B.Carige: piccoli soci danno battaglia su offerta Bper con esposto a Consob
08 Agosto 2022 - 10:58AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'opa di Bper su Banca Carige è quasi in porto: si è chiusa col
93% (dall'80% di quota partenza acquistata dal Fondo Interbancario
di Tutela dei Depositi) e per dirsi compiuta a tutti gli effetti
manca il sigillo della soglia del 95%, una seconda finestra di
offerta, chiamata sell-out che partirà il 22 agosto. Ma alcuni
piccoli azionisti capitanati da Franco Corti (presidente
dell'Associazione Voce degli Azionisti) sono intenzionati a dare
battaglia e chiedono la sospensione dell'offerta. Di conseguenza
hanno depositato un nuovo esposto alla Consob (che si aggiunge agli
altri due depositati in precedenza), lamentando informazioni "non
corrette" che inducono gli azionisti a consegnare azioni sulla base
di assunti non precisi o incompleti.
"Abbiamo assistito con profondo disagio alla diffusione a
raffica dei comunicati Bper relativi al lancio dell'Opa su Banca
Carige prima, e sul sell-out dopo l'annuncio dei dati definitivi
sulle azioni conferite in Opa o acquistate dall'offerente. Il
motivo del disagio era la diffusione di verità incomplete, che
avrebbero certamente cambiato significato se integrate con i
dettagli mancanti. Le informazioni così diffuse hanno certamente
influenzato le decisioni di molti azionisti", spiega Corti -
piccolo azionista vicino all'ex primo socio Malacalza I. - in una
comunicazioni.
"Dai contatti avuti con molti risparmiatori, risulta evidente
che i possessori di azioni Carige non le avrebbero cedute o
conferite in Opa se qualcuno avesse descritto loro i vantaggi che
potevano derivare dal mantenimento dei titoli in attesa di
conoscere i risultati dell'Opa. Ad esempio, illustrando loro la
possibilità di negoziare un concambio equo, perché, Bper e Carige
erano soggette alle norme sulle parti correlate, e un'eventuale
fusione, in caso di parere contrario dell'indipendente "Comitato
parti correlate", necessitava dell'approvazione dalla maggioranza
degli azionisti non correlati all'offerente (cioè i possessori
delle azioni rimaste sul mercato); (pagina 143 del prospetto
informativo sull'Opa. Mentre, nella peggiore delle ipotesi, lo
squeeze Out, avrebbero ottenuto un importo uguale all'adesione
all'Opa, che di conseguenza, era la soluzione meno favorevole ai
piccoli azionisti", prosegue Corti.
"Consapevoli di cosa stesse accadendo, abbiamo fatto tre esposti
a Consob. Ancora in mancanza di informazioni complete, ora sta
avvenendo la stessa cosa con il sell-out, infatti nella parte
conclusiva del comunicato pubblicato da Teleborsa e ampiamente
ripreso dai media si legge: 'Anche nel caso in cui, ad esito del
periodo di sell-out, non venisse raggiunto il 95% del capitale
ordinario, Borsa Italiana disporrà il delisting delle azioni
Carige'. Gli azionisti dell'emittente che non avranno ceduto le
proprie azioni ordinarie residue nell'ambito della procedura per
l'adempimento dell'obbligo di acquisto ex articolo 108, comma 2,
del Tuf, diverranno titolari di azioni non quotate in alcun mercato
regolamentato con conseguenti difficoltà di liquidare in futuro il
proprio investimento".
Tutto vero, ma secondo Corti: "il secondo passaggio, che induce
gli azionisti a consegnare le azioni possedute, non ha alcuna
ragione di essere inserito perché è una precisazione quantomeno
equivoca. L'informazione corretta dovrebbe essere: poiché Bper ha
dichiarato di volere fare la fusone entro l'anno, si precisa che,
prima di realizzarla, dovrà convertire le azioni Carige rimaste sul
mercato, in titoli Bper.
Chi scegliesse questo passaggio, aggiungiamo noi, manterrebbe la
possibilità di recuperare le minusvalenze a tempo indeterminato o
comunque fino a quando non si venderanno a mercato le azioni Bper
ricevute in concambio, mentre conferendole in Opa, si hanno a
disposizione solo 4 anni per compensarle con le plusvalenze future.
Stiamo parlando di un risparmio fiscale di 2.600 euro per ogni
10.000 euro di plusvalenze compensate con le minusvalenze
dell'investimento in Carige", conclude.
Una nuova piccola grana nel quadro dell'acquisizione che si
aggiunge all'incertezza portata dalla decisione del Tribunale di
Genova che nei giorni scorsi ha disposto la sospensione
dell'esecuzione delle delibere dell'assemblea di Banca Carige del
15 giugno di nomina del Cda e rinuncia transattiva alle azioni di
responsabilità nei confronti di due ex amministratori Cesare
Castelbarco Albani e Piero Montani (attuale ad di Bper, la banca
acquirente).
Il decreto del Tribunale di Genova è stato adottato su
ricorso
dell'azionista Malacalza Investimenti.
L'udienza per la conferma, modifica o revoca del decreto, è
fissata per
domani alle 11h00. Non è detto che il giudice si esprimerà già
domani, potrebbe prendersi qualche giorno. In ogni caso la banca
ribadisce la legittimità delle decisioni assunte dall'assemblea dei
soci e sta valutando le azioni da intraprendere al riguardo.
"La decisione del Tribunale di Genova ci ha colto di sorpresa.
Confidiamo in una risposta favorevole e comunque se così non fosse
faremo una nuova assemblea per comporre un nuovo Cda. Secondo i
nostri piani riusciremo comunque a chiudere l'operazione entro
l'anno", ha affermato l'ad di Bper, Piero Montani, rispondendo alla
domanda di un analista durante la presentazione dei risultati del
trimestre nei giorni scorsi.
"Si è aperto un periodo di sell-out confidiamo di arrivare al
95%
(siamo già al 94%). Questo ci agevolerebbe tantissimo perché si
potrebbe
andare allo squeeze out. Non diciamo che la decisione del
Tribunale non ci abbia creato disturbo, perchè non è vero ma non
rivoluzionerà l'intero
piano", ha concluso.
claudia.cervini@mfdowjones.it
cce
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August 08, 2022 04:43 ET (08:43 GMT)
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