Il governo in soccorso all'industria dell'auto. Assieme al prossimo decreto Aiuti potrebbe arrivare una rimodulazione dei sostegni per l'auto, sia per i consumatori sia per i produttori. Il ministero dello Sviluppo economico lavora per favorire l'insediamento e la riconversione del settore verso forme produttive innovative e sostenibili. Misura quasi a costo zero, a disposizione, a valere sul cosiddetto fondo automotive, 50 milioni per il 2022 e 350 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030.

Il provvedimento su cui lavorano i tecnici del dicastero di via Veneto, guidato da Giancarlo Giorgetti, scrive MF-Milano Finanza, stabilirà l'allocazione dei fondi, destinati per il 70% ai contratti di sviluppo e per il 30% agli accordi per l'innovazione. Lato domanda ci sono a disposizione 40 milioni di euro per sostenere l'acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica di auto elettriche, con un contributo pari all'80% del prezzo d'acquisto e della posa in opera, fino a un massimo di 1.500 (8.000 per la posa in opera nelle parti comuni dei condomini).

Il Mise interviene inoltre a sostegno dei cittadini con reddito inferiore ai 30mila euro, aumentando al 50% la quota degli eco-incentivi per l'acquisto di auto non inquinanti. Ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il governo, costantemente sollecitato dai parlamentari sul futuro degli stabilimenti Stellantis nella Penisola (ora che Fca si è affrancata dai paletti del prestito garantito Sace), lavora a coinvolgere Invitalia con una piattaforma per attirare gli investimenti produttivi.

Il dl Aiuti bis da 14 miliardi di euro dovrebbe approdare, forse già domani, in consiglio dei ministri. La riunione potrebbe anche affrontare il nodo dell'aggiudicazione della trattativa in esclusiva per la cessione di Ita. La partita della nuova Alitalia è ufficialmente entrata nella campagna elettorale. Giorgia Meloni, si è schierata contro l'ipotesi di accelerazione sul dossier e contro l'eventualità che alla fine a spuntarla possa essere il tandem Msc-Lufthansa, che con 850 milioni sul piatto può pensare di rilevare l'80% della compagnia, lasciando al Tesoro il 20%.

«Dal 25 settembre in poi tutto potrà cambiare e al rilancio della nostra compagnia aerea di bandiera penserà chi governerà», ha spiegato la leader di Fratelli d'Italia. Tanto più che fonti vicine al dossier sottolineano come la seconda cordata del fondo Usa Certares, assieme a Delta e legata a Air France, darebbe maggior spazio al Tesoro nell'azionariato e un ruolo di maggior peso a Fiumicino.

Quanto alle elezioni ieri si è chiusa con un accordo il testa a testa tra il Partito democratico e Carlo Calenda. L'intesa, che comprende anche Più Europa, ha come punti programmatici l'ancoraggio al «metodo Draghi», la revisione del reddito di cittadinanza e del Superbonus, la garanzia che non ci sarà un aumento del carico fiscale complessivo, il salario minimo e lo ius scholae. In base al patto nessun leader né ex M5S (come Luigi Di Maio) o ex Forza Italia (come Mara Carfagna e Mariastella Gelmini) sarà candidato nei collegi uninominali, la cui ripartizione vedrà correre nel 70% dei seggi esponenti Pd e nel 30% candidati di Azioni e Più Europa. Sempre ieri il Cipess ha dato il via libera ai Contratti di Programma Mims-Rfi 2022-2026 e all'aggiornamento dei prezzi di opere immediatamente cantierabili, finanziate dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2022.

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MF-DJ NEWS

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