B.Mps accelera sulla semplificazione della propria struttura societaria. Entro giugno, scrive MF-Milano Finanza, la banca senese guidata dal ceo Luigi Lovaglio dovrebbe integrare le due principali controllate, la banca corporate Mps Capital Services e la Mps Leasing & Factoring. Proprio su questa seconda società sarebbero in corso approfondimenti di carattere industriale in queste prime settimane dell'anno. Siena deve decidere se integrare l'intera controllata oppure ridurne il perimetro con cessioni mirate. Sul mercato potrebbe così finire una parte dell'attivo, a partire dai crediti leasing non performing.

Alla fine del 2021 Mps Leasing & Factoring vantava impieghi complessivi per circa 5 miliardi, di cui circa 300 milioni non performing. Tra le opzioni sul tavolo ci sarebbe dunque quella di cedere una parte di questo stock e un paio di operatori industriali avrebbero già messo nel mirino il dossier. Si tratterrebbe del resto di un'operazione simile a quella che hanno fatto altri istituti di credito. Lo scorso anno per esempio Unicredit ha deciso di vendere una parte del proprio portafoglio leasing nell'ambito di un'operazione per un importo di circa 500 milioni.ù

Per quanto riguarda la fusione delle due controllate e la nascita della banca unica, il lavoro sul progetto (sottoposto all'autorizzazione della Bce) sarebbe partito con il nuovo anno e l'obiettivo è quello di arrivare alla fusione entro il mese di giugno.

L'assetto operativo del resto è già stato impostato sul modello della banca unica e non ci dovrebbero essere ulteriori cambi di rotta nei prossimi mesi. Anche sul fronte del personale l'assetto raggiunto con gli accordi dello scorso anno resterà stabile. Le fusioni avranno quindi effetti soprattutto sul fronte contabile visto che, come previsto dal piano, dovrebbero garantire a Mps sinergie in termini di costi e ricavi incrementali. Il ceo Lovaglio punta infatti a conseguire una centralizzazione dei vari centri di costo in un'unica unità e a una ottimizzazione della rete distributiva che dovrebbero far emergere importanti benefici a livello di conto economico. In questa direzione è già andata l'integrazione del consorzio operativo che Bce ha autorizzato in autunno, consentendo la finalizzazione entro la fine del 2022.

Tutti questi interventi, oltre a ottemperare agli impegni presi con l'Europa, potrebbero avere l'effetto di rendere appetibile il gruppo Montepaschi in vista della privatizzazione. Per il momento non sembra che il dossier abbia preso quota ed è plausibile che nulla si muoverà fin verso maggio-giugno.

Domani nel frattempo la banca presenterà al mercato i risultati del 2022. Gli analisti di Mediobanca si aspettano ricavi in crescita per 3,3 miliardi, trascinati soprattutto dalla crescita del margine di interesse (1,45 miliardi), mentre i costi risentiranno fisiologicamente del piano di esodi realizzato alla fine dello scorso anno. Il conto economico dovrebbe quindi chiudersi con una perdita da 274 milioni. Deutsche Bank invece si attende ricavi per quasi 3 miliardi e un rosso da 270 milioni.

red

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MF-DJ NEWS

0708:14 feb 2023

 

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