Italvolt: comune e sindacati chiedono garanzie all'azienda (stampa)
26 Gennaio 2023 - 08:51AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Un giorno mi dicono che ci sono 3,4 miliardi di investimenti e
3 mila posti di lavoro; il giorno dopo vengo a sapere che non si fa
più nulla perché non c'è energia sufficiente per alimentare la
fabbrica di Italvolt. Nell'ex area Olivetti di Scarmagno va così da
venti anni: ogni tanto qualcuno si presenta, fa promesse ma noi
rimaniamo con il cerino in mano".
Il sindaco di Scarmagno, Adriano Grassino, come riporta il
Corriere della Sera nell'edizione di Torino, si dice molto
perplesso riguardo le ultime dichiarazioni raccolte dal Corriere
Torino di Lars Carlstrom; il fondatore di Italvolt ha messo in
dubbio il progetto di investimento perché mancherebbe
un'infrastruttura elettrica tale da garantire la nascita della
Gigafactory da 45 GWh.
Due anni fa arriva l'annuncio di una fabbrica di batterie sul
territorio ma ora tutto rischia di evaporare. "So che c'erano
problemi di approvvigionamento idrico, li abbiamo risolti con
Smat", afferma il sindaco. "Ora si parla di energia insufficiente
ad alimentare il sito produttivo, non ne avevo mai sentito parlare
prima".
Oltre Olivetti nel piccolo comune di Scarmagno, a 20 km da
Ivrea, è andata in scena una storia d'Italia in miniatura. Prima
grande stabilimento dell'Olivetti da 10 mila dipendenti, quando
l'azienda era la regina dell'informatica. Poi la crisi industriale
degli anni duemila, il passaggio alla Pirelli Real Estate e tante
promesse di rilancio. Dal sogno di rinascita del personal computer
finito nel dissesto di Finmek e poi nella bancarotta di Luigi Luppi
con Oliit.
Scarmagno si rivedeva pronta a nuovi fasti: batterie elettriche
per la nuova mobilità. Design di Pininfarina, capitali esteri, la
più grande fabbrica d'Europa. Ora sembra tutto da rifare anche se
Carlstrom afferma che a breve annuncerà nuovi investitori e anche
un nuovo sito in Piemonte dove investire qualora Terna non
riuscisse a risolvere i problemi infrastrutturali in tempi
record.
Al riguardo Terna, il gestore della rete, non commenta. Parla
invece Federico Bellono, della Cgil Torino, tra i primi due anni fa
a mostrarsi scettico sul mega-investimento nelle ceneri della ex
Olivetti. "Il fallimento di Britishvolt ha riacceso i riflettori su
Italvolt. E mentre una delle questioni di fondo è l'assenza di
investitori, improvvisamente, dopo due anni, vengono sollevate
questioni, come i costi di bonifica e le presunte difficoltà di
approvvigionamento dell'energia elettrica, come a mettere le mani
avanti e avere delle giustificazioni su un progetto ad oggi rimasto
sulla carta. Possibile che in tutto questo tempo questi problemi
non siano stati valutati?".
red/ann
anna.dirocco@mfdowjones.it
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January 26, 2023 02:36 ET (07:36 GMT)
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