Bain & Co. Italia: presenta 1* Esg Ceo Pulse su sostenibilità
06 Ottobre 2022 - 4:09PM
MF Dow Jones (Italiano)
Bain & Company Italia ha intervistato oltre 20 top manager
di alcune tra le più grandi realtà del nostro Paese (A2A, Acea,
Ahlstrom Munksjo, Autostrade per l'italia, Bper, Campari Group,
Chiesi, Edison, Enel, Fedrigoni, BCC, Leonardo, Lottomatica,
Moncler, Nexi, Prelios, SACE, Saipem, Terna), attive in tutti i
settori industriali per valutare l'approccio delle imprese italiane
alla sostenibilità.
Questo lavoro, spiega una nota, è stato raccolto all'interno del
primo Esg Ceo Pulse, che vuole fare chiarezza su come i leader
industriali italiani stiano affrontando questo periodo turbolento e
imprevedibile, come percepiscano il loro ruolo nella transizione
green del Paese e come le iniziative e strategie Esg aziendali
stessero reagendo ai diversi shock.
"Quello che è emerso dalla ricerca è che il settore privato è
coinvolto e proattivo, gli individui consapevoli e le istituzioni
possono fare affidamento sul sostegno europeo e sulle importanti
risorse a disposizione", spiega Roberto Prioreschi, SEMEA Regional
Managing Partner di Bain & Company. "La direzione a lungo
termine è chiara e condivisa, ma gli strumenti e i tempi necessari
per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, sociali e di
governance della transizione non sono ancora ben definiti né
omogenei. Quello che manca - e che tutti i Ceo intervistati hanno
evidenziato - è un ulteriore step: fare sistema".
"Gli amministratori delegati considerano quello Esg come un
cambiamento fondamentale per le proprie realtà, che non verrà fatto
deragliare da crisi a breve termine. In questo percorso di
trasformazione, i vertici aziendali hanno compreso di doversi fare
promotori di un cambiamento culturale all'interno delle loro
organizzazioni che coinvolga tutti", prosegue Pierluigi Serlenga,
Managing Partner Bain & Company Italia.
Dalla ricerca emerge inoltre con forza come i top manager
intervistati considerino la sfida Esg più complessa, ma anche più
impattante (8 su 10) rispetto ad altri tipi di sfide di
trasformazione, come la digitalizzazione. Nonostante ciò, gli
amministratori delegati intervistati ritengono di fare meglio in
materia di ESG rispetto al Paese nel suo complesso, ma ammettono
anche che le aziende non possono risolvere da sole le sfide del
cambiamento climatico e di altre questioni Esg.
"Le nostre conversazioni con gli amministratori delegati hanno
dimostrato che le nuove forme di collaborazione su iniziative ESG
(piattaforme di open innovation, le partnership con istituti di
ricerca e start-up, iniziative a livello di settore, attività di
lobbying, il supporto a clienti e fornitori) stanno indubbiamente
creando valore. Tuttavia, nel contesto attuale, rimangono alcuni
ostacoli importanti alla completa trasformazione Esg: un maggiore
impegno istituzionale, l'assenza di standard universali comuni,
insufficienza di dati e tecnologie obsolete, e la formazione dei
consigli di amministrazione e del middle management", continua
Prioreschi.
Il panel di Ceo ha inoltre sottolineato come la guerra e la
crisi energetica stiano aggiungendo un livello di complessità ai
loro programmi Esg, in particolare quando si tratta di bilanciare
le prerogative sociali e ambientali, con la povertà energetica
emersa come un tema particolarmente rilevante per i Ceo di diverse
realtà.
"Il ruolo delle aziende nella transizione verde diventerà ancora
più centrale nei prossimi anni, ma l'ampiezza e la profondità
dell'intervento delle singole aziende da sole sono limitate. Una
collaborazione più ampia tra i diversi settori industriali, il
governo e le istituzioni potrebbe restituire risultati più rapidi e
di più ampia portata ", conclude Serlenga.
com/fus
marco.fusi@mfdowjones.it
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October 06, 2022 09:54 ET (13:54 GMT)
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