"Per il settore automotive, e non solo, possiamo parlare di un mondo pre e post-pandemia. Il 2019 si era chiuso con livelli di produzione in lieve calo rispetto all'anno precedente, dopo che il settore aveva fatto registrare un Cagr dell'1,9% nel decennio 2010-2019".

Lo ha affermato Mauro Micillo, chief of Imi Corporate & Investment Banking Division di Intesa Sanpaolo, aprendo il Convegno 'Trasformazione e sotenibilità, le sfide e le opportunità per la filiera automotive'.

"In generale, possiamo concordare sul fatto che ben prima dell'esplosione della crisi pandemica il settore fosse entrato in una fase di profonda trasformazione guidata da alcuni macro-trend, quali, ad esempio, la crescita dell'elettrificazione. Nel 2019, infatti, si è registrato un incremento significativo delle auto ad alimentazione alternativa (in Ue +43%), a fronte di un netto calo delle auto diesel, anche in conseguenza dello scandalo dieselgate. In questo contesto i grandi player hanno mantenuto un approccio equilibrato agli investimenti, ponendo grande attenzione al segmento dell'elettrico e alle tecnologie innovative, senza trascurare i segmenti di business tradizionali", ha aggiunto Micillo.

"La filiera dell'auto ha continuato a essere interessata dal fenomeno della decentralizzazione, finalizzato al contenimento dei costi e accelerato dalla progressiva riduzione e modularizzazione delle piattaforme produttive dei grandi costruttori. Tale ricerca di efficienza è ben testimoniata, ad esempio, dalla fusione che ha interessato due dei principali produttori europei, Fca e Psa, che nel 2019 hanno annunciato la nascita di Stellantis. Parlando di consolidamento, lasciatemi precisare che, nonostante le azioni poste in essere dai capi-filiera nel corso degli ultimi anni, il settore in Italia era e rimane estremamente frammentato, in quanto oltre il 90% della filiera automobilistica è costituito" da Pmi.

"Da un punto di vista finanziario, i grandi player in Emea hanno reperito le risorse per sostenere gli investimenti facendo ricorso in maniera preponderante al mercato dei capitali (il volume cumulato delle emissioni obbligazionarie nel biennio 2018-2019 è stato più del doppio dei volumi dei prestiti concessi: 172 mld rispetto a 80 mld, rispettivamente). Tutto ciò è cambiato drasticamente nel 2020-2021".

cce

MF-DJ NEWS

3011:11 giu 2022

 

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