. Orientativamente il roadshow dovrebbe iniziare a settembre e la forchetta di prezzo fissata a fine settembre.
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4 di 134 - 04/9/2017 14:52
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli presenta domanda ipo, offerta fino al 40%

La società scalda i motori per il ritorno in borsa che è previsto a ottobre. Il gruppo, dopo l'ipo, distribuirà il 40% di utili come cedola nel periodo del piano 2017-2020

di Paola Valentini

Pirelli scalda i motori per il ritorno in borsa a ottobre. Stamani la società ha comunicato di aver presentato a Borsa Italiana, venerdì scorso, domanda quotazione al listino principale di Piazza Affari (Mta). L'offerta arriverà fino al 40% del capitale. L'ipo prevede un'opv al retail in Italia e un collocamento istituzionale rivolto a investitori sia in Italia sia all'estero.

Generosa la politica dei dividendi: Pirelli, dopo l'ipo, punta a distribuire il 40% di utili come cedola nel periodo del piano 2017-2020. La società venerdì scorso ha pubblicato i conti del primo semestre 2017, che si sono chiusi con ricavi in crescita del 10,6% a 2,685 miliardi di euro (+8% a cambi costanti) e ha anche rivisto l'utile.

Il risultato netto del semestre è stato pari a 67,6 milioni rispetto alla perdita di 6,5 milioni dell'anno precedente. Intanto il piano industriale al 2020 prevede una crescita media ponderata annua dei ricavi pari o superiore al 9% nel periodo 2016/2020 dai 4,976 miliardi registrati a fine 2016. Il piano punta a una posizione di leadership nei mercati a più alto valore e a una posizione di leader globale sul Prestige e sui ricambi New Premium in Europa, Cina e Brasile.

Le azioni oggetto dell'offerta di vendita saranno poste in vendita da Marco Polo International Italy Spa, che oggi detiene il 100% della società. Il capitale di Marco Polo è detenuto per il 65% da Fourteen Sundew, società di diritto lussemburghese controllata indirettamente da ChemChina, per il 22,40% da Camfin, controllata indirettamente da Marco Tronchetti Provera e partecipata da Unicredit e da Intesa Sanpaolo e per il 12,60% da Long Term Investments Luxembourg.

Il numero complessivo di azioni oggetto dell'offerta di vendita, in aggiunta ad altre condizioni rilevanti, sarà determinato in prossimità dell'avvio dell'operazione stessa, nel cui contesto è, inoltre, prevista la concessione di un'opzione greenshoe. Si stima che l'opv, inclusa l'opzione greenshoe, possa avere ad oggetto fino al 40% del capitale sociale di Pirelli.

Nell’ambito della quotazione, Banca Imi, J.P. Morgan e Morgan Stanley sono i joint global coordinator e joint bookrunner, mentre joint bookrunner sono Bnp Paribas , BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, Hsbc, Mediobanca e Unicredit Corporate & Investment Banking.

Banca Imi è lo sponsor della quotazione e responsabile del collocamento nell’ambito dell’offerta pubblica. Lazard è l'advisor finanziario.

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5 di 134 - 15/9/2017 19:29
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli, l'Ipo parte lunedì prossimo

L'offerta pubblica di vendita si concluderà il 28 settembre. Via libera al prospetto informativo da parte della Consob. Prezzo indicativo tra i 6,3 e gli 8,3 euro, valori corrispondenti a una capitalizzazione tra 6,3 e 8,3 miliardi di euro

di Matteo Fusi

L'Offerta pubblica di vendita di Pirelli partirà il prossimo 18 settembre e si concluderà il 28 settembre. E' quanto si apprende dalla stessa società, che ieri ha fatto sapere che la Consob ha dato il via libera alla pubblicazione del prospetto informativo. La quotazione avverrà a un prezzo indicativo tra i 6,3 e gli 8,3 euro, valori corrispondenti a una capitalizzazione tra 6,3 e 8,3 miliardi di euro.

"L'offerta pubblica", ha spiegato Pirelli, " avrà inizio alle 09 del 18 settembre e terminerà alle 13:30 del 28, salvo proroga o chiusura anticipata. Il collocamento istituzionale avrà inizio il 18 settembre e terminerà il 28, salvo proroga o chiusura anticipata. Non saranno ricevibili, nè validi, i moduli di adesione che perverranno ai collocatori dal pubblico indistinto in Italia prima delle 09:00 del 18 settembre e dopo le 13:30 del 28, salvo proroga o chiusura anticipata. Non saranno ricevibili, nè validi, i moduli di adesione che perverranno ai collocatori dal pubblico indistinto in Italia prima delle 9:00 del 18 settembre e dopo le 13:30 del 28, salvo proroga o chiusura anticipata".

L'offerta avrà ad oggetto un massimo di 350 milioni di azioni ordinarie, corrispondenti al 35% del capitale, di cui una percentuale minima (il 10%) sarà destinata agli investitori retail mentre il restante 90% sarà dedicato al collocamento istituzionale "riservato a investitori qualificati in Italia e a investitori istituzionali all'estero".

