«Sky is the limit», dicono gli anglosassoni: unico limite il cielo. Prospettiva di sviluppo che lo stesso fondatore e primo azionista Leonardo Del Vecchio, appena scomparso all'età di 87 anni, delineava qualche anno fa per il leader mondiale dell'occhialeria EssilorLuxottica. «Al punto in cui siamo, dobbiamo solamente gestire la crescita. Anche dopo di me sicuramente, ci sarà chi farà andar bene l'azienda», sosteneva l'imprenditore milanese nel 2019, dopo aver aperto da due anni il cantiere della fusione fra la sua Luxottica e il gigante transalpino delle lenti Essilor.

A dieci sedute di borsa dalla sua morte, scrive Milano Finanza, il bilancio dell'andamento del prezzo del titolo Essilux è negativo di circa il 2%: è passato dai 146,5 euro di venerdì 24 giugno, ultimo giorno di quotazione prima dell'annuncio della scomparsa, ai 143,6 euro di venerdì 8 luglio. Un piccolissimo intoppo nella lunga storia di crescita borsistica, di Luxottica prima e di Essilux poi, supportata dai fondamentali e da una strategia industriale vincente che Del Vecchio è stato in grado di disegnare. Una traiettoria che lo ha portato a diventare nel corso della propria vita il secondo uomo più ricco d'Italia e per anni il principe dei Paperoni di Piazza Affari. Tanto che il possesso del 32,08% del capitale di EssilorLuxottica vale circa due terzi del net asset value di Delfin, holding lussemburghese che racchiude le partecipazioni finanziarie miliardarie in mano agli eredi: Mediobanca, Generali, Unicredit, Avio e Covivio.

red/lab

MF-DJ NEWS

1108:42 lug 2022

 

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