Cripto: solo Elon Musk può salvarle (Mi.Fi.)
12 Dicembre 2022 - 09:20AM
MF Dow Jones (Italiano)
C'è grande attesa per la testimonianza di Sam Bankman-Fried
(Sbf), il fondatore ed ex ceo della borsa di criptovalute Ftx
fallita il mese scorso, alla commissione Finanze della Camera dei
rappresentanti americana in programma martedì 13 dicembre. Sbf ha
promesso che lascerà le Bahamas, sede del suo impero finito in
cenere, per raggiungere Washington. Una scelta rischiosa ma anche
obbligata, visto che la Commissione gli ha intimato che se non si
presenterà in carne e ossa verrà emesso un mandato di comparizione
nei suoi confronti. Nei giorni scorsi Sbf ha rilasciato numerose
interviste nelle quali non ha detto niente di sostanziale. Ancora
oggi, scrive MF-Milano Finanza, non si capisce a quanto ammonti il
buco di Ftx, che in breve tempo era diventata la più grande borsa
di criptovalute degli Stati Uniti. A mezza bocca Sbf ha ammesso di
avere perso le tracce di 5 miliardi di dollari (ma in realtà sono
almeno 8) spediti da Ftx ad Alameda Research, società affiliata e
specializzata in investimenti ad alto rischio. Tutti soldi
depositati dai clienti in Ftx e che Sbf ha manovrato a loro
insaputa.
Il fallimento di Ftx ha provocato un terremoto nel settore
cripto e le scosse di assestamento non sono certo finite. Anzi, c'è
chi prevede che il Big One debba ancora arrivare. I tre pilastri
del settore sono l'americana Digital Currency Group (Dcg) , guidata
da Barry Silbert, che controlla una vasta rete di società, da
Coinbase, la prima borsa cripto a essersi quotata al Nasdaq il 14
aprile 2021, a Circle, che ha dato vita alla seconda stablecoin più
capitalizzata al mondo, Usdc. Usdc viene emessa da Centre, una
joint venture tra la stessa Circle e Coinbase. Il secondo pilastro
è costituito da Binance, la più grande borsa cripto del mondo,
fondata e guidata da Changpeng Zhao, detto CZ, un cittadino
canadese di origine cinese. Il terzo pilastro è Tether, la società
che emette l'omonima stablecoin, la prima al mondo per nascita e
per capitalizzazione (65,7 miliardi di dollari contro i 42,8
miliardi di Usdc), i cui deì ex machina sono gli italiani di Lugano
Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino. Fino a quando le cose nel mondo
cripto andavano bene era in vigore tra loro una sorta di guerra
fredda, che ora rischia di deflagrare in una guerra caldissima in
grado di mandare a gambe all'aria tutto il settore.
I primi colpi sono stati sparati, come ha rivelato venerdì 9
dicembre il New York Times squadernando i testi di una segretissima
chat creata su Signal da alcuni dei massimi esponenti del mondo
cripto. Lo scorso 10 novembre, il giorno prima della bancarotta di
Ftx, CZ si è rivolto a Sbf affermando di avere visto sulla
blockchain un'operazione di Alameda da 250.000 dollari diretta a
destabilizzare Tether. "Eh? Cosa sto facendo alle stablecoin?", ha
risposto Sbf nel suo tipico modo fra il distratto e lo
strafottente. "Pensi che bastino 250.000 dollari per fare perdere a
Tether la parità col dollaro?". CZ ha replicato che un'operazione
di quelle dimensioni non sarebbe riuscita a distruggere Tether, ma
avrebbe comunque potuto causare problemi. "Il mio onesto consiglio:
smettila", ha scritto CZ. "Indossa una giacca, torna a Washington e
comincia a rispondere alle domande". "Grazie per il consiglio!", ha
risposto Sbf.
Chissà se a Washington Sbf si presenterà in giacca e cravatta,
visto che nel maggio scorso aveva organizzato alle Bahamas un
convegno con l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e l'ex
primo ministro britannico Tony Blair dibattendo con loro in
pantaloncini corti. A proposito di Clinton, non è secondario
ricordare che Sbf è stato il secondo donatore del Partito
Democratico in occasione delle elezioni di midterm, preceduto solo
da George Soros. E nel 2020 aveva contribuito con 10 milioni di
dollari alla vittoriosa campagna presidenziale di Joe Biden. Nel
frattempo si è aperto un nuovo fronte: Coinbase ha annunciato che
non applicherà commissioni a coloro che passeranno da Tether a Usdc
(pochi giorni fa è sfumata la quotazione di Circle).
Chi potrebbe raccogliere i cocci della guerra fratricida? Mathew
McDermott, responsabile delle risorse digitali di Goldman Sachs, ha
detto che la banca intende investire decine di milioni di dollari
per entrare nel capitale o rilevare società di criptovalute.
Bruscolini per Goldman, troppo pochi per un vero salvataggio del
settore. Le società della finanza tradizionale come Temasek (di
proprietà del governo di Singapore) che hanno messo il piede nelle
cripto sono rimaste scottate. Non resta che sperare in Elon Musk.
In fondo è stato lui a sdoganare il bitcoin presso il grande
pubblico. Il nuovo Twitter versione Musk avrà come modello la
cinese WeChat, "un'app per tutto". È "un gioco da ragazzi per
Twitter avere pagamenti sia in valuta legale che in cripto", ha
detto, sottolineando che le cripto saranno "un mezzo per garantire
che il sistema monetario non venga completamente corrotto. Faranno
essenzialmente concorrenza al sistema fiat. Quindi, se il sistema
fiat diventerà eccessivamente restrittivo, le criptovalute
cresceranno". Torna lo spirito libertario.
red
fine
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1209:04 dic 2022
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