Durante il cda di oggi, Cdp metterà a punto la linea sulla nuova fase negoziale relativa alla Rete nazionale, in vista della quinta riunione del tavolo governativo di domani. Quanto alla rete, la Cassa vuole procedere sulla strada del vecchio Mou: offerta non vincolante confezionata da un consorzio formato da Via Goito insieme ai fondi. E a Francesco Mele, ceo di Cdp Equity che partecipa al tavolo, verrà rinnovato il mandato di confermare una proposta non binding su Netco, la società nata dalla separazione da ServiceCo.

In Netco dovrebbe confluire Fibercop, società della rete secondaria controllata da Tim al 58% e da Kkr al 37,5% che ha potere di veto sulle operazioni straordinarie con diritto a una exit con un ritorno dell'8% annuo rispetto agli 1,8 miliardi investiti. Nei giorni scorsi Cdp avrebbe sondato Macquarie e Kkr per concordare la linea comune di un'offerta in un consorzio con quote di 1/3 ciascuno: Kkr vorrebbe però una quota maggiore, mettendo addirittura a repentaglio l'intesa in Fibercop. Da parte di Vivendi si consolida invece la richiesta di 24 miliardi per Netco anche se Rothschild, presente al tavolo, dovrebbe rilanciare la scissione proporzionale asimmetrica. A sua volta, il governo sosterrà la rete estendendo alle società di tlc gli aiuti destinati alle società energivore e il taglio dell'Iva al 10%.

Tornando al cda di Cdp, guidato da Dario Scannapieco, tra i principali punti all'ordine del giorno, secondo quanto risulta al Messaggero ci sarà un primo completamento della governance con la cooptazione di Giorgio Righetti al posto di Matteo Melley. La governance resta incompleta per la decadenza di Alessandro Rivera, non più dg del Tesoro che era componente di diritto. Al suo posto, ma non oggi, arriverà Riccardo Barbieri, neo direttore generale del Mef.

Righetti è stato designato dalle grandi Fondazioni azioniste con il 15,93% che hanno rinunciato ad esprimere un proprio rappresentante diretto, preferendo una soluzione istituzionale. Righetti, che potrebbe entrare anche nel Comitato rischi e sostenibilità (la presidenza spetta al socio di minoranza), è dal 2010 direttore generale dell'Acri, voluto dall'ex leader Giuseppe Guzzetti con il quale mantiene tuttora piena sintonia. Il posto spettava a Crt che però, in base agli accordi del 2021, accettò la designazione di Melley voluta da Guzzetti, ma adesso, mancando un anno e mezzo al termine del cda, la Cassa torinese, alle prese con il rinnovo del presidente, ha preferito conservare il diritto di esprimere un nome per un intero mandato.

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