Equita: Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca best pick del settore
Il nuovo target: -67 mld di Npe delle banche italiane sembra raggiungibile alla luce dell'andamento dei nuovi flussi di non performing loans e dei recuperi. Solo per Carige e Bper Equita si aspetta una leggera accelerazione nelle vendite rispetto ai target. Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca beneficiano più della media del miglioramento della percezione di rischio
di Francesca Gerosa
Il quarto trimestre 2017 ha fornito indicazioni incoraggianti sul de-risking delle banche italiane, a detta degli analisti di Equita . Gli istituto di credito hanno, infatti, migliorato i rispettivi piani con obiettivi a livello di Npe ratio 2019-2021 inferiori al 10% dal 13,5% precedente, sfruttando l'effetto del nuovo principio contabile Ifr9 Fta. Si tratta di un percorso coerente con lo scenario della sim che prevede un rischio regolamentare gestibile con la riduzione in due fasi dell'Npe ratio e la convergenza nel lungo periodo (2022-2023) verso la media europea del 5%.
Al 2019-2021 è prevista la riduzione di 67 miliardi nello stock di Npe (-36%), un obiettivo superiore di 15 miliardi rispetto al target precedente. Tutte le banche hanno un obiettivo di circa il 10% o inferiore. "I nuovi target ci sembrano raggiungibili alla luce dell'andamento dei nuovi flussi di non performing loans e dei recuperi. In base alle nostre stime, la riduzione farà leva su 40 miliardi di cessioni di Npl che garantiscono un certo margine di sicurezza rispetto all'andamento dei recuperi/incassi e della nuova generazione di Npl con un default rate medio dell'1,3%.
Solo in alcuni casi limitati, ovvero per Banca Carige e Bper Banca , gli analisti di Equita si aspettano una leggera accelerazione nelle vendite rispetto ai target. Quanto all'impatto del nuovo principio contabile Ifrs9, che chiede dal 2018 alle banche accantonamenti basati sulle perdite attese e non più soltanto quelle registrate, è superiore al previsto (-100bps rispetto a -17bps) perché, aggiungono alla sim, sconta l'effetto delle cessioni di Npl. In versione fully phased, il Cet1 2018 di settore scende di 100bps al 12,3%.
Non solo. Nel quarto trimestre 2017 lo stock di Npe ha registrato la terza maggior riduzione (-5 miliardi trimestre su trimestre) dal 2008, "a conferma di un percorso virtuoso che dovrebbe proseguire nei prossimi anni", sottolineano gli esperti di Equita , ricordando che nel 2017 le banche hanno aumentato la sensitivity al rialzo dei tassi da +2,4 miliardi (+9% del margine di interesse) ad almeno 3,3 miliardi (+12%) con un impatto di +22% sugli utili 2019. Unicredit (-1,38% a 17,32 euro al momento in borsa), Banco Bpm (-0,29% a 3,06 euro) e Mediobanca (-0,36% a 9,83 euro) restano le best pick di Equita perché dovrebbero beneficiare più della media del miglioramento della percezione di rischio.
https://www.milanofinanza.it/
22 di 537-Modificato il 25/2/2018 13:580
GIOLA
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La previsione di Unicredit
Stando a quanto pronosticato dagli esperti di Unicredit le borse europee hanno ancora spazio per correre e riuscire a recuperare, proprio come hanno fatto quelle di Wall Street dopo la prima fiammata al ribasso delle scorse sedute. La volatilità è indubbiamente tornata, soprattutto vedendo l'andamento del Vix a inizio febbraio, ma volatilità è anche sinonimo di un'occasione per riuscire a vedere il ritorno del rally su settori specifico come finanziari, chimici e industriali. La conferma arriva da Christian Stocker, equity strategist di Unicredit bank che vota un giudizio overweight per i tre protagonisti sopra citati.
Statisticamente, continua l'analista, negli ultimi 28 anni dopo ogni scatto della volatilità a Wall Street c'è stato un ritorno del rally con una statistica che vuole, su 30 balzi del Vix, 24 performance positive, nate immediatamente dopo e durata per i 3 mesi successivi. Per l'Europa la musica non cambia: per il Msci si sono registrati, sullo stesso lasso di tempo, 23 performace positive. A favorire i sonni tranquilli degli investitori anche la presenza di un'economia generalmente in buona salute e in ripresa sia sui Paesi emergenti che sul Vecchio Continente.
23 di 537-25/3/2018 12:010
GIOLA
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Ubs promuove Unicredit a Buy e alza il target price
In un report la banca d'affari sottolinea che il prezzo attuale è un affare
Ubs in un report ha alzato raccomandazione e prezzo obiettivo di Unicredit, sottolineando come il prezzo attuale sia a buon mercato e offra pertanto "un'opportunità d'ingresso allettante".