Il lotto minimo di adesione sarà pari a 500 azioni, mentre il lotto minimo maggiorato sarà pari a 5.000 azioni. Il collocamento istituzionale prevederà anche "un'opzione greenshoe in favore dei joint global coordinators, anche per conto dei membri del consorzio per il collocamento istituzionale, per l'acquisto, al prezzo di offerta, di massime 50 milioni di azioni, circa il 14,3% delle azioni oggetto dell’offerta di vendita".

E' inoltre prevista la concessione di un'opzione "over-allotment" sempre in favore dei joint global coordinator per prendere in prestito un massimo di 50 milioni di azioni ai fini di un'eventuale sovrallocazione nell'ambito del collocamento istituzionale.

Nell'ambito dell'offerta di vendita Banca Imi, J.P. Morgan e Morgan Stanley agiranno in qualità di Joint Global Coordinator e Joint Bookrunner, mentre Bnp Paribas , BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, HSBC, Mediobanca e UniCredit Corporate & Investment Banking agiranno in qualità di Joint Bookrunner. Banca Imi agirà inoltre in qualità di Sponsor ai fini della quotazione delle Azioni sul Mercato Telematico Azionario, nonchè in qualitá di Responsabile del Collocamento nell'ambito dell'offerta pubblica. Ing Bank N.V., Banca Akros e Natixis agiranno in qualitá di Co-Managers, mentre Lazard in
qualità di advisor finanziario.

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6 di 134 - Modificato il 17/9/2017 09:50
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli torna in Borsa: varrà fino a 8,3 miliardi

Il gruppo della Bicocca annuncia la forchetta di prezzo in vista della quotazione: le azioni saranno collocate tra 6,3 e 8,3 euro. la decisione finale in base all'accoglienza da parte del mercato

di SARA BENNEWITZ

Entra nel vivo la quotazione di Pirelli. Il primo passo importante atteso dal mercato è arrivato: la società ha comunicato la "forchetta del prezzo" entro la quale pensa di vendere le azioni che torneranno on Borsa. Si tratta di un range che va da 6,3 a 8,3 euro. Tutto dipenderà dall'accoglienza del mercato nei prossimi giorni, quando partirà il road show per la quotazione. Ricordando che soltanto il valore massimo è vincolante, mentre il prezzo minimo può essere abbassato. Al momento, la Pirelli - dopo il suo ritorno a Piazza Affari - potrebbe valere tra 6,3 e 8,3 miliardi. Pirelli se n'era andata da Piazza Affari nel 2015 con un Opa da 7,1 miliardi, ma da allora ha venduto asset per circa un miliardo e caricato l'azienda dei debiti legati all'Offerta (oggi ridotti a 4,1 miliardi).

Morale, a distanza di due anni, quella che torna in Borsa è un'azienda più piccola, ma focalizzata sulle gomme consumer, con un profilo di alta gamma. Questo, insieme all'utilizzo della leva fa sì che l'azienda valga tra il 46% e il 76% in più rispetto a quando ha salutato Piazza Affari. I manager saranno premiati per questa creazione di valore con un bonus pari al 2% del valore dell'Ipo e quindi Marco Tronchetti Provera insieme ad altri 25 dirigenti si dividerà tra 126 e 166 milioni di bonus straordinario.

Peraltro la forchetta delle valutazioni è stata collegata nella parte medo bassa, dato che le stime oscillavano tra un minimo di 5 miliardi e un massimo di 9,7 miliardi, con una forte convergenza di valutazioni tra 7,5 e 8,5 miliardi. Inoltre il riposizionamento verso il segmento premium del mercato arriva grazie anche agli investimenti fatti per la notorietà del marchio cresciuta negli anni grazie alla Formula uno, ma anche al calendario. Solo il brand Pirelli, nel bilancio della società che lunedì partirà con la sua offerta di vendita, vale 2,3 miliardi.

A vendere in collocamento, saranno tutti i soci di Marco Tronchetti Provera, che resta in carica alla guida del gruppo fino al 2020, e poi parteciperà al processo per scegliere il suo successore. Per effetto della quotazione di almeno il 40% del gruppo, ChemChina scenderà dal 65 al 45%, i russi di Lti dal 12,6 al 5% e il consorzio ei banche e imprenditori italiani riuniti dentro Camfin, tra cui lo stesso Tronchetti, dal 22,4% a circa il 10%. Quindi anche se Pirelli resterà saldamente in mano a ChemChina, che ha diritto a nominare 8 consiglieri su 15 tra cui il presidente, di cui 5 operativi e 3 indipendenti, lo statuto della società prevede che per trasferire la sede o il know how tecnologico ci sia bisogno di almeno il 90% dei voti in assemblea.

Il road show che partirà lunedì 18 si concluderà nell’arco di due settimane, e poi sarà fissato il prezzo definitivo, mentre il debutto è previsto per il 4 ottobre.

