Il futuro di Prelios si deciderà nelle prossime settimane. Ion, il gruppo finanziario inglese fondato da Andrea Pignataro, starebbe concludendo la due diligence sull'azienda milanese presieduta da Fabrizio Palenzona e controllata dal fondo americano Davidson Kempner. L'esame dovrebbe terminare a breve, consentendo così al pretendente di formulare una proposta definitiva sull'asset specializzato in real estate e credito deteriorato. Nel frattempo, dopo i primi contatti avuti a dicembre, starebbero per ripartire le discussioni con le banche (tra cui l'americana Jp Morgan) per il finanziamento dell'operazione. L'intenzione di Ion sarebbe quella di investire nel deal circa mezzo miliardo di capitale. La componente di debito invece dipenderà dall'esito del confronto con gli istituti che, nelle prossime settimane, potrebbe allargarsi a istituti italiani. Se tutto andrà come previsto un accordo tra Ion e DK (assistito nella trattativa da Goldman Sachs) dovrebbe arrivare entro il primo trimestre.

Andrea Pignataro del resto ha già fatto molte operazioni rilevanti sul mercato italiano. In prima battuta l'imprenditore ha comprato Cedacri, il leader tricolore nei servizi informatici integrati per banche, istituzioni finanziarie, assicurazioni e società di servizi, mettendo sul piatto 1,5 miliardi. Quindi, insieme al Fsi guidato da Maurizio Tamagnini e al Fondo sovrano di Singapore (Gic), ha lanciato un'opa su Cerved, la public company milanese attiva nelle informazioni commerciali e nella gestione dei crediti deteriorati. Negli ultimi mesi Ion è entrata anche nel capitale di Banca Mps con un investimento da 50 milioni nel corso dell'ultimo aumento di capitale da 2,5 miliardi. E oggi il gruppo di Pignataro è a caccia di nuove opportunità sul mercato italiano per costruire tassello dopo tassello un gruppo basato sull'ingegnerizzazione dei dati finanziari. Veniamo a DK. Entrato nel capitale nel 2017, dopo un accordo con il nocciolo duro di azionisti composto allora da Pirelli, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Fenice, ora il fondo americano, al termine di un turnaround e di un ritorno a una redditività crescente che ha portato in cinque anni il gruppo a salire da 300 a circa 750 dipendenti, è pronto per vendere. Di ipotesi ne sono state esplorate diverse, da Intrum e Tinexta fino a Banca Progetto. Secondo diversi osservatori però le discussioni con Ion sarebbero in fase più avanzata rispetto alle precedenti e questa volta un deal potrebbe essere vicino.

Nel frattempo continua l'attività di Prelios sul mercato. Come riportato nelle scorse settimane da MF-Milano Finanza, il gruppo sarebbe in corsa per aggiudicarsi per uno stock di immobili dal valore di circa 500 milioni messo sul mercato alla fine dell'anno scorso da Banco Bpm.

red

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