Orcel: recessione sarà breve, Italia sta meglio di altri (Mi.Fi.)
31 Ottobre 2022 - 08:42AM
MF Dow Jones (Italiano)
Lo scorso giugno all'Eliseo si è tenuta una riunione di cui i
giornali non hanno dato conto. E non perché fosse irrilevante, ma
perché era pressoché segreta. Il presidente della Repubblica,
Emmanuel Macron, appena rieletto, ha incaricato il suo capo di
gabinetto Patrick Strzoda di mettere attorno ad un grande tavolo le
quaranta principali aziende europee che investivano in Francia.
Missione: spiegare quali priorità avrebbe avuto il secondo mandato
del giovane capo di Stato. Per l'Italia, era presente solo
Atlantia, in virtù dei suoi importanti affari nel paese transalpino
e questa è un'altra notizia, visto che se facesse la stessa cosa la
premier Giorgia Meloni avrebbe sicuramente attorno al medesimo
tavolo a palazzo Chigi aziende come Vivendi, Bnp Paribas, Euronext,
Lactalis, e gente come Vincent Bollorè e Arnaud de Puyfontaine, per
citare solo le principali imprese e due manager di spicco che la
Penisola la conoscono come un taschino del loro vestito di
sartoria.
Strzoda ha illustrato con una serie di slides le aree di
intervento del governo francese in ordine di importanza: energia,
trasporti e agro alimentare, mentre ha definito non prioritaria la
riforma delle pensioni, scrive il direttore Roberto Sommella su
"Milano Finanza". E quest'ultima è una terza notizia, per i
francesi e per i loro sindacati. Non a caso, Parigi si è mossa di
conseguenza, nazionalizzando Edf in virtù della necessità di
rafforzare la sua indipendenza energetica a causa della guerra in
Ucraina, muovendosi per blindare la sua quota in Eurotunnel, e
preparando nuovi stringenti paletti alla politica agricola
comune.
Ma se la Francia fa programmazione, perché il nostro Paese non
la copia almeno in questo, visto che ci ha firmato pure un Trattato
del Quirinale? La domanda sorge spontanea a chi scrive quando
incontra al 29esimo piano della torre in Gae Aulenti
l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel. Egli è reduce
dalla presentazione di una trimestrale record con 1,7 miliardi di
utili complessivi (che salgono a 4 miliardi in nove mesi) e ricavi
in forte crescita.
Non nascondendo una certa soddisfazione, dissimulata da una
tazza di thè con pasticcini, abitudine assimilata probabilmente
nella City, il banchiere che comincia a dare del filo da torcere
all'altro big banker Carlo Messina e alla sua Intesa Sanpaolo,
rispondendo con un doppio «no» alla domanda se qualcuno del governo
italiano, in primis Mario Draghi, lo abbia mai interpellato per
sapere come stanno andando davvero le cose in Russia, essendo lui
il migliore interlocutore possibile, visto che nel paese di
Vladimir Putin continua a operare e macinare pure profitti o se
qualcun altro, Banca d'Italia, Ministero dell'Economia o Consob
abbia invece convocato lui e tutti gli altri istituti italiani per
fare il punto della situazione dopo due anni di crisi pandemica,
shock energetico e stress bellico.
"La verità è che le cose sono molto diverse da quello che si
legge e si sente", afferma il banchiere a proposito della prima
domanda, "la presidente della Banca centrale russa Elvira
Nabiullina (si veda profilo a pagina 14) sta facendo miracoli col
cambio del rublo e di fatto ha mantenuto vivo il mercato
finanziario". Certamente la guerra in Ucraina sta facendo
precipitare il grande paese in una crisi sociale che comincia a
toccare la media borghesia e di questo ne è consapevole MF-Milano
Finanza, che ha appena raccontato come proprio le banche e le
aziende italiane che ancora operano in Russia possano opporre un
veto al Cremlino qualora richiamasse al fronte uno dei loro
dipendenti.
"Ma per il resto della popolazione, parliamo di 120 milioni di
abitanti, il conflitto in Ucraina, per ora è ancora lontano",
aggiunge Orcel, che però con le movenze degli occhi e i gesti delle
mani, spiega che quel "per ora" è un grande punto interrogativo.
Che pesa come un macigno sul mondo, non solo sulla banca. Dunque
meglio concentrarsi sul presente e sui super conti della banca
dalla cravatta rossa, ingentilita da pois bianchi.
Le ragioni del successo a volte sono difficili da spiegare più
dei motivi dell'insuccesso, ma in questo caso, il banchiere le
racconta così. "Unicredit è oggi una banca profondamente cambiata,
con una visione unitaria, una strategia distintiva e la massima
concentrazione sull'esecuzione del piano strategico", sottolinea
Orcel. "Nei primi 9 mesi dell'anno, l'utile netto è cresciuto del
49% raggiungendo i 4 miliardi di euro, un risultato superiore a
quello ottenuto nell'intero 2021. Anche il trimestre appena chiuso
è stato molto positivo, contribuendo a ottenere i migliori
risultati relativi ai nove mesi in oltre un decennio, con un
margine di interesse in crescita del 10% e una diminuzione delle
rettifiche su crediti resa possibile dalla solida qualità degli
attivi".
Ma è tutto oro ciò che luccica? Le politiche restrittive della
Bce non hanno impatto sui conti? Qualcosa sì. "C'è stato un impatto
negativo una tantum di oltre 300 milioni di euro legato al Tltro e
un'ulteriore incremento prudenziale delle coperture sui crediti in
bonis. Ma la banca ha mantenuto il capitale ai vertici nel settore,
con un Cet1 che si è attestato al 15,4%", risponde, illustrando
concetti che ha riversato anche ai principali investitori.
Il resto è ancora una nebulosa, si potrebbe dire per tutta
l'alleanza atlantica e per l'Europa, anche se il manager continua a
non essere catastrofista sulla recessione in arrivo ("non sarà
lunga"). Certo, per l'Italia ci sarà da stare accorti, ma si può
ragionevolmente rimanere ottimisti. "Guardando all'economia, è
opportuno ricordare che l'Italia sta performando meglio in termini
di crescita, esportazioni e investimenti rispetto a Paesi come
Germania e Francia. Per quanto riguarda le prospettive, il nostro
scenario centrale tiene conto di una recessione non troppo
profonda. In ogni caso, in Unicredit abbiamo forti linee di difesa
in termini di solidità patrimoniale e di accantonamenti che ci
permetteranno di reggere anche in caso di un rallentamento più
consistente in Europa, assorbendo l'impatto meglio della maggior
parte delle banche europee", chiosa scappando verso una nuova
riunione. C'è solo da sperare che abbia ragione.
gug
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October 31, 2022 03:27 ET (07:27 GMT)
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