Sulla rete unica, il governo si prepara alla battaglia e i segnali degli ultimi giorni portano tutti nella stessa direzione: per i grandi azionisti diretti e indiretti di Tim, ossia Vivendi e Kkr, non sarà facile strappare un prezzo alto dalla fusione con Open Fiber. Quali sono questi segnali?

La procedura di coinvestimento di Fibercop che, scrive MF, deve ripartire da capo e rifare tutto l'iter autorizzativo, i nuovi piani della società guidata da Mario Rossetti, che sembra pronta a un cambio di passo e si è appena aggiudicata la maggior parte dei bandi sulle aree grigie, ma anche l'esito delle elezioni comunali che in qualche modo ha rafforzato il governo.

La spinta a chiudere nei tempi previsti parte dall'esecutivo e poi si sostanzia nella nuova gestione della Cassa Depositi e Prestiti, focalizzata sulle reti e sulle infrastrutture, considerate la vera spina dorsale della crescita di un Paese. Sullo sfondo c'è la trattativa per fondere la rete di Tim (quella Netco il cui perimetro non è ancora stato delineato nel dettaglio ma che sarà reso noto il 7 luglio) con quella di Open Fiber. Molto, se non tutto, si giocherà su valori e governance e proprio su questi aspetti a Palazzo Chigi starebbero affilando le armi. La domanda chiave è: chi ha bisogno della rete unica? Quelli convinti che il business plan di Open Fiber non regga e che di fatto alla società, controllata da Cdp e partecipata da Macquarie, serva per forza affiancarsi a un partner come Tim pensano che quest'ultima abbia il coltello dalla parte del manico.

red/lab

MF-DJ NEWS

1509:19 giu 2022

 

(END) Dow Jones Newswires

June 15, 2022 03:20 ET (07:20 GMT)

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