Finanza: Garavoglia (Assonime), serve supervisore unico per mercato europeo capitali
15 Settembre 2022 - 11:31AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Assonime sostiene con forza il passaggio a un supervisore unico
per il mercato europeo dei capitali, conferendo maggiori poteri e
una più forte indipendenza di governance all'autorità europea
(Esma) sul modello della Banca Centrale Europea. Anche l'attuale
tendenza al consolidamento delle Borse europee, guidata dal network
creato da Euronext, potrebbe contribuire a superare la
frammentazione, non solo attraverso un più ampio bacino di
liquidità ma anche attraverso una maggiore convergenza delle regole
di quotazione".
Lo ha affermato Luca Garavoglia, vice presidente di Assonime e
presidente di Campari, intervenendo al convegno "Capitalism
Revisited" in corso a Piazza Affari.
"Ci troviamo tutti di fronte a grandi sfide in cui la necessità
di trasformazioni radicali a lungo termine si scontra con tensioni
strategiche e congiunturali molto forti. In questo quadro, le
imprese sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nel guidare la
trasformazione, mantenendo la loro capacità di creare valore
economico e sociale. Per svolgere questa funzione, è fondamentale
garantire un solido quadro istituzionale e normativo e una visione
politica coerente. Assonime auspica che questa Conferenza fornisca
preziosi input a sostegno di tale evoluzione, ha aggiunto.
Secondo Garavoglia "il contesto italiano sta affrontando un
profondo e datato sottosviluppo. Ciò è dovuto alle debolezze
strutturali dell'ecosistema italiano, come l'inefficienza del
sistema giudiziario, l'incertezza e la variabilità del regime
fiscale delle imprese, il sottosviluppo dell'industria dei servizi
finanziari, nonché la riluttanza culturale del mondo delle imprese
a colmare il gap di trasparenza necessario per accedere ai mercati
dei capitali. Ma un ruolo importante nel perpetuare il
sottosviluppo della Borsa italiana è stato giocato anche
dall'evoluzione del quadro normativo nazionale e dell'approccio di
vigilanza. Entrambi non sono riusciti ad adattarsi alla crescente
concorrenza di sistemi nazionali più dinamici e flessibili".
"Attualmente, in Europa stiamo affrontando una nuova imponente
ondata di regolamenti che riguardano i temi della sostenibilità.
Esse stabiliranno ambiziosi obblighi di divulgazione (come quelli
previsti dalla direttiva sul reporting di sostenibilità aziendale)
e persino regole comportamentali (come quelle previste dalla
proposta di direttiva sulla due diligence). Di fatto, mentre le
sfide della sostenibilità interessano l'economia e la società su
scala globale, l'Europa sta svolgendo un ruolo di primo piano nello
sviluppo di politiche e buone pratiche. Questo approccio crea
opportunità ma anche rischi per l'economia europea.Le nuove regole
incideranno profondamente sulla vita aziendale, aumentando i costi
e richiedendo grandi cambiamenti organizzativi. È importante che la
loro attuazione sia graduale e proporzionata e che l'intero sistema
normativo si mantenga equilibrato e accessibile. Ciò significa, in
particolare nel contesto italiano, che si dovrebbe prevedere una
revisione complessiva dell'attuale insieme di norme, al fine di
evitare indebiti svantaggi competitivi per le imprese e di
scoraggiare ulteriormente il loro accesso ai mercati dei capitali",
ha detto ancora.
Garavoglia ritiene che "un modo per garantire l'equilibrio del
nuovo quadro normativo è quello di promuovere una maggiore
flessibilità delle regole e di rafforzare l'autonomia delle imprese
nello stabilire le loro modalità e procedure di governance. Per
affrontare le nuove sfide, le imprese responsabili dovrebbero
essere autorizzate a determinare liberamente l'allocazione dei
poteri di governance, fornendo la necessaria trasparenza delle loro
scelte e delle motivazioni sottostanti. Spetterà poi al mercato,
compresi gli investitori ma anche gli altri stakeholder rilevanti,
valutare l'esito delle diverse soluzioni proposte, non solo in
termini di risultati economici ma anche per il loro impatto sulla
società nel suo complesso. L'altra strada è quella di progredire
sostanzialmente verso l'Unione europea dei mercati dei capitali. Il
mix di obiettivi politici stabiliti dall'Unione Europea, che
combina la pressione per un passo avanti strutturale verso la
sostenibilità sociale e ambientale con la necessità di promuovere
la crescita economica, deve essere supportato da una reale
integrazione dei mercati dei capitali europei. Ciò significa
superare l'attuale frammentazione, creata dalla mancanza di un vero
e proprio insieme comune di regole e approcci di vigilanza, anche
nelle aree in cui è stata perseguita la massima armonizzazione.
L'introduzione delle nuove regole sulla sostenibilità rischia di
enfatizzare questo problema, in quanto esse si affidano ai diversi
quadri istituzionali nazionali per aspetti chiave della loro
attuazione, come ad esempio per la loro applicazione, mentre in
Europa coesistono discipline e abitudini culturali molto
diverse".
lab
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1511:15 set 2022
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