Tim stringe su Cdp per incardinare il negoziato per la rete unica. Il termine per la firma degli accordi vincolanti scade il 31 ottobre ma in questi giorni sarebbe dovuta arrivare la proposta non vincolante su cui avviare la discussione per integrare l'infrastruttura del gruppo telefonico con Open Fiber.

I tempi slitteranno a dopo le elezioni, ma il gruppo telefonico vuole essere certo dell'avvio del percorso ed entro questa settimana dovrebbe inviare alla Cassa una lettera formale per chiedere conferma delle intenzioni e concordare una proroga della scadenza. Tra oggi e domani, scrive il Corriere della Sera, i consiglieri dovrebbero sciogliere la riserva.

Gli advisor di Cdp stanno lavorando a pieno ritmo per fare in modo che entro la prima settimana di ottobre la proposta sia pronta. Il processo decisionale potrebbe tuttavia richiedere più tempo. Il gruppo telefonico ha in agenda un consiglio il 29 settembre e Cdp il 27, ma restano da incastrare ancora alcuni elementi, tra cui il prezzo. Vivendi, primo azionista di Tim, ha fissato l'asticella attorno ai 31 miliardi di euro. Un valore coerente per avviare un negoziato. In questo modo la media company francese punta ad allineare gli interessi di tutti gli azionisti di Tim, massimizzando l'incasso per la cessione di un asset strategico per il gruppo.

La stima di Vivendi tiene conto anche di questo, ovvero del rischio operativo legato alla cessione dell'infrastruttura, oltre che del rendimento a cui rinuncerebbe Tim trasferendolo la rete a Cdp, e delle sinergie con Open Fiber. La Cassa, secondo le indiscrezioni, valuterebbe invece la rete tra i 15 e 18 miliardi di euro e punta ad avere il 51% a fronte della disponibilità manifestata da Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e consigliere del gruppo telefonico, a scendere sotto la maggioranza nella rete unica. Questo dovrebbe portare al riconoscimento di un premio di controllo. In teoria la Cassa potrebbe controllare la nuovo società anche con una quota minore attraverso la governance, sull'esempio di Terna, di cui Cdp ha il 29% ed esprime la maggioranza del board, tra cui presidente e amministratore delegato.

Il gruppo telefonico dovrebbe trasferire a NetCo circa 13 miliardi di debito e dunque se fosse confermata la proposta, Cdp riconoscerebbe a Tim per la rete un "equity value" tra i 2 e i 5 miliardi. Un valore che difficilmente il consiglio del gruppo potrebbe prendere in considerazione. Per Vivendi e per il ceo di Tim, Pietro Labriola, massimizzare il valore della cessione non è solo una questione finanziaria ma anche industriale.

Con la scissione e la vendita dell'infrastruttura, in pancia a Tim resteranno i servizi commerciali raccolti in ServCo, a cui è necessario garantire la sostenibilità del business plan. La trattativa non sarà semplice. In più a complicare lo scenario c'è il doppio ruolo di Cdp, azionista di Open Fiber con il 60% e di Tim con il 10%. Il nodo è la presenza del presidente della Cassa, Giovanni Gorno Tempini, nel board del gruppo telefonico.

Nei giorni scorsi è arrivata al presidente Salvatore Rossi una lettera, firmata dalla consigliera indipendente Marella Moretti, condivisa con altri membri del board, in cui si chiede di aggiornare lo regole alle best practices internazionali in tema di operazioni con parti correlate. Il board vuole sciogliere rapidamente il nodo, in attesa della proposta, in modo da avviare un negoziato che si annuncia comunque complicato.

vs

fine

MF-DJ NEWS

2108:12 set 2022

 

(END) Dow Jones Newswires

September 21, 2022 02:13 ET (06:13 GMT)

Copyright (c) 2022 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Telecom Italia (BIT:TIT)
Storico
Da Feb 2024 a Mar 2024 Clicca qui per i Grafici di Telecom Italia
Grafico Azioni Telecom Italia (BIT:TIT)
Storico
Da Mar 2023 a Mar 2024 Clicca qui per i Grafici di Telecom Italia