Gas: quello russo ai minimi, Ue al sicuro (MF)
31 Gennaio 2023 - 08:40AM
MF Dow Jones (Italiano)
Mai così poco gas russo in Europa: a quasi un anno
dall'invasione dell'Ucraina le forniture stanno scendendo più
velocemente delle temperature. Gennaio si chiude con i flussi ai
minimi, prove ufficiali di un'inevitabile e definitiva chiusura
delle importazioni da Mosca ma anche conferma che l'Europa è pronta
a farne a meno.
Ieri, secondo i dati comunicati da Gazprom ai clienti europei,
sono arrivati appena 24,2 milioni di metri cubi tramite i gasdotti
che attraversano l'Ucraina. Si tratta di un ulteriore calo di oltre
il 44% dall'inizio di gennaio, concentrato in particolare
nell'ultima settimana e confermato anche dal Gtsou, il gestore del
sistema di trasmissione del gas dell'Ucraina. Per le prime due
settimane di gennaio i flussi dalla Russia si erano mantenuti oltre
i 35 milioni di metri cubi, comunque il 23% in meno rispetto ai
livelli di fine 2022. Poi è partita l'ulteriore discesa. La linea
di transito attraverso i territori ucraini è ormai l'unica via per
far arrivare il gas russo ai Paesi dell'Europa occidentale e
centrale, considerato che il pompaggio attraverso Nord Stream è
completamente interrotto.
Solo pochi mesi fa una caduta del genere, che oltretutto viene a
verificarsi nel pieno dell'inverno, avrebbe terremotato i mercati:
ora invece è rimbalzata persino dal Ttf, dove il future di febbraio
è stato scambiato sotto i 55 euro al megawattora, livello che non
si raggiungeva da dicembre 2021. I prezzi di gennaio fanno
prevedere un taglio del 33% delle bollette dopo l'aumento del 23%
di dicembre, secondo le stime di Davide Tabarelli, presidente di
Nomisma Energia. "Mancano ormai solo due giorni (il 31 gennaio,
ndr) per avere la media per l'intero mese di gennaio 2023 del
prezzo spot del gas, ma è possibile già stabilire che si collocherà
intorno ai 60 euro al Megawattora contro i 117 euro usati
dall'Autorità per il calcolo delle bollette di dicembre 2022",
afferma Tabarelli.
E tengono anche gli stoccaggi nonostante a prima vista colpisca
il dato europeo di riempimento sceso al 73,72%, con le scorte di
gas naturale nell'Ue a quota 825,97 TWh, oltre 86 in meno dei 912,4
TWh dello scorso 17 gennaio, quando si era ancora sopra l'80% .I
numeri dal Gie (Gas Infrastructure Europe), l'organizzazione
europea che raggruppa i gestori delle infrastrutture per il gas,
vanno letti in comparazione: l'anno scorso alla stessa data gli
stoccaggi europei erano al 37,7% e l'Italia registrava un
riempimento del 49,2%. Oggi invece i depositi italiani sono pieni
per il 73%, secondi a quelli tedeschi (80,3%) e davanti alla
Francia (66,81%).
A margine della firma degli accordi di Algeri sul gas con
Sonatrach l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi,
aveva confermato che l'Italia sarà pronta a dire addio al gas russo
a cavallo tra 2024 e 2025. Il maxi-accordo da 8 miliardi di dollari
con la Libia, del 28 gennaio scorso, per aumentare le forniture
energetiche attraverso lo sviluppo di giacimenti offshore ha dato
nuovo impulso a questa previsione. Dal 2026 infatti potrebbero
arrivare circa 22 milioni di metri cubi di gas al giorno, in
pratica quanti ne sta mandando oggi la Russia.
Ma ha anche fatto suonare l'allarme in Francia, con Total eterna
seconda sul mercato libico, oggi ancora più distanziata. Nonostante
i numerosi incontri il ceo di Total, Patrick Pouyanné, per il
momento ha solo ottenuto di incrementare la partecipazione nella
concessione Waha acquisendo per 150 milioni di dollari assieme a
ConocoPhillips la partecipazione detenuta dalla società americana
Hess. Per effetto dell'accordo Total e Conoco hanno incrementato
ciascuna le proprie quote in Waha dal 16,33 al 20,41%. Il restante
59,18% è detenuto dalla società statale National Oil
Corporation.
alu
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3108:23 gen 2023
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January 31, 2023 02:25 ET (07:25 GMT)
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