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7 di 134 - 18/9/2017 15:32
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli, al via il ritorno a Piazza Affari

L'ipo a Milano sarà il 4 ottobre. Lo ha detto questa mattina Marco Tronchetti Provera, che ha parlato di un debito sotto oltre le attese e di un dividendo a partire dal 2019 al 40% dell'utile. Il prezzo definitivo sarà fissato il 29 settembre. Tronchetti Provera si ritirerà nel 2020 a 72 anni

di Elena Dal Maso

"E' un evento storico per Pirelli, va in Borsa una start up con 145 anni di vita". Così Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato e vicepresidente esecutivo del gruppo, ha introdotto questa mattina il ritorno alla quotazione della società milanese dopo un'assenza di due anni. Il debutto, ha confermato Marco Graffigna di Banca Imi, che cura il collocamento dei titoli, è fissato per il 4 ottobre, mentre il prezzo definitivo delle azioni, compreso tra 6,3 e 8,3 euro, sarà fissato il 29 settembre. Il valore di collocamento è così compreso fra 2,205 e 2,905 miliardi di euro per una capitalizzazione fra 6,3 e 8,3 miliardi di euro. Il road show parte oggi a Milano con successive tappe a Londra, nel resto d'Europa e negli Usa.

Il gruppo specializzato in pneumatici tornerà a Piazza Affari solo come società consumer (unico caso al mondo, ha sottolineato Tronchetti Provera), dopo aver migliorato il portafoglio di omologazione con le case automobilistiche auto fascia alta. La redditività è quindi cresciuta di quasi 200 milioni di euro in due anni, oltre le attese del management.

Tronchetti Provera ha parlato di un debito "ridotto più velocemente del previsto" e di un dividendo a partire dal 2019. Entro fine 2017 il rapporto debito/ebitda scenderà otto 3 volte. "Questo" ha spiegato Tronchetti", con una generazione di cassa che noi prevediamo nei prossimi anni e che ci permette di guardare al 2020 con una riduzione del debito sotto 2 volte l'ebitda senza alcuna preoccupazione, e mantenendo un livello di dividendo al 40% sull'utile netto".

Secondo i dati di Dealogic si tratta della più grande ipo del 2017 a livello europeo e della seconda a livello globale dietro a Snapchat. Si può quindi parlare dell'arrivo in borsa di una "Pirellona" (così ai tempi veniva definita la società operativa quotata, distinguendola dalla controllante "Pirellina", ossia la Pirelli & C). Lo sbarco in borsa di Pirelli segnerà anche lo scioglimento di Marco Polo, il veicolo che controllava il 100% del gruppo della Bicocca. Marco Polo cesserà dunque l'attività di "direzione e coordinamento". Attualmente i soci della holding sono i cinesi di ChemChina (65%), Camfin (22,4%) e i russi di Lti (12,6%), le cui quote però cambieranno in sede di quotazione. In particolare, è previsto che ChemChina scenda sotto la soglia del 50%.

In conferenza stampa Tronchetti Provera ha specificato che "nessuno ha manifestato voglia di vendere, né da parte dei russi né da parte di ChemChina. Nessuno ha fatto pressione per vendere anticipatamente o uscire".

Il manager ha quindi aggiunto che fra tre anni si ritirerà. "Lascerò nel 2020, c'è un nome nella busta per chi verrà dopo di me, è all'interno della mia squadra attuale". Lo ha affermato il numero uno della Pirelli Marco Tronchetti Provera, parlando della propria successione alla guida del gruppo. "C'è un nome nella busta sempre - ha detto - l'ho cambiato spesso in passato, ma ora si sta stabilizzando. La mia successione non la vedo come un tema, oggi ho 70 anni, nel 2020 ne avrò 72, sono un numero enorme".

"Io sarò sempre vicino all'azienda ma la guida le energie e la visione è necessario che spettino ad altri. Ho un team, una bella squadra che mediamente ha 50 anni, il futuro di Pirelli è in ottime mani; non sono mai riuscito a trovarne uno meglio al di fuori dei componenti della mia squadra".

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8 di 134 - 27/9/2017 14:08
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
IPO Pirelli: punti di forza e debolezza, opportunità e minacce.

Le leve distintive dell’azienda sono il suo posizionamento, in un segmento profittevole e in crescita, la sua leadership sul mercato e il marchio iconico e coinvolgente.


I PUNTI DI FORZA

Secondo la stessa Pirelli le leve distintive dell’azienda sono il suo posizionamento, in un segmento profittevole e in crescita, la sua leadership sul mercato, il marchio iconico e coinvolgente, i solidi rapporti commerciali coni produttori di veicoli di gamma alta, la capacità di innovare, l’assetto produttivo e di vendita specializzato sull’alto valore, un management esperto e una comprovata capacità di generare cassa. Nel piano al 2020 Pirelli si è basata su 4 principali leve competitive: la forza del brand, il portafoglio di prodotti sviluppati in collaborazione con le case automobilistiche più esigenti, il vantaggio tecnologico frutto di una attività di ricerca e sviluppo aperta e l’eccellenza operativa lungo tutta la filiera.

