"Assonime sostiene con forza il passaggio a un supervisore unico per il mercato europeo dei capitali, conferendo maggiori poteri e una più forte indipendenza di governance all'autorità europea (Esma) sul modello della Banca Centrale Europea. Anche l'attuale tendenza al consolidamento delle Borse europee, guidata dal network creato da Euronext, potrebbe contribuire a superare la frammentazione, non solo attraverso un più ampio bacino di liquidità ma anche attraverso una maggiore convergenza delle regole di quotazione".

Lo ha affermato Luca Garavoglia, vice presidente di Assonime e presidente di Campari, intervenendo al convegno "Capitalism Revisited" in corso a Piazza Affari.

"Ci troviamo tutti di fronte a grandi sfide in cui la necessità di trasformazioni radicali a lungo termine si scontra con tensioni strategiche e congiunturali molto forti. In questo quadro, le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nel guidare la trasformazione, mantenendo la loro capacità di creare valore economico e sociale. Per svolgere questa funzione, è fondamentale garantire un solido quadro istituzionale e normativo e una visione politica coerente. Assonime auspica che questa Conferenza fornisca preziosi input a sostegno di tale evoluzione, ha aggiunto.

Secondo Garavoglia "il contesto italiano sta affrontando un profondo e datato sottosviluppo. Ciò è dovuto alle debolezze strutturali dell'ecosistema italiano, come l'inefficienza del sistema giudiziario, l'incertezza e la variabilità del regime fiscale delle imprese, il sottosviluppo dell'industria dei servizi finanziari, nonché la riluttanza culturale del mondo delle imprese a colmare il gap di trasparenza necessario per accedere ai mercati dei capitali. Ma un ruolo importante nel perpetuare il sottosviluppo della Borsa italiana è stato giocato anche dall'evoluzione del quadro normativo nazionale e dell'approccio di vigilanza. Entrambi non sono riusciti ad adattarsi alla crescente concorrenza di sistemi nazionali più dinamici e flessibili".

"Attualmente, in Europa stiamo affrontando una nuova imponente ondata di regolamenti che riguardano i temi della sostenibilità. Esse stabiliranno ambiziosi obblighi di divulgazione (come quelli previsti dalla direttiva sul reporting di sostenibilità aziendale) e persino regole comportamentali (come quelle previste dalla proposta di direttiva sulla due diligence). Di fatto, mentre le sfide della sostenibilità interessano l'economia e la società su scala globale, l'Europa sta svolgendo un ruolo di primo piano nello sviluppo di politiche e buone pratiche. Questo approccio crea opportunità ma anche rischi per l'economia europea.Le nuove regole incideranno profondamente sulla vita aziendale, aumentando i costi e richiedendo grandi cambiamenti organizzativi. È importante che la loro attuazione sia graduale e proporzionata e che l'intero sistema normativo si mantenga equilibrato e accessibile. Ciò significa, in particolare nel contesto italiano, che si dovrebbe prevedere una revisione complessiva dell'attuale insieme di norme, al fine di evitare indebiti svantaggi competitivi per le imprese e di scoraggiare ulteriormente il loro accesso ai mercati dei capitali", ha detto ancora.

Garavoglia ritiene che "un modo per garantire l'equilibrio del nuovo quadro normativo è quello di promuovere una maggiore flessibilità delle regole e di rafforzare l'autonomia delle imprese nello stabilire le loro modalità e procedure di governance. Per affrontare le nuove sfide, le imprese responsabili dovrebbero essere autorizzate a determinare liberamente l'allocazione dei poteri di governance, fornendo la necessaria trasparenza delle loro scelte e delle motivazioni sottostanti. Spetterà poi al mercato, compresi gli investitori ma anche gli altri stakeholder rilevanti, valutare l'esito delle diverse soluzioni proposte, non solo in termini di risultati economici ma anche per il loro impatto sulla società nel suo complesso. L'altra strada è quella di progredire sostanzialmente verso l'Unione europea dei mercati dei capitali. Il mix di obiettivi politici stabiliti dall'Unione Europea, che combina la pressione per un passo avanti strutturale verso la sostenibilità sociale e ambientale con la necessità di promuovere la crescita economica, deve essere supportato da una reale integrazione dei mercati dei capitali europei. Ciò significa superare l'attuale frammentazione, creata dalla mancanza di un vero e proprio insieme comune di regole e approcci di vigilanza, anche nelle aree in cui è stata perseguita la massima armonizzazione. L'introduzione delle nuove regole sulla sostenibilità rischia di enfatizzare questo problema, in quanto esse si affidano ai diversi quadri istituzionali nazionali per aspetti chiave della loro attuazione, come ad esempio per la loro applicazione, mentre in Europa coesistono discipline e abitudini culturali molto diverse".

lab

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