"La situazione è drammatica. Le nostre imprese hanno i cassetti fiscali pieni di crediti di imposta che non riescono a monetizzare dopo che a novembre sono cambiate le regole. Le banche, e ancora prima le piattaforme di Cassa depositi e prestiti e Poste, hanno chiuso l'acquisto dei crediti. O li sblocchiamo o si rischia una tempesta perfetta di fallimenti, disoccupazione, contenziosi con i condomini".

Lo ha detto alla Stampa la neo presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, sottolineando che la selva di bonus che da due anni traina il settore dell'edilizia, a cominciare dal gettonatissimo 110% fino ai precedenti incentivi per facciate e ristrutturazioni, rischia di essere "un gigantesco boomerang".

La Corte dei conti ha giudicato il superbonus distorsivo, mentre l'Abi ha richiamato le banche alla massima diligenza per non condividere eventuali responsabilità di eventuali illeciti.

Se persiste il blocco dei crediti, ha spiegato, "è a rischio la tenuta di moltissime imprese. C'è chi calcola siano 30 mila, noi dati certi non ne abbiamo. Sappiamo però che ci sono 27 miliardi contrattualizzati di cui almeno 13 possono essere critici per la liquidità. La chiusura da parte delle banche è una mina che rischia di far saltare tutto un sistema, una filiera fatta non solo di costruttori ma di produttori di materiali, professionisti, servizi. Siamo disposti a sederci intorno a un tavolo e a discutere".

"Le regole ora ci sono. Ma chiediamo anche che le imprese ammesse a prestare la propria opera incentivata abbiano una qualificazione che vada oltre la semplice iscrizione in Camera di Commercio e un codice Ateco che chiunque può ottenere facilmente. A causa di ciò troppi condomini si sono affidati a improvvisatori, subendo frodi e truffe. Una misura eccezionale, che ha messo al centro i temi ambientali e della sicurezza, non può ora diventare un boomerang. Sentire Corte dei Conti, ministri, economisti parlare in maniera negativa di un provvedimento e di un settore ha un effetto psicologico devastante".

Se ne esce, se "responsabilmente, mettiamo un punto fermo. Ma quanto fatto finora va salvato. Lavoriamo su una exit strategy, su una misura non più eccezionale ma strutturale che comporti una modulazione diversa degli incentivi e con regole ferme. In settimana incontrerò il ministro dell'Economia, Daniele Franco. Vuole recuperare 5 miliardi di frodi e noi siamo con lui: quelle truffe sono la nostra rovina. Lo so, parte del governo è scettica. Ma quanto costerebbero migliaia di fallimenti e di contenziosi? Le regole vanno bene, ma almeno Poste I. e Cdp devono riaprire agli acquisti dei crediti".

Brancaccio ha sottolineato che "il tema dell'esaurimento del plafond per il 110% non c'è, perché in nessun documento ufficiale c'è un tetto di copertura. Il problema, per il resto, non è dei condomini, ma dell'impresa che fa lo sconto in fattura ma poi non è in grado di andare avanti con i lavori. Col blocco degli acquisti dei crediti, il condominio rischia che i lavori si fermino, siano lasciati a metà o non si facciano proprio". Il caro energia e quello dei materiali pesa "ancora tantissimo. E non dipende dal boom dei bonus: in altri paesi, senza incentivi, l'aumento dei costi dei materiali è stato addirittura superiore. Nonostante tutto il comparto traina ancora il pil, ma rallenta. Le imprese, con i bonus, fatturano, pagano l'Iva. Un paradosso: falliscono con bilanci splendidi. Senza più liquidità".

Sul Pnrr, "ci vuole un patto di rinnovata fiducia tra tutti gli attori, tra il sistema produttivo e la politica, che non faccia regole sulla presunzione di imbrogli e frodi. Vanno bene i controlli ma servono anche norme snelle che facciano andare avanti le cose. Bisogna abbandonare l'abitudine italiana di cambiare le regole in corsa".

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(END) Dow Jones Newswires

June 27, 2022 03:11 ET (07:11 GMT)

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