Il piano di salvataggio della Casa Generalizia dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio Fatebenefratelli è in fase molto avanzata. Una delle principali condizioni di fattibilità del progetto, imperniato sull'intervento della Fondazione per la Sanità Cattolica e della Fondazione Del Vecchio - l'adesione delle banche alla ristrutturazione - è a un passo dal perfezionarsi.

Lo scrive il Messaggero spiegando che ieri è stato fatto un passo in avanti nel corso di una riunione. L'operazione ruota attorno alla costituzione della Newco Sit (Sanità Isola Tiberina), partecipata pariteticamente (50%) dalle due fondazioni, alla quale verrà conferita solo una minima parte del debito totale. Dalle carte del piano di concordato degli anni passati risulta che il debito si è ridotto a circa 78 milioni. Di questa somma 56,3 milioni fanno capo a Unicredit e 21,7 milioni a Bnl Bnp Paribas.

Degli oltre 56 milioni di Unicredit, 17,3 milioni derivano da un mutuo ipotecario in pool (Bnl caapofila, Unicredit Banca co-finanziatrice). L'ipoteca è iscritta sul noto immobile di proprietà della Casa Generalizia, sito in Roma sull'Isola Tiberina, ove la struttura ospedaliera svolge la propria attività sanitaria. E su questo credito garantito da ipoteca, 21,7 milioni sono riconducibili alla banca controllata da Bnp Paribas. Inoltre tra le passività ci sono 39 milioni di esposizione di Unicredit (credito chirografario, cioè privo di garanzie). Questo credito residua da un vecchio affidamento bancario di 43,8 milioni (ora ridottosi appunto a 39 milioni) di cui 32 milioni di anticipazione di cassa relativa a crediti sanitari assistita da mandato irrevocabile all'incasso e 7 milioni anticipazione di cassa per crediti relativi a contributi in conto capitale deliberati dalla Regione Lazio.

La ristrutturazione prevede che di questi 78 milioni totali, circa 1/7 pari (11 milioni) verranno conferiti alla Newco per il rimborso mentre 67 milioni residui saranno oggetto di write-off, cioè cancellati e classificati come perdita dai due istituti. Alla Sit verranno conferiti anche parte degli altri 50 milioni circa di esposizione verso erario, fornitori e altri per essere rimborsati a stralcio. La newco Sit dovrà però essere adeguatamente capitalizzata con un impegno finanziario dei soci dell'ordine di 150 milioni per estinguere parte dei debiti ma soprattutto finanziare una corposa ricapitalizzazione per la rinascita della struttura ospedaliera. Al piano lavorano Torino Consulting per l'istituzione del Vaticano messa in campo da Papa Francesco e lo studio Gatti Pavesi Bianchi Lodovici, per conto del patron di EssiLux.

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