I PUNTI DI DEBOLEZZA

Pirelli individua come punti di debolezza l’uscita dal segmento standard, che potrebbe essere graduale e non discontinua, la crescita – che incorpora proiezioni caute - nei nuovi comparti Cyber Solutions e Velo e la poca visibilità sui benefici derivanti da trasformazione digitale che si è tradotta in proiezioni caute all’interno del piano.

LE OPPORTUNITÀ FUTURE

Tra le opportunità Pirelli inserisce dei vantaggi derivanti da un miglior andamento rispetto alle previsioni di alcune grandezze, come i costi delle materie prime o le dinamiche dei cambi. Poi l’azienda riporta un aumento delle richieste degli pneumatici dei segmenti specializzati e super specializzati, una ripresa del mercato brasiliano, un accelerazione dell’introduzione di auto connesse, elettriche, condivise e autonome (con conseguente aumento domanda di pneumatici ad alto contenuto tecnologico) e un incremento medio dei prezzi di mercato maggiore delle attese.

LE MINACCE

Come per le opportunità (ma con segni opposti) Pirelli inserisce innanzitutto tra le minacce svantaggi derivanti da un peggior andamento rispetto alle previsioni di alcune grandezze, come i costi delle materie prime o le dinamiche dei cambi. Poi l’azienda cita un rinnovamento del parco auto, in Europa, più lento del previsto, l’ingresso di altri competitor nel segmento degli pneumatici high value e situazioni macroeconomiche eccezionali in alcuni paesi che potrebbero alterare il tasso di sostituzione del mercato dei ricambi.


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9 di 134 - 27/9/2017 14:15
leo115 N° messaggi: 2539 - Iscritto da: 23/10/2014
1 rischio: puntare su un Ipo è sempre una scommessa non essendoci nessuno storico dei prezzi. 2 rischio: Banca e Azienda cercano di massimizzare il più possibile il valore dell'Ipo. 3 rischio: passano la pubblicità pure in televisione. 4 rischio: non importa quanto sia brava e bella l'azienda che si quota perchè prima o poi il prezzo scenderà al di sotto di quello dell'Ipo.
10 di 134 - 27/9/2017 15:53
si_9127213 N° messaggi: 618 - Iscritto da: 10/1/2008
A me sembra un buon investimento.. Ho fatto richiesta di adesione... Vedremo
11 di 134 - 28/9/2017 15:08
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Ipo Pirelli, forchetta ridotta tra 6,5 e 6,7

E' quanto ha appreso MF-Dowjones da una fonte finanziaria. Il range precedente era posto tra 6,3 e 8,3 euro per azione. Il termine dell'offerta è domani. Venerdì 29 sarà fissato il prezzo finale

di Paola Valentini


Il range di prezzo dell'Ipo di Pirelli è stato ridotto a un intervallo compreso tra 6,5 e 6,7 euro per azione. E' quanto ha appreso MF-Dowjones da una fonte finanziaria, mentre è ancora in corso il road-show nelle principali piazze internazionali. Il range precedente era posto tra 6,3 e 8,3 euro per azione. Il termine dell'offerta è domani, mentre il 29 sarà individuato il prezzo finale del collocamento.

In ogni caso, come ha scritto MF-Milano Finanza del 22 settembre, il book dell’ipo di Pirelli è già stato interamente coperto. Il ritorno alle contrattazioni dovrebbe avvenire il 4 novembre. L’ipo ha come oggetto un massimo di 350 milioni di azioni, ovvero il 35% del capitale, che però con il 5% aggiuntivo della greenshoe dovrebbe diventare il 40%. Il 90% dell’offerta sarà destinato a investitori istituzionali (in Italia e all’estero) mentre il restante 10% sarà riservato al pubblico indistinto in Italia.

In base all’andamento dell’operazione di quotazione e a seguito dello scioglimento della holding Marco Polo (che promuove l’ipo) l’azionariato della società vedrà ChemChina con una partecipazione compresa tra il 45 e il 49%, Camfin tra il 10 e il 12% circa mentre i russi di Lti saranno tra il 5 e il 6 %, ma nessuno degli azionisti ha manifestato interesse a vendere le rispettive azioni
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12 di 134 - 28/9/2017 15:23
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
Quotando: giola - Post #11 - 28/Set/2017 13:08Ipo Pirelli, forchetta ridotta tra 6,5 e 6,7

E' quanto ha appreso MF-Dowjones da una fonte finanziaria. Il range precedente era posto tra 6,3 e 8,3 euro per azione. Il termine dell'offerta è domani. Venerdì 29 sarà fissato il prezzo finale

di Paola Valentini

Il range di prezzo dell'Ipo di Pirelli è stato ridotto a un intervallo compreso tra 6,5 e 6,7 euro per azione. E' quanto ha appreso MF-Dowjones da una fonte finanziaria, mentre è ancora in corso il road-show nelle principali piazze internazionali. Il range precedente era posto tra 6,3 e 8,3 euro per azione. Il termine dell'offerta è domani, mentre il 29 sarà individuato il prezzo finale del collocamento.

