Bilancio - Dati Fondamentali Cose Belle d'Italia

RISULTATI 2018 - Peggiora nel 2018 il rosso di Cose Belle d’Italia (nuova denominazione di Mediacontech dal 29/3/2019).
Nel mese di marzo 2019 sono stati acquisiti dal gruppo Europa Investimenti Special Situations (ora ridenominato Achirot) partecipazioni e asset operanti in settori di eccellenza del Made in Italy come arte, cultura e lifestyle, oltre a marchi storici quali FMR, Amadeus, Riders, M Magister e lo stesso “Cose Belle d’Italia”.
Pertanto il 2018 è stato un esercizio di transizione propedeutico al lancio del nuovo piano strategico avvenuto nel 2019 che ha visto la chiusura del residuo ramo industriale non più coerente con i nuovi obiettivi del gruppo, il che ha portato a una temporanea riduzione delle attività e a costi di transazione e riassetto del business.
Così i ricavi sono passati da 2,2 a 0,6 milioni (-72,8%); il costo del personale è sceso da 1,8 a 1,3 milioni, in presenza di un numero di dipendenti passato da 38 a 14 unità a seguito della dismissione del ramo di azienda industriale (sono state però inserite nuove professionalità funzionali all'avvio del piano strategico).
I costi per servizi sono saliti del 7,3% a 2,4 milioni in relazione al riassetto delle attività.
Pertanto l’ebitda negativo è peggiorato da 2,2 a 3,3 milioni (+54,2%).
Gli ammortamenti sono passati da 198.000 a 393.000 euro, e inoltre il 2017 aveva beneficiato del rilascio, per circa 1 milione, dell’accantonamento a fondi rischi relativi alla controllata SBP a seguito della cessione della partecipazione stessa.
Così la perdita operativa è più che raddoppiata, balzando da 1,3 a 3,8 milioni.
Il saldo negativo della gestione finanziaria è migliorato, passando da 128.000 a 50.000 euro; al 31/12/2018 il gruppo evidenziava una liquidità netta di 8,2 milioni a fronte di quella di 11,5 milioni a fine 2017.
Tale riduzione è legata al cash flow negativo e all’investimento nella partecipazione in Cose Belle d’Italia Media Entertainment Srl.
La perdita ante imposte è comunque passata da 1,5 a 3,8 milioni.
Irrilevante l’incidenza fiscale in entrambi gli esercizi.
Nel 2017 erano state evidenziate perdite da attività in cessione per 0,8 milioni (voce assente nel 2018).
Dopo lo scomputo di una quota di perdita di competenza di terzi passata da 0,4 a 0,5 milioni, la perdita netta è ammontata a 3,3 milioni, il 69,8% in più rispetto agli 1,9 milioni al 31/12/2017.