Borsa: Europa in rosso con nuovi timori su Cina, a Milano (-0,5%) giu' le banche
05 Settembre 2023 - 09:40AM
MF Dow Jones (Italiano)
Mps ancora in coda. Si ferma il rally del greggio
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 05 set - Il dato
peggiore delle attese sul settore dei servizi cinese piega in avvio
le Borse europee, già reduci da una seduta fiacca dopo che la
presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito la
determinazione dell'istituto centrale a riportare l'inflazione al
target del 2%.
A Piazza Affari il Ftse Mib cede lo 0,54%, mentre nel resto del
Vecchio Continente Francoforte perde lo 0,77%, Parigi lo 0,99% e
Amsterdam lo 0,53%. In Cina in agosto l'indice Caixin realizzato
sulle opinioni dei responsabili acquisti delle aziende si è
attestato a 51,8 punti rispetto ai 54,1 punti del mese precedente:
si tratta del ritmo di espansione più lento da inizio anno, contro
attese per una lettura a 53,6 punti. Non è quindi servita ad
allentare i timori la notizia che Country Garden è riuscita a
evitare il default pagando gli interessi su due bond in dollari
nell'ultimo giorno del periodo di grazia.
Tornando a Piazza Affari, tra i titoli principali le vendite
continuano a penalizzare le banche con Mps in calo dell'1,43%:
l'istituto senese resta sotto i riflettori mentre il mercato si
interroga sui tempi della prevista privatizzazione. In rosso anche
Bper (-1,42%), Banco Bpm (-1,3%), UniCredit (-1,23%) e Intesa
Sanpaolo (-1,08%). Vendite su Saipem (-0,72%), Stellantis (-0,79%)
e Moncler (-1,15%). Tim sale invece dello 0,33% dopo il +3,46%
della vigilia mentre si avvicinano le settimane decisive per le
trattative tra il fondo Kkr e il ministero delle Finanze sul
dossier della rete.
Sul mercato dei cambi, il dollaro australiano è debole dopo che
la banca centrale ha lasciato invariati i tassi di interesse. Tra
le principali valute, l'euro perde terreno a 1,0764 dollari da
1,0791 ieri in chiusura. La moneta unica è indicata anche a 158,10
yen (da 158,01), mentre il rapporto dollaro/yen è a 146,88 (da
146,45). Tira il fiato il prezzo del petrolio dopo essere salito di
oltre il 5% in cinque giorni in un contesto di mercato segnato dai
tagli alla produzione dei paesi Opec+. Il future ottobre sul Wti
segna -0,26% a 85,71 dollari al barile, mentre il contratto per
novembre del Brent scivola dello 0,33% a 88,71 dollari.
Ppa-
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