Pressing di Cdp per la costruzione della rete unica. Con l'obiettivo che dopo il Capital Market Day di Tim del 7 luglio a Roma, dove avverrà la presentazione del piano di separazione della rete in Netco dai servizi racchiusi in ServCo, si possa davvero accelerare per arrivare entro agosto a una struttura economica di offerta non vincolante da cui possa partire la due diligence vera e propria.

Lo scrive il Messaggero spiegando che l'accordo-quadro (Mou) siglato fra Tim, Cdp, Kkr, Macquarie e Open Fiber fissa al 31 ottobre la fine delle grandi manovre, con alcuni step intermedi. Ieri c'è stata una riunione del consiglio Tim di induction, cioè di approfondimento sui macro temi del piano con il coinvolgimento anche dei manager della prima linea dell'ad Pietro Labriola. Nel corso della riunione sarebbero state esaminate le varie opzioni del piano di sdoppiamento in due che presenta varie modalità da accertare dal punto di vista fiscale. Nel senso che andrà individuata la strada per la separazione scegliendo fra l'ipotesi di separare la rete di Netco contenente Fibercop e Sparkle dai servizi di Olivetti Iot, Telsy, Noovle piuttosto che seguire il percorso simmetrico dove a favore dell'una o dell'altra via giocano varie componenti economiche.

Finora il tavolo negoziale fra tutti gli attori sta definendo il perimetro degli asset che finiranno nella Netco: un punto cruciale è il destino del backbone che è la spina dorsale dell'infrastruttura che potrebbe confluire per intero (o quasi). Le evoluzioni di questo confronto inevitabilmente vanno ad impattare sul piano di separazione dell'ex monopolista. Tutte le analisi poggiano su proiezioni e la recente stima di Vivendi, primo socio di Tim, che la rete vale 31 miliardi, molto di più del range 17-21 su cui si ragionava, è una tattica negoziale che però ha il suo peso. Le valutazioni dipendono dai debiti e dipendenti che saranno ripartiti e dalle modalità dell'operazione.

Cassa che spinge per chiudere, ritiene la transazione fra Open Fiber e Netco non cash ma basata su conferimenti di asset al contrario di Tim, sostenuta da Vivendi e Kkr favorevole invece a un passaggio di soldi. Nella rete dovrebbero finire circa 20 mila dipendenti, nella ServiceCo, dove ci sono interessi di molti fondi tra cui Cvc, ne resterebbero circa 10 mila e siccome il gruppo oggi ha 41 mila risorse si capisce che da settimane c'è agitazione dei sindacati sullo spezzatino. Se in Netco finissero 12 miliardi di debiti, ci sarebbe meno equity a favore di Tim. Infine punto dibattuto è l'adeguatezza di Open Fiber di essere motore del riassetto visto che la società accusa un forte ritardo nell'execution delle concessioni nelle aree bianche: lo stato di avanzamento è al 55-60%.

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MF-DJ NEWS

2408:02 giu 2022

 

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June 24, 2022 02:03 ET (06:03 GMT)

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