Risparmio: De Felice, per imprese capitale c'è (MF)
11 Agosto 2022 - 9:09AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'economia italiana è chiamata a rispondere a sfide epocali come
la transizione ecologica e la digitalizzazione. Il Pnrr fornirà
ingenti risorse ma queste non basteranno, ad esempio, per
raggiungere i risultati previsti da Fit for 55, l'obiettivo Ue di
ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55%
entro il 2030. La crisi ucraina poi accentua la necessità di
accelerare il processo di indipendenza energetica dal gas naturale
e dal petrolio della Russia.
A sottolinearlo in un intervento su MF-Milano Finanza è Gregorio
De Felice, chief economist & head of research Intesa Sanpaolo,
secondo cui la creazione di nuove catene del valore legate ai
diversi equilibri mondiali rappresenta una ulteriore sfida per le
nostre imprese. Occorre quindi essere consapevoli della necessità
di abbondanti fonti finanziarie per gli ingenti investimenti del
sistema produttivo, con particolare attenzione alle pmi che
rappresentano la gran parte del tessuto industriale italiano. Il
nostro sistema finanziario è ancora eccessivamente bancocentrico e
l'attività d'impresa non può essere finanziata soltanto dal credito
bancario. Il peso della nostra borsa sul pil ha raggiunto nel 2021
il 43,1%, grazie alla forte ripresa dell'indice All Shares (circa
+22%); nell'ultimo decennio questo peso è, in media,
significativamente inferiore a Francia, Germania, Spagna e Regno
Unito.
La nostra borsa vale circa lo 0,7% del totale dei mercati
azionari mondiali mentre il pil italiano incide per il 2% del pil
globale.
A fine 2021 i mercati di Borsa Italiana contavano 407 società
quotate, con 49 nuove ammissioni, di cui 44 sull'Euronext Milan
Growth (Egm), il numero più elevato dal 2000. Da inizio 2022, i
nuovi ingressi sono stati una ventina, a fronte di nove delisting:
colpisce, tra le uscite effettive o annunciate, la presenza di nomi
importanti del sistema produttivo italiano.
Dietro queste scelte ci sono certamente ragioni di natura
industriale, di opportunità di investimento ma anche fiscali che
dovrebbero far riflettere le autorità e determinare una reazione a
livello europeo se si vuole davvero formare la Capital Market
Union. Un'analisi di Intesa Sanpaolo, condotta prima della
pandemia, stimava tra 1.000 e 2.000 le pmi eccellenti con requisiti
tali da poter essere quotate sui mercati dei capitali nei
successivi 3-5 anni, un processo che la pandemia ha rallentato. Il
potenziale di pmi eccellenti da accompagnare verso la borsa rimane
grande e, al momento, largamente inespresso, considerando il largo
numero di aziende medio-piccole leader nei propri settori
industriali e la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane,
pari a 5.256 miliardi nel 2021, di cui circa mille miliardi in
holding di partecipazioni, a testimonianza della tradizione storica
italiane delle aziende familiari. La ricchezza finanziaria delle
famiglie italiane è in percentuale del pil (279%) superiore a
quella di Francia (251%), Spagna (211%) e Germania (207%).Il flusso
di attività finanziarie delle famiglie è in ulteriore forte
crescita negli anni della pandemia: +116 miliardi nel 2020 e +109
miliardi nel 2021, valori più che doppi rispetto ai circa 50
miliardi registrati in media nel precedente triennio.
La ricchezza indirizzata dalle famiglie verso i fondi comuni è
pari a circa 690 miliardi ma, come recentemente ricordato dal
governatore Visco, escludendo i titoli delle pubbliche
amministrazioni, solo il 5% di queste risorse è investito in titoli
emessi da imprese nazionali, rispetto al 34% della Francia e al 14%
della Germania. Cosa possiamo fare per colmare questo divario?
Molte iniziative sono già state realizzate in questi ultimi anni.
Dal punto di vista della regolamentazione, sono stati introdotti
strumenti finanziari con benefici fiscali a favore
dell'investitore, come i Pir, i Pir Alternativi, gli Eltif. Si
stanno poi sviluppando in parallelo fondi di «private market»,
investitori specializzati all'ingresso nel capitale di società
medio-piccole, anche non quotate. Anche dal punto di vista delle
società «quotande» si sono definiti molti strumenti per agevolare
il processo, come ad esempio il voto maggiorato per proteggere
l'imprenditore dal rischio di azioni «ostili», in particolare nei
primi anni di quotazione, o l'accesso al segmento Euronext Milan
Growth (Egm) con una procedura semplificata di quotazione.
In questo scenario favorevole, vediamo tre elementi chiave per
attivare un circolo virtuoso che porti il risparmio delle famiglie
verso i mercati dei capitali. In primis, il supporto del sistema
bancario alle società «quotande» con formazione e
manageralizzazione, ad esempio la Elite Lounge per pmi e start-up
che Intesa Sanpaolo ha lanciato all'interno del programma di Borsa
Elite. Poi l'aiuto all'imprenditore nel maturare la consapevolezza
che l'apertura del capitale può accelerare la fase di sviluppo
dell'azienda. Infine, l'educazione degli investitori alla ricerca
consapevole di extra-rendimenti, quali l'ingresso nel capitale di
società in una fase di sviluppo con profili di crescita superiori
rispetto a società già quotate, che hanno normalmente un ciclo del
business più avanzato.
alu
fine
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1108:53 ago 2022
(END) Dow Jones Newswires
August 11, 2022 02:54 ET (06:54 GMT)
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