In ogni caso, come ha scritto MF-Milano Finanza del 22 settembre, il book dell’ipo di Pirelli è già stato interamente coperto. Il ritorno alle contrattazioni dovrebbe avvenire il 4 novembre. L’ipo ha come oggetto un massimo di 350 milioni di azioni, ovvero il 35% del capitale, che però con il 5% aggiuntivo della greenshoe dovrebbe diventare il 40%. Il 90% dell’offerta sarà destinato a investitori istituzionali (in Italia e all’estero) mentre il restante 10% sarà riservato al pubblico indistinto in Italia.

In base all’andamento dell’operazione di quotazione e a seguito dello scioglimento della holding Marco Polo (che promuove l’ipo) l’azionariato della società vedrà ChemChina con una partecipazione compresa tra il 45 e il 49%, Camfin tra il 10 e il 12% circa mentre i russi di Lti saranno tra il 5 e il 6 %, ma nessuno degli azionisti ha manifestato interesse a vendere le rispettive azioni3f9b2ce8b8a800831c7e52a9ab15543b_med.jpg


Cinese usale coltello e tagliale a DUE E…





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14 di 134 - Modificato il 03/10/2017 18:45
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Oltre 200 istituzionali per l'ipo Pirelli

Le 365 milioni di azioni sono andate a 40 investitori italiani e 165 esteri. A 33 mila risparmiatori retail vanno 35 milioni di azioni. Prezzo a 6,5 euro. Domanda a 2,35 volte l'offerta

di Manuel Follis

Nell’ambito dell’ipo Pirelli ha assegnato 365 milioni di azioni a 205 investitori istituzionali, di cui 40 italiani e 165 esteri. In più sono state assegnate 35 milioni di azioni a 33.124 risparmiatori di cui 15.475.000 azioni sono andate a 30.465 richiedenti che hanno aderito al lotto minimo mentre 19.525.000 azioni sono andate a 2.659 richiedenti, sempre appartenenti al pubblico indistinto ma che hanno aderito al lotto minimo maggiorato. La capitalizzazione di Pirelli sarà quindi, al momento dello sbarco in borsa di mercoledì 4, di 6,5 miliardi e Marco Polo deterrà il 65% oppure il 60% in caso di totale esercizio dell’opzione greenshoe.

La domanda complessiva di 824.268.217 azioni è risultata pari a circa 2,35 volte il quantitativo massimo oggetto dell’offerta e a circa 2,1 volte includendo anche le azioni ordinarie Pirelli oggetto dell’opzione greenshoe. Nel comunicato della società guidata da Marco Tronchetti Provera si legge che «il ricavato complessivo derivante dall’offerta globale e di spettanza esclusiva dell’azionista venditore, riferito al prezzo di offerta, senza tenere conto dell’eventuale esercizio dell’opzione greenshoe, sarà pari a circa 2,275 miliardi. Tale importo potrà incrementarsi fino ad 2,6 miliardi in caso di integrale esercizio dell’opzione greenshoe riconosciuta in favore dei joint global coordinator».

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15 di 134 - 04/10/2017 14:44
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Pirelli debole in avvio. Tronchetti: azienda solida

Titolo in calo al debutto mentre il manager alla cerimonia del primo giorno di quotazione a Piazza Affari sottolinea che la volatilità dei primi giorni è un fatto normale e che l'Ipo ha attirato oltre 250 istituzionali di primo livello e 30 mila risparmiatori. Jerusalmi: da dicembre titolo nel Ftse Mib | Pirelli al debutto in borsa non premia i manager | Il video

di Paola Valentini

Dopo un avvio a -0,2% il titolo è arrivato a cedere il 3% e alle ore 9:30 tratta in calo del 2% a 6,37 euro, a fronte dei 6,5 euro del debutto. "Pirelli rientra nel mercato dove è sempre stato più forte di prima". Così Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli , alla cerimonia del primo giorno di ritorno in quotazione. "Abbiamo portato con noi oltre 250 investitori internazionali di primissimo livello e oltre 30 mila risparmiatori italiani", ha aggiunto, "è un cammino che continua: continueremo a costruire il futuro per noi e per i nostri azionisti".

E a proposito dell'avvio in calo, Tronchetti ha sottolineato: "vediamo tra qualche mese: nei primi giorni c'è sempre volatilità. Noi sappiamo che l'azienda è solida". Il manager ha poi aggiunto: "In questi anni abbiamo fatto un percorso complicato, volevamo tornare sul mercato e ci siamo riusciti con il contributo di tutti".

«Pirelli è una delle grandi eccellenze dei nostri brand, una eccellenza che ci mancava in Borsa", ha detto l'amministratore delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi, "non solo è la più grande quotazione in Italia di questo anno ma anche d'Europa. Con la revisione del nostro indice principale a partire dal mese di dicembre Pirelli sarà tra i primi 40 titoli italiani», del Ftse Mib.

