Superbonus: Ance, sbloccare crediti fiscali o valanga fallimenti (Stampa)
27 Giugno 2022 - 9:26AM
MF Dow Jones (Italiano)
"La situazione è drammatica. Le nostre imprese hanno i cassetti
fiscali pieni di crediti di imposta che non riescono a monetizzare
dopo che a novembre sono cambiate le regole. Le banche, e ancora
prima le piattaforme di Cassa depositi e prestiti e Poste, hanno
chiuso l'acquisto dei crediti. O li sblocchiamo o si rischia una
tempesta perfetta di fallimenti, disoccupazione, contenziosi con i
condomini".
Lo ha detto alla Stampa la neo presidente dell'Ance, Federica
Brancaccio, sottolineando che la selva di bonus che da due anni
traina il settore dell'edilizia, a cominciare dal gettonatissimo
110% fino ai precedenti incentivi per facciate e ristrutturazioni,
rischia di essere "un gigantesco boomerang".
La Corte dei conti ha giudicato il superbonus distorsivo, mentre
l'Abi ha richiamato le banche alla massima diligenza per non
condividere eventuali responsabilità di eventuali illeciti.
Se persiste il blocco dei crediti, ha spiegato, "è a rischio la
tenuta di moltissime imprese. C'è chi calcola siano 30 mila, noi
dati certi non ne abbiamo. Sappiamo però che ci sono 27 miliardi
contrattualizzati di cui almeno 13 possono essere critici per la
liquidità. La chiusura da parte delle banche è una mina che rischia
di far saltare tutto un sistema, una filiera fatta non solo di
costruttori ma di produttori di materiali, professionisti, servizi.
Siamo disposti a sederci intorno a un tavolo e a discutere".
"Le regole ora ci sono. Ma chiediamo anche che le imprese
ammesse a prestare la propria opera incentivata abbiano una
qualificazione che vada oltre la semplice iscrizione in Camera di
Commercio e un codice Ateco che chiunque può ottenere facilmente. A
causa di ciò troppi condomini si sono affidati a improvvisatori,
subendo frodi e truffe. Una misura eccezionale, che ha messo al
centro i temi ambientali e della sicurezza, non può ora diventare
un boomerang. Sentire Corte dei Conti, ministri, economisti parlare
in maniera negativa di un provvedimento e di un settore ha un
effetto psicologico devastante".
Se ne esce, se "responsabilmente, mettiamo un punto fermo. Ma
quanto fatto finora va salvato. Lavoriamo su una exit strategy, su
una misura non più eccezionale ma strutturale che comporti una
modulazione diversa degli incentivi e con regole ferme. In
settimana incontrerò il ministro dell'Economia, Daniele Franco.
Vuole recuperare 5 miliardi di frodi e noi siamo con lui: quelle
truffe sono la nostra rovina. Lo so, parte del governo è scettica.
Ma quanto costerebbero migliaia di fallimenti e di contenziosi? Le
regole vanno bene, ma almeno Poste I. e Cdp devono riaprire agli
acquisti dei crediti".
Brancaccio ha sottolineato che "il tema dell'esaurimento del
plafond per il 110% non c'è, perché in nessun documento ufficiale
c'è un tetto di copertura. Il problema, per il resto, non è dei
condomini, ma dell'impresa che fa lo sconto in fattura ma poi non è
in grado di andare avanti con i lavori. Col blocco degli acquisti
dei crediti, il condominio rischia che i lavori si fermino, siano
lasciati a metà o non si facciano proprio". Il caro energia e
quello dei materiali pesa "ancora tantissimo. E non dipende dal
boom dei bonus: in altri paesi, senza incentivi, l'aumento dei
costi dei materiali è stato addirittura superiore. Nonostante tutto
il comparto traina ancora il pil, ma rallenta. Le imprese, con i
bonus, fatturano, pagano l'Iva. Un paradosso: falliscono con
bilanci splendidi. Senza più liquidità".
Sul Pnrr, "ci vuole un patto di rinnovata fiducia tra tutti gli
attori, tra il sistema produttivo e la politica, che non faccia
regole sulla presunzione di imbrogli e frodi. Vanno bene i
controlli ma servono anche norme snelle che facciano andare avanti
le cose. Bisogna abbandonare l'abitudine italiana di cambiare le
regole in corsa".
vs
(END) Dow Jones Newswires
June 27, 2022 03:11 ET (07:11 GMT)
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