Mentre dalla banca centrale arrivano le prime, timide aperture al dialogo verso le società occidentali, Unicredit si alleggerisce in Russia. Il Cremlino ha dato luce verde all'acquisizione da parte della casa automobilistica Avtovaz di RN Bank, la finanziaria controllata dalla joint venture tra Unicredit e l'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Per la banca italiana (che detiene il 40% del veicolo societario), scrive MF-Milano Finanza, l'operazione vale circa 200 milioni di euro. Si tratta insomma di un primo passo di un complesso processo di exit su cui Unicredit ha iniziato a lavorare subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

Nonostante i numerosi colloqui avuti nel corso degli ultimi mesi la banca guidata da Andrea Orcel non è riuscita a smobilizzare gli asset detenuti nel paese anche a causa dei veti posti dal Cremlino. Ad agosto infatti il governo russo ha emesso un decreto che proibisce a 45 gruppi finanziari occidentali e giapponesi di cedere le attività detenute in Russia. Il provvedimento viene esplicitamente citato nell'autorizzazione che nei giorni scorsi Mosca ha dato alla transazione tra Avtovaz e Rn Bank e l'operazione è avvenuta proprio all'interno della cornice normativa previsto dal decreto.

La banca centrale ha però recentemente ribadito che, a certe condizioni, il quadro potrebbe evolvere in una direzione favorevole per l'occidente: "La Russia è aperta ad ammorbidire le restrizioni sulle transazioni con i non residenti ostili in cambio di di uno scongelamento degli asset russi all'estero. I requisiti per i residenti possono essere liberalizzati il più possibile, mentre le restrizioni per i non residenti dovrebbero variare in base alla loro giurisdizione", ha spiegato nei giorni scorsi l'istituzione guidata da Elvira Nabiullina, aggiungendo che potrebbe considerare lo sblocco degli asset dei paesi ostili in risposta a un alleggerimento delle sanzioni.

Vero è che sono molti gli intermediari finanziari rimasti in panne dopo il decreto di agosto. Oltre alle italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo il provvedimento ha interessato le europee Bnp Paribas, Deutsche Bank, Credit Agricole, Credit Suisse, Hsbc, Ubs, Natixis, Ing e Raiffeisenbank, le americane Goldman Sachs, Jp Morgan, American Express Bank, Citibank e Paypal e le finanziarie legate al mondo auto Toyota Bank, Mercedes-Benz Bank, Bmw Bank e Volkswagen Bank.

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MF-DJ NEWS

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