Jerusalmi ha poi aggiunto che "Pirelli è importante anche per Milano, città che sta vivendo un momento di grande forma che ci auguriamo duri a lungo".

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16 di 134 - 05/10/2017 15:52
si_9127213 N° messaggi: 618 - Iscritto da: 10/1/2008
sta andando bene....peccato solo averne preso solo 500 di azioni
17 di 134 - 05/10/2017 21:26
dibbo1 N° messaggi: 2827 - Iscritto da: 08/10/2013
Lauro , da akkumulale ???
18 di 134 - 06/10/2017 14:38
sbirulino55 N° messaggi: 2792 - Iscritto da: 21/8/2015
Chi è lauro? (Laurus nobilis è alloro). In Advfn c'è anche uno chef?
19 di 134 - 07/10/2017 09:33
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
«La nuova Pirelli è molto più forte Scommette su sensori e big data»

Il ceo della Bicocca Marco Tronchetti Provera: l’italianità? È garantita dallo statuto

DI SERGIO BOCCONI

Come giudica questa prima accoglienza in Borsa?

«Positiva. Dopo la prevedibile volatilità del primo giorno il titolo ha iniziato il suo cammino normale. È stato il collocamento più importante in Europa e il secondo al mondo nel 2017. Il giudizio il mercato lo ha già dato prima della quotazione con richieste più che doppie rispetto a un’offerta pari al 40% del capitale». Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato del gruppo della Bicocca, spiega: «Oggi siamo molto più forti con una struttura industriale focalizzata su tecnologia, innovazione e leadership in un segmento hi-tech».

Nel collocamento pari a oltre 2,5 miliardi sono giunte richieste di sottoscrizione superiori a 5 miliardi e lei ha detto che vi hanno seguito 250 investitori istituzionali soprattutto internazionali e 30 mila risparmiatori: ci sono i big globali dell’asset management?

«Sì, ci sono senz’altro alcuni fra i principali investitori di lungo periodo».

Nessuno ha ancora fatto comunicazioni.

«Vedremo, ma la cosa importante è che chi ha sottoscritto intende partecipare a un percorso di creazione di valore».

Il prezzo era nella fascia bassa della forchetta.

«Noi abbiamo comunicato il range emerso dalle valutazioni delle banche che hanno seguito il collocamento. Le valutazioni sono poi sempre soggette a sconto-Ipo. Nei primi tre giorni l’intera offerta era coperta e al termine le richieste erano più che doppie rispetto ai titoli da collocare. Il prezzo di 6,5 euro è stato fissato dove si concentrava la maggiore domanda. Il consiglio ha deciso guardando al futuro, ma anche al passato. Quando siamo usciti da Piazza Affari nel 2015 il multiplo di Borsa più significativo (enterprise value/ebit, ndr) era pari a circa 9 volte, oggi siamo a 10: significa che gli investitori hanno fiducia nel futuro di Pirelli ancor più di due anni fa».

Rientro peraltro anticipato di due anni rispetto alle indicazioni. Perché?

«Abbiamo concluso più velocemente del previsto la riorganizzazione, con la separazione dalla parte industrial (pneumatici per autocarri e altro) e la focalizzazione sulla parte consumer, con una forte crescita del segmento high value, ad alta tecnologia».

Però alcuni analisti sottolineano che la Pirelli di oggi è più piccola e più indebitata.

«Direi più forte e meno legata ai cicli economici. Pirelli è da tempo concentrata sull’alto di gamma, che oggi rappresenta il 55% dei ricavi, cresciuti a un ritmo del 16% annuo negli ultimi due anni, e nel 2020 sarà al 63%. Con una redditività media del 25%, l’high value rappresenterà l’85% del risultato operativo totale al 2020 (81% nel 2016). Il debito, già ridotto grazie al recente aumento di capitale da 1,2 miliardi, sta scendendo velocemente e anche per questo abbiamo già recuperato l’investment grade che ci ha permesso di rifinanziare l’azienda per i prossimi anni a un tasso molto conveniente. Dal punto di vista industriale, commerciale e organizzativo, oggi Pirelli sta cambiando pelle grazie a un uso sempre più pervasivo delle tecnologie digitali».

Può precisare?

«Parlando di prodotti e tecnologie, Pirelli è la prima azienda al mondo del settore ad applicare all’interno di un pneumatico vettura un sistema che include sensori. È riuscita a far “parlare” il pneumatico. È un passaggio storico, frutto di oltre 15 anni di lavoro di un team di ricerca Pirelli».

Che cosa comporterà?

