Secondo uno studio di The European House - Ambrosetti una revisione della durata delle concessioni idroelettriche permetterebbe agli operatori di investire in Italia 9 mld di euro aggiuntivi rispetto ad oggi. Gli investimenti addizionali permetterebbero di generare altri 26,5 mld sul territorio attraverso gli effetti indiretti e indotti, con ricadute positive anche per le casse dello Stato.

E' quanto emerso dall'evento che si è tenuto presso il Centro Studi Americani, durante il quale è stato presentato il Rapporto "Le concessioni idroelettriche in Italia: incertezze e opportunità per il rilancio del Paese". L'idroelettrico, informa una nota, gioca un ruolo strategico per la transizione e sicurezza energetica del Paese, rappresentando la 1a fonte rinnovabile per la generazione elettrica in Italia (40,7% vs. 21,3% del solare e 16,0% dell'eolico). L'idroelettrico assume ancora più rilevanza alla luce dell'attuale crisi energetica, rendendo il sistema più sicuro, resiliente e sostenibile.

Infatti, è in grado di offrire flessibilità al sistema energetico,

permettendo l'accumulo di energia e garantendo la stabilizzazione della rete elettrica, oltre a trarre le sue fonti a livello locale e territoriale. Inoltre, L'idroelettrico è anche la tecnologia energetica con la più bassa carbon intensity nella generazione elettrica (assieme all'eolico).

"L'attuale crisi energetica ci pone di fronte a un bivio: iniziare a investire nelle risorse strategiche presenti sul nostro territorio o continuare a essere pericolosamente esposti agli shock esogeni che impattano sul mercato dell'energia. Ripensare il quadro normativo italiano relativo alle concessioni idroelettriche rappresenterebbe un primo (ma fondamentale) passo verso una maggiore sicurezza e resilienza del nostro settore energetico, con investimenti addizionali immediatamente attivabili pari a 9 mld di euro (ed effetti a cascata fino a 26,5 mld) che potrebbero essere rilasciati con ricadute positive per i territori e le famiglie italiane. Bisogna agire con tempestività

e sbloccare gli investimenti. Non possiamo permetterci di perdere questa storica opportunità", ha dichiarato Valerio De Molli, managing partner & Ceo The European House - Ambrosetti.

Più del 70% degli impianti idroelettrici in Italia ha più di 40 anni e l'86% delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche è già scaduto o scadrà entro il 2029. Diventa, quindi, prioritario affrontare le criticità dell'attuale quadro normativo italiano e sbloccare gli investimenti, affinché l'idroelettrico possa giocare il ruolo centrale che gli spetta per la transizione energetica e la messa in sicurezza dei territori italiani, sia in termini di sicurezza di approvvigionamento energetico sia per l'assetto idrogeologico.

"In un contesto come quello attuale lo sviluppo delle rinnovabili non è più solo auspicabile ma necessario per contribuire a raggiungere l'autosufficienza energetica del nostro Paese e affrancarsi dalla dipendenza del gas estero - ha commentato Renato Mazzoncini, ad di A2A -. L'idroelettrico è un settore strategico ed è gestito largamente da imprese italiane. Gli investimenti dei gestori a beneficio di questa importante risorsa potrebbero essere favoriti da una normativa chiara ed omogenea, che preveda un'estensione della concessione a fronte di investimenti a favore dei territori che ospitano gli impianti, e la riassegnazione mediante gara in assenza di miglioramenti per gli asset da parte degli operatori uscenti".

"Da più di un secolo investiamo, costruiamo e operiamo impianti idroelettrici - ha dichiarato Nicola Monti, ad di Edison -. Abbiamo competenze di eccellenza in questo settore e con la nostra attività generiamo valore tangibile sul territorio. Un valore che potrebbe crescere ulteriormente con l'introduzione di adeguati meccanismi di estensione delle concessioni che permetterebbero piani straordinari di

investimento sugli impianti favorendo le filiere industriali italiane dell'idroelettrico e contribuendo alla transizione energetica del Paese".

"Per valorizzare il ruolo strategico dell'idroelettrico in Italia è necessario, a livello europeo, garantire un'equità di trattamento tra gli operatori degli Stati membri e una maggiore omogeneità della normativa, mentre a livello nazionale è prioritario creare le condizioni per una maggiore certezza per gli operatori sul ritorno dell'investimento.

Serve una strategia che assicuri una rideterminazione della durata della concessione a fronte di investimenti per rafforzare ulteriormente il ruolo dell'idroelettrico", ha affermato Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel.

gug

 

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April 20, 2022 09:31 ET (13:31 GMT)

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