Più in dettaglio la banca svizzera ha alzato la raccomandazione su Unicredit da Neutral a Buy portando il target price da 16,90 a 20,30 euro. L'attuale debolezza del settore offre un'opportunità di ingresso allettante nelle azioni di Unicredit, scrive fra l'altro l'analista Ignacio Cerezo. Ubs in questo senso sottolinea il "profilo difensivo di Unicredit in termini di utili e capitale".
A Piazza Affari Unicredit ha segnato venerdì nel finale +0,67% a 16,89 euro, contro il -0,5% del Ftse Mib.
http://www.finanzareport.it
24 di 537-26/3/2018 16:490
GIOLA
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25 di 537-26/3/2018 17:420
sandocan1
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Iscritto da: 19/11/2016
Intanto disastroooooo.....
26 di 537-26/3/2018 17:430
sandocan1
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Iscritto da: 19/11/2016
2calzini
N° messaggi: 4174 -
Iscritto da: 23/7/2011
46133 di 46133 - Modificato il 28/5/2018 16:51 Inserisci un articolo in questa discussione Quota 0 0 0 Modifica
Livello 6 2calzini N° messaggi: 3965 - Iscritto da: 23/7/2011
Quotando: giola - Post #46116 - 28/Mag/2018 12:50FTSE MIB...FALL...https://giolanalisys.blogspot.com/2018/05/ftse-mibfall-gelb-ovvero-piano.html
Cara Giola apprezzo da sempre il tuo impegno e le tue analisi, ma questa volta ti condraddico perché non ce nessuna incertezza, si percepisce chiaramente di essere in mano ai francogermanici e ringrazia chi al tempo della costituzione europea ha per noi firmato la carta di sottomissione alla costituzione della UE ed ai suoi relativi principi.
sandocan1
N° messaggi: 5864 -
Iscritto da: 19/11/2016
Peccato, oggi stava a +2%
31 di 537-18/11/2018 11:120
GIOLA
N° messaggi: 29803 -
Iscritto da: 03/9/2014
ATTENZIONE ALLA TENUTA DEL SUPPORTO POSTO IN AREA 10,95 €. IN CASO DI ROTTURA 10 € PRIMO TARGET!
32 di 537-19/11/2018 15:380
sandocan1
N° messaggi: 5864 -
Iscritto da: 19/11/2016
Quasi spazzatura.....
33 di 537-19/11/2018 18:270
sandocan1
N° messaggi: 5864 -
Iscritto da: 19/11/2016
10 nel mirino....speriamo bastino
34 di 537-19/11/2018 18:410
rampani
N° messaggi: 72895 -
Iscritto da: 03/9/2007
…
35 di 537-23/11/2018 09:290
24ANDRE
N° messaggi: 2922 -
Iscritto da: 25/11/2010
Scusate colleghi, ma MUSTIER ha già comprato il MILIONE di pezzi??
36 di 537-24/11/2018 08:520
rampani
N° messaggi: 72895 -
Iscritto da: 03/9/2007
…
37 di 537-25/11/2018 14:270
GIOLA
N° messaggi: 29803 -
Iscritto da: 03/9/2014
Ecco come la Francia sbava per Assicurazioni Generali e Unicredit
Che cosa succederà in Assicurazioni Generali e Unicredit? L’intervento di Mitt Dolcino
E’ ormai chiaro a tutti che questa Europa asimmetrica scricchiola: per inciso, ci sono 6 mesi di tempo per correggere la manovra finanziaria del governo italiano, post bocciatura di Bruxelles. Ossia il verdetto finale Eu sarà attorno al 20 maggio 2019.
Considerando che tre giorni dopo ci saranno le elezioni Europee (23 maggio 2019) possiamo stare certi che il castello di carte attuale verrà comunque sparigliato: se Bruxelles vorrà imporre misure lacrime e sangue all’Italia il risultato delle urne sarà scontato, una catastrofe per gli europeisti (i gialloverdi saranno affiancati dai votanti euroscettici francesi di Marine Le Pen e dai tedeschi di AfD, oltre ai sovranisti di mezza Europa).
Anche in tale contesto vanno lette due recenti notizie piuttosto rilevanti: Unicredit ed Assicurazioni Generali, guidati da due amministratori delegati francesi, stanno tentando di “trasferire” valore fuori dall’Italia. E’ questo il timore di molti in Italia. Sarà vero? Si realizzerà davvero?
Il metodo è sofisticato: da una parte Assicurazioni Generali da due-tre anni, con Philippe Donnet alla testa, sta vendendo attività fuori dall’Italia reinvestendo poco o nulla dei proventi delle alienazioni.
Oggi Generali stima in 10 miliardi la liquidità nel periodo del piano che invece di essere re-impiegata in attività reali a basso rischio – come da tradizione triestina – verrà in gran parte liquidata agli azionisti, come annunciato nel piano triennale presentato negli scorsi giorni. Della serie, ancora qualche anno di cura Donnet, l’ad francese di Generali, ed il Leone di Trieste rischia di ridursi a un gattino, avendo alienato un bel po’ del suo portafoglio all’estero anche se nel piano triennale si garantisce che si crescerà specie in Asia.