«”Connesso”, così si chiama il prodotto presentato a Ginevra e che sarà lanciato a breve negli Usa, contribuirà alla sicurezza e allo sviluppo delle nuove vetture: il pneumatico, unico punto di contatto fra vettura e terreno, sarà connesso da subito a un’applicazione su smartphone e in futuro all’elettronica di bordo. Non solo trasmetterà informazioni all’auto e a chi guida, ma in una seconda fase, a cui stiamo già lavorando, consentirà la condivisione di informazioni con la rete di vendita e le case costruttrici di auto. Non è difficile immaginare cosa ciò potrà rappresentare nel futuro dell’auto che “guida da sola”. Ma restiamo alla vettura del 2020. Partecipiamo a 1.200 nuovi progetti di fornitura di pneumatici per auto nuove: già oggi il 30% di tali progetti riguarda elettriche o ibride...».

Alcuni hanno rilevato società di big data. Voi?

«Abbiamo sviluppato la struttura all’interno. E stiamo cambiando i processi decisionali. La disponibilità di informazioni aumenta la visibilità sul futuro, migliora progettualità e servizio al cliente».

Nel 2020 scadranno i patti con ChemChina che garantiscono fra l’altro la guida italiana del gruppo. E lei lascerà indicando un successore. Cosa pensa avverrà dopo?

«L’“italianità” di Pirelli è garantita dallo statuto, che “sopravvive” ai patti: è la Costituzione a cui ogni azionista deve adeguarsi. Lo statuto prevede che per portare la sede fuori Milano o trasferire le tecnologie a terzi deve essere favorevole il 90% degli azionisti, caso forse unico al mondo. Inoltre prevede l’impegno ad aderire alle best practice internazionali di governance. Gli azionisti cinesi (scesi con l’Ipo dal 65% al 45%) hanno condiviso con noi l’inserimento delle tutele per italianità e minoranze. Pirelli è anche per loro un fiore all’occhiello ed è la prima grande operazione sul mercato equity da parte di una società di Stato cinese, avvenuta con un collocamento di grande visibilità internazionale».

Resteranno?

«Loro, come gli azionisti italiani, sono impegnati a non vendere azioni almeno per un anno, ma lo considerano un investimento strategico e sono per natura e sistema investitori di lungo periodo».

E lei cosa farà?

«Io lascerò la guida indicando un successore. La scelta, che coinvolgerà il comitato nomine, terrà conto della competenza, ma anche, e molto, della capacità di esercitare una leadership riconosciuta».

In teoria la scelta potrebbe ricadere su suo figlio Giovanni, che oggi si occupa della parte Prestige?

«Giovanni è appassionato all’azienda e lavora con impegno da anni. È giovane e, com’è naturale, non ha l’esperienza necessaria per assumere tali responsabilità».

Da imprenditore globale, come vede il mondo globale?

«Caratterizzato da una stabile instabilità. Protezionismo, separatismi, tensioni, populismi, scenari bellici: tutto è esasperato ma tutto ha bisogno di non collassare. Spesso sembra ci si avvicini al punto di non ritorno, ma poi si trovano sempre gli equilibri perché nulla di irreparabile avvenga. Perderebbero tutti».


5dezv
http://www.corriere.it/
20 di 134 - 19/10/2017 19:21
GIOLA N° messaggi: 29803 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #19 - 07/Ott/2017 07:33«La nuova Pirelli è molto più forte Scommette su sensori e big data»

Il ceo della Bicocca Marco Tronchetti Provera: l’italianità? È garantita dallo statuto

DI SERGIO BOCCONI

Come giudica questa prima accoglienza in Borsa?

«Positiva. Dopo la prevedibile volatilità del primo giorno il titolo ha iniziato il suo cammino normale. È stato il collocamento più importante in Europa e il secondo al mondo nel 2017. Il giudizio il mercato lo ha già dato prima della quotazione con richieste più che doppie rispetto a un’offerta pari al 40% del capitale». Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato del gruppo della Bicocca, spiega: «Oggi siamo molto più forti con una struttura industriale focalizzata su tecnologia, innovazione e leadership in un segmento hi-tech».

Nel collocamento pari a oltre 2,5 miliardi sono giunte richieste di sottoscrizione superiori a 5 miliardi e lei ha detto che vi hanno seguito 250 investitori istituzionali soprattutto internazionali e 30 mila risparmiatori: ci sono i big globali dell’asset management?

«Sì, ci sono senz’altro alcuni fra i principali investitori di lungo periodo».

Nessuno ha ancora fatto comunicazioni.

«Vedremo, ma la cosa importante è che chi ha sottoscritto intende partecipare a un percorso di creazione di valore».

Il prezzo era nella fascia bassa della forchetta.

«Noi abbiamo comunicato il range emerso dalle valutazioni delle banche che hanno seguito il collocamento. Le valutazioni sono poi sempre soggette a sconto-Ipo. Nei primi tre giorni l’intera offerta era coperta e al termine le richieste erano più che doppie rispetto ai titoli da collocare. Il prezzo di 6,5 euro è stato fissato dove si concentrava la maggiore domanda. Il consiglio ha deciso guardando al futuro, ma anche al passato. Quando siamo usciti da Piazza Affari nel 2015 il multiplo di Borsa più significativo (enterprise value/ebit, ndr) era pari a circa 9 volte, oggi siamo a 10: significa che gli investitori hanno fiducia nel futuro di Pirelli ancor più di due anni fa».

