"Oggi Ravenna si appresta a diventare una vera e propria capitale dell'energia con numerose iniziative e progetti sia in campo tradizionale sia nell'ambito delle energie rinnovabili e della riqualificazione del territorio", un punto di riferimento, quindi, "nel percorso di transizione energetica e un presidio importante a supporto della sicurezza energetica".

Lo ha dichiarato in un'intervista al Sole 24 Ore, la presidente di Eni, Lucia Calvosa, illustrando il piano per la città romagnola, la cui storia industriale, con la nascita dell'Enimont, è stata contrassegnata dalla più importante operazione di fusione tra la chimica di Stato e quella privata. E ora, con le ultime mosse di Eni, Ravenna cambierà di nuovo pelle per condurre a traguardo il suo definitivo rilancio.

"Nel territorio ravennate Eni continuerà a sviluppare in maniera integrata attività che spaziano dalla ricerca e produzione di gas naturale alla produzione di energia elettrica da parte di Eni Power, passando per quella di prodotti in ambito chimico, e ora anche chimico da fonti rinnovabili, con Versalis. La strategia comprende poi le attività di risanamento ambientale e di riqualificazione del territorio da parte di Eni Rewind, nonché il fotovoltaico nell'area riqualificata di Ponticelle e l'economia circolare. Senza tralasciare, poi, che Ravenna è stata anche laboratorio in mare per Wave for Energy, con cui si converte il moto delle onde in elettricità", ha spiegato.

A Ravenna Eni sta realizzando anche il progetto di cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio (Ccus) e Calvosa ha dichiarato che "abbiamo ricevuto dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica l'autorizzazione per la fase 1 che sarà avviata all'inizio del 2024, con stoccaggio di 25mila tonnellate di CO2 catturate dalla nostra centrale di trattamento gas di Casal Borsetti. Nel 2026, poi, è previsto l'avvio della fase 2 che sarà in grado di evitare di immettere in atmosfera circa 4 milioni di tonnellate l'anno di anidride carbonica che sarà stoccata permanentemente nei campi a gas esauriti dell'offshore dell'Adriatico".

I giacimenti "possono accogliere oltre 500 milioni di tonnellate di CO2 e contribuire così in maniera significativa alla decarbonizzazione di distretti industriali non solo italiani ma anche esteri, facendo di Ravenna un importante hub per il Sud Europa e per l'area del Mediterraneo", ha aggiunto.

Eni sta puntando molto su questa tecnologia anche nel Regno Unito, ha proseguito Calvosa, spiegando che "la stiamo portando avanti con il progetto inglese Hynet, nella baia di Liverpool, con l'obiettivo di contribuire a trasformare uno dei distretti industriali più energivori in Inghilterra in uno dei primi cluster a basse emissioni di carbonio. E, sempre nel Regno Unito, abbiamo recentemente presentato la candidatura per un'ulteriore licenza di stoccaggio della CO2 per il giacimento esaurito di Hewett, i cui esiti sono attesi entro aprile"

Per quel che riguarda la schiera crescente di Paesi in Europa contrari allo stop ai motori endotermici dal 2035, la presidente ha dichiarato che "abbiamo accolto con favore la battuta d'arresto che è in linea con quanto affermato da Eni e con il principio di neutralità tecnologica che è alla base del successo di sostenibilità della transizione e che verrebbe meno se si puntasse su un'unica soluzione. La Germania preme su Bruxelles per aprire un varco ai biocarburanti. I biocarburanti possono contribuire notevolmente a decarbonizzare anche il trasporto su strada, soprattutto l'hard to abate, come quello dei mezzi pesanti. E possono combinarsi con altre tecnologie, come quelle dell'elettrico e dell'idrogeno".

Commentando le spaccature in Europa sul nucleare, la presidente ha detto che "Eni non opera nel nucleare da fissione, ma sta lavorando da tempo sulla fusione a confinamento magnetico perché crede fermamente nello sviluppo di questa tecnologia che potrà rappresentare una svolta nel compimento della transizione energetica e nella storia dell'umanità attraverso la creazione di un'energia pulita, inesauribile e a costi accessibili. E la scorsa settimana abbiamo firmato un accordo con Cfs (Commonwealth Fusion Systems), spin-out del Massachusetts Institute of Technology (Mit), di cui siamo azionisti strategici dal 2018, proprio per accelerare l'industrializzazione dell'energia da fusione. E' prevista la costruzione entro il 2025 dell'impianto pilota a produzione netta di energia ed entro l'inizio della prossima decade quella del primo impianto su scala industriale".

cos

 

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March 17, 2023 03:53 ET (07:53 GMT)

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