Sale il livello d'allarme per la siccità che sta colpendo l'Italia. Il ministro Stefano Patuanelli apre all'introduzione graduale dell'obbligo assicurativo per il settore agricolo, mentre le Regioni chiedono misure straordinarie. Proprio ieri il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha firmato lo stato di calamità naturale, in vigore fino al 30 novembre prossimo. La regione è effettivamente tra le più colpite dall'emergenza idrica, come conferma a MF-Milano Finanza Giovanni Papaleo, chief operating officer di Acea, la multiutility controllata dal Comune di Roma.«Nel Lazio si è registrata una carenza di precipitazioni ancora più grave di quella del 2017», osserva Papaleo. «Tuttavia a Roma la scarsità di pioggia non produce l'emergenza e i rischi di limitazioni della fornitura che invece si verificano in altre parti del territorio italiano e questo per effetto soprattutto degli importanti interventi di efficientamento delle reti che abbiamo messo a punto negli ultimi anni. Non si può pensare solo di fronteggiare le emergenze idriche, occorre prevenirle e mitigarne i rischi.

Domanda. Quindi che estate dobbiamo aspettarci?

Risposta. Il 2022 sta riflettendo in pieno lo stravolgimento del clima, riconducibile anche alle emissioni di CO2. Dopo un inverno in cui sono mancate le precipitazioni, soprattutto nevose, e una primavera dalle temperature estreme ci aspetta un'estate segnata da piogge scarse o concentrate, che comunque non potranno compensare la carenza di questi mesi.

D. Come vi siete mossi?

R. Acea ha sviluppato un sistema innovativo di gestione della risorsa idrica, il Waidy Management System, che si avvale delle moderne tecnologie digitali ed è finalizzato da un lato alla previsione a breve e a lungo termine della disponibilità delle fonti e dall'altro al controllo in tempo reale della rete idrica, suddivisa in distretti che consentono il monitoraggio continuo del bilancio idrico e quindi l'individuazione delle perdite e l'ottimizzazione delle pressioni. In parallelo abbiamo adottato un tasso di rifacimento delle reti di distribuzione intorno al 2%, secondo le migliori regole internazionali, contro una media italiana che non raggiunge lo 0,5%. Infine, abbiamo un programma pluriennale di rifacimento degli acquedotti, interconnessione tra le fonti e incremento degli accumuli. Acea investe nel sistema idrico integrato 100 euro per abitante l'anno, contro una media italiana inferiore a 50 euro.

D. Avete ridotto la dispersione sulla rete, problema che affligge molte società di gestione dei servizi idrici.

R. Ci siamo concentrati su digitalizzazione, distrettualizzazione della rete, ricerca delle perdite occulte, risanamento delle condotte. Abbiamo costituito un team di ingegneri idraulici, geologi e idrogeologi. Il tutto adottando modalità di lavoro innovative improntate alla metodologia agile. Questo ci ha permesso di essere il primo operatore italiano nella riduzione delle perdite nelle annualità 2018 e 2019, così come riconosciuto recentemente dall'Arera. Dal 2017 al 2021 Acea Ato 2 ha investito oltre 770 milioni di euro sulla rete infrastrutturale di Roma. Nel quadriennio 2020-2024 il valore degli investimenti è di ben 2,2 miliardi di euro, dedicati al comparto idrico e a grandi opere strategiche.

D. Ci sono anche piani legati agli investimenti previsti per il Pnrr?

R. Abbiamo una pianificazione di investimenti importante, in fase di aggiornamento secondo la regolazione dell' Arera, che traguarderà i 2,2 miliardi di euro al 2024. Gli investimenti del Pnrr potranno contribuire all'aumento della resilienza del sistema acquedottistico nazionale, ma le risorse finanziarie stanziate per tutta l'Italia dovrebbero essere maggiori, visto che ad oggi ammontano a 2 miliardi per i sistemi di approvvigionamento idrico e a 900 milioni per l'efficienza delle reti. Acea sta partecipando ai bandi del Pnrr a integrazione del piano di investimenti, che rimane la leva principale per attuare una gestione sostenibile della risorsa.

red

MF-DJ NEWS

2308:26 giu 2022

 

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June 23, 2022 02:27 ET (06:27 GMT)

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