A un anno dal termine del suo secondo mandato, Alessandro Profumo, fa il punto sulle ultime vicende del gruppo Leonardo spa con Repubblica. Profumo difende il progetto dei grandi poli dell'industria della difesa europea "in modo da spendere meglio i soldi dei cittadini" e candida Leonardo come capofila per l'elettronica di sicurezza. Ma si schiera contro l'aggregazione con Fincantieri, in un confronto a distanza con il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che ieri ha rilanciato l'ipotesi di "un polo militare italiano" visitando i cantieri del gruppo navale a Monfalcone.

Parlando della presenza del gruppo all'estero, Profumo spiega che gli Usa sono un mercato "molto importante. Ma non è l'unico. Lo è anche l'Europa, a partire dalla Germania. Siamo presenti in quasi tutti i paesi dell'Est, mentre in Francia, che rimane il mercato dove è più difficile entrare, operiamo ad aziende come Thales e Airbus. L'Italia vale solo il 15% del giro d'affari, ma è importantissima perché è qui che facciamo ricerca e sviluppiamo i nostri prodotti. È la situazione di tutte le aziende del settore, dove la domanda domestica ha medie molto più basse di quanto non avvenga negli Stati Uniti".

La soluzione potrebbe essere una Difesa europea comune, "penso che sia molto importante e lo dico soprattutto nei confronti dei cittadini. Per qualsiasi nuovo sistema che vai a sviluppare -precisa- hai costi non ricorrenti. Se un nuovo prodotto lo sviluppi dieci volte, invece che una o due, hai questi costi moltiplicati per dieci. Si cita sempre il caso dei mezzi blindati: in Europa ne abbiamo di 17 tipi diversi, mentre negli Stati Uniti soltanto tre, con una qualità più alta e costi inferiori: sono soldi dei cittadini che potrebbero essere utilizzati diversamente. Ma ci arriveremo anche in Europa".

Quanto al progetto Oto Melara, "tutti si rendono conto dell'importanza di ragionare a livello europeo, ma allo stesso tempo è importante che ci sia una forte base di proprietà intellettuale italiana. Sul tema ho sempre detto due cose. La prima è che le aggregazioni avverranno a livello verticale. La seconda: come italiani dobbiamo individuare le capacità che dobbiamo tutelare. Abbiamo eccellenze nei sistemi di difesa, dove c'è Oto Melara, nell'elettronica, negli elicotteri, nei trainer che sono quelle che ci consentono di crescere. C'è una cosa di cui sono molto fiero -sottolinea- da quando sono qui abbiamo creato cinquemila posti di lavoro, tremila in Italia. Tutti posti di lavoro "sani" perché abbiamo sviluppato nuove capacità, migliorando i risultati". Alla domanda se Oto Melara resterà nel gruppo, "non dipende solo da noi. Questi progetti richiedono riflessioni più allargate a livello di sistema Paese", spiega Profumo.

C'è poi il progetto per fare di Leonardo il polo di aggregazione per un gruppo europeo dell'elettronica della Difesa: i due dossier devono procedere in parallelo ed è "un bene che vada avanti tutto insieme. In un processo europeo è giusto che vi sia una coerenza di base e reciprocità fra i diversi attori".

Sull'attività nella cybersicurezza, il manager precisa che dopo l'inizio della guerra "gli attacchi sono più sofisticati, non più numerosi. Vogliamo essere il punto di riferimento della sicurezza cyber, non ci interessa una crescita per vie esterne. Abbiamo un focus nello sviluppo di tecnologie proprietarie e stiamo lanciando anche il progetto della Cyber Academy, nata per diventare il punto di riferimento del settore, facendo sia formazione diretta sia fungendo da centro di aggregazione di realtà terze che utilizzano la nostra struttura per fare a loro volta formazione".

Alla domanda se con la nuova leadership i rapporti con Fincantieri miglioreranno, "la collaborazione c'è sempre stata. Sono anche convinto che vada rafforzata: quando andiamo a cercare commesse all'estero possiamo muoverci in maniera ancora più coordinata. Noi facciamo la parte elettronica, loro la parte navale. Dobbiamo continuare a lavorare insieme. La Marina Militare, in questo caso, è il "cliente" e questo obbliga a essere coordinati" spiega Profumo che dice però no a un'aggregazione tra i due gruppi: "mi sembrerebbe un uso sbagliato del tempo. Prendiamo Fincantieri: fanno navi per i settori civile e militare. Tra di loro ci sono sinergie. Mentre non mi pare che ci siano tra chi fa elettronica per la difesa e chi costruisce scafi".

Il mandato di Profumo scade fra un anno. Il ceo non si sbilancia sulla possibilità che possa essere riconfermato: "lavoro per un anno poi si vedrà".

L'audit sull'incarico a Massimo D'Alema per possibili commesse in Sudamerica ha finito il suo lavoro: non avrebbe mosso appunti all'operato dell'ad, mentre ha individuato alcune "zone d'ombra" nelle procedure. "Sono sereno su quanto accaduto, ma è un documento interno di cui non posso parlare", conclude.

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May 24, 2022 02:19 ET (06:19 GMT)

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