Banco Desio: ha fame di sportelli (Mi.Fi.)
16 Agosto 2022 - 08:25AM
MF Dow Jones (Italiano)
Oggi per una banca comprare sportelli anziché chiuderli è senza
dubbio una mossa controcorrente. Lo ha fatto Bper con l'operazione
Intesa Sanpaolo-Ubi e, su scala più ridotta, lo ha recentemente
fatto il Banco di Desio aggiudicandosi una parte della rete
commerciale di Carige. Per Alessandro Decio, amministratore
delegato dell'istituto brianzolo controllato dalle famiglie Lado e
Gavazzi, la scelta ha solide premesse strategiche: le reti fisiche
hanno ancora un futuro e anzi resteranno il fulcro dell'attività
per le banche di territorio. A patto che la tradizione sappia
coniugarsi con l'efficienza e l'innovazione.
Domanda. Decio, Banco di Desio si è appena aggiudicato 48
sportelli ex Carige. Come si inserisce questa scelta nel vostro
piano di crescita?
Risposta. Sono a Desio da oltre due anni e sia la banca che i
colleghi mi hanno dato sinora grandi soddisfazioni. Quando ho
ricevuto il mandato l'obiettivo era far crescere un istituto di cui
tutti percepivano la solidità ma a cui forse mancava la marcia in
più dell'innovazione. Tutto questo in un contesto in cui si
intonava il De Profundis per le banche di piccole dimensioni. In
futuro, si argomentava, ci sarà spazio solo per grandi gruppi o per
banche digitali e verticali. Quello in cui noi credevamo e che
crediamo di aver dimostrato è che in realtà questo non è un
verdetto già scritto. Oggi accanto alle banche grandi e alle start
up c'è spazio per banche di medie dimensioni che siano in grado di
coniugare l'attenzione al cliente con l'efficienza e la propensione
all'innovazione. Non siamo condannati a essere integrati o
marginalizzati. I numeri degli ultimi due anni peraltro raccontano
una storia di crescita. La banca è cresciuta in modo significativo
e oggi vanta un cost-income del 55% e un roe del 9%.
D. Voi comprate sportelli mentre molte banche li chiudono.
Questa scelta va controcorrente, come la difendete?
R. Tra i nostri obiettivi strategici c'è quello di preservare la
presenza territoriale nella consapevolezza che questa può essere
un'opportunità per una banca in grado di sfruttare la presenza sul
territorio. Il mercato è ampio e variegato e c'è spazio per
business diversi perché i clienti hanno esigenze diverse. La
differenza tra noi e le grandi banche inoltre è l'imprenditorialità
dei nostri colleghi in rete che può fare la differenza e può
rendere economicamente attrattivo il fatto di avere una rete
D. Eppure si dice che i giovani non vanno mai allo
sportello.
R. Sicuramente un ragazzo non ha bisogno di uno sportello. Le
sue sono esigenze transazionali che possono essere assolte con i
canali digitali. Poi però arriva il momento in cui il ragazzo deve
comprare una casa o deve gestire i primi risparmi ed è qui che
entra in gioco la filiale. A mio avviso oggi per le banche c'è
spazio sia per un trend di digitalizzazione che per una difesa
della presenza fisica.
D. Altra peculiarità del Banco Desio è la governance; siete una
delle banche a proprietà famigliare in un mondo di public company.
Un vantaggio o uno svantaggio?
R. Non esiste la ricetta vincente ma esistono modi virtuosi o
meno di applicare una strategia. In ogni modello di business e di
governance la differenza la fanno le persone. Ci sono casi di
banche familiari di successo, come il nostro, ma anche come Credem
o Banca Sella. Senza dubbio un assetto proprietario di questo tipo
dà alla banca una visione di lungo periodo che la rende capace di
prendere decisioni senza la pressione delle scadenze di breve
termine. Un altro aspetto senz'altro positivo è l'attenzione ai
temi di sostenibilità. Una famiglia imprenditoriale oggi tende a
mostrarsi molto sensibile alla sostenibilità sociale e alla
vocazione di essere elemento attivo nel territorio. Vocazione
fisiologicamente meno diffusa tra gli azionisti di una public
company. Non nascondo poi che la proprietà famigliare può
presentare anche svantaggio. Penso ad esempio alla difficoltà di
costruire operazioni di m&a che incontrino il favore di tutti
gli stakeholder.
D. A proposito di m&a, qual è il vostro approccio?
R. Il tema della crescita dimensionale e dello sviluppo è
importante per ogni banca. Avere dimensioni più grandi consente di
fare leva sull'efficienza e investire di più, mantenendo sotto
controllo il cost-income. Consente anche di attrarre e trattenere
talento. Bisogna però sempre accertarsi che l'approccio di sviluppo
sia coerente con il dna della banca. Noi abbiamo un modello di
business basato sulla presenza sul territorio e dobbiamo
assicurarci che un'eventuale operazione straordinaria preservi
questa tradizione. In alternativa possiamo guardare a operazioni
che ci consentano di specializzarci in qualche specifico prodotto.
Penso ai servizi per le piccole imprese, per cui crediamo ci sia un
potenziale fortemente inespresso e a cui noi guardiamo da tempo.
Insomma, siamo perennemente focalizzati su opportunità di sviluppo
ma con una forte attenzione alla coerenza del disegno. Meglio
prendersi più tempo che costruire frettolosamente qualcosa di poco
coerente con i propri piani.
D. Tutte queste strategie si snodano in uno dei periodi più
incerti della storia recente. Tra uscita dalla pandemia, guerra in
Ucraina e inflazione, che previsioni fa per i prossimi mesi?
R. Non possiamo nascondere una certa dose di preoccupazione se
guardiamo allo scenario attuale con i soli occhi della ragione.
Vediamo un'inflazione significativa, una crescita globale che sta
rallentando, un aumento dei tassi che può rivelarsi complesso per
l'economia reale, costanti difficoltà di accesso alle materie prime
e rincari dell'energia. Allo stesso tempo però cerchiamo di non
perdere di vista i punti di forza dell'Italia: un sistema bancario
in media estremamente solido e molto più forte rispetto a 10 anni
fa, un sistema industriale che ha mostrato livelli di resilienza
maggiori rispetto al passato con un livello di indebitamento più
basso e più sano. Soprattutto quello che vediamo è una grande
reattività del mondo imprenditoriale. Se ci soffermiamo su questi
aspetti e sugli indicatori economici dell'Italia, vediamo
un'economia molto viva. La speranza è che la combinazione di questi
elementi ci permetta di superare questa fase, scenario
internazionale permettendo.
red
MF-DJ NEWS
1608:09 ago 2022
(END) Dow Jones Newswires
August 16, 2022 02:10 ET (06:10 GMT)
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