L'economia italiana è chiamata a rispondere a sfide epocali come la transizione ecologica e la digitalizzazione. Il Pnrr fornirà ingenti risorse ma queste non basteranno, ad esempio, per raggiungere i risultati previsti da Fit for 55, l'obiettivo Ue di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. La crisi ucraina poi accentua la necessità di accelerare il processo di indipendenza energetica dal gas naturale e dal petrolio della Russia.

A sottolinearlo in un intervento su MF-Milano Finanza è Gregorio De Felice, chief economist & head of research Intesa Sanpaolo, secondo cui la creazione di nuove catene del valore legate ai diversi equilibri mondiali rappresenta una ulteriore sfida per le nostre imprese. Occorre quindi essere consapevoli della necessità di abbondanti fonti finanziarie per gli ingenti investimenti del sistema produttivo, con particolare attenzione alle pmi che rappresentano la gran parte del tessuto industriale italiano. Il nostro sistema finanziario è ancora eccessivamente bancocentrico e l'attività d'impresa non può essere finanziata soltanto dal credito bancario. Il peso della nostra borsa sul pil ha raggiunto nel 2021 il 43,1%, grazie alla forte ripresa dell'indice All Shares (circa +22%); nell'ultimo decennio questo peso è, in media, significativamente inferiore a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.

La nostra borsa vale circa lo 0,7% del totale dei mercati azionari mondiali mentre il pil italiano incide per il 2% del pil globale.

A fine 2021 i mercati di Borsa Italiana contavano 407 società quotate, con 49 nuove ammissioni, di cui 44 sull'Euronext Milan Growth (Egm), il numero più elevato dal 2000. Da inizio 2022, i nuovi ingressi sono stati una ventina, a fronte di nove delisting: colpisce, tra le uscite effettive o annunciate, la presenza di nomi importanti del sistema produttivo italiano.

Dietro queste scelte ci sono certamente ragioni di natura industriale, di opportunità di investimento ma anche fiscali che dovrebbero far riflettere le autorità e determinare una reazione a livello europeo se si vuole davvero formare la Capital Market Union. Un'analisi di Intesa Sanpaolo, condotta prima della pandemia, stimava tra 1.000 e 2.000 le pmi eccellenti con requisiti tali da poter essere quotate sui mercati dei capitali nei successivi 3-5 anni, un processo che la pandemia ha rallentato. Il potenziale di pmi eccellenti da accompagnare verso la borsa rimane grande e, al momento, largamente inespresso, considerando il largo numero di aziende medio-piccole leader nei propri settori industriali e la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, pari a 5.256 miliardi nel 2021, di cui circa mille miliardi in holding di partecipazioni, a testimonianza della tradizione storica italiane delle aziende familiari. La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è in percentuale del pil (279%) superiore a quella di Francia (251%), Spagna (211%) e Germania (207%).Il flusso di attività finanziarie delle famiglie è in ulteriore forte crescita negli anni della pandemia: +116 miliardi nel 2020 e +109 miliardi nel 2021, valori più che doppi rispetto ai circa 50 miliardi registrati in media nel precedente triennio.

La ricchezza indirizzata dalle famiglie verso i fondi comuni è pari a circa 690 miliardi ma, come recentemente ricordato dal governatore Visco, escludendo i titoli delle pubbliche amministrazioni, solo il 5% di queste risorse è investito in titoli emessi da imprese nazionali, rispetto al 34% della Francia e al 14% della Germania. Cosa possiamo fare per colmare questo divario? Molte iniziative sono già state realizzate in questi ultimi anni. Dal punto di vista della regolamentazione, sono stati introdotti strumenti finanziari con benefici fiscali a favore dell'investitore, come i Pir, i Pir Alternativi, gli Eltif. Si stanno poi sviluppando in parallelo fondi di «private market», investitori specializzati all'ingresso nel capitale di società medio-piccole, anche non quotate. Anche dal punto di vista delle società «quotande» si sono definiti molti strumenti per agevolare il processo, come ad esempio il voto maggiorato per proteggere l'imprenditore dal rischio di azioni «ostili», in particolare nei primi anni di quotazione, o l'accesso al segmento Euronext Milan Growth (Egm) con una procedura semplificata di quotazione.

In questo scenario favorevole, vediamo tre elementi chiave per attivare un circolo virtuoso che porti il risparmio delle famiglie verso i mercati dei capitali. In primis, il supporto del sistema bancario alle società «quotande» con formazione e manageralizzazione, ad esempio la Elite Lounge per pmi e start-up che Intesa Sanpaolo ha lanciato all'interno del programma di Borsa Elite. Poi l'aiuto all'imprenditore nel maturare la consapevolezza che l'apertura del capitale può accelerare la fase di sviluppo dell'azienda. Infine, l'educazione degli investitori alla ricerca consapevole di extra-rendimenti, quali l'ingresso nel capitale di società in una fase di sviluppo con profili di crescita superiori rispetto a società già quotate, che hanno normalmente un ciclo del business più avanzato.

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MF-DJ NEWS

1108:53 ago 2022

 

(END) Dow Jones Newswires

August 11, 2022 02:54 ET (06:54 GMT)

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