Rientro peraltro anticipato di due anni rispetto alle indicazioni. Perché?

«Abbiamo concluso più velocemente del previsto la riorganizzazione, con la separazione dalla parte industrial (pneumatici per autocarri e altro) e la focalizzazione sulla parte consumer, con una forte crescita del segmento high value, ad alta tecnologia».

Però alcuni analisti sottolineano che la Pirelli di oggi è più piccola e più indebitata.

«Direi più forte e meno legata ai cicli economici. Pirelli è da tempo concentrata sull’alto di gamma, che oggi rappresenta il 55% dei ricavi, cresciuti a un ritmo del 16% annuo negli ultimi due anni, e nel 2020 sarà al 63%. Con una redditività media del 25%, l’high value rappresenterà l’85% del risultato operativo totale al 2020 (81% nel 2016). Il debito, già ridotto grazie al recente aumento di capitale da 1,2 miliardi, sta scendendo velocemente e anche per questo abbiamo già recuperato l’investment grade che ci ha permesso di rifinanziare l’azienda per i prossimi anni a un tasso molto conveniente. Dal punto di vista industriale, commerciale e organizzativo, oggi Pirelli sta cambiando pelle grazie a un uso sempre più pervasivo delle tecnologie digitali».

Può precisare?

«Parlando di prodotti e tecnologie, Pirelli è la prima azienda al mondo del settore ad applicare all’interno di un pneumatico vettura un sistema che include sensori. È riuscita a far “parlare” il pneumatico. È un passaggio storico, frutto di oltre 15 anni di lavoro di un team di ricerca Pirelli».

Che cosa comporterà?

«”Connesso”, così si chiama il prodotto presentato a Ginevra e che sarà lanciato a breve negli Usa, contribuirà alla sicurezza e allo sviluppo delle nuove vetture: il pneumatico, unico punto di contatto fra vettura e terreno, sarà connesso da subito a un’applicazione su smartphone e in futuro all’elettronica di bordo. Non solo trasmetterà informazioni all’auto e a chi guida, ma in una seconda fase, a cui stiamo già lavorando, consentirà la condivisione di informazioni con la rete di vendita e le case costruttrici di auto. Non è difficile immaginare cosa ciò potrà rappresentare nel futuro dell’auto che “guida da sola”. Ma restiamo alla vettura del 2020. Partecipiamo a 1.200 nuovi progetti di fornitura di pneumatici per auto nuove: già oggi il 30% di tali progetti riguarda elettriche o ibride...».

Alcuni hanno rilevato società di big data. Voi?

«Abbiamo sviluppato la struttura all’interno. E stiamo cambiando i processi decisionali. La disponibilità di informazioni aumenta la visibilità sul futuro, migliora progettualità e servizio al cliente».

Nel 2020 scadranno i patti con ChemChina che garantiscono fra l’altro la guida italiana del gruppo. E lei lascerà indicando un successore. Cosa pensa avverrà dopo?

«L’“italianità” di Pirelli è garantita dallo statuto, che “sopravvive” ai patti: è la Costituzione a cui ogni azionista deve adeguarsi. Lo statuto prevede che per portare la sede fuori Milano o trasferire le tecnologie a terzi deve essere favorevole il 90% degli azionisti, caso forse unico al mondo. Inoltre prevede l’impegno ad aderire alle best practice internazionali di governance. Gli azionisti cinesi (scesi con l’Ipo dal 65% al 45%) hanno condiviso con noi l’inserimento delle tutele per italianità e minoranze. Pirelli è anche per loro un fiore all’occhiello ed è la prima grande operazione sul mercato equity da parte di una società di Stato cinese, avvenuta con un collocamento di grande visibilità internazionale».

Resteranno?

«Loro, come gli azionisti italiani, sono impegnati a non vendere azioni almeno per un anno, ma lo considerano un investimento strategico e sono per natura e sistema investitori di lungo periodo».

E lei cosa farà?

«Io lascerò la guida indicando un successore. La scelta, che coinvolgerà il comitato nomine, terrà conto della competenza, ma anche, e molto, della capacità di esercitare una leadership riconosciuta».

In teoria la scelta potrebbe ricadere su suo figlio Giovanni, che oggi si occupa della parte Prestige?

«Giovanni è appassionato all’azienda e lavora con impegno da anni. È giovane e, com’è naturale, non ha l’esperienza necessaria per assumere tali responsabilità».

Da imprenditore globale, come vede il mondo globale?

«Caratterizzato da una stabile instabilità. Protezionismo, separatismi, tensioni, populismi, scenari bellici: tutto è esasperato ma tutto ha bisogno di non collassare. Spesso sembra ci si avvicini al punto di non ritorno, ma poi si trovano sempre gli equilibri perché nulla di irreparabile avvenga. Perderebbero tutti».

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