Leonardo: Profumo; leader polo sicurezza Ue, no fusione con Fincantieri (Rep)
24 Maggio 2022 - 8:34AM
MF Dow Jones (Italiano)
A un anno dal termine del suo secondo mandato, Alessandro
Profumo, fa il punto sulle ultime vicende del gruppo Leonardo spa
con Repubblica. Profumo difende il progetto dei grandi poli
dell'industria della difesa europea "in modo da spendere meglio i
soldi dei cittadini" e candida Leonardo come capofila per
l'elettronica di sicurezza. Ma si schiera contro l'aggregazione con
Fincantieri, in un confronto a distanza con il ministro dello
Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che ieri ha rilanciato
l'ipotesi di "un polo militare italiano" visitando i cantieri del
gruppo navale a Monfalcone.
Parlando della presenza del gruppo all'estero, Profumo spiega
che gli Usa sono un mercato "molto importante. Ma non è l'unico. Lo
è anche l'Europa, a partire dalla Germania. Siamo presenti in quasi
tutti i paesi dell'Est, mentre in Francia, che rimane il mercato
dove è più difficile entrare, operiamo ad aziende come Thales e
Airbus. L'Italia vale solo il 15% del giro d'affari, ma è
importantissima perché è qui che facciamo ricerca e sviluppiamo i
nostri prodotti. È la situazione di tutte le aziende del settore,
dove la domanda domestica ha medie molto più basse di quanto non
avvenga negli Stati Uniti".
La soluzione potrebbe essere una Difesa europea comune, "penso
che sia molto importante e lo dico soprattutto nei confronti dei
cittadini. Per qualsiasi nuovo sistema che vai a sviluppare
-precisa- hai costi non ricorrenti. Se un nuovo prodotto lo
sviluppi dieci volte, invece che una o due, hai questi costi
moltiplicati per dieci. Si cita sempre il caso dei mezzi blindati:
in Europa ne abbiamo di 17 tipi diversi, mentre negli Stati Uniti
soltanto tre, con una qualità più alta e costi inferiori: sono
soldi dei cittadini che potrebbero essere utilizzati diversamente.
Ma ci arriveremo anche in Europa".
Quanto al progetto Oto Melara, "tutti si rendono conto
dell'importanza di ragionare a livello europeo, ma allo stesso
tempo è importante che ci sia una forte base di proprietà
intellettuale italiana. Sul tema ho sempre detto due cose. La prima
è che le aggregazioni avverranno a livello verticale. La seconda:
come italiani dobbiamo individuare le capacità che dobbiamo
tutelare. Abbiamo eccellenze nei sistemi di difesa, dove c'è Oto
Melara, nell'elettronica, negli elicotteri, nei trainer che sono
quelle che ci consentono di crescere. C'è una cosa di cui sono
molto fiero -sottolinea- da quando sono qui abbiamo creato
cinquemila posti di lavoro, tremila in Italia. Tutti posti di
lavoro "sani" perché abbiamo sviluppato nuove capacità, migliorando
i risultati". Alla domanda se Oto Melara resterà nel gruppo, "non
dipende solo da noi. Questi progetti richiedono riflessioni più
allargate a livello di sistema Paese", spiega Profumo.
C'è poi il progetto per fare di Leonardo il polo di aggregazione
per un gruppo europeo dell'elettronica della Difesa: i due dossier
devono procedere in parallelo ed è "un bene che vada avanti tutto
insieme. In un processo europeo è giusto che vi sia una coerenza di
base e reciprocità fra i diversi attori".
Sull'attività nella cybersicurezza, il manager precisa che dopo
l'inizio della guerra "gli attacchi sono più sofisticati, non più
numerosi. Vogliamo essere il punto di riferimento della sicurezza
cyber, non ci interessa una crescita per vie esterne. Abbiamo un
focus nello sviluppo di tecnologie proprietarie e stiamo lanciando
anche il progetto della Cyber Academy, nata per diventare il punto
di riferimento del settore, facendo sia formazione diretta sia
fungendo da centro di aggregazione di realtà terze che utilizzano
la nostra struttura per fare a loro volta formazione".
Alla domanda se con la nuova leadership i rapporti con
Fincantieri miglioreranno, "la collaborazione c'è sempre stata.
Sono anche convinto che vada rafforzata: quando andiamo a cercare
commesse all'estero possiamo muoverci in maniera ancora più
coordinata. Noi facciamo la parte elettronica, loro la parte
navale. Dobbiamo continuare a lavorare insieme. La Marina Militare,
in questo caso, è il "cliente" e questo obbliga a essere
coordinati" spiega Profumo che dice però no a un'aggregazione tra i
due gruppi: "mi sembrerebbe un uso sbagliato del tempo. Prendiamo
Fincantieri: fanno navi per i settori civile e militare. Tra di
loro ci sono sinergie. Mentre non mi pare che ci siano tra chi fa
elettronica per la difesa e chi costruisce scafi".
Il mandato di Profumo scade fra un anno. Il ceo non si sbilancia
sulla possibilità che possa essere riconfermato: "lavoro per un
anno poi si vedrà".
L'audit sull'incarico a Massimo D'Alema per possibili commesse
in Sudamerica ha finito il suo lavoro: non avrebbe mosso appunti
all'operato dell'ad, mentre ha individuato alcune "zone d'ombra"
nelle procedure. "Sono sereno su quanto accaduto, ma è un documento
interno di cui non posso parlare", conclude.
vs
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May 24, 2022 02:19 ET (06:19 GMT)
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