Banche: la stagione dei conti conferma solidità ma più incertezza in 2023 (milanofinanza.it)
09 Agosto 2022 - 03:04PM
MF Dow Jones (Italiano)
Di Francesca Gerosa (Milanofinanza.it)
I fondamentali delle grandi banche italiane restano solidi. I
risultati del primo semestre di quest'anno sono stati rassicuranti,
così come le previsioni per il resto dell'anno, secondo quanto
riporta Marco Troiano, team leader di Scope Ratings, in una nota
vista in anteprima da milanofinanza.it. In effetti, le banche
italiane hanno registrato un aumento dei ricavi e degli utili in
tutti i settori. La crescita economica, l'aumento dei prestiti,
l'aumento dei tassi di mercato e le basse perdite sui crediti sono
stati i fattori chiave della forte performance, spiega
l'esperto.
"La resilienza dei ricavi non è stata una sorpresa data la forte
crescita dell'economia italiana e dei dati di settore che indicano
un aumento sia dei volumi di prestito sia dei tassi di interesse
sui prestiti. Le banche sono state in grado di compensare le
pressioni inflazionistiche attraverso le azioni di riduzione dei
costi pianificate da lungo tempo, mentre le perdite su crediti sono
rimaste ai minimi storici con un ratio Npl medio lordo al 3,7%, in
calo di 50 pb rispetto all'inizio dell'anno e non ci aspettiamo che
le banche si fermino qui. Per le otto banche italiane nel nostro
campione, il rendimento del capitale proprio nel primo semestre
2022 è stato di circa il 6,5%", ha osservato Troiano, aggiungendo
che su base annua il margine di interesse è cresciuto per la
maggior parte degli istituti domestici.
Parallelamente è cresciuta la componente commerciale del margine
di interesse grazie ai maggiori volumi di impiego e in parte al
rimbalzo dei tassi sui prestiti, soprattutto per i nuovi mutui.
Infine, il margine di interesse è stato favorito dall'aumento dei
rendimenti obbligazionari e dall'apprezzamento della cedola dei
titoli indicizzati all'inflazione (in particolare nel caso della
Banca Popolare di Sondrio). La crescita economica italiana ha
continuato a sostenere le commissioni nette delle banche, sebbene
la performance non sia stata omogenea. In particolare, le banche
con una maggior dipendenza dalla gestione patrimoniale sono state
colpite dai mercati azionari ribassisti, ad esempio Intesa
Sanpaolo, che hanno ridotto le commissioni di performance.
I costi operativi sono diminuiti su base annua nel primo
semestre. Sebbene la struttura dei costi delle banche sia meno
influenzata dai prezzi dell'energia rispetto ad altri settori,
l'inflazione ha colpito i costi amministrativi. Tuttavia, gli
istituti di credito italiani sono stati generalmente in grado di
compensare tali pressioni attraverso misure di riduzione dei costi.
Le banche che hanno mostrato un aumento dei costi sono state quelle
che hanno accelerato gli investimenti, ad esempio nella
digitalizzazione o in iniziative strategiche ( Mediobanca ha
potenziato la rete distributiva nella sua divisione di wealth
management). Il cost/income del settore è sceso da oltre il 58% in
media nel primo trimestre del 2021 al 56,5% nel primo semestre del
2022.
Mentre nei primi sei mesi del 2022 il costo del rischio delle
banche italiane è sceso dai 55 pb del 2021 a una media di 43 pb.
Questo è stato il risultato di quattro fattori principali,
chiarisce Troiano: i tassi di insolvenza sono ancora ai minimi
storici, il parziale ribaltamento degli overlay correlati alla
pandemia, la bassa esposizione diretta o indiretta a Russia,
Ucraina e Bielorussia, ad eccezione di Unicredit e Intesa Sanpaolo,
l'esposizione limitata ai settori ad alta intensità energetica, che
secondo Banca d'Italia rappresentavano l'8,5% dei prestiti alle
imprese nel 2021. La probabilità di default a un anno nei settori
ad alta intensità energetica è risultata inferiore anche alla media
degli altri settori, 1,2% vs 1,9%, secondo i dati AnaCredit. I
management hanno offerto indicazioni confortanti per il resto
dell'anno, con un costo del rischio per l'intero anno previsto
intorno a 40 punti base, in media.
I costi sono sotto controllo e i trend positivi della qualità
degli attivi rimangono intatti, "per ora", precisa l'analista. In
media, le banche italiane sono ben capitalizzate nonostante le
generose politiche di distribuzione (a giugno 2022 la posizione
patrimoniale delle banche italiane era solida, con un buffer MDA
medio sui requisiti Cet1 di circa 560 pb. In media, il Cet1 ratio è
diminuito di oltre 40 punti base nei primi sei mesi dell'anno). "Il
margine d'interesse core beneficerà sempre più dei rialzi dei tassi
d'interesse. Certo, le prospettive per le commissioni nette sono
meno visibili, ma l'inflazione e la crescita economica dovrebbero
essere di supporto", continua.
Troiano poi non prevede un'oscillazione significativa della
redditività nella seconda metà del 2022 nonostante uno scenario
macroeconomico più sfidante. I benefici per il margine di interesse
dell'aumento dei tassi ufficiali, ora previsti intorno allo
0,50%/0,75% a fine anno, saranno considerevoli, nell'ordine
dell'8%-20% circa rispetto ai livelli del 2021, a seconda delle
caratteristiche del modello di business delle banche e della
composizione del bilancio. Tuttavia, il pieno impatto sui margini
si realizzerà solo nel 2023.
Unicredit e Intesa Sanpaolo tengono sotto controllo la loro
esposizione alla Russia, ma le strategie di uscita non sono ancora
chiare. Nel secondo trimestre, Unicredit ha ridotto in modo
rilevante la sua esposizione transfrontaliera alla Russia (di oltre
2,7 miliardi di euro, da 5,5 miliardi a 3,8 miliardi), mentre per
Intesa Sanpaolo il calo è stato meno marcato rispetto a Unicredit
(-400 milioni di euro dall'inizio della guerra). Dopo gli
accantonamenti iniziali presi nel primo trimestre di quest'anno,
l'impatto sugli utili e sul capitale dovrebbe essere contenuto,
considerando la solidità finanziaria dei clienti russi e la
resilienza delle attività locali. I due gruppi hanno cercato
soluzioni per uscire dal mercato a costi contenuti, senza fornire
una strategia chiara.
"Siamo più cauti sul 2023. Man mano che gli effetti di base e
gli stimoli alla crescita economica, dovuti alla domanda repressa
svaniscono, è probabile che la crescita dell'Italia converga verso
una normalità poco stimolante. Mentre il margine di interesse core
è visto espandersi grazie all'aumento dei tassi, la qualità dei
prestiti potrebbe iniziare a deteriorarsi", ha avvertito Troiano,
vedendo rischi al ribasso legati al contesto economico generale e
all'instabilità politica. La crisi energetica comporta
inevitabilmente dei rischi al ribasso, così come il rallentamento
globale, in parte una risposta politica alla minaccia
inflazionistica. Inoltre, le elezioni lampo del 25 settembre
"potrebbero innescare una nuova fase di volatilità sugli asset
italiani sensibili alla fiducia, che potrebbe danneggiare i ricavi
delle banche italiane, i costi di finanziamento e, negli scenari
più gravi, la capacità di attingere ai mercati per i fondi
wholesale", ha concluso l'esperto di Scope Ratings.
red/cce
(END) Dow Jones Newswires
August 09, 2022 08:49 ET (12:49 GMT)
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