E' stato presentato al 48° Forum di The European House - Ambrosetti il Position Paper "Le relazioni strategiche tra Italia e Stati Uniti d'America. Passato, presente e futuro di una alleanza dai benefici comuni", realizzato in collaborazione con la National Italian American Foundation (NIAF).

Il country-focus sugli Usa, si legge in una nota, ha visto la partecipazione dell'ex Segretario di Stato Americano Mike Pompeo, del Senatore Lindsey Graham e di Kathleen Kennedy Townsend, Presidente del Robert Kennedy Memorial e già Vicegovernatore del Maryland. Maurizio Molinari, capo editore di Repubblica, ha moderato il panel di discussione.

La relazione strategica tra Italia e Stati Uniti ha origini antiche e profonde: le prime relazioni datano già nel XVIII secolo prima dell'unificazione dell'Italia. Da un lato l'Italia ha contribuito a forgiare l'identità culturale degli Stati Uniti e gli italo americani sono ancora oggi il quarto più grande gruppo etnico di origine europea. Dall'altro canto, gli Stati Uniti sono stati tra i principali artefici della rinascita dell'Italia nel periodo della ricostruzione a seguito della seconda guerra mondiale e dove l'Italia ha giocato un ruolo strategico come "pilastro dell'occidente" grazie alla sua posizione di porta d'accesso all'Africa e l'influenza sull'area balcanica.

Oggi, gli Stati Uniti rappresentano complessivamente il terzo partner commerciale dell'Italia e il più grande al di fuori dell'Unione Europea, con un saldo positivo della bilancia commerciale a favore dell'Italia pari a circa 39,3 miliardi di dollari nel 2021, oltre il 50% del surplus commerciale del nostro Paese e in costante aumento negli ultimi 30 anni. Viceversa, l'Italia rappresenta per gli Stati Uniti il secondo partner a livello europeo dietro solo alla Germania.

Anche con riferimento agli investimenti diretti all'estero i valori sono consistenti: sono circa 38 miliardi di dollari lo stock di investimenti fluiti dall'Italia negli Stati Uniti nel 2020 rispetto ai circa 31 miliardi di dollari di investimenti americani in Italia, con ulteriori margini di sviluppo alla luce del fatto che l'Italia, con le proprie competenze e tecnologie, può essere tra i partner di riferimento degli Stati Uniti sul fronte della sostenibilità e della transizione verde (l'Italia è il sesto paese al mondo per export di tecnologie nelle rinnovabili) e gli americani essere sostenitori della transizione 4.0 delle aziende manifatturiere italiane.

Un ulteriore settore strategico di cooperazione è quello dell'industria della difesa. Da sempre gli Stati Uniti sono il primo paese al mondo per la spesa in sistemi di difesa. A questa spesa contribuisce anche l'Italia grazie ai campioni nazionali come Leonardo (la dodicesima più grande azienda della difesa al mondo e la prima in Europa) e Fincantieri (prima in Europa nel settore dello shipbuilding e sesta al mondo per dimensioni). Con oltre 760 milioni di euro, gli Stati Uniti sono inoltre il secondo Paese per esportazioni dell'industria della difesa italiana, che nel 2021 ha raggiunto i circa 4,7 miliardi di euro di dimensione. La solida partnership commerciale si misura inoltre grazie anche ai diversi programmi di procurement in essere tra i due paesi come ad esempio i C130J e i C127J (aerei da trasporto) e gli elicotteri TH37-A, tutti di produzione italiana, e i KC-767 Tanker (aerei cisterna di produzione americana).

Un ulteriore importante contributo industriale a questa partnership viene dall'aerospazio. L'Italia è infatti la sesta potenza spaziale nel mondo, dotata di una propria agenzia e paese membro dell'European Space Agency (ESA), per la quale risulta essere il secondo contributore in rapporto al proprio Prodotto Interno Lordo. Con un'industria che vale annualmente oltre due miliardi di euro, l'Italia possiede tecnologie e risorse umane che possono supportare gli Stati Uniti nella prossima corsa per lo spazio, quadrante geopolitico del futuro.

Sul fronte geostrategico, anche alla luce degli scenari di cambiamento e del riassetto del sistema internazionale, diversi sono gli ambiti in cui l'alleanza rafforzata tra Italia e Stati Uniti può creare benefici comuni.

Il primo riguarda il rafforzamento del fronte sud della NATO e la stabilizzazione delle regioni del Medio-Oriente e del Nord Africa (MENA), aree in cui si registrano forti incrementi di instabilità. L'Italia è tra i dodici Paesi fondatori dell'Allenza Atlantica, il quinto Paese contributore (27 miliardi di euro nel 2021 destinati a crescere fino a 38 miliardi di euro) insieme a Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Francia e il secondo paese al mondo dopo la Germania per numero di soldati americani ospitati. Tutto ciò ne fa un pilastro portante dell'organizzazione per la difesa e la pace internazionale. Favorita dalla sua posizione geografica, assimilabile a una piattaforma nel mezzo del Mar Mediterraneo, l'Italia è quindi l'avamposto ideale per il presidio di queste aree da parte della NATO, ma anche a servizio degli altri stati membri dell'Unione Europea. Inoltre, in qualità di piattaforma mediterranea, il nostro paese costituisce un presidio privilegiato dell'area Indo-Pacifica per il tramite dei traffici provenienti da e per quell'area attraverso il canale di Suez.

In aggiunta e in relazione alla zona nord del continente africano, l'Italia grazie alla sua ampia partecipazione alle missioni di peacekeeping e peacebuilding attive nella zona e alla sua ramificazione diplomatica può rappresentare per gli Stati Uniti un canale di stabilizzazione di quell'area, foriera a un possibile futuro dell'Africa quale "prossima fabbrica del futuro" e alla creazione di una nuova value chain alternativa a quella dell'estremo oriente, con evidenti vantaggi per entrambi i paesi.

Particolare valore assume nel mondo la presenza nelle missioni di pace da parte dell'Italia. Oggi il nostro Paese partecipa ad oltre 30 missioni sia di natura civile che miliare, dispiegando oltre 7.300 soldati (l'Italia è il primo paese contributore dell'Occidente in termini di personale nelle missioni ONU). Apprezzati globalmente per la loro capacità di dialogo e empatia con gli abitanti delle zone in cui sono presenti, le nostre forze armate all'estero rappresentano un concreto contributo al successo di ogni operazione di questo tipo, anticamera alla stabilizzazione del Paese ospitante e del suo conseguente sviluppo economico e sociale.

com/mcn

alessandro.mocenni@mfdowjones.it

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