Dall’altra parte c’è Unicredit dove il legionario Jean-Pierre Mustier, il capo azienda del gruppo di di piazza Cordusio, sta oggi valutando i consigli interessati di qualche banchiere d’affari vicino alla Francia di separare la banca in due tronconi: la parte straniera scorporata da quella italiana, con due quotazioni di titoli differenti in borsa.
Per non parlare degli svariati tentativi degli scorsi mesi ed anni (per ora falliti o accantonati) di “fondere” Unicredit con, guarda caso, Société Générale, la banca francese da dove proviene lo stesso Mustier; e dove oggi siede nel cda l’ex membro del consiglio della Bce, l’italiano Lorenzo Bini Smaghi.
E’ palese, dunque, l’attivismo parigino sugli interessi italiani, di fatto drenando ricchezza all’estero a favore di soggetti stranieri, soprattutto in direzione Francia.
Viene da dire, in tutto questo scempio, cosa sta facendo il governo? Non ci vorrebbe molto – secondo la mia opinione – ad allineare gli interessi dei vari azionisti italiani di Generali ed Unicredit con l’entrata nell’azionariato dei due ex giganti da parte di Cassa Depositi e Prestiti; oltre tutto a prezzi di realizzo, dopo i crolli di borsa delle ultime settimane.
Per non perdere il Nord, occorre sempre ricordare la saggezza dei grandi: Enrico Cuccia prestò sempre molta attenzione all’italianità di Unicredit e soprattutto di Generali.
Considerazione finale, personale: un paese che non riesce a mantenere l’Italianità di colossi come Assicurazioni Generali ed Unicredit è un Paese finito.
Il nuovo target: -67 mld di Npe delle banche italiane sembra raggiungibile alla luce dell'andamento dei nuovi flussi di non performing loans e dei recuperi. Solo per Carige e Bper Equita si aspetta una leggera accelerazione nelle vendite rispetto ai target. Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca beneficiano più della media del miglioramento della percezione di rischio
di Francesca Gerosa
Il quarto trimestre 2017 ha fornito indicazioni incoraggianti sul de-risking delle banche italiane, a detta degli analisti di Equita . Gli istituto di credito hanno, infatti, migliorato i rispettivi piani con obiettivi a livello di Npe ratio 2019-2021 inferiori al 10% dal 13,5% precedente, sfruttando l'effetto del nuovo principio contabile Ifr9 Fta. Si tratta di un percorso coerente con lo scenario della sim che prevede un rischio regolamentare gestibile con la riduzione in due fasi dell'Npe ratio e la convergenza nel lungo periodo (2022-2023) verso la media europea del 5%.
Al 2019-2021 è prevista la riduzione di 67 miliardi nello stock di Npe (-36%), un obiettivo superiore di 15 miliardi rispetto al target precedente. Tutte le banche hanno un obiettivo di circa il 10% o inferiore. "I nuovi target ci sembrano raggiungibili alla luce dell'andamento dei nuovi flussi di non performing loans e dei recuperi. In base alle nostre stime, la riduzione farà leva su 40 miliardi di cessioni di Npl che garantiscono un certo margine di sicurezza rispetto all'andamento dei recuperi/incassi e della nuova generazione di Npl con un default rate medio dell'1,3%.
Solo in alcuni casi limitati, ovvero per Banca Carige e Bper Banca , gli analisti di Equita si aspettano una leggera accelerazione nelle vendite rispetto ai target. Quanto all'impatto del nuovo principio contabile Ifrs9, che chiede dal 2018 alle banche accantonamenti basati sulle perdite attese e non più soltanto quelle registrate, è superiore al previsto (-100bps rispetto a -17bps) perché, aggiungono alla sim, sconta l'effetto delle cessioni di Npl. In versione fully phased, il Cet1 2018 di settore scende di 100bps al 12,3%.
Non solo. Nel quarto trimestre 2017 lo stock di Npe ha registrato la terza maggior riduzione (-5 miliardi trimestre su trimestre) dal 2008, "a conferma di un percorso virtuoso che dovrebbe proseguire nei prossimi anni", sottolineano gli esperti di Equita , ricordando che nel 2017 le banche hanno aumentato la sensitivity al rialzo dei tassi da +2,4 miliardi (+9% del margine di interesse) ad almeno 3,3 miliardi (+12%) con un impatto di +22% sugli utili 2019. Unicredit (-1,38% a 17,32 euro al momento in borsa), Banco Bpm (-0,29% a 3,06 euro) e Mediobanca (-0,36% a 9,83 euro) restano le best pick di Equita perché dovrebbero beneficiare più della media del miglioramento della percezione di rischio.
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