Avanza l'idea di salvare la raffineria di Priolo con un passaggio temporaneo sotto la gestione statale. Non una vera nazionalizzazione, ma un procedimento simile a quello adottato dalla Germania per le raffinerie Rosneft. Mutuando la legge tedesca sulla sicurezza energetica, si lavorerebbe ad estendere l'attuale campo di applicazione del "golden power", cioè i poteri speciali da parte del governo, per applicarli ad atti e delibere anche diversi e precedenti a un'operazione di cessione.

Lo scrive il "Sole 24 Ore" aggiungendo che poi, laddove sia dimostrato che è a rischio la continuità operativa, gli impianti, considerati un'infrastruttura critica di rilevanza strategica nazionale, potrebbero essere sottoposti a un regime di amministrazione fiduciaria temporanea (ad esempio la proposta Nicita prevederebbe 6 mesi prorogabili al massimo fino a un anno).

Una norma potrebbe approdare al consiglio dei ministri forse già domani, o a quello della settimana prossima, con la possibile forma del decreto legge. Ci sono comunque ancora valutazioni dei ministeri coinvolti: Imprese e made in Italy, Ambiente e sicurezza energetica oltre all'Economia che mantiene una certa prudenza.

In sostanza, l'ipotesi normativa prevede una sorta di commissariamento statale a tempo. Durante questo periodo la proprietà potrebbe continuare a valutare eventuali offerte di cessione, che sono in questa fase caldeggiate dal governo: contatti, anche mediati da advisor, sarebbero in corso ma occorre tempo per valutarne la praticabilità.

La soluzione è complessa, tecnicamente si tratterebbe di una forzatura giuridica ma in un eventuale confronto con la Commissione il governo potrebbe far valere appunto il precedente tedesco dell'amministrazione fiduciaria.

Isab, proprietaria di due raffinerie nel cuore della zona industriale di Siracusa, fa capo alla russa Lukoil e rischia di chiudere stretta nella tenaglia tra il mancato credito delle banche, che temono sanzioni indirette, e l'embargo del petrolio russo da raffinare che scatta il 5 dicembre.

Di soluzione ibrida, sulla falsariga di quello che ha fatto la Germania con Sefe, ex filiale tedesca di Gazprom, nazionalizzata anche grazie al contributo della Commissione Ue perché è una questione di "interesse nazionale", parla anche il "Corriere della Sera". Nel frattempo in settimana è previsto un altro incontro degli istituti (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Mps) con Sace. Le banche, oltre alla garanzia sui finanziamenti, chiedono anche la manleva su eventuali sanzioni americane e il coinvolgimento di Cdp in un'operazione di sistema.

gug

 

(END) Dow Jones Newswires

November 30, 2022 03:08 ET (08:08 GMT)

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