Nomine: rush finale per partecipate, governo cambia i vertici (COrSera)
21 Marzo 2023 - 10:02AM
MF Dow Jones (Italiano)
La partita delle nomine nella partecipate dallo Stato sta
entrando nel vivo. Entro il 3 aprile il governo dovrà indicare i
nuovi vertici, o rinnovare gli incarichi. Da Enel a Eni, da
Leonardo alle Poste, sino a Terna, Enav e Mps. Ma in ballo ci sono
anche le controllate di Fs (oltre 20 miliardi di fondi del Pnrr in
gestione) ed entro il 2023 almeno 70 cda in scadenza. Più di 600
poltrone.
Nel caso dei colossi di Stato, scrive il Corriere della Sera,
ogni nomina può valere più di un ministero, definire una fetta
della sintonia del governo con gli apparati economici,
rappresentare il segno che Meloni intende imprimere in società
quotate e strategiche per gli interessi del Paese. Su alcune cose
la premier è stata chiara. Soprattutto con gli alleati. Una l'ha
spiegata in privato: su Eni ed Enel deciderà lei. L'altra in
pubblico: vorrebbe per la prima volta una donna come ad di una
società di punta, forse Terna (si fa il nome di Giuseppina Di
Foggia, Nokia Italia, ma anche di Lucia Morselli, ex Ilva). Di
sicuro per Meloni è una prova ulteriore, con dinamiche che
lambiscono anche il Quirinale e che non sempre sono dall'alto verso
il basso. Su Leonardo il parere delle gerarchie della Difesa, fra i
primi committenti, non è indifferente.
Sui nomi a oggi ci sono poche certezze. Una è quella della
pedina principe: Claudio Descalzi sarà riconfermato ad di Eni, un
quarto mandato che vale un record al vertice del colosso
energetico, più longevo del fondatore Enrico Mattei. Nei primi mesi
di governo, Descalzi ha sviluppato un rapporto fiduciario con
Meloni e l'azienda che dirige è strategica per la nostra politica
estera. All'Enel invece Francesco Starace sembra avere le valigie
in mano. In pole c'è Stefano Donnarumma, attuale ad di Terna, unico
fra i big manager pubblici presente l'anno scorso alla conferenza
programmatica di FdI. Nei giorni scorsi si è visto con Paolo
Scaroni, ex ad di Enel ed Eni (sponsorizzato da FI), che potrebbe
essere nominato presidente. Sull'ad la Lega spinge per una
soluzione diversa: fra i nomi che sostiene c'è quello di Flavio
Cattaneo (Italo). Sulla vicenda un corollario non indifferente: i
fondi internazionali azionisti di Enel hanno chiesto al Mef un ad
di caratura internazionale. Leonardo è forse la partita più
delicata. Alessandro Profumo sarà sostituito, dopo anni di manager
provenienti da settori estranei ai perimetri industriali
dell'impresa. In un primo tempo il fisico Roberto Cingolani,
ministro nel governo Draghi e consulente di Meloni, sembrava
proiettato verso la carica di ad. Ora le sue quotazioni sembrano
scese a favore di Lorenzo Mariani, manager del costruttore europeo
di missili Mbda, controllata pure da Leonardo. Mariani è sostenuto
dal ministro della Difesa Guido Crosetto, e rientra nella logica di
restituire all'impresa, come ha scritto l'inviato del Sole 24ore
Gianni Dragoni, un manager che conosce bene il settore.
Il confronto fra i tre partiti avrà nelle prossime ore un
secondo step durante il quale si discuterà anche di Poste italiane
dove dovrebbe essere riconfermato Matteo Del Fante. Per conto del
Mef sono alla caccia dei migliori candidati società come Spencer
Stuart ed Erica Salmon & Partners. Si cercano anche i nuovi
vertici delle due società operative di Fs, Rfi e Trenitalia, scelte
su cui ha ancora un'influenza non indifferente l'ex ad Mauro
Moretti. La partita comincia con il rinnovo del consiglio di
amministrazione di Mps, quarta banca italiana in attesa di un
partner più grande. Le indiscrezioni assicurano che l'ad Luigi
Lovaglio dovrebbe essere riconfermato.
alu
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