Nel 2021 il giro d'affari delle 152 maggiori aziende della moda ha evidenziato una ripresa a V a 68,6 miliardi di euro, +32,7% sul 2020, superando dello 0,9% i livelli pre-pandemici, con l'impiego di quasi 260 mila dipendenti (+1,3% sul 2020 e -4,4% sul 2019). Il fatturato estero registra un rimbalzo più sostenuto (+35,7%) rispetto a quello nazionale (+28,7%). I produttori di alta gamma reagiscono con maggior forza rispetto a quelli mass-market, superando i livelli del 2019 dell'1,1%, mentre i produttori della fascia più economica si trovano ancora al di sotto dei livelli pre-crisi (-3,6%).

E' quanto emerge dal report dell'Area Studi Mediobanca sulle maggiori

aziende della moda in Italia, che aggrega i dati finanziari di 152

societá del settore con sede nel nostro Paese.

Le medie imprese a controllo italiano segnano una ripresa più incisiva (+6,6% sul 2019) rispetto alle grandi (-1,7%) e a quelle a controllo estero (+3,3%), a conferma della maggiore dinamicità e flessibilità di questa classe dimensionale, fiore all'occhiello del sistema industriale italiano. Le prime venti aziende rappresentano da sole oltre la metà del fatturato aggregato.

Al primo posto per ricavi si conferma Prada (3,4 mld) che precede Luxottica Group (3,2 mld), consolidata dalla multinazionale EssilorLuxottica, e Calzedonia Holding (2,5 mld). Seguono Moncler e Giorgio Armani con un giro d'affari di 2 mld ciascuno.

La redditività segnala una dinamica calante: l'Ebit margin scende dal 12,1% del 2019 al 10,6% del 2021, dopo l'impatto dirompente della crisi quando si era fermato al 4,5%. Il comparto pelli, cuoio e calzature riporta i margini più soddisfacenti (15,7% nel 2021), seguito dall'occhialeria (12,3%). Abbigliamento e gioielleria sono gli unici due settori produttivi ad aver migliorato i margini nel triennio, superando i livelli pre-crisi.

I prodotti di alta qualità continuano a premiare la redditività, con l'alta gamma a chiudere il 2021 con un Ebit margin del 10,8%, il 46% al di sopra dei valori dei produttori mass market (7,4%). Il podio per redditività vede al primo posto Fendi (32,8%), davanti a Renato Corti (29,5%) e Gingi (29,2%, principale marchio Elisabetta Franchi).

In rimbalzo del 46,4% sul 2020 gli investimenti che superano dell'8,9% i livelli pre-crisi (330 milioni in più sul 2019). Tra le aziende produttive, nel comparto della gioielleria la crescita è stata anche più consistente (+189,1%).

Sul fronte patrimoniale, le aziende della moda rafforzano la propria struttura finanziaria (debiti finanziari sul capitale netto al 40,8% nel 2021 dal 56,8% del 2019), con i produttori di occhiali, abbigliamento e tessuti a distinguersi come i più capitalizzati. La liquidità sale a livello aggregato dal 38,6% dei debiti finanziari nel 2019 al 55,3% nel 2021. Per le aziende produttive si segnala l'aumento del numero di imprese attribuibili alla fascia investment grade, la cui incidenza è passata dal 79,9% nel 2019 all'87,2% nel 2021.

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(END) Dow Jones Newswires

February 21, 2023 05:01 ET (10:01 GMT)

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