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I cinesi mettono al sicuro i capitali all’estero per un valore totale di 254 miliardi di dollari -

Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal i residenti cinesi avrebbero aggirato gli stretti controlli burocratici portando all’estero il denaro per mettersi al riparo dalle incertezze economiche - Autore: Annalisa Lospinuso, ADVFN Italia News - 23/10/2024

Fuga di capitali da 254 miliardi di dollari dalla Cina. Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal i residenti cinesi avrebbero aggirato gli stretti controlli burocratici portando all’estero miliardi di dollari per mettersi al riparo dalle incertezze economiche e dalla crisi del mercato immobiliare.

CONTROLLI BUROCRATICI

Come sottolinea il WSJ, trasferire capitali fuori dalla Cina è difficile in quanto il paese impone rigidi controlli che limitano gli acquisti individuali di valuta estera a 50mila dollari l’anno. I trasgressori possono ricevere multe salate e persino condanne in carcere se infrangono la legge.

LA PRECEDENTE CRISI IMMOBILIARE

Negli ultimi anni, però, si sarebbe verificato un deflusso di capitali maggiore di quello che si è verificato tra il 2015 e il 2016, quando c’è stata la precedente crisi immobiliare. Tuttavia, la fuga di denaro è minore rispetto a quella di un decennio fa se rapportata all’attuale dimensione dell’economia cinese. Una parte del denaro mancante probabilmente comprende i proventi delle esportazioni nascosti all’estero per sfruttare i tassi di deposito più elevati e le opportunità di investimento in altri Paesi.

SCARSA FIDUCIA NELL’ECONOMIA CINESE

Come sottolineato dal quotidiano, la tendenza è preoccupante per i decisori politici cinesi in quanto aumenta la pressione sulla valuta in un momento in cui i funzionari sono concentrati sulla sua gestione rigorosa. Soprattutto è una chiara dimostrazione della scarsa fiducia nel futuro economico della Cina.

I METODI UTILIZZATI

Tra i metodi utilizzati per aggirare le restrizioni governative, ci sarebbe anche il trasporto di hard disk di computer carichi di criptovalute in altre giurisdizioni per convertirli in denaro contante.