RISULTATI 2020 - Risultati in flessione per Technogym nel 2020 a causa dell’impatto della pandemia. Il giro d’affari è passato da 668,9 a 509,7 milioni (-23,8%, -22,6% a cambi costanti), in presenza di un marcato sviluppo dei ricavi nel segmento di clientela BtoC, balzati del 70,5% a 154,1 milioni, grazie all’ampia gamma di prodotti e servizi rivolti al training at-home. Questo ha parzialmente mitigato la contrazione delle vendite del segmento BtoB (-38,5% 355,6 milioni), a causa del rinvio degli ordini. Con riferimento ai mercati geografici, in Europa (esclusa Italia) i ricavi sono diminuiti del 25,7% a 247,9 milioni (in presenza di un forte calo in alcuni paesi importanti come il Regno Unito), in Nord America del 34,7% a 57,3 milioni, nell’area APAC del 25,3% a 88,3 milioni, nell’area MEIA del 14,1% a 42,9 milioni (in presenza della positiva performance dell’home fitness in UAE), e in Latam del 43,7% a 13,5 milioni. Invece in Italia vi è stata un lieve incremento delle vendite (+1,9% a 59,8 milioni), grazie al contributo dell’home fitness. Per quanto riguarda i diversi canali distributivi, il Field Sales ha visto un decremento del 33,9% a 325 milioni, il Wholesale del 20,8% a 102,4 milioni, mentre le vendite dell’Inside Sales, cioè e-commerce e teleselling, sono incrementate ben del 77,1% a 70 milioni, e quelle del Retail hanno registrato una crescita del 48,8% a 12,3 milioni. Analogamente ai ricavi, anche i costi operativi risultano complessivamente in diminuzione. Ne è comunque derivato un ebitda in flessione da 142,6 a 91,9 milioni (-35,5%); su base rettificata l’ebitda sarebbe stato pari a 96,9 milioni, il 34,5% in meno rispetto all’anno prima. Gli ammortamenti sono saliti da 31 a 34,7 milioni (+11,7%), e gli accantonamenti sono passati da 4,2 a 3,8 milioni (-10,4%). Così l’ebit si è attesta a 53,5 milioni (-50,2%); su base rettificata sarebbe pari a 58,9 milioni (-47,7%). Il saldo negativo della gestione finanziaria è passato da 1,4 a 3,3 milioni; inoltre sulla gestione hanno inciso oneri da partecipazioni per 2,1 milioni (proventi per 0,4 milioni nel 2019). Si è quindi giunti all’utile ante imposte di 48 milioni (ammontava a 106,4 milioni nel 2019). Dopo imposte per 11,6 milioni (tax rate in aumento dal 21,3% al 24,1%), e al netto di una quota di utile di competenza di terzi passata da 0,5 a 0,4 milioni, l’utile netto si è posizionato a 36 milioni, il 56,7% in meno rispetto agli 83,2 milioni al 31/12/2019. Su base rettificata l’utile netto sarebbe stato di 43,4 milioni, in calo del 49% rispetto agli 85,2 milioni dell’anno prima. Al 31/12/2020 il gruppo, grazie a un free cash flow di ben 95,4 milioni e dopo investimenti per 23 milioni, disponeva di liquidità netta per 59,5 milioni, a fronte di 3,7 milioni a fine 2019.Il dividendo ammonta a 0,22 euro per azione, in pagamento dal 26 maggio 2021. |