Energia: il gas africano verso l'Europa ma all'Italia manca un tubo (Rep)
25 Gennaio 2023 - 10:04AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Dal Sud Italia possono arrivare al massimo 126 milioni di metri
cubi di gas al giorno: questo è il collo di bottiglia che dobbiamo
superare perché il nostro Paese diventi l'hub energetico per tutta
l'Unione europea, un'occasione che non dobbiamo perdere". E' il
cruccio di Claudio Descalzi, ripetuto anche l'altro giorno ad
Algeri durante la visita ufficiale al fianco della premier Giorgia
Meloni così come lo ha raccontato in un colloquio con
Repubblica.
L'amministratore delegato di Eni ha indicato già dall'anno
scorso - con l'inizio dell'emergenza dovuta alla guerra
russo-ucraina - la strada per superare la dipendenza dalle
forniture di Mosca: consolidare i rapporti con i partner storici
dell'Italia nel Nord Africa. Dall'Algeria all'Egitto, passando per
la Libia, possono arrivare anche 12-15 miliardi di metri cubi di
gas in più all'anno, rispetto ai livelli attuali. Oggi è il gas, ma
un domani con lo sviluppo delle rinnovabili - in particolare degli
impianti fotovoltaici - sarà possibile ricevere anche idrogeno
green, che potrà essere trasportato attraverso i gasdotti dove ora
passa il metano destinato al nostro Paese. E da qui gas naturale e
idrogeno - possono arrivare a tutto il Nord Europa.
Ma tra il dire e il fare non c'è di mezzo solo il Mediterraneo.
Bisogna anche disporre delle infrastrutture necessarie. Come prima
cosa occorre potenziare i gasdotti esistenti tra la costa africana
e la Sicilia, quello tra la Libia e Gela, ma anche tra l'Algeria e
Mazara del Vallo (via Tunisia). Così come la Ue potrebbe sostenere
la realizzazione di impianti per la liquefazione del gas da spedire
via nave, in particolare sulla costa algerina, sfruttando le enorme
potenzialità di metano presenti nel sottosuolo e ancora da
estrarre. Ma bisogna anche fare in modo che la materia prima possa
risalire tutta la penisola e oltrepassare leAlpi. Cosa che, in
questo momento, non sarebbe possibile anche se fossero disponibili
maggiori quantità di gas. L'ostacolo si trova in Italia Centrale,
tra Sulmona (in provincia dell'Aquila) e Minerbio (in provincia di
Bologna), un gasdotto di 400 chilometri per ora solo sulla carta,
diviso in tre tronconi di cui sono stati autorizzati solo i primi
due.
E' questo il collo di bottiglia che non permette all'Italia di
sviluppare tutte le sue potenzialità di hub del gas del Sud Europa
e di cui ha parlato Descalzi ad Algeri. Mancano le ultime
autorizzazioni regionali e solo da poco l'Arera (l'ex Authority
dell'energia) ha iniziato le consultazioni pubbliche per
raccogliere eventuali osservazioni al progetto. Il gasdotto si
rende necessario perché le due infrastrutture esistenti che corrono
parallele alla costa del Tirreno e dell'Adriatico hanno una portata
limitata. Per questo il gruppo Snam deve completare la parte finale
del progetto di una nuova dorsale che in realtà parte dalla Puglia,
in provincia di Taranto, e per il momento si ferma proprio in
Abruzzo. Come si legge dai documenti Snam, dai tre punti di
ingresso del Sud Italia (i due in Sicilia a cui si deve aggiungere
l'approdo dal Tap in Salento) entrano circa 126 milioni di metri
cubi di gas al giorno, ma potrebbero potenzialmente salire fino a
190 milioni. Con l'ultimo tratto del gasdotto in costruzione ci
sarebbe subito spazio fino a 150 milioni al giorno, per poi
salire.
Per accelerare la costruzione dell'infrastruttura il governo
potrebbe pensare anche a commissariare le procedure, considerandola
come "opera strategica". Così come avvenuto per i poteri assegnati
ai presidenti delle Regioni per le opere legate ai rigassificatori
di Piombino (che dovrebbe entrare in esercizio per la fine di
maggio) e di Ravenna (la cui inaugurazione è fissata invece per il
terzo trimestre del 2024). Solo allora, dopo che se ne parla da 20
anni, il disegno di hub del gas per il Sud Europa potrebbe
raggiungere il suo contorno definitivo.
cos
(END) Dow Jones Newswires
January 25, 2023 03:49 ET (08:49 GMT)
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