Nomine: vero nodo maggioranza, assedio Salvini per Enel o Terna (Rep)
23 Marzo 2023 - 10:39AM
MF Dow Jones (Italiano)
La premier vola a Bruxelles con un macigno sulle spalle:
l'insoddisfazione della Lega, manifestata con una visibile
indolenza nella partecipazione ai lavori della due giorni in vista
del Consiglio europeo. Matteo Salvini, per inciso, in 48 ore non si
è mai visto, preferendo postare notizie e foto di sé stesso al
lavoro su svariati dossier.
Lo scrive Repubblica spiegando che in realtà, dietro la distanza
leghista sui temi di politica internazionale, ci sono le frizioni
sulle nomine ai vertici delle partecipate di Stato che hanno
determinato uno situazione di stallo. Dopo la riunione di martedì
fra i leader (Meloni, Tajani, Salvini, Giorgetti), la scelta è
stata quella di aggiornarsi alla settimana prossima. In sostanza,
un passaggio interlocutorio, e nessuna decisione presa. La Lega
vorrebbe la guida di almeno uno dei quattro maggiori enti: Eni,
Enel, Terna, Leonardo. Ma la trattativa è difficile: Meloni non
mette neppure in discussione la riconferma di Claudio Descalzi alla
guida dell'Eni, mentre pensa a uno spostamento di Stefano
Donnarumma da Terna all'Enel, ipotesi poco gradita a Salvini.
Intanto, da Consob si è dimesso il consigliere Paolo Ciocca che
potrebbe ricoprire il ruolo di direttore del nuovo ufficio sulle
partecipate sotto l'ombrello del Mef. Le tensioni, in questi
giorni, hanno riguardato anche la scelta del nuovo supercommissario
per l'emergenza siccità: la Lega si è prima opposta alla creazione
di una figura unica, poi ha accettato la proposta di FdI solo in
cambio della facoltà di indicarne il nome. Francesco Lollobrigida,
capodelegazione di Fratelli d'Italia, ha delineato competenze e
durata del commissario e ha invitato proprio Salvini a prendere
l'incarico. Il segretario della Lega, che si sarebbe accontentato
di proporre un politico (Gava, Morelli) o un tecnico a lui vicini,
cerca di capire se è una trappola. Intanto non si tira indietro:
«Io commissario? Se serve lo faccio », dice il ministro delle
Infrastrutture nel corso della trasmissione «Cinque minuti» di
Bruno Vespa.
La Lega si mette di traverso anche per una questione di metodo:
negli ambienti parlamentari circola la convinzione che, alla fine,
non sarà attorno al tavolo di maggioranza che si decideranno
davvero le nomine. E che Meloni, ancora una volta, dopo aver
sentito gli alleati, dopo aver messo diligentemente nel taccuino i
desiderata dei compagni di viaggio, deciderà per conto suo. Con la
"consulenza" dei suoi più fidati collaboratori, il sottosegretario
all'Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari e soprattutto
Alfredo Mantovano, da tempo nel mirino della Lega. Pare che la
premier potrebbe presentarsi al prossimo vertice sulle nomine,
martedì prossimo, con un pacchetto di proposte e con un altro
diktat: l'indicazione di una donna alla guida di una grande spa
pubblica. Le ipotesi sul tavolo sono quelle di Elisabetta Belloni
(per Leonardo o per la presidenza di Montepaschi) e di Roberta
Neri, nome che viene accostato ad Enav. Nel frattempo prosegue la
guerriglia sotterranea.
alu
fine
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