UCRAINA: Putin blocca beni italiani, energia e banche a rischio (Mess)
10 Agosto 2022 - 08:30AM
MF Dow Jones (Italiano)
La risposta di Vladimir Putin alle sanzioni di Europa, Uk e
Stati Uniti, è arrivata puntuale. Un decreto fresco di firma del
Cremlino impedisce ai paesi considerati ostili, tra cui l'Italia,
di vendere pacchetti azionari nei settori dell'energia e delle
banche fino alla fine dell'anno.
La lista dei gruppi e degli asset congelati, scrive il
Messaggero, dovrebbe essere definita e resa nota questa settimana
con il contributo della governatrice della Banca centrale russa
Nabiulina. Ma nel mirino, evidentemente, ci sarebbe soprattutto il
gigante americano ExxonMobil che stava portando avanti l'uscita dal
costoso progetto Shakalin-1 insieme a Rosneft che sarebbe rimasta
con il cerino in mano perdendo l'operatore del giacimento al quale
contribuiscono, ma con ruoli minori, anche giapponesi e indiani.
Guardando all'Italia, nella stretta sull'energia rientrerebbe,
secondo quanto riportato dal quotidiano Kommersant, anche l'Enel.
Temporaneamente congelata sarebbe infatti l'uscita degli azionisti
stranieri da gran parte dell'industria energetica, con riferimento
in particolare al già annunciato accordo per la cessione da parte
del gruppo italiano a Lukoil e al fondo Gazprombank-Frezia della
sua partecipazione del 56,43% in Enel Russia (che possiede tre
centrali da 5,6 GW e due parchi eolici).
erto, la decisione non sarà ufficiale finché non ci sarà
l'elenco delle società che rientrano nel divieto. Poi, l'ultima
parola spetterà a Putin: il decreto lascia la possibilità di
chiudere le transazioni con un permesso speciale del Presidente.
Enel ha comunicato a metà giugno di aver raggiunto l'accordo per
l'uscita dalla Russia con un'operazione da 137 milioni di euro, ma
ad oggi era ancora in attesa del via libera delle autorità russe
alla finalizzazione, condizionata proprio dall'ok locale. E a
questo punto è difficile che l'operazione si chiuda nel quarto
trimestre dell'anno. Secondo Kommersant, che indica tra le
operazioni congelate anche l'accordo per la vendita di asset russi
della finlandese Fortum, i problemi non finirebbero peraltro con i
mancati incassi. Se le aziende europee saranno costrette a
rimanere, nelle condizioni attuali dovranno infatti concentrarsi
sul trovare un modo per mantenere e riparare le apparecchiature
occidentali di fronte alle pesanti restrizioni imposte. Al di là
delle partecipazioni industriali, in attesa della lista delle
società congelate rimangono però anche le banche, compresa
Unicredit, che ha già ridotto significativamente la propria
esposizione ed è al lavoro per vendere e non svendere le proprie
attività a paesi terzi non colpiti dalle sanzioni. L'espostizione
dell'istituto verso Mosca è diretta con l'Unicredit Bank Russia e
indiretta attraverso l'attività della controllata tedesca Hvb e del
Corporate & Investment banking (Cib) che opera in 50 paesi.
Discorso simile per Intesa Sanpaolo che ha fortemente limitato
l'esposizione nel Paese e sta valutando la propria presenza.
La prima banca europea ad uscire dalla Russia ad aprile è stata
Société Générale. Il gruppo francese ha venduto l'intera quota in
Rosbank e delle filiali assicurative a Interros Capital, incassando
una perdita di oltre tre miliardi. L'americana Citi, dopo aver
ceduto le attività di consumer banking in Russia, ha deciso invece
di mantenere la licenza bancaria.
Intanto scatta da oggi l'embargo totale sulle importazioni di
carbone dalla Russia. Con l'entrata in vigore della misura
sanzionatoria decisa dai governi dell'Ue ad aprile, al termine del
periodo di grazia di quattro mesi richiesto in particolare dalla
Germania, cadono tutte le deroghe e l'Europa non potrà più
acquistare il combustibile fossile da quello che finora è stata il
suo principale fornitore.
alu
fine
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1008:14 ago 2022
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August 10, 2022 02:15 ET (06:15